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Un passo indietro per tornare alla pellicola senza rinunciare al digitale


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avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 10:43

@Matteo
Ma sono giusti i dati di scatto? Non ricordo/ricordavo che il file D200 avesse quella 'pasta' a ISO200, idem per le performance del AF 50mm f/1.8D. Sicuro si tratti di jpg in camera? E in che stato è l'obiettivo?

Sembrano risultati da obiettivi M42 riadattati più che da 'Serie D' Nikon, seppur utilizzati su corpi così vecchi.

EDIT
Le foto piacciono molto anche a me, la prima è davvero meravigliosa!!!

avatarjunior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 10:59

Ciao, mi piace molto la prima. Da utilizzatore di pellicola e digitale penso che lo stesso risultato si possa raggiungere però in post anche con qualsiasi altro corpo macchina sia dslr che mirrorless con i giusti preset. Non è una critica e ribadisco di essere io stesso fan e utilizzatore di vecchie dslr. Certamente guardando ai costi si ha il vantaggio di pagare niente un corpo macchina e una lente che sanno ancora dire la loro e che a me piacciono personalmente.

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2025 ore 11:17

Ciao Matteo, anch'io sto facendo qualcosa di simile a te, vecchia macchina CCD ed ottica vintage…

Però lavorare solo con i jpeg è limitante, nel senso che ti ritrovi facilmente a clippare le alte luci o le ombre

Preferisco quindi usare il raw ed esportare il jpeg da Lightroom

Non so se i file della D80 lo consentono ma con i DNG ho integrato il profilo colore della macchina, quindi quelli non vado a toccarli, ma ho una dinamica maggiore

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 12:24

se, mi permettete...

Chi cerca il look vintage della pellicola e' bene che acceleri i tempi e scatti in pellicola.
Il costo e' un falso ostacolo. Sopratutto in BN.

Poi e' vero che cinque rullini di portra 120 costano oggi piu di cento euro... circa due euro a scatto.

Ma alla fine, hai uno scatto che e' eterno e tangibile..

Per la stampa, continuo a sentir dire che la digitalizzazione uccide la pellicola...

Secondo me non e' vero.. La digitalizzazione FATTA MALE uccide la pellicola.
Se viceversa la fai con cura, la pellicola ne esce valorizzata.

E, attenzione, non e' che servano chissaquali scanner o attrezzature...
La fola che serva uno scanner da decine di migliaia di euro deriva dal fatto che chi ha provato a digitalizzare non e' riuscito. Non si e' applicato abbastanza.

La digitalizzazione e' possibile anche con mezzi rudimentali, e con ottimi risultati. BASTA SAPERE COSA FARE.

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2025 ore 12:46

Abituato alla super nitidezza degli obbiettivi per Nikon Z su Z7II trovo che il sensore CCD da 10 Mpx con un cinquantino non particolarmente brillante riesca a dare un look nostalgico e non così contrastato. Appena ho qualche foto che mi soddisfa per davvero la posto. Sono ancora ai primissimi esperimenti. L'idea è di non postprodurre più di tanto le immagini.


La nitidezza ed il microcontrasto che ci sono si possono ridurre benissimo con un sw di uso comune, o creandosi da sè un profilo "pellicola" ed utilizzando quello quando viene la nostalgia.
Francamente avendo già una moderna ML + backup di altra marca (ed altro corredo) non mi porterei in casa un terzo corredo (anche minimal) ma piuttosto DxO film emulatore, col quale ti togli tutti gli sfizi dal collodio umido alla velvia.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 13:42

Più del sensore può l'obbiettivo, però ancora mi sfugge il senso dell'operazione.
Alla fine si avrà, ne più ne meno, uno scatto digitale; ma mettiamo il caso che per mettere in piedi tutto ciò servisse un discreto esborso pecuniario, il gioco varrebbe veramente la candela?Confuso

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 14:00

Non so, ho molti dubbi su quanto ho letto; fermo restando che ci si può divertire, giocando, a cercare di ricreare con il digitale qualcosa che, nei nostri ricordi e nel vissuto interiore, SEMBRI AI NOSTRI OCCHI fatto con pellicola, la mia esperienza è diversa: ho scattato per 2/3 anni con una medioformato Mamiya ( la Mamiya7, 6x7 ad obbiettivi intercambiabili). Fotografavo con diapositive sia Kodak ( per toni più caldi) che Velvia e Provia (queste ultime per toni più freddi), poi ne facevo io stesso la scansione con scanner piano (Sal dice che basta uno scanner qualunque, io utilizzavo l'allora top di gamma della Epson), ottenendo un file TIFF da processare con Photoshop. Insomma, nessuno sapeva riconoscere la differenza tra uno scatto nato digitale con la mia D800 e quello nato in diapositiva con la Mamiya, quando fatto bene. Almeno nel colore che era quello che facevo io. Nel B/N ricavavo solo spesso una esaltazione della grana. A volte nemmeno io mi ricordavo più con cosa avevo fotografato. E anche qui su Juza c'è qualche "errore" di attribuzione ( a volte confesso di averci giocato io, imbrogliando un po') del quale ovviamente nessuno "esperto" si è accorto. Penso che un "sapore" analogico sia più che altro legato al tipo di soggetto, alla luce (come nelle foto postate) e probabilmente anche ad una certa abilità nel trattare la foto in postproduzione, oltre al fatto che un determinato scatto somigli a qualcosa, qualche atmosfera che CI RICORDA foto del nostro passato ( la psiche fa strani scherzi).
Io credo che se in digitale non si punta alla esasperazione della nitidezza, del microcontrasto, ci sia spazio per volare con la fantasia. Che non è detto sia sempre una fantasia o una sensazione condivisa, ma potrebbe essere solo una costruzione personale intorno alla realtà, legata a tante cose: esperienze passate, ricordi, nostalgie.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 14:06

si. vale la candela.

perche' una cosa e' visitare una tomba con una statua in bronzo o in pietra e lasciare un fiore, un'altra e' visitare virtualmente la stessa tomba ricostruita in AI.

La pellicola,oltre al contenuto, offre anche qualcosa di tangibile e duraturo.

Io ho libri interi zeppi di diapositive velvia e pellicole. Mai state montate e proiettate. Stanno li nella pergamina. Ogni tanto le osservo con un apposito visore, e le ho gia' digitalizzate almeno una decina di volte.

I primi tentativi erano grossolani. Sensori da 3 mpx, software rudimentali. Oggi supersensori, luci a led, software permettono di avere un output migliore dell'originale.

in sostanza.. uno scatto del 2000 fatto con una 3 mpx resta quello che e'... lo stesso scatto fatto in diapostiva con hasselblad o rollei (le due che usavo al tempo) se digitalizzato, oggi supera la pellicola.

Per riassumere, la foto di servizio si fa in digitale... ma il ritratto da tramandare, la foto VERA si fa in pellicola grande formato.. con tutti i crismi e la si consegna al futuro ben imballata nella pergamina.
il costo di realizzazione e' marginalebrispetto al risultato.

non so se vi e' chiara la reale differenza.

ma se volete un esempio reale. fate un giro qui..
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=5058610
pensate ai vostri file dove saranno tra 120 anni?

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 14:43

La digitalizzazione e' possibile anche con mezzi rudimentali, e con ottimi risultati. BASTA SAPERE COSA FARE.


@Salt la riproduzione non è creativa, puoi anche sapere cosa fare, ma se poi non hai i mezzi devi stare in quello che sono le possibilità tecniche di quello che usi come attrezzatura ed ovviamente entro i suoi limiti.
il "BASTA SAPERE COSA FARE" è come l'uva che è acerba...

Se non ne sei convinto parla con qualche scanerista di fotolito che ce ne sono ancora e senti cosa ti dicono sia per scansioni da dia che da opaco, se poi la scansione è diretta da negativo allora è peggio.
Se quando si doveva fare una scansione in fotolito da un negativo si faceva una stampa 40x60 e si scanerizzava la versione stampata un motivo c'era.

Alla fine tutto dipende da cosa hai come limite di qualità finale.

PS: in tutto questo resta esclusa l'AI che per questo non serve a nulla se si vuole la riproduzione della grana fotografica come risultato materico e non digitale.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 14:43

Insomma, nessuno sapeva riconoscere la differenza tra uno scatto nato digitale con la mia D800 e quello nato in diapositiva con la Mamiya, quando fatto bene.

Claudio non mi trovo, se alla fine le differenze non sono percettibili tanto vale scattare direttamente in digitale, evitando di perdere tempo con la scansione.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 14:46

Sì, certo, Salt il piacere dell'archivio in pellicola resta sempre. Anche io ho bellissimi raccoglitori, divisi per argomenti ed anni, con i fogli forati in pergamino con negativi B/N, negativi colore, diapositive ( anche io ho sia 35 mm che dia 6x7 cm mai proiettate) conservati in armadi su scaffali e scaffali. E il giorno che non ci sarò più al 99% saranno gettati nella spazzatura, come io ho fatto (confesso Sorry) con le scatole di negativi di mio padre, certo non così ben conservati, nè così ben catalogati catalogati e rilegati come quelli miei. Ma succede, purtroppo è così. L'unica cosa che mi è rimasta dall'epoca della pellicola è che TUTTE le mie foto le stampo, le stampo rigorosamente da me, le conservo in album per argomento, per tema su fogli neri in modo che la foto risalti (ne ho una ventina ognuno da 120 facciate), stampate con inchiostri a pigmenti ( quindi sopravviveranno a me). E conservo catalogati, in raccoglitori ad anelli con fogli in plastica con taschine da 10x15 cm ( per metterci in ognuno fronte/retro 8 stampe 10x15) con i provini di quello che stampo, con dietro la foto le annotazione dei passaggi fatti in post per la stampa, il tipo di carta etc. La stampa, la dimensione artigianale della foto fatta in proprio, che per me è fondamentale, è quello che mi resta dall'epoca analogica. Un tempo stampavo il bianconero e il colore solo in Cibachrome, purtroppo, perchè la stampa colore da negativo era complessa e dai risultati poco controllabili. Da circa 15 anni realizzo il mio sogno di stampare il colore facilmente.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 14:49

@Stefano Pelloni; infatti, dopo circa tre anni ho venduto la mia Mamiya 7 con obbiettivi (che ha quasi quotazioni da Leica MrGreen) proprio per questo motivo; se non c'era tutta 'sta differenza tra una stampa proveniente da scansione di dia 6X7 e una stampa direttamente da digitale, se eventuali differenze venivano quasi solo dal trattamento in post, che senso aveva scattare con pellicola?
Confesso, è stata l'unica macchina fotografica che ho venduto; in genere io non vendo, ma con la Mamiya ho comprato il 16-35 e il 70-200 Nikon e un obbiettivo per la Olympus

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 15:40

Mah .. per anni ho fatto fotolibro di precisione.
Mi ero anche costruito macchine apposta.

Voglio dire. Se parti da una pellicola fatta bene, la scansione della pellicola non e' diversa dalla scansione di una stampa. La pellicola però e' più precisa.

I fotolitisti parlano per esperienza. Ma la loro esperienza risale a sensori di quindici anni fa.

La pellicola resta la stessa . Il file acquisito OGGI e' molto migliorato

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 15:43

se eventuali differenze venivano quasi solo dal trattamento in post, che senso aveva scattare con pellicola?

E' proprio quello che mi chiedevo io, senza voler togliere nulla alla pellicola e a chi la usa, sia chiaro.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 15:58

in sostanza.. uno scatto del 2000 fatto con una 3 mpx resta quello che e'... lo stesso scatto fatto in diapostiva con hasselblad o rollei (le due che usavo al tempo) se digitalizzato, oggi supera la pellicola.
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Scusa Salt, qui non riesco a seguirti Confuso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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