| inviato il 10 Aprile 2022 ore 13:14
“ Pochissimi potrebbero essere classificati con legittimità “ritratti”. „ Otto il problema non è di classificazione ma di comunicazione. Condivido sulla difformità di vedute nel interpretare un racconto di una foto, ma è proprio questa la differenza tra un grande fotografo e un fotografo amatoriale o professionista che sia. La “grandezza” di una foto sta nel intrappolare in essa le sensazioni ed emozioni del fotografo, come se si guardasse con i suoi occhi, poi ognuno può aggiungerne delle proprie. |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 14:10
In genere non sono un mago del ritratto, ambientato o meno. Per una certa serie che sto cercando di completare sto scattando una piccola serie di ritratti usando o 35mm o 50mm ed accostando il ritratto, già ambientato, ad un altro scatto. Si trovano in una mia galleria di dittici. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3862422&l=it Quello sopra con il 35mm Questo sotto con 50mm www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4192852&l=it |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 15:08
“ Otto il problema non è di classificazione ma di comunicazione. Condivido sulla difformità di vedute nel interpretare un racconto di una foto, ma è proprio questa la differenza tra un grande fotografo e un fotografo amatoriale o professionista che sia. „ Non contesto certo la differenza tra “grandi fotografie”, come possono essere quelle di riconosciuti autori, ed altre molto più ordinarie. Tuttavia, un ritratto a mio avviso non deve essere sempre una foto memorabile; questo non sarà un grande ritratto, ma è per me, indiscutibilmente, un ritratto: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2993059 così come quest'altro, che potrebbe anche essere considerato “ambientato”: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2872774 |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 15:20
“ Su questo però solo in rarissimi casi c'è uniformità di vedute, accade spesso che al fotografo la sua foto racconti chissà cosa mentre a chi osserva, molto meno quando nulla. Pochissimi potrebbero essere classificati con legittimità “ritratti”. „ Non saprei, proviamo a vederla in un ambito più rigoroso e professionale: se una rivista pubblica un lungo articolo su una personalità del momento (un politico, un premio nobel, un regista...) e chiede a un fotografo di fare un ritratto di questa persona... beh, da lì non si scappa, deve essere una foto che in qualche modo racconti il personaggio, altrimenti non funzionerà nel contesto nel quale deve stare. Che poi quello che racconta la foto possa anche essere non del tutto corrispondente al vero (tanto quanto potrebbe esserlo anche il testo dell'articolo) questo è vero, ma bisogna, in entrambi i casi, che ci sia un racconto incentrato sul personaggio, altrimenti la pubblicazione non funzionerà. |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 15:33
In genere no, si fa in bello scatto e spesso si dà un tono deciso da art director e dalla rivista in base a idea che hanno. Basta vedere molti dei ritratti a persone note fatte dalla leibovitz dove il suo stile é preponderante e molto spesso ha usato i personaggi famosi senza raccontare davvero di loro ma creando un Apparenza che volevano restituire. E questo é solo un esempio ma spesso é così Tutti gli attori fatti da La Chapelle non raccontano gran che di loro. Hai una visione del ritratto riduttiva, non sbagliata, ma limitata a una visione di un solo tipo di ritrattistica. |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 16:11
“ senza raccontare davvero di loro ma creando un Apparenza che volevano restituire. „ Beh, forse è solo una questione di termini. Io volevo dire che un ritratto deve dire qualcosa a proposito della persona (o meglio del personaggio) ritratto. Che poi questo qualcosa sia più o meno veritiero è una faccenda che ha parecchio a che fare con l'integrità morale di chi fotografa e di chi pubblica, e di chi scrive articoli e didascalie. Basti pensare ai ritratti dei politici nei quali si presentano tutti come persone perbene... Ma in ogni caso, nel fotogiornalismo, il ritratto dice qualcosa della persona. Che poi si possano fare grandi foto anche su altre basi sono d'accordo, ma forse non è giusto chiamarle "ritratti", o forse è solo questione di intendersi sui termini... peace and love... |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 16:26
E come chiameresti la foto di una persona? |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 16:38
Comunque la discussione non è "secondo voi cos'è il ritratto ambientato", ma lo studio di come cambi il linguaggio fotografico con 24, 28, 35 mm nel ritratto ambientato. Cerchiamo di rimanere in argomento. Riguardate la prima pagina, dove spiego l'argomento della discusione per favore. |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 19:36
Beh, restando in argomento dico qualche ovvietà: Le proporzioni del viso e della figura non dipendono dalla focale ma dalla distanza che ho dal soggetto. Quindi se mi interessa una resa realistica e magari un po' fredda cercherò di stare più lontano (e userò il 35 o magari anche il 50mm, se posso indietreggiare a volontà) mentre se voglio un'atmosfera più intima e magari anche un po' onirica dovrò stare più vicino, e userò le focali corte. Ovviamente anche le proporzioni dell'ambiente risentono della focale, e anche per la resa dell'ambiente vale quanto detto: focali lunghe= resa più "documentaristica", focali corte= resa più "onirica", e gli spazi si espandono. Ovviamente anche i lineamenti del soggetto giocano il loro ruolo perché la loro resa cambia parecchio a seconda della distanza, e bisogna valutare un po' tutto per decidere quale focale usare. Tuttavia in un ritratto ambientato al chiuso a volte sarò condizionato dal fatto di non potermi muovere più di tanto e perciò sceglierò semplicemente la focale che mi permette di far stare nell'immagine quello che mi interessa che si veda dell'ambientazione e di escludere quello che voglio escludere e perciò tutte le idee che potremmo avere sul "carattere" di una focale vanno a farsi friggere e bisognerà usare altri sistemi per fare l'immagine che abbiamo in mente (composizione, punto di vista magari un po' più alto o un po' più basso, variare, se possibile, l'illuminazione...) |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 20:49
@Edobette personalmente, da amante di street, le focali wide mi hanno sempre permesso di raccontare il soggetto immerso nella situazione molto più di focali medio e medio tele. Prediligo il 24 su aps-c (aka 35 su ff) per la sua versatilità. Ho fatto ritratto ambientato anche con 85mm sempre su aps-c, ma in quei casi il soggetto è preponderante rispetto a ciò che lo circonda |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 20:52
“ Che poi si possano fare grandi foto anche su altre basi sono d'accordo, ma forse non è giusto chiamarle "ritratti", o forse è solo questione di intendersi sui termini... peace and love... „ No, ti sbagli, ti sei inventato una definizione di ritratto a tuo uso e consumo, che non trova riscontro altrove. E' una tua opinione, rispettabile ma che non si fonda su nulla né di concreto, né tantomeno di condiviso. |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 20:55
Nella serie di cui sopra ho cercato di allontanarmi dal soggetto quando usavo il 50mm per includere "più ambiente" in modo da non avere un distacco eccessivo tra le foto scattate a 50mm rispetto a quelle scattate a 35mm anche se alla fine non mi sono sempre attenuto scrupolosamente a questa regola. Così, alla fine ho dei ritratti a figura intera fatti a 35 e dei ritratti a mezzo busto fatti con 50mm |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 22:53
“ No, ti sbagli, ti sei inventato una definizione di ritratto a tuo uso e consumo, che non trova riscontro altrove . E' una tua opinione, rispettabile ma che non si fonda su nulla né di concreto, né tantomeno di condiviso. „ Se guardi solo alla fotografia può darsi. Però prima di quella ci sono parecchi secoli di ritratti pittorici che più o meno sono in linea con quel che penso. Che poi questa idea del ritratto che "descrive" una persona oltre che rappresentarla non sia condivisa nei circoli fotografici, beh, pazienza me ne farò una ragione... |
| inviato il 10 Aprile 2022 ore 23:35
“ Beh, restando in argomento dico qualche ovvietà: Le proporzioni del viso e della figura non dipendono dalla focale ma dalla distanza che ho dal soggetto. Quindi se mi interessa una resa realistica e magari un po' fredda cercherò di stare più lontano (e userò il 35 o magari anche il 50mm, se posso indietreggiare a volontà) mentre se voglio un'atmosfera più intima e magari anche un po' onirica dovrò stare più vicino, e userò le focali corte. Ovviamente anche le proporzioni dell'ambiente risentono della focale, e anche per la resa dell'ambiente vale quanto detto: focali lunghe= resa più "documentaristica", focali corte= resa più "onirica", e gli spazi si espandono. Ovviamente anche i lineamenti del soggetto giocano il loro ruolo perché la loro resa cambia parecchio a seconda della distanza, e bisogna valutare un po' tutto per decidere quale focale usare. Tuttavia in un ritratto ambientato al chiuso a volte sarò condizionato dal fatto di non potermi muovere più di tanto e perciò sceglierò semplicemente la focale che mi permette di far stare nell'immagine quello che mi interessa che si veda dell'ambientazione e di escludere quello che voglio escludere e perciò tutte le idee che potremmo avere sul "carattere" di una focale vanno a farsi friggere e bisognerà usare altri sistemi per fare l'immagine che abbiamo in mente (composizione, punto di vista magari un po' più alto o un po' più basso, variare, se possibile, l'illuminazione...) „ Direi che sull'idea di ritratto, la vosopinione è stata largamente condivisa. Ora possiamo andare avanti, per favore. Tornando all'argomento della discussione, Miopiartistica penso che le tue argomentazioni siano molto valide. Focali corte = resa onirica vs focali più lunghe = documentazione Sono due linguaggi, due grammatiche con cui scrivere la luce. Da vicino ho più coinvolgimento, infatti recentemente ho scattato dei ritratti a un neonato e paradossalmente le immagini che hanno emozionato di più sono state prorprio quelle con il grandangolo, addirittura un 24mm, scattate da molto vicino. Sono scatti estremamente intimi che trasmettono quel forza straordinaria ed irrazionale che è l'amore madre-figlio. Ecco forse la scelta della giusta focale dovrebbe partire da questi parametri, ovvero: "che cosa voglio trasmettere, a chi guarda la mia foto?" |
| inviato il 11 Aprile 2022 ore 2:45
“ Se guardi solo alla fotografia può darsi. Però prima di quella ci sono parecchi secoli di ritratti pittorici che più o meno sono in linea con quel che penso. Che poi questa idea del ritratto che "descrive" una persona oltre che rappresentarla non sia condivisa nei circoli fotografici, beh, pazienza me ne farò una ragione... „ Si parla di ritratto fotografico, e quello che ho scritto, non vale certo solo all'interno dei circoli fotografici. Fine OT e mi scuso con Edo per il ping-pong. Per le focali corte vs lunghe, una differenza che però a mio avviso non si apprezza molto passando da 24 a 35mm, ma da grandangolo a mediotele, trovo anch'io che quelle scattate con il grandangolo siano spesso più d'impatto, credo anche per il pdr che non è per il nostro cervello consueto, noi non ci avviciniamo così tanto durante l'osservazione visiva. |
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