| inviato il 25 Novembre 2024 ore 10:45
Il problema è che questa, come altre domande, non andrebbero poste in termini logici. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 11:07
Felix, non ci si capisce... per forza, ti ho fatto una domanda di una semplicità estrema e tu non rispondi. E non pongo la domanda in nessun modo particolare, ho solo chiesto "Cosa pensi di chi non ha la fede?". A voler rispondere sinceramente bastano meno di venti parole, immagino. Poi invece si sa che le code di paglia prendono fuoco facilmente. |
user257478 | inviato il 25 Novembre 2024 ore 13:31
Felix lancia il sasso e poi nasconde la mano |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 14:15
“ Felix lancia il sasso e poi nasconde la mano „ I credenti da secoli sono restii a parlare diffusamente dei miscredenti spiegando sinceramente cosa pensino di costoro e quali sentimenti suscitino in loro. Li hanno sempre perseguitati ma sempre senza dare troppe spiegazioni al pubblico |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 14:38
Tento ( con timore e tremore ) di dire ciò che penso. La mia esperienza di fede è piena di inciampi e incoerenze, ma tenta di essere fede/fiducia nel Dio che si è rivelato ( anche ) attraverso la rivelazione scritta nei testi biblici; per poi accettare una definizione abbastanza centrata: " La Fede è l'atto con il quale l'uomo si abbandona a Dio liberamente e totalmente ". Ne consegue che chi tenta seriamente il percorso non facile e spesso oscuro della Fede, non può ( per coerenza e rispetto) pesare, valutare, giudicare un altro uomo che non vive, di fatto, la Fede. Alla domanda rimasta in sospeso, mi viene da rispondere così: non si tratta di essere ( o sentirsi) migliori o peggiori ( atteggiamento violento e supponente, da evitare a tutti i costi). Forse, chi non si apre alla Fede non vive una relazione con l' Altro, cioè una sorta di...partnership, che non è semplice illusione o consolazione. La Fede vera è molto concreta e assai poco sentimentale. Chi non vive la fede è carente di qualcosa? Non lo so: forse riesce ugualmente a organizzare la propria esistenza in modo degno e pienamente umano. Gli esempi sono tanti e belli. So per certo che giudicare chi non vive la Fede è quanto di più lontano dal Dio in cui credo. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 14:40
Insomma, Paolo, sei un fan di Kierkegaard |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 14:45
Bah...a settantasei anni ( Abramo è stato chiamato a settantacique ...) devo affrettarmi a vivere certe cose, piuttosto che a pensarle soltanto. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 14:49
Che poi, come saprai, in filosofia l'Altro è già fra noi (ed in noi), ancora prima dell'Altro(ve) spirituale |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 14:59
A poco a poco diffido dell'approccio filosofico a temi come quello della Fede. La considero sempre più come un cammino quotidiano a passo umano e lento verso ciò che mi propone la Speranza, cioè un Bene certo, ma che ancora non possiedo... |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 15:12
nell'esempio che hai fatto, cosa succede se poi comunque anche il collega non può far nulla, se il farmaco non funziona e se tutte le opzioni concretamente attuabili risultano inefficaci? prima o poi, ci arrivi a dover contare solo sulla "speranza" che degli eventi di cui non hai più ormai alcun controllo si svolgano in un certo modo. il problema non è la "speranza" in sè, ma è quando ti ci affidi. Nelle due religioni monoteiste, questo accade molto presto perchè una forte speranza blocca e immobilizza qualsiasi azione, qualsiasi iniziativa per modificare uno stato di sottomissione che fa comodo mantenere. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 15:15
No ma infatti non parlavo della fede, anche se tu il rapporto con l'Altro lo intendi in quel senso. C'è pero un'impalpabilità che è interconnessa con la realtà "così com'è" e ne trascende il materialismo...rimescola le carte di continuo. Il pensiero filosofico cerca di captarne le tracce, i collegamenti, le variabili...ma la cosa bella è che, per sua stessa "natura", non si arriva a nulla di definitivo. La fede probabilmente è più attinente ad una forma di ricerca e di cammino che anela alla "compiutezza". In questo senso trovo emblematico quando dici "devo affrettarmi a vivere certe cose" :) |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:00
Scusate l'attesa: avevo staccato per riposare un po'... ----------------------------------------------------------------- @Angor: per me, come per tutti, la speranza o le speranze, che un problema, una sofferenza, un'incertezza, riescano a trovare un esito 'positivo' esiste ( e spesso diventa aspettativa ansiosa, perché la sofferenza fa paura a tutti...) ma la Speranza, intesa come Virtù ( cioè come energia che mi spinge ad attendere un...oltrevita di pace, compimento, bene totale) è connessa alla Fede. Fede in chi o in che cosa? Che alla fine di tutto ci sia davvero una 'Terra promessa' o, più sinteticamente, una Promessa che si compie. La Speranza, insomma, è adesso, nel mezzo della tempesta, e mi fa guardare a dopo, a dopo che tutte le speranze parziali o intermedie, saranno magari deluse. Per questo, nella tradizione giudaico-cristiana, essa è rappresentata come un'ancora piantata nell' Amore che Dio ha per me. Per questo Péguy, ne 'Il Mistero del Portico della seconda Virtù' la rappresenta come una bambina che sta tra due donne grandi e forti ( Fede e Amore ) che, a ben vedere, è proprio lei a trascinare avanti, tenendole per mano... |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:09
@Paolo, in effetti il mio post era rivolto all'autore del topic, o almeno in quello che trasmette quel suo articolo. io sono essenzialmente agnostico, ciononostante riconosco che in molti casi la speranza è l'unica cosa a cui un uomo può ricorrere quando gli eventi non possono essere controllati...e le do' un significato molto letterale. EDIT: in alcuni momenti, maledico il momento in cui ho "perso la fede", perchè tutto quello che prima era ben chiaro, definito e consolante, improvvisamente è diventato un mare nero, a volte pauroso. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:11
Paolo, ma secondo te, se non sapessimo che la vita terrena ha una fine, ci sarebbe il bisogno di una "compiutezza"? |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:12
@ Rombro: la Fede è un rischio! Altro che rassicurante, come molti pensano! Se non mi gioco e non mi coinvolgo senza 'paracadute', non ne farò mai esperienza. Lasciare un poco certo, per un molto ma incerto. Come faccio a vivere l'amore con qualcuno, se non taglio con il resto? Il problema della filosofia, secondo me, è che essa ti porta ad analizzare e soppesare a priori, con comprensibile prudenza. Insomma: prima comprendi e poi aderisci. La natura della Fede è: prima aderisci, fai, ti comprometti; e dopo, comprenderai... |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 256000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |