| inviato il 18 Settembre 2024 ore 20:58
Quello sui colori mi sembra lo stesso scambio di idee avvenuto di recente in una discussione a proposito di Hasselblad. Anche lì c'era chi diceva di trovarsi contento e comodo con le Hasselblad del sistema X (mirrorless con sensore 44*33) e di preferirle alle Fuji del sistema GFX (44*33) perché con Hasselblad si ritrovava il file con i colori come a lui piacevano. Anche in quella occasione osservai che a me sembrava che oggi fosse possibile ottenere i colori come li si preferiva con entrambe, tanto più che usano lo stesso sensore. Anche lì la risposta fu che a loro non garbava perdere tempo in postproduzione, che loro preferivano vedere i colori giusti già a schermo (mentre qui sembra preferibile nemmeno vederli a schermo anzi nemmeno averlo lo schermo) ecc. ecc. (non ricordo onestamente se fosse emerso anche l'argomento degli obiettivi Hasselblad migliori di quelli Fuji, fino a qualche lustro fa però era la stessa Fuji a produrli per Hasselblad). |
| inviato il 18 Settembre 2024 ore 23:06
Oggi, in digitale, riuscire a riconoscere con quale attrezzatura è stata fatta una foto, io dico sempre che è come vedere un buco nel muro e riuscire a riconoscere con quale trapano e con quale punta è stato fatto. Un tempo, decenni, tanti, fa, Leica si riconosceva nelle diapositive perché era quella coi colori più naturali, ombre aperte, nitidezza elevata, sfocato morbido e passaggi tonali delicati resi con molta naturalezza, la foto era viva e brillante, particolarmente se in bassa luce, ed erano le ottiche Leitz che rendevano così bene, mentre le giapponesi, tutte, avevano colori di merda, contrasto elevato, ombre tendenti al chiuso, meno nitidezza e passaggi tonali delicati resi in modo rozzo, tagliati, le foto erano "piatte" e tendenzialmente smorte.. Oggi sono tutte uguali, buone uguali, con i giapponesi che con le ultime ottiche e le ultime fotocamere hanno fatto le scarpe a Leica, obiettivi tipo i Plena di Nikon, che, seppur plasticosi, otticamente la Leitz se li sogna. |
| inviato il 18 Settembre 2024 ore 23:30
Rimanendo sul concreto, non obietto che sia possibile ottenere gli stessi risultati anche perché è da una vita che ci sono professionisti che lavorano sulle immagini per ottenere gli effetti desiderati. Ancora oggi, il workflow normale è partire da uno scatto elaborato dal fotografo che passa da una agenzia o studio grafico che lo rielabora per uniformarlo al resto del lavoro, per poi finire in prestampa allineati alle caratteristiche litografiche ed essere validati dal direttore artistico. Il discorso è diverso, le lenti hanno un loro carattere cromatico e caratteristiche tecniche che lo rendono più o meno buono e più o meno adeguato a determinati scatti. Un fotografo li sceglie per questo, al di là di quello che farà dello scatto. Possiamo accettare questo oppure attendere che una Ai ci presenti le 4 alternative e che attenda la richiesta testuale in cui indichiamo la tal pellicola o marca e tipologia di obiettivo. Ovviamente livellando tutto a schemi predefiniti sulla base del campione di immagini su cui è stata istruita. Scegliere sulla base di una esperienza produttiva o applicare un profilo sviluppato dalla sensibilità di una persona capace che ha ricavato risultati ancora migliori dei tecnici Fuji o Hasselblad non cambia il fatto che, quella lente o quella fotocamera, hanno determinate caratteristiche e conseguenti risultati. Proprio per questo, posso scegliere di avere due o tre 50 mm ed utilizzarli per ottenere determinati scatti, e per questo riconoscerli. Diverso è riconoscere quello che fa un altro fotografo con gli stessi obiettivi e un diverso approccio al risultato finale. Quello che discuto è la discriminazione sulle scelte, più o meno giuste verso certe attrezzature. La M 11 D è sicuramente una forzatura, l'assenza dello schermo ci porta a ragionare maggiormente lo scatto… ovviamente si. Da ragazzo avevo una Yashica in cui la lancetta dell'esposimetro spesso si bloccava, se avessi chiesto a mio padre di farla riparare, mi avrebbe mandato a quel paese e i soldi me li tenevo per sviluppare i rullini. Mi ero abituato ad andare a “naso” con risultati altalenanti. Aveva senso… no Ci dobbiamo privare di tutta la tecnologia per riacquistare capacità… in alcuni casi non sarebbe male. La M 11D non la comprerei mai, una M 10R si, ma non per il bollino o per pavoneggiarmi, di cosa poi… non è un lusso così noto. La comprerei per la qualità delle lenti, per l'esperienza d'uso, per il telemetro e la sua messa a fuoco manuale. Oggi mi accontento di una Q2 perché ho il tempo di fotografare solo in ferie o nelle trasferte di lavoro. Però quando guardo gli scatti vedo la differenza rispetto a quelli delle precedenti Fuji. Quando ho avuto occasione di usare delle M con ottica Leica e Voigtlander, ho visto la differenza… non mi interessa provare ad ottenere un risultato analogo in PP perché appena mi metto davanti allo schermo dopo un attimo la mia mente mi porta a lavorare l'immagine per come la voglio io. Non riesco a lottare con me stesso per ricostruire gli sfocati della tal lente o cercare il profilo Velvia… voglio il mio scatto! Con la mia lente e la mia fotocamera. Quando cambio gli sci, ne provo 5/6 e scelgo quello che mi da il feeling migliore. Per le matite lo stesso, etc. Scio meglio? Disegno meglio? Tutto sommato si Sono gli sci migliori in assoluto? No Sono le matite migliori? No |
| inviato il 18 Settembre 2024 ore 23:32
onestamente non conosco le ottiche Leitz, ho espresso il mio parere sulle ottiche che ho usato io, Canon, Mamiya, Pentax e Sigma su Canon 5DmkIV, pur essendoci differenze tra una e l'altra poste a confronto diretto sullo stesso soggetto io credo che non saprei riconoscere quale obiettivo ha fatto quale foto dal solo cromatismo se non ricordassi con quale avevo scattato. Saprei riconoscere Leitz? Non lo so. Una quindicina di anni fa se volevi fare lavori Repro di una certa qualità era consigliabile avere apparecchi costosissimi quali dorsi digitali PO o macchine Hasselblad. Oggi quelle apparecchiature Hassselblad non sono più in produzione e PhaseOne credo che se ancora campa sia grazie al software CaptureOne non certo grazie alle costosissime camere ed obiettivi Schneider. Significa che, anche negli impieghi dove è necessaria qualità assoluta ormai la qualità immagine del vero medio formato digitale, rispetto ai formati inferiori, non è più tale da fare la differenza o lo è sempre meno. Possibile che tale differenza di qualità immagine sia invece rimasta tra sistemi di uguale dimensione 24x36? |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 6:53
"..e la sua messa a fuoco manuale" Tutte le fotocamere permettono la MaF manuale, basta spegnere l'AF. Io la uso molto: oltre ad avere 3 Zeiss Milvus, completamente manuali, nei paesaggi non uso mai l'AF nemmeno con le ottiche AF, idem nella street, la uso pochissimo. Uno che vuole fare le cose per bene, per ottenere la migliore qualità d'immagine, a mio avviso personalissimo, deve entrare nell'ordine di idee di utilizzare al meglio quello che l'attrezzatura gli mette a disposizione. E gli automatismi, in certe condizioni, non permettono di utilizzare al meglio l'attrezzatura che si ha a disposizione, vanno dunque non spenti, perché una base di partenza misurata fa estremamente comodo, ma vanno poi bypassati, corretti, bisogna usare il cervello e la conoscenza dell'attrezzatura. Anche l'esposizione fa parte, una parte importantissima, di questo, l'esposimetro, interno, esterno che sia, fornisce solo una misura valida per una foto generica, Nikon poi ha i migliori esposimetri da sempre nelle sue fotocamere, ma non è affatto detto che quella misura, seppur precisa, sia la più appropriata per quello che voglio io , dunque io spesso lo correggo. Idem per il WB, le mie fotocamere non lo cannano praticamente mai, presentano il cromatismo come era allo scatto, ma è scelta del fotografo e non della fotocamera decidere l'intonazione cromatica della fotografia, dunque io cambio spesso anche quello. E non è affatto necessario usare trabiccoli da 9600 euro per usare il cervello, va bene tutto. |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 7:00
Seguo |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 7:21
Quante balle, se vi manca la pecunia e' inutile criticare. Leica M11D è la miglior digital camera sul mercato. |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 7:28
"Leica M11D è la miglior digital camera sul mercato." Certo, come no. E la Terra è piatta: facci foto sportiva o avifauna con dei 500 mm. Con le altre fotocamere ci fai tutto. E...se ti ci piove sopra? ti c'entra l'acqua dentro, il sistema M non è manco tropicalizzato, uno straccio di guarnizione sulle ottiche ce lo potevano mettere.. E se ti si strina l'unica SD e perdi tutte le foto? Mahhh....... |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 7:52
Al di là delle risposte piccate leggo imperfezioni nell'ultimo intervento di Alessandro: - dalla M240 in poi le M sono garantite contro polvere e schizzi d'acqua (ovvero come la massa delle macchine giapponesi dichiarate tropicanizzate) anche se non hanno una certificazione IP, per quanto riguarda le ottiche fatte di solo vetro e metallo, senza alcun componente elettronico come i moduli AF, hanno sicuramente meno problemi (al limite basta un giro di “pulizia” da un riparatore ogni tot tempo (qualche anno, il tempo medio che un fotoamatore si tiene un'ottica), in ogni caso le ultime ottiche della casa hanno delle guarnizioni di tenuta! - io facevo di tutto con la mia Nikon F90X quando nel 1996 la vendetti (insieme ad un rene) per comprare la mia prima Leica M6 ed un Summicron 35 mm e mi posi proprio questa domanda, ho fatto una cazzata pensai … nel giro di qualche settimana mi resi conto che la mia fotografia era decisamente migliorata e scattavo non a tutto, ma ciò che mi interessava e lo facevo meglio (esperienza personale) per un diverso approccio mentale ed è per questo che ottenni una collaborazione con la rivista “Bella Italia” che negli anni 90 era un riferimento di qualità, ma anche collaborazioni con il Comune dove risiedevo, feci tessere Telecom (chi si ricorda le tessere per telefonare?) in tiratura limitata da collezione, e tante altre soddisfazioni … questo per dire che non è detto che uno voglia sempre fare tutto, ma a volte fare solo quello che realmente interessa lo fa fare anche meglio Comunque inutile negarlo il mezzo (qualunque esso sia) influenza anche il tipo di fotografia che si fa e non lo dico io, lo dicono grandi professionisti come Berengo Gardin, Toni Thorimbert, lo diceva il buon Gastel e tanti altri … il problema secondo me non è se con quella macchina puoi fare avio fauna, ma la domanda corretta è mi interessa fare aviofauna? Se la risposta è sì allora dovrò trovare una macchina con AF molto veloce che può montare lunghi tele, ecc … ma se la risposta è no posso anche rivolgere la mia attenzione ad altro… io questa domanda me la posi negli anni 90 Detto questo la M11D non è la migliore digitale sul mercato in senso assoluto, ma lo sarà per qualcuno e sarà quanto di più inutile per altri … esattamente come una Canon EOS non è la miglior fotocamera per me, ma lo può essere per un appassionato di avio fauna … personalmente guardo con curiosità questa M11D e non la giudico, ma continuo a tenermi stretta la mia M10P che continuo a considerare la macchina perfetta per me! E sottolineo che lo è per me |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 7:53
“ Quante balle, se vi manca la pecunia e' inutile criticare. Leica M11D è la miglior digital camera sul mercato. „ sugo |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 7:57
sego |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 7:58
seguo |
user261888 | inviato il 19 Settembre 2024 ore 8:50
“ Peccato che la Retina IIIC (esistette anche la IIIc) nel 1938 non esistesse ancora, essendo stata prodotta ben oltre il dopoguerra... „ Certo hai ragione! Avevo scritto di slancio anche perché avevo neggli occhi la mia Retina IIIC: Chiedo scusa Comunque sia, l'essenziale è che nel 1936, nell'Oberland, e di fornte alla mostruosa Nordwand, ci fosse la Kodak Retina ( forse mod.II ) e non la Contax a telemetro che all'epoca veniva classificata come " poco affidabile"...e che l'inconveniente si era manifestato in continuazione, sino alle fotocamere russe ed Ukraìne che, però, potevano vantare le formidabili lenticchie russe che "permettavano" di ottenere splendide mediocri fotografie. Per smetterla con tale grottesca situazione, Oskar Barnack scappò da Zeiss per abbracciare la fantastica politica di Leitz...e tutti sanno cosa successe di meraviglioso. Io stesso, dopo accurata prova, avevo scartato la Contax che mi era stata offerta -l'otturatore si inceppava spesso e volentieri - per accasarmi con la mastodontica e meravigliosa Contarex Cyclope...l'unico sistema 35mm davvero sontuoso di Zeiss. Sintomatica poi, è la bassa quotazione di offerta dell'usato Contax ( non la vuole nessuno ) nei confronti della quotazione che può vantare l'usato della formidabile Leitz, sempre richiesta dai fotoamatori di livello professionale. Baci e abbracci. |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 8:51
"il mezzo (qualunque esso sia) influenza anche il tipo di fotografia" È così, con una macchina waist level tipo Rolleiflex, con una field camera, con un banco ottico con una slr fotografi in modi diversi, ma anche con la stessa macchina e la stessa focale ma obiettivi diversi fai foto diverse: con un 50mm decentrabile e basculante fai foto diverse da quelle ottenute con un 50mm AF |
| inviato il 19 Settembre 2024 ore 9:01
Esatto Andrea, è quello che penso anch'io … certo diciamo che serve una “maturità” fotografica che ci fa sapere bene cosa vogliamo fotografare e scegliere il mezzo migliore per farlo … la M in generale e la M11D in particolare non è per fare tutto, ma fanno molto bene alcune cose |
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