| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 19:34
“ Quindi se non vuoi curare la pp e pretendi comunque “un'immagine ben contrastata” puoi solo fare molta attenzione alla luce quando scatti „ Giusto Biga... tipo una cosa così...
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| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 19:58
Comprati una Leica Monocrome o una Pentax Monocrome e poi facci sapere. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 20:27
“ Come e' vero che tutti i paesaggisti, senza fare altro, oltte che a cercare una giornata con solo le nuvole a pecorelle, usano il polarizzatore (usavano), per poi stampare senza alterare ulteriormente la foto. „ Decisamente non solo non hai mai stampato in camera oscura ma non hai neanche idea di cosa sia e il problema è che non sai neanche cosa sia la fotografia analogica. La scelta della pellicola, non solo in termini di sensibilità ma anche proprio la tal pellicola verso l'altra pellicola, influenza pesantemente il risultato, poi c'è la fase dello sviluppo, fissaggio e lavaggio (perché anche il lavaggio influenza il risultato finale) che ti consente di scegliere come verrà il negativo, fattori come la scelta dello sviluppo, il tempo, la temperatura e l'agitazione vanno a modificare il risultato e conoscerli è fondamentali; quindi c'è la stampa la scelta della carta porta a risultati diversi a seconda della gradazione e della superficie oltre che della tipologia, tempo e diaframma influenzano l'esposizione ma anche la schermatura e la bruciatura influenzano il risultato anche pesantemente cambiando la realtà; dopo lo sviluppo della carta e anche lì valgono le considerazioni dello sviluppo della pellicola e infine l'asciugatura che potrebbe variare il risultato. Questo è un sunto molto molto semplificato ho saltato tutte le tecniche di manipolazione dell'immagina in CO e/o creative. Il mio consiglio, se vuoi delle belle fotografie, è di studiare molto la fotografia e le sue tecniche. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 20:29
Lorenzo... Se vedi il mio profilo, ho messo qualche foto in bianco e nero... Con la LEICA R9... Lo so come si fanno... Non ho bisogno che mi faccia esempi, grazie.Tecnicamente, intendo come la foto che tu hai messo. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 20:55
Da una scannerizzazione e difficile capire...ma se quelle foto escono cosi dallo scanner e non hai fatto PP digitale , la vedo dura che quel negativo sia stampabile in CO.... vorrei vederlo Quello di Lorenzo e ben altra cosa ..... ( e l'evidenza non prendo le parti di nessuno) |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 21:15
74renzo, penso anche io che tu abbia le idee un po' disordinate, però forse posso darti uno spunto di approfondimento. “ Come l'impostazione di una leica che fa solo in bianco e nero. Non ho chiesto altro. Solo questo e con umilta'! „ Non è una questione di impostazione, è proprio il sensore in sè ad essere RGB (a colori... non cito le altre sigle varianti) o monocromatico. Tutti i classici sensori di immagine a colori (escludiamo i foveon) hanno delle matrici di filtri davanti ai fotositi del sensore (volgarmente i pixel), di cui la dominante è la matrice Bayer (RGBG); questi filtri (sono rivestimenti depositati sopra le microlenti di ogni fotosito) filtrano appunto la luce incidente, lasciando passare una determinata banda di lunghezze d'onda e riflettendo le altre. Quindi il filtro R farà campionare dal fotosito solo la luce nell'intorno del rosso, il filtro G solo la verde e il B solo quella nell'intorno del blu. Questa è la fotografia digitale a colori, è intrinsecamente a colori perchè il campionamento della luce è selettivo nei confronti delle lunghezze d'onda dei 3 colori primari additivi. Quindi il file RAW ottenuto in fase di scatto porta delle informazioni di luminanza DI COLORI (passatemela, è per farmi capire), ogni "pixel" del file RAW porta solo l'informazione di uno dei 3 colori primari su di esso (quello del suo filtro); a quel punto per ogni pixel tramite algoritmi di demosaicizzazione il software calcola una stima di quali valori di luminanza dovrebbero avere gli altri due colori primari su tale pixel (tramite i valori dei pixel limitrofi di colore diverso). E così si ottiene un valore RGB per ogni pixel, e la foto si mostra a colori. Se si vuole portare tale foto in bianco e nero, semplicemente si "media" il valore dei 3 canali RGB di ogni pixel, quindi si prende il loro valor medio e lo si impone come valore per tutti e tre i canali (ottenendo così un determinato valore di grigio). Ora, può essere che impostando la fotocamera per scattare direttamente in bianco e nero l'algoritmo di demosaicizzazione sia ottimizzato per raggiungere direttamente questo risultato, ma non cambia la natura del campionamento che QUEL sensore RGB ha ottenuto: si parte comunque da un file RAW RGB, NON monocromatico. E qui arriviamo alla parte che ti è di maggior interesse se sei alla ricerca della fotografia digitale in bianco e nero, i sensori intrinsecamente monocromatici. Essi semplicemente sono privi della matrice di filtri RGB, quindi ogni fotosito raccoglie e campiona TUTTO lo spettro della luce visibile, il loro file RAW contiene valori di luminanza di tutta la luce non isolati per colore, di conseguenza quel file rappresenta intrinsecamente uno scatto in bianco e nero a tutti gli effetti. Vi sono due principali ed evidenti vantaggi nell'ottenere uno scatto in bianco e nero in questo modo rispetto al convertire lo scatto catturato da un sensore a colori: - primo, in assenza di filtri colore sul sensore la quantità di luce campionata è circa il triplo rispetto ad un sensore a colori, quindi a pari tempo e diaframma si guadagna oltre uno stop e mezzo di luce, ovvero a pari esposizione finale lo scatto monocromatico ad ISO 1000 (esempio) presenterà analoghi valori di SNR e gamma dinamica di uno scatto effettuato dallo stesso sensore ma con filtri colore ad ISO 330 (la pulizia di un file a colori che ha valore ISO pari ad un terzo) - secondo, si evitano tutti gli effetti negativi del processo di demosaicizzazione, i valori di luminanza di grigio di un sensore monocromatico sono valori ottenuti direttamente dal campionamento della luce pixel per pixel, non sono stimati da un algoritmo! Ne giova il contrasto, la definizione, si riduce l'effetto moirè, eccetera. Per cui, al netto di qualche confusione che mi pare di percepire nei tuoi commenti, credo che il sensore monocromatico sia ciò che meglio può soddisfare alcune esigenze che hai espresso. Consapevoli che ogni fotografia sia UNA "visione" della realtà, un sensore monocromatico ti porta una visione digitale che è intrinsecamente in bianco e nero (lo è di natura), un sensore a colori può fornirti solo la trasformazione in bianco e nero (sotto il difetto dell'elaborazione di stime) di una visione a colori. Sono due risultati molto diversi, per come fisicamente viene trattato ed elaborato il segnale luminoso che raggiunge il sensore. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 21:29
Speed Dunque... Le foto che hai visto non le ho toccate. In pratica il laboratorio me le ha sviluppate (ho i negativi), poi scannerizzate in qualche modo. Ho il cd. Io poi ho fatto delle stampe digitali che non rendono la foto. Comunque ho preso il file digitale e ho messo quello. Non rende troppo bene nello schermo. Questo e' ovvio. Una atampa in bianco e nero a me piace molto in vwrsione opaca ma da stampa chimica piu' che digitale. Tranquillo, stiamo solo parlando di fotografia. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 21:33
Leonardo Spiegazione perfetta! Grazie! |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 21:34
Si lo so che stiamo parlando di fotografia ci mancherebe ,per me e solo un passatempo,per quello voglio dirti quello che penso ... magari ti aiuta . Quei negativi molto probabilmente sono sottoesposti ... spero di sbagliare . Come dicevo con lo scanner combini tutto ....se li devi stampare in CO meno. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 21:40
“ Se vedi il mio profilo, ho messo qualche foto in bianco e nero... Con la LEICA R9... „ Li ho visti i tuoi Bianco-e-Nero (di grigio ce n'è poco)... però... attacchi l'utilizzo di una post-produzione a tuo dire esegerata (o spinta) e poi tratti così una pellicola? (Perchè quel risultato non è dovuto alla pellicola, ma alla fase di scansione e conseguente post-produzione) Anche la mia è una scansione... di una Agfa APX-100 usata su una Pentax SFX + zoom Pentax FA 28-80 3.5-4.5 (penso di aver speso per macchina-obiettivo e rullino, qualcosa come 80 euro... grosso modo un decimo del costo della tua R9 + obiettivo)... ma la post-produzione è minima... e direi che si vede. Comunque non ho ancora capito esattamente cosa cerchi... una macchina digitale che senza post-produzione ti renda delle foto simili alle tue? |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 21:44
Il problema del BN analogico è che scelta della pellicola, sviluppo e stampa sono strettamente correlati, scattare e far sviluppare al laboratorio senza dare indicazioni precise è affidare le nostre foto a persone che non conoscono le nostre scelte e la nostra idea di fotografia quindi nella migliore delle ipotesi ci troveremo un negativo sviluppato in maniera standard e affidato alla "freschezza" dei liquidi di sviluppo, anche per la scannerizzazione fatta dal laboratorio alla fine la qualità ottenuta, se non ci si rivolge a laboratori di alto livello e a cui abbiamo dato precise indicazioni, è molto bassa. Credo che in queste condizioni sia preferibile scattare direttamente in digitale che non sempre è grafica |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 21:52
Si ma se sottoesponi il negativo non ti salva neanche mago Merlino , ombre nere come il catrame, non c'e modo di estrarre dettagli dove non e' arrivata luce Se poi anche lo sviluppano un po' di piu ti ritrovi la maglia della Juve Al contrario se hai un negativo equilibrato ,volendo, tiri fuori la maglia.... |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 22:31
“ Non e' fotografia quella... Secondo me e' GRAFICA! „ Poi per te è grafica, per me è una foto e conta quello che ne esce, non come è stata creata.
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| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 22:33
bella, ma c'è un filino di troppo di microcontrasto (per me) e si vede il bianco a fianco al nero anche dove non si dovrebbe vedere. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 22:34
comunque tutto è manipolazione, pellicola, digitale, dig-mono, camera oscura camera chiara, stampa ecc ecc. In tutto c'è l'intervento umano, in tutti i processi ci sono le variabili, il "vero" non esiste. Qualcuno può amare un processo altri scelgono altre strade, poi fatte le disquisizioni sulle scelte del processo scelto per dire qualcosa.... dobbiamo dire qualche cosa, poi i gatti di casa possono venirci incontro. |
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