| inviato il 27 Novembre 2024 ore 6:56
Leggo fin troppo , effettivamente non capisco |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 7:24
l'immagine di Salt é un esempio perfetto di cio che penso, che l'AI sia una opportunità piu per il fotoamatore che per il professionista, il proff potrebbe farla benissimo con una modella, io invece rischierei il divorzio ma vele per moltissimi altri esempi, come la fotografia di insetti in ambiente naturale, chi mai puo permettersi di andare in amazzonia e passarci un mese, oppure ambientazioni dark o surreali che costerebbero tempo e soldi, che sono alla portata solo di fotografi professionisti, adesso ci passi qualche ora al pc e hai risolto |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 7:38
Il problema di questo autore secondo me é che i progetti singoli funzionano o almeno quello sulla plastica e quello sull'ai nel complesso mi piacciono e sono fatti bene, quello sul robot della porta accanto mi convince meno. Ma messi tutti vicini in pratica l'autore ha adattato la stessa idea realizzativa a più concetti risultando a mio parere ripetitivo, alcune foto sembrano quasi interscambiabili tra progetti |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 8:56
ringrazio per la segnalazione di Niko Photographisme, trovo interessante l' idea di partenza ed il suo sviluppo. in questi video, presi da qui, è possibile vedere la realizzazione e la post-produzione: Step 4: photo shootings. Step 6: post-production. Trovo che ci sia molta ripetizione nel suo progetto "Assisted By AI", mi piacerebbe vederne un maggior sviluppo integrando anche scene con presenza maschile, anziani, bambini (la famiglia con il figlio unico che gioca con l' amichetto robot) oppure animali da compagnia. Comunque ritengo che abbia fatto lavoro convincente, forse andrebbero migliorate alcune ambientazioni, troppo spesso compare il solito pavimento a nido d' ape marrone o lo stesso divano ma con personaggi diversi, piccoli dettagli che rendono il risultato meno specialistico e abbassano l' interesse per il progetto, almeno per quanto mi riguarda. Altro aspetto che mi ha fatto storcere il naso è la scelta scenografica delle parti robotiche, quei fili di grossa sezione con currogati plastici e connettori che penzolano dagli arti o si intravvedono da addomi scoperti (per non parlare della palla trasparente riempita di fili elettrici) fanno venire in mente Metropolis di Fritz Lang (film che adoro), probabilmente è una scelta voluta e forse per rendere il lavoro non collocabile ad un futuro ipotetico ma ad un presente possibile con quel tocco ironico dichiarato..... mir-s3-cdn-cf.behance.net/project_modules/max_1200/6cf159174607647.64a mir-s3-cdn-cf.behance.net/project_modules/max_1200/36c0b5209143353.66f e mi chiedo se sviluppando il progetto in bianco e nero questo aspetto tecnico si sarebbe notato di meno. questa comunque la foto che mi è piaciuta di più e che ben rappresenta la umanizzazione robotica: mir-s3-cdn-cf.behance.net/project_modules/max_1200/b38f1b202029879.667 |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 9:01
Io li trovo un po' freddi. Ambientazioni costruite come scene teatrali. Pulite e semplici con pochi oggetti, utili a collocare spazio e tempo. Figure che si specchiano in un alter ego meccanico, che quasi sempre predomina e sovrasta la persona. Fa uso di una comunicazione molto diretta, semplice ed elementare. Efficace ma, trovo, un po' povera. Manca forse un po' di forza? |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 9:21
L'ambientazione asettica da un lato mi piace perchè ben si adatta all'idea robotica però effettivamente su un numero alto di foto fa perdere un po' di efficacia come dice Salt Prendo ad esempio il progetto di Larry Sultan Pictures From Home che concettualmente non centra nulla, ma voglio solo fare l'esempio come stile e ambientazione. Anche qui c'è un ambiente famigliare e immagini spesso in posa, ma hanno un ritmo e un evolversi ben più efficace, ecco forse manca quello un'ambientazione che sia più di vita reale come se fosse davvero una vita |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 9:36
 Mi ha richiamato un po' l'ultimo film di Demi Moore The Substance |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 9:47
Matteo grazie di esistere non ho altro da aggiungere... ah, e con mostratemi le vostre opere, non intendevo in maniera maliziosa le vostre, ma anche, in maniera non maliziosa, ed al tempo stesso quali sono le opere che voi troviate straordinarie E che ad oggi non hanno dal vostro punto di vista la visibilità che meritano. aspetto.. |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 9:48
The Substance lo guarderò, quella sopra è la foto che mi ha colpito di più... “ manca quello un'ambientazione che sia più di vita reale come se fosse davvero una vita „ appropriato l' esempio di Larry Sultan, ma qui forse siamo più vicini ad una staged photography creata in post-produzione, per certi versi trovo similitudini con Julie Blackmon come progettazione, pur con tematiche ed intenti diversi... |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 12:20
Lou.camera: ho fatto richiesta di seguirti su Instagram. |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 13:03
Matteo, ma al di là delle inquadrature, delle scelte estetiche, delle citazioni...ti è piaciuto the Substance? :) |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 14:58
ti dirò che ne ho visto solo trailer e alcune scene, devo ancora guardarlo tutto, ma l'immagine mi ha richiamato subito la storia |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 15:59
A me quell'immagine ricorda un film horror X visto poco tempo fa...non ricordo il titolo ma di base alla protagonista del film usciva dal corpo un gemello parassita che alla fine si sviluppava e..... non vi spoilero niente...ma non ricordo il titolo Lui vi piace? Lo conoscete? www.jasonkummerfeldt.com/portfolio |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 16:12
Sono foto che non vanno oltre l'istantanea-ricordo. Niente di che. Abbastanza trascurabile, a giudicare dal portfolio. |
| inviato il 27 Novembre 2024 ore 16:34
Vedi...a me invece piacciono molto e penso che qualche stampa me la regalerò |
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