| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 20:33
“ è piuttosto un certo modo, per così dire "impegnato", di fare fotografia a essere in via di estinzione „ +1 ma non solo: cinema in tv musica con cassa amplificata e mp3 fotografia con telefono ... La quantità ha sostituito la qualità. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 21:16
Perfettamente. La mia men che modesta impressione è che se da un lato la rivoluzione digitale ha effettivamente democratizzato la fotografia, dall'altro l'ha però impoverita di contenuti! |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 22:15
La fotografia è una tecnica, i contenuti dipendono dal fotografo. Nella fotografia il soggetto è dietro l'obiettivo, non davanti. Perchè una fotografia abbia contenuto, è il fotografo a dover avere contenuto. Siccome ad oggi la maggior parte delle persone ha perso gran parte della propria umantà e profondità, e questo include i fotografi, ecco che anche la maggior parte delle fotografie ha perso contenuto e significato. Ma questo riguarda la totalità delle attività e dei rapporti umani. Semplicemente siamo molto poco umani, siamo in gran parte snaturati, ossia privati della nostra natura. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 22:42
“ Nella fotografia il soggetto è dietro l'obiettivo, non davanti. „ Non sono d'accordo su questa frase detta cosi, concordo su altri aspetti del post, il soggetto è davanti all'obbiettivo, il fotografo, ovvero chi pensa e scatta, la foto è dietro quanto pensi ma, soprattutto, come pensi è importante, fanno eccezione i selfie ma questo è un aspetto tipico della nostra contemporaneità: "ciao come sto?" “ la maggior parte delle fotografie ha perso contenuto e significato „ Si ma perchè sono aumentate le fotografie: se quelle belle 30 anni fa erano 10 su 10000 oggi son 10 su un milione. (Ovviamente i numeri esposti sono esempi e non frutto di ricerche ISTAT...) |
| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 1:07
Mi spiace, resto dell'idea che il soggetto sta dietro l'obiettivo. Quello che sta davanti all'obbiettivo serve solo a raccontarlo. Quando guardi una foto della Tour Eiffel, non stai guardando la Tour Eiffel, stai guardando le scelte fatte da chi ha scattaro quella foto e che: - ha deciso di fotografare la Tour Eiffel (e non altro) - ha deciso di fotografarla da un certo punto di ripresa (e non da un altro) - ha deciso di fotografarla in un certo momento di luce (e non un altro) - ha deciso di fotografarla in una certa stagione (e non in un'altra,) - ha deciso di utilizzare una certa focale (e non un' altra) - ha deciso di scattare quella foto con una certa composizione (e non un'altra) - ha scelto un determinato tempo di scatto (e non un altro) - ha incluso certi elementi e ne ha lasciati fuori altri - ha deciso di scattare a colori o in bianco e nero e con un certo stile di toni e colori. La tour eiffel è sempre quella. Ogni foto della tour eiffel è diversa. Cosa rende quelle foto diverse tra loro? Chi le ha scattate. È quello il soggetto che le foto ti raccontano, la tour eiffel è semplicemente un'ombra sul muro in un gioco delle ombre. Se dietro l'obiettivo c'è un fotografo vuoto, la foto sarà vuota. Il proliferare delle foto centra poco. Potrebbero esserci 1000 capolavori al giorno. Il problema è che ogni giorno ci sono milioni di simulacri di esseri umani che scattano foto, riprendendo semplicemente il buco nero della propria umanità mancata. Siamo sempre meno persone e sempre più automi funzionali ad una visione di schiavitù e sfruttamento dell'uomo: uomo-lavoratore e uomo-consumatore. |
| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 6:30
- ha deciso di fotografare la Tour Eiffel (e non altro) - ha deciso di fotografarla da un certo punto di ripresa (e non da un altro) - ha deciso di fotografarla in un certo momento di luce (e non un altro) - ha deciso di fotografarla in una certa stagione (e non in un'altra,) - ha deciso di utilizzare una certa focale (e non un' altra) - ha deciso di scattare quella foto con una certa composizione (e non un'altra) - ha scelto un determinato tempo di scatto (e non un altro) - ha incluso certi elementi e ne ha lasciati fuori altri - ha deciso di scattare a colori o in bianco e nero e con un certo stile di toni e colori. 1) ha fotografato la Tour Eiffel perché voleva dimostrare di essere stato a Parigi; 2) ha fotografato dal primo posto che gli è capitato; 3) ha usato la luce che ha trovato; 4) la stagione era quella in cui gli toccavano le ferie; 5) ha usato il grandangolo perché è l'unica focale di moda; 6) la composizione è per lui una illustre sconosciuta; 7) perché gli hanno insegnato.che 1/125 (per esempio) va bene con tutto; 8) ha incluso gli elementi che c'entravano stante le scelte precedenti; 9) lo stesso di cui sopra; 10) ha scattato a colori per poi metterci una pezza in Bianco & Nero; Detto ciò una fotografia ha bisogno di due soggetti: uno dietro alla macchina che prova a capirci qualcosa, e l'altro davanti e in posa... e perciò degno del massimo, anzi ASSOLUTO rispetto. |
| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 6:35
La quantità ha sostituito la qualità. È l'unica TRISTE realtà |
user237955 | inviato il 26 Dicembre 2022 ore 10:31
Non ho ancora ben compreso in quale dimensione voi viviate... Qui dalle nostre parti, il tempo è fissato in un presente che rispetta il passato senza dimenticare che il futuro incombe; le nostre fotografie sono di purissimo, brillantissimo e profumatissimo argento...fotografia che rispetta la gente e ne ripropone con grazia le proprie movenze e le proprie abitudini, senza la necessità di ridicole stravaganze elettroniche che sono il pressante bisogno dell'incompetente, incapace di ripresentare la realtà. Come ho già più volte scritto, dalle nostre parti gli scaffali sono ricolmi di pellicole, soprattutto pellicole negativo; è vero, la diapositiva è quasi scomparsa, e Velvia è introvabile: Ce ne siamo fatti una ragione e procediamo speditamente con il magnifico argento in B&N...la tortuosa ed impegnativa strada che, arditamente porta in alto, laddove i digitalisti, mai e poi mai, potranno aspirare di arrivare. Perciò, chi è senza Velvia la smetta di lamentarsi e si riproponga seriamente con il B&N, offrendo visione di stampe che potranno allietare la nostra vista e che, certamente, faranno provare invidia agli appassionati degli impulsi elettornici. Noi della pellicola in B&N non temiamo confronti...siamo superiori a tutto e non ci lasciamo sedurre o corrompere dalla faciloneria elettronica.


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| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 10:33
Giovamonti sui numeri mi sento in parte di dissentire. Va fatta una distinzione tra chi scatta pensando alla fotografia e chi scatta utilizzando la fotografia. Una conseguenza relativa al mezzo fotografico a disposizione di tutti sempre e della possibilità di condivisione é un ampliamento dei modi di consumare fotografia Per esempio devo ricordarmi il nome di una via o dire dove sono? Foto é più semplice e più veloce che le parole. Voglio dire al mondo che ho pagato troppo in un ristorante foto allo scontrino L'immagine nella pubblicità aveva già sostituito in passato gli slogan, ora ha sostituito le parole nella comunicazione tra le persone Quindi si fanno più foto ma la fotografia ha anche più scopi e viene consumata dall'utenza in modo differente rispetto al passato Però c'é stata anche una democratizzazione della fotografia e sono nati molti lavori interessanti che mischiano idee e modi diversi di approcciarsi Parlando di selfie in realtà esiste dalla nascita della fotografia, in Europa si facevano molti autoritratti per mostrare o la propria ricchezza o la propria cultura per le grandi librerie, in america si giocava a rappresentare gli stereotipi americani dell'esploratore o del cowboy Senza parlare delle messe in scena usando il travestitismo che ha creato stereotipi ancora radicati |
user237955 | inviato il 26 Dicembre 2022 ore 10:42
In sintesi, noi Pellicolari siamo come i pavoni...
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| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 10:55
Sono d'accordo: una enorme quantità di scatti sono funzionali alla vita quotidiana come dici, é comunque indubbio che é aumentata anche la quantità di fotografie fatte a scopi fotografici non con un aumento proporzionale di contenuti-qualitá. Per quanto riguarda i selfie anche li hai ragione, mi sono espresso male, la mia generazione conosceva l'autoritratto, per me selfie (chiedo scusa ma ho dei preconcetti dovuti all'età) sparato immediatamente su social fa parte dell'egocentrismo contemporaneo. |
| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 11:07
“ ... una enorme quantità di scatti sono funzionali alla vita quotidiana come dici... „ moltissime immagini in tempo reale anche per un uso prima non esistente ... l'immagine come "frase" o, ancora meno, "parola" semplice di una conversazione .... fotografia conversazionale ... .. insomma non avremmo chiamato gli amici per dirgli che fantastica birra stiamo bevendo in qualche bel pub in giro per il momdo ... invece ora uno scatto e via a cui segue una risposta, magari anch'essa per immagine, ... come circa altri miliardi di persone più o meno in quel momento ... Se vi può interessare qui una riflessione di Smargiassi sul tema. Un saluto e buona prosecuzione di festività! |
| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 11:17
Ecco io credo che hai centrato il punto La condivisione semplice ha cambiato molto di più la fotografia del digitale stesso. L'impatto é anche sull'immagine che abbiamo di noi e quella che vogliamo fare agli altri. Il selfie banalmente é una conseguenza, prima ci si vantava di ricchezza e cultura ora del fisico o della bella vita che si fa, ma tutto é amplificato e alla portata di tutti Quindi si condividono aperitivi al mare, muscoli tirati, ecc... Apparenza. Prima era meno diffusa la fotografia, aveva un costo la stampa ma il punto é che non era così condivisibile, non si raggiungevano così tante persone |
| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 11:24
La condivisione semplice ha cambiato molto di più la fotografia del digitale stesso. In realtà l'immediatezza della condivisione è il risultato più tangibile della Rivoluzione Digitale. Perché se è vero che la condivisione non è impossibile neppure con la pellicola, è altresì vero che per sua stessa natura essa incontra, con la chimica, delle difficoltà del tutto sconosciute al digitale |
| inviato il 26 Dicembre 2022 ore 11:35
“ Non ho ancora ben compreso in quale dimensione voi viviate... Qui dalle nostre parti, il tempo è fissato in un presente che rispetta il passato senza dimenticare che il futuro incombe; le nostre fotografie sono di purissimo, brillantissimo e profumatissimo argento...fotografia che rispetta la gente e ne ripropone con grazia le proprie movenze e le proprie abitudini, senza la necessità di ridicole stravaganze elettroniche che sono il pressante bisogno dell'incompetente, incapace di ripresentare la realtà. Come ho già più volte scritto, dalle nostre parti gli scaffali sono ricolmi di pellicole, soprattutto pellicole negativo; è vero, la diapositiva è quasi scomparsa, e Velvia è introvabile: Ce ne siamo fatti una ragione e procediamo speditamente con il magnifico argento in B&N...la tortuosa ed impegnativa strada che, arditamente porta in alto, laddove i digitaioli da strapazzo, mai e poi mai, potranno aspirare di arrivare. Perciò, chi è senza Velvia la smetta di lamentarsi e si riproponga seriamente con il B&N, offrendo visione di stampe che potranno allietare la nostra vista e che, certamente, faranno provare invidia agli appassionati degli impulsi elettornici. Noi della pellicola in B&N non temiamo confronti...siamo superiori a tutto e non ci lasciamo sedurre o corrompere dalla faciloneria elettronica. „ Temo che questa discussione abbia preso una deriva non prevista all'inizio, e mi farebbe piacere che qui continuassimo a parlare delle fiere di fotografia, continuando la discussione in un altro thread: se siete d'accordo lo apro io. Nel frattempo, tento di spiegare la dimensione in cui vivo io. Nella mia dimensione io tento (e penso di riuscirci...) di esprimere la mia arte attraverso le sensazioni di bellezza e di eleganza che il mondo attorno a me mi procura: nel frattempo, colgo le sensazioni di poca o nulla bellezza ed eleganza che alcune situazioni mi propongono (persone in disagio vitale oppure degrado ambientale, ad esempio). Pellicola e sensore digitale per me sono solo due strumenti, come la macchina fotografica, che mi permettono di esprimere la mia arte in modi e tempi diversi, che scelgo a seconda della situazione e del tipo d'immagine che voglio ottenere. Idem per colore o bn. Ho cominciato a usare la fotografia anni fa, in pellicola. Oggi che uso la fotografia anche in digitale, l'atteggiamento di scatto mi è rimasto quello di chi scatta a pellicola: ragionare e scegliere l'immagine (e come coglierla) prima di premere il pulsante di scatto, fare click è solo l'atto finale... Quella che tu chiami "la necessità di ridicole stravaganze elettroniche che sono il pressante bisogno dell'incompetente, ecc. ecc.", secondo me è sia vera (ahimè troppo spesso) sia la necessità di chi non ha la possibilità o la volontà di usare la pellicola. Io forse mi sono espresso male, non mi sto lamentando perché la Velvia non si trova più oppure si trova a prezzi secondo me improponibili, sto solo considerando che uno degli strumenti attraverso i quali mi esprimo sta subendo questo destino... Se alcuni di noi hanno una visione che non prevede il bn, quella è e quella resta. Io il confronto non lo temo, anzi lo cerco e lo accetto volentieri. Ma mi farebbe piacere avere in risposta atteggiamenti non così fondamentalisti o talebani... “ In sintesi, noi Pellicolari siamo come i pavoni... „ Questione di punti di vista... Andrea, ti prego non volermene, sto solo esprimendo il mio personale punto di vista. È come se dicessi che visto chi usa la F3 è il più bravissimo di tutti, il ché non è vero... dipende da che foto ne tira fuori... |
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