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In un'orchestra sinfonica ci sono quasi cento persone diverse che suonano insieme. Se in quel momento non avessero la stessa percezione del passare del tempo non potrebbero farlo. Quindi le cose non sono così semplici.
Noi possiamo valutare il tempo, e in questo siamo molto imprecisi: se chiedo a qualcuno di avvisarmi quando, secondo lui, saranno passati 5 minuti con ogni probabilità si sbaglierà almeno di un 10%. Ma noi possiamo anche percepire il tempo, sotto forma di ritmo, e qui una persona ben allenata a farlo avrà una precisione molto superiore, sbaglierà di pochi punti percentuali. In entrambi i casi il fattore emotivo interferisce. La cosa presenta vantaggi e svantaggi, che non sto ad approfondire: il tempo è la materia prima delle arti che richiedono una performance, e per ognuna di esse c'è gente che ci ha studiato su per una vita. Questo per quanto riguarda il lato pratico: il tempo per noi è come l'acqua per un pesce: ci stiamo dentro e se vogliamo fare risultati in quel che facciamo dobbiamo sempre, in qualche modo, cercare di non dico dominarlo ma almeno capirlo un po'. Quanto all'aspetto puramente teorico/speculativo/metafisico della faccenda, di appiccicare delle parole alla questione non me ne potrebbe fregare di meno.
“ Non percepiamo il mondo come è, lo percepiamo come è utile per noi percepirlo „
E' un'affermazione abbastanza fuorviante se non se ne dà una spiegazione: puo indurci a credere che il mondo sia "completamente" diverso, popolato da polpi volanti con tentacoli verdi al posto degli esseri umani e cose simili. Noi facciamo parte del mondo così come è, dunque anche il nostro sistema percettivo ne fa parte. Una funzione primaria del sistema percettivo è quella di avvisarci di un pericolo in modo da poterlo evitare; non ha importanza che quando accendo la lampada, sul comodino, la luce che irradia esista davvero o sia solo il modo in cui il mio cervello decodifica la radiazione elettromagnetica emessa e riflessa dagli oggetti che ingombrano la camera, è importante che, in base a quella decodifica, io riesca a non sbattere il piede contro la gamba del letto. Se poi cerco di muovermi senza accendere la lampada e prendo una sonora botta sull'alluce, sfido chiunque a fornirmi la prova che non ho percepito la gamba del letto per come è veramente Altra funzione primaria del sistema percettivo è la ricerca del cibo: se non siamo ancora morti di fame significa che, in fondo, il mondo non è poi così diverso da come lo percepiamo.
Sono curioso: non siamo ancora giunti ad una definizione unanime ed esaustiva di "cosa sia" la coscienza e già fioccano gli scritti su "come si forma"
Mi viene in mente la barzelletta di quello che sembrava intento ad acchiappare l'aria con le mani. Un amico gli chiede cosa stia facendo e lui risponde: "Acchiappo i Plufi!" Al ché l'amico gli chiede: "Ma cosa sono?" E lui: "Boh! Ne devo ancora prendere uno!?!"
Interessante il discorso dell'eternalismo, fa il paio con quella vecchia massima del cristianesimo secondo cui "non muove foglia che Dio non voglia"; ovvero: tutto è già stato preordinato e nessuno di noi può modificarlo. Ma in questo modo il "libero arbitrio" diventa (ed è una cosa che già sospetto da tempo) molto, moooolto simile, anzi identico, a quell' "Arbeit macht frei" che ancora campeggia sopra il cancello di Auschwitz-Birkenau: una presa per il c...!
La Provvidenza ha un suo piano che governa il mondo ma noi siamo dotati di libero arbitrio. Come si conciliano le due cose? Stanno evidentemente all'interno di un mistero, e la fede si basa proprio su contraddizioni razionalmente insolubili (=misteri), altrimenti che fede sarebbe? Se siete credenti aderite a questa mentalità, se non lo siete non fatelo, ma non si può pretendere di avere una fede garantita da prove, sarebbe una fede per gente senza palle, sarebbe come pretendere di poter comprare il biglietto vincente di una lotteria. Io comunque non gioco.
Ma il problema non è l'assenza di prove, è l'assurdità della contraddizione, per cui ti devi pentire di essere ciò che sei senza averlo scelto tu, e di fare ciò che è stato deciso da chi poi ti chiede di pentirtene. Si comportasse così un padre umano, qualunque giudice gli toglierebbero la potestà genitoriale, e la cosa che fa scappar da ridere è che nessun prete lancerebbe anatemi contro quel giudice, anzi...
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