| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 17:08
@Alessandro Pollastrini Non concordo sulla tua teoria del cesso bianco ...certo siam qui per parlare, in una giornata uggiosa e tra una cosa e l'altra si da una occhiata al forum. Però fino ad ora nessuno mi ha convinto che la risposta migliore al quesito della discussione possa essere un'altra se non la riduzione delle escursioni termiche dei materiali e conseguente riduzione delle dilatazioni e quindi cambiamenti dimensionali. Certo le tecnologie hanno dei costi. Quelle aerospaziali hanno tutt'oggi costi che potremmo far fatica a immaginare. Qualcuno è davvero convinto che nei nostri obiettivi fotografici ci siano le suddette tecnologie aerospaziali? Io credo di no... vedo troppo spesso risparmiare sulla costruzione di un tappo fotografico, di una custodia, di un dettaglio qualunque. Se un produttore può risparmiare anche solo pochi centesimi lo fa. Non tutti io teleobiettivi sono bianchi, ma nei casi in cui i progettisti in un determinato progetto rilevino il rischio che la temperatura potrebbe mettere in crisi un certo materiale o schema ottico... costa così poco fare un obiettivo chiaro che è certamente la soluzione adottata più facilmente, piuttosto che scomodare tecnologie aerospaziali. Il concetto è che con poco ottieni molto. E dove non hai alternative invece il produttore deve spendere per utilizzare certe tecnologie. Rimane vero il discorso che in taluni casi è anche probabile, come ho già detto, che la scelta di un colore bianco possa essere puramente estetica e dettata dal marketing piuttosto che dai progettisti. Ma la risposta migliore al quesito, a buonsenso, è proprio questa: alcuni obiettivi, principalmente focali lunghe, sono bianchi per limitare le dilatazioni dei materiali sottoposti ad irraggiamento solare e forte riscaldamento. Poi singoli casi o eccezioni ci potranno essere ma non invalidano questa risposta secondo me, perchè tutti sappiamo che il motivo principale della introduzione del bianco in quei prodottii è proprio questo. |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 17:14
nello spazio negli anni 60/70 si è fotografato con fotocamere normali e lenti normalissime ... pure con le Zenit. |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 17:28
chi se la sente? si prende una Hasselblad con un magazzino 6x9 e poi si passeggia a 120°C radenti sulla regolite (di + sul nero opaco ovviamente perchè la temperatura sale) con un irraggiamento diretto del Sole, senza alcuna atmosfera protettiva. facciamolo questo esperimento. |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 17:41
Ogni costruttore fa le proprie scelte, per cui si dovrebbe valutare tutto caso per caso. Per quanto concerne Canon, iniziarono negli anni '70 a produrre superteleobiettivi di colore bianco per una questione tecnica: la propagazione del calore, soprattutto quando l'ottica veniva tenuta per periodi prolungati sotto il sole. Tale colorazione è stata poi mantenuta (anzi, in realtà le tonalità di bianco sono variate più volte), nel corso degli anni, anche per questioni commerciali. Tuttavia le misure per gestire la propagazione del calore all'interno dell'ottica vanno ben oltre il colore esterno:
 Comunque, anche nella gamma di ottiche Canon, solo alcuni teleobiettivi serie L sono bianchi. |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 17:51
@hbd lenti che peraltro per metà sono nere. Per giunta penso che la dissipazione del calore sia relegata alla linea rossa o alla lettera G sui Sony |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 18:08
Il bianco come protezione migliore dal riscaldamento interno e stato discusso altre volte. La Canon motiva la vulnerabilità al calore della sua fluorite sintetica, ma un test veramente utile in tema sarebbe la misura della differenza di temperatura raggiunta internamente in due teleobiettivi uno nero e uno bianco, sottoposti alle stesse condizioni di irradiamento. Che il bianco protegga meglio è indubbio, che lo faccia abbastanza da fugare il sospetto che sia un espediente pubblicitario per enunciare la serietà della casa è tutto da dimostrare. Decenni fa mi sembra che fui io ad aprire una discussione simile e si arenò proprio sulla prova concreta, che nessuno seppe procurare. Possibile che nessun professionista abbia condotto una simile prova? |
user209843 | inviato il 06 Dicembre 2020 ore 18:25
Per favore, smettiamola con la storia che nello spazio ci vanno i prodotti di uso corrente sulla terra altrimenti non esisterebbero i materiali aerospaziali, diciamo piuttosto che è il contrario! Inoltre: "Per quanto concerne il corpo macchina, la Hasselblad realizzò un corpo analogo alla precedente HEC, dotandolo di una piastra reseau concepita dalla Zeiss in sinergia col nuovo obiettivo metrico che il suo progettista Erhard Glatzel stava completando; per ridurre lo scambio termico causato dai violenti sbalzi di temperatura previsti sulla Luna si abbandonò la finitura antiriflessi grigio matt e si adottò una speciale copertura argentata in grado di ridurre gli shock termici dell'apparecchio." "Per l'Apollo XI, la regina delle missioni che portò l'uomo sulla Luna, era stata predisposta anche una telecamera brandeggiabile dagli astronauti per effettuare direttamente riprese video, sia a circuito chiuso (per monitoraggio) sia da trasmettere a Terra; ecco le informazioni principali relative al corpo macchina ed ai suoi obiettivi, progettati, come vedremo, in modo molto sofisticato per l'epoca al fine di affrontare le avverse condizioni fisiche dell'utilizzo sulla superficie del nostro satellite. Il corpo base della telecamera in dotazione al LM dell'Apollo XI venne progettata e costruita dal Westinghouse Defense and Space Center di Baltimora e presentava uno chassis esterno molto semplice e scarno, placcato in Argento e col top ulteriormente rivestito di materiale bianco ad alto potere riflettente; l'unico comando esistente era uno switch per due frame/rate e l'unico indicatore era un termometro della temperatura che consentiva di prevenire eccessivi surriscaldamenti; l'accensione avveniva semplicemente cablando il cavo di alimentazione, a 28 Volts." |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 18:28
"... smettiamola con la storia che nello spazio ci vanno i prodotti di uso corrente sulla terra, altrimenti non esisterebbero i materiali aerospaziali, diciamo piuttosto che è il contrario!" .......vallo a dire alla Nikon. |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 18:42
non entro nel merito della colorazione attuale dei tele (probabilmente sono nati bianchi per ragioni di dissipazione del calore e, poi, son rimasti tali per distinguersi, come fosse un marchio o uno status, strategia del tutto soggettiva e comprensibile se funziona) ma la considerazione fatta da matteo sulla fluorite naturale è esatta. la fluorite è estremamente sensibile agli sbalzi termici (non alle temperature massime o minime, ma proprio al repentino alzarsi o abbassarsi di esse. ricordo bene foto di lenti frontali, alla fluorite naturale, su telescopi takahashi, completamente distrutte dal maldestro tentativo dei proprietari di ripulirle soffiando aria fredda su di esse. ora la fluorite naturale non è più utilizzata, credo, ma in origine poteva essere una motivazione, aggiuntiva, al colore chiaro. tra l'altro, tra i telescopi terrestri per osservazioni solari (h-alpha) non ne ricordo uno che sia di colore scuro (o bianchi o di colorazione riflettente tipo i vecchi coronado). PS poi, a dirla tutta, a me piacciono di più i tele bianchi. sto trattando una nikon con un teleobiettivo e il fatto che sia nero non mi entusiasma particolarmente...ma me ne farò una ragione |
user209843 | inviato il 06 Dicembre 2020 ore 19:10
“ .......vallo a dire alla Nikon. „ Non ci andavano di sicuro quelle che si usavano sulla Terra anche se la base di partenza era buona ... "inoltre, la cassa Nikon F presentava caratteristiche di elevata affidabilità, con otturatore in lamina di Titanio ed assi su cuscinetti a sfere, che rendevano l'apparecchio moderatamente insensibile a shock e sbalzi termici" "Accanto alla già descritta F Photomic Ftn con Nikkor-S Auto 55mm f/1,2 troviamo un'altra Nikon F NASA priva di mirino, con motore F36 ampiamente modificato ed il rarissimo obiettivo UV-Nikkor 55mm f/2, creato specificamente per le riprese in banda ultravioletta (notare la scritta f = 55mm UV sulla parte superiore del cannotto); lo schema ottico e la struttura meccanica di quest'obiettivo sono tuttora ignoti ed è uno dei pezzi più rari dell'universo Nikon." E ci sarebbe di che continuare ... Insomma, è come dire perché uno ha la Ferrari 488 e ci corre nel campionato Ferrari Challenge |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 19:37
I tele Canon sono verniciati di bianco per preservarli da dilatazioni eccessive nel caso in cui siano sottoposti per molte ore all'irradiamento solare. Questo in teoria. In pratica per tenderli immediatamente riconoscibili quando sono inquadrati durante le dirette televisive |
| inviato il 06 Dicembre 2020 ore 19:37
Vorrei chiedere a Schyter dove si può compare l'interessante supporto bianco per le lenti nere di cui alla prima foto e soprattutto il prezzo. |
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