| inviato il 12 Maggio 2025 ore 11:58
“ Stile70 ha avuto un orgasmo e ha lasciato la discussione „ se hai qualche bella mora da presentarmi volentieri. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 12:01
Una milfona con pellicola |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 12:05
aggiudicata |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 12:10
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| inviato il 12 Maggio 2025 ore 12:17
Vabbè... ma anche tu, centauro, ci vai giù pari! Non è la pellicola, sono le atmosfere che non sono più le stesse |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 12:55
@Star Trek La fotografia è semplicemente l'attività di impressionare un istante di ciò che avviene davanti all'obiettivo su un supporto sensibile. Qualunque sia il supporto sensibile, poco cambia; se nulla accade davanti all'obiettivo, 'nulla' viene impressionato. E' un concetto tanto semplice quanto maledetto, perchè ci costringe a riflettere sul fatto che a contare sia ciò che accade davanti e non dietro alle lenti. Chiaramente le differenze nei supporti sensibili ci costringono a dover adeguare il nostro flusso di lavoro, ma non vanno a stravolgere quella che è l'intenzione 'primordiale': fissare un istante su qualcosa che ci consenta di poterlo rivedere. Rispondendo alla domanda, quindi, su cosa sia rimasto del 'fascino della pellicola': forse c'è rimasto tutto, perché ben poco è cambiato. Che si scelga di fotografare con un banco ottico, con uno smartphone, con una Polaroid, con un foro stenopeico, il risultato finale è sempre lo stesso. Discorso diverso si potrebbe fare sulla qualità media (ammesso che abbia alcun senso) delle immagini che vengono prodotte oggi. E' indiscutibile che realizzare fotografie sia oggi immensamente più semplice che produrre un risultato analogo in altre discipline (si immagini il dipingere o il suonare uno strumento musicale). E' diventato talmente semplice, che è venuta meno anche la riflessione che precede la produzione di un'opera creativa. Il problema quindi non è l'avanzamento della tecnologia di ripresa, ma al massimo la mancanza di cultura e la 'democratizzazione' delle discipline artistiche... ma qui si aprirebbe tutto un altro discorso. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 15:35
Facile o difficile fotografare ci saranno sempre belle foto e brutte foto, qualunque sia la tecnica In queste discussioni poi si parla sempre di nostalgia della camera oscura, odori dei chimici etc. Ma parliamo sempre di B/N!!!! E anche qui in pochi si stampava.Perché il colore era così complesso e cosi poco dominabile che al 99% si inviavano le pellicole ai laboratori e ci pensavano loro: quindi, addio alle atmosfere della camera oscura, addio agli odori dei chimici e a simili nostalgie. E anche oggi la maggior parte di chi parla di nostalgia guarda le sue foto a monitor e ogni tanto ( ma ogni tanto...) fa stampare le sue foto ad un laboratorio. Per me ( l'ho sempre detto,) che stampavo da me il B/N, sviluppavo da me le diapositive, stampatvo da me ( poco, per i costi e le poche possibilità di intervento) a colori da diapositiva con Cibachrome, per me, ripeto, da oltre 15 anni il digitale è una benedizione: posso stampare da me colore e bianconero, ottenendo esattamente la foto che voglio e come la voglio e divertendomi. Nostalgia della pellicola? Ovviamente zero! Volete mettere la "magia" di veder comparire piano piano dalla propria stampante un A3+ (33×48 cm) a colori ( a COLORI!) fatto tutto in proprio? |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 16:28
Beh Claudio, secondo me nella stampa ink-jet fatta in casa, comoda, bella, pratica, quanto vuoi, non c'è nulla di magico se confrontata alla stampa in camera oscura, questo perché sai già che cosa sta per uscire fuori, avendolo visualizzato a monitor (a differenza che sotto l'ingranditore, dove non avevi una preview), poi non vedi foramrsi l'immagine poco per volta me nella sua interezza, infine, alla stampante siamo abituati, è un oggetto di uso comune da cui siamo abituati a vedere uscire di tutto, immagini, testi, grafici, ecc., quindi questa abitudine toglie gran parte della magia. Invece la stampa in camera oscura era qualcosa di apparentemente misterioso e aveva sempre un margine di incertezza sul risultato, sicuramente molto più grande di quello che ci può essere tra la visualizzazione a monitor e la stampa. Per tali motivi, almeno a me, la stampa in casa tramite stampante, non genera alcuna emozione particolare, la faccio, la uso, è comoda, le stampe sono belle, ma... emozione e magia zero! |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 16:53
beh pure la stampa in camera oscura, quando poi diventa routine, di magico non ha proprio nulla sinceramente. Più che altro me la ricordo come un male necessario. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 16:59
Certo Salomon, capisco il tuo punto di vista, quello che evidenziavo è che è un processo molto diverso, dall'incertezza del risultato alla modalità con cui l'immagine appare, per non parlare dell'utilizzo di prodotti chimici, diverse miscele degli stessi, diverse temperature e agitazioni, azioni con cui modelli la luce con le mani, ecc. insomma tutte azioni che possono sembrare un po' misteriose e che fanno dello stampatore un piccolo alchimista. Io trovo che sia molto diverso e meno "magico" (poiché più controllabile e visualizzabile prima) che schiacciare il pulsante stampa e vedere l'immagine uscire striscia per striscia. Ciò non toglie che la si possa pensare diversamente, io ho espresso la mia idea. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 17:01
"Che cos' è rimasto del fascino della pellicola nel digitale di oggi ?" Ho fotografato e stampato solo in grande formato a pellicola ed in chimico per 38 anni: il suo fascino io non l'ho mai sentito, era solo un insieme di componenti largamente progettati e soprattutto decisi da altri, che richiedeva oltretutto molta manualità e tempi molto lunghi per fare stampe a regola d'arte, stampe che, oltretutto, erano irripetibili, due stampe uguali di alta qualità uguali non le potevi fare. Finalmente arrivò il digitale, sei tu finalmente il padrone completo dell'immagine, e dunque la qualità delle stampe per chi sa il fatto suo migliorò subito, a pari formato di cattura, ed io ne fui contentissimo. La pellicola, per quanto mi riguarda, è oggi, finalmente, solo carne morta, putrida, marcia. Ed è bene che sia sepolta profonda, sotto molta terra, così non puzza più, la camera oscura era un pattumaio di odori sgradevoli e ci passavo tante ore per una singola stampa grande fatta a regola d'arte, mentre oggi stampo un A2 di qualità sicuramente migliore all'aria pulita, col bicchiere di Rum vecchio in mano, e......... me la godo. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 17:02
“ beh pure la stampa in camera oscura, quando poi diventa routine, di magico non ha proprio nulla sinceramente „ In effetti!?! Io ho iniziato a smanettare in camera oscura per sviluppare le foto che mi servivano per le relazioni agli esami universitari di progettazione, comunicazioni visive ecc.; quando avevi il tempo contato, per non saltare le verifiche periodiche, e lavoravi fino alle fatidiche "ore piccole", di magico rimaneva ben poco anche nella vaschetta dello sviluppo. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 17:15
"magico" non è da intendersi solo con accezione positiva, di piacere, il lo intendo anche e soprattutto come "misterioso", "strano", "suggestivo", poi possono essere misteri brutti, suggestioni, brutte, e così via, ma per me è indubbio che sia un processo un po' misterioso e quindi magico, mentre nella stampa ink-jet è tutto molto più controllato, ripetibile, correggibile in pochi istanti, e pertanto non necessita di alcuna magia o alchimia. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 17:18
@ Treggatti, non sono d'accordo. Innanzitutto continuiamo a parlare di stampa in B/N perché la stampa a colori sotto ingranditore non la faceva praticamente NESSUNO o quasi. E poi quella a colori non consentiva per niente il controllo che puoi avere oggi. Non continuiamo a parlare solo di UNA PARTE della stampa in camera oscura. Poi, tutta "sta magia ( come dice Pollastrini col quale sono spesso d'accordo) una la stampa che compariva a pezzi via via più accentuata in bacinella o a righe come succede con la stampante fa questa grande differenza? Per me no. Inoltre, sbaglio io, Ma come scrive spesso anche Marco Olivotto, non puoi abolire totalmente i provini. Stampi quello che vedi a monitor ma, se mandi a stampare dallo stampatore, ti accontenti di quello che ti arriva senza avere confronti, invece io faccio sempre 4/5 provini per leggerissime differenze di post fino ad avere quello che voglio. Conservo i provini con tutte le annotazioni sul retro e li conservo come una volta in classificatore Il tutto, con qualità maggiore e con maggiore possibilità di controllo e facilità. Riferiamovi per favore non SOLO alla stampa B/N ma anche a quella a COLORI che costituisce la stragrande quantità delle foto che facciamo. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 17:27
Aggiungerei pure che stampare in digitale con qualità non è poi così semplice e ci vuole mestiere anche lì. Mica è come stampare un documento word o un pdf... però il bicchiere di rum aiuta... |
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