| inviato il 09 Novembre 2020 ore 17:32
Confermo che gli Scarpa Ladakh sono un guanto. Ne ho un paio dalla fine degli anni 90. Purtroppo la barriera in Goretex ha perso efficacia e li ho un bel po' rovinati, ma volere che siano ancor'oggi impermeabili è pretendere decisamente troppo. Ho cambiato invece da poco un paio di altrettanto ottimi LaSportiva Trango S EVO (che non fanno più) con gli equivalenti attuali Trango Tower GTX. Confermo la polivalenza d'uso, la precisione e l'ottima tenuta, ma hanno voluto risparmiare qualche grammo sui risvolti della linguetta e, se non li tiro perfettamente, mi generano un punto di pressione sulla caviglia che col modello vecchio non c'era. Tra le due marche ho posseduto e posseggo anche molti altri prodotti e c'è generalmente un po' di differenza nella calzata: più stretta LaSportiva, più comoda Scarpa, ma diciamo che con entrambe le case siamo ai vertici mondiali della calzatura da escursionismo/alpinismo. Per cose meno impegnative le LaSportiva Boulder X mid sono eccezionali su roccia bagnata, mentre come basse ho da poco le Scarpa Gecko: comodissime e dalla grande tenuta, ma da testare ancora per bene. Come abbigliamento ho un feeling particolare con Patagonia: capi generalmente sobri e durevoli che si portano per anni e anni. Ho ancora perfetto un pile del 1986, ma a parte questo che conservo gelosamente, ho passato un paio di gusci, svariati strati base ed intermedi e numerosi pantaloni sia estivi che invernali. Sabato scorso nel loro negozio ho preso un nuovo guscio leggero ed una giacca R1 air che mi ha dato un ottimo feeling, che userò sopra i vari Capilene di vari pesi e alternerò con gli R2 ed R4 che ancora funzionano dopo anni di strapazzi. In particolare trovo che sia molto efficace per le sudate il Capilene Cool (estivo) e decisamente ottimo il trattamento antiodore di questi ultimi anni. Considerando che ultimamente sono ingrassato e devo cambiare qualche pezzo, mi sto guardando intorno soprattutto per cambiare i pantaloni softshell da mezza stagione (i versatili e sobri Patagonia Guide Pants che purtroppo non fanno più). North Face fa anche alcuni ottimi prodotti di punta, ma la durata non ha mai eguagliato Patagonia ed inoltre la vestibilità è sempre stata per me (che ero) magro un po' troppo abbondante. Sono diventati anche un po' troppo generalisti secondo me. Arc'Theryx capi molto belli, costosi, dalle ottime prestazioni, ma non sempre all'altezza anche qui come durata. Ho avuto infatti qualche problema di delaminazione e l'ho accantonata. Su Montura ho riscontri un po' contraddittori, ma devo dire che ho pochi capi. Poca roba anche di Marmot: su quello che ho/avuto nulla da dire. Per le calze ho ottimo riscontro con Mico. |
user80044 | inviato il 09 Novembre 2020 ore 17:39
Io scarponi uso quasi esclusivamente LaSportiva, come leggeri i Nepal Trek Evo, se devo stare tanto tempo fermo in inverno i Nepal Extreme e come scarpone rigido i Nepal Cube GTX. Per sentieri molto tranquilli e poco dislivello uso dei Lowa piuttosto leggeri, non ricordo il nome. Sono delle pantofole con un ottimo grip ma se devo camminare "in costa" non hanno abbastanza tenuta sulla caviglia Ho avuto i Trango Alp, ma non mi sono trovato molto bene |
user12181 | inviato il 10 Novembre 2020 ore 6:35
Sto finalmente capendo che più di tanto non posso pretendere per quanto riguarda il sudore. Oggi (ieri) pomeriggio sono uscito per la mia camminata solo con il baselayer di polipropilene Liod e la Patagonia nano air, con il pertex della giacchettina ultralight in tasca, l'ho messa dopo il tramonto, a volte aprendola a volte chiudendola. 9,67 chilometri su e giù sull'asfalto del sentiero Valtellina (è l'ultima volta, rischio troppo con il covid, sono stato superato e sfiorato da due o tre ciclisti senza fare in tempo a mettermi la maschera, - uno in discesa andava a velocità notevole, gli ho urlato insulti - ma forse con l'inverno e il ghiaccio spariranno); poi castagneti, detriti, campi, campi ingrassati con letame... splendide pecore a Sondalo. 261 m di dislivello, velocità media 5,1 km/h. Insomma, non solo per le mie condizioni attuali, ma anche per le mie abitudini andavo veloce. Non mi sentivo particolarmente sudato sotto, fresco sulla pelle, ma non sgradevole. Però anche la testa era piuttosto umida. Alla fine i due primi strati erano bagnati, più la giacca che il polipropilene. La verità è che sto andando più veloce di prima. Posso ottimizzare qualcosa per la traspirazione, ma, almeno con queste temperature, penso che non posso pretendere molto di più. Amen. |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 7:39
Guarda, ieri sera, giusto per salvarmi ho fatto su e giù dal paese, 250 metri di dislivello totali ed ero da strizzare e buttare in lavatrice. Sono tornato ad attività da lockdown, anche se qui siamo gialli. Domani faccio un migliaio di metri di dislivello in Casentino, spero ci sia un po' di nebbia, così porto a casa qualche foto, e vediamo come va con qualcosa di più tecnico. Proverò magari un base layer che avete consigliato, in lana, se ce l'hanno da Mountain Experience, stasera dopo il lavoro passo a vedere. |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 8:34
Ragazzi magari tanti non concorderanno ma sinceramente sperare di fare attività fisica più o meno intensa senza bagnarsi un po' è semplicemente utopistico.... Non esiste al mondo il prodotto miracoloso.... Esistono solo capi che aiutano a ridurre e ritardare la sgradevole sensazione ;-) |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 9:17
Concordo pienamente con Fontamax, da extra sudatore non posso che confermare. In autunno/primavera/estate per ovviare alla sgradevole sensazione indosso una canottiera smanicata molto leggera in tessuto sintetico della Patagonia per estrarre il sudore dalla schiena principalmente. Quando fa un po' più fresco una canottiera sempre smanicata della Odlo, di tessuto più spesso della Patagonia. Sopra alla canottiera di solito indosso una maglia in tessuto sintetico corto sgrausa ma funzionale, della Quechua (me ne vergogno a parlarne qui ma è così e mi trovo bene ) Come terzo strato, solo quando comincio ad avere freddo oppure quando mi fermo e comincia a sentirsi l'evaporazione del sudore, un micropile della Montura, eccezionale. Quando facevo escursionismo invernale invece mettevo un intimo a maniche corte in polipropilene della Liod, dopodiché la stessa configurazione che descrivo sopra. Più una giacca a due strati pile/guscio della North Face (Triclimate) e guanti invernali Montura alla bisogna. Così ho cominciato a subire parecchio il freddo solamente a -15°C con vento fastidioso...in Engadina ricordo... Ciao, Winnie |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 9:28
Certo Max, non e' che ci si puo' aspettare l'asciutto assoluto, ma ieri sera che non pensavo di sudare sono uscito con la maglietta della salute in cotone e al rientro mi sembrava di avere un fantasma che mi accarezzava... So anche che allenandomi di piu' sudero' sempre meno, ma qualcosa sudero' sempre. L'importante e' che non prenda la polmonite adesso e che non mi chiudano in lockdown... |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 9:47
Il cotone è da evitare come la peste Stamattina alle 5 sono andato a farmi 10 km di corsetta . Temperatura 5 gradi. Under Armour cold gear, smanicato leggerissimo giusto per proteggere il ventre. Ritmo mooooolto calmo 6:30 min/km. Parte interna a contatto con la pelle direi decisamente asciutta, parte esterna bella bagnata. Con una maglietta di cotone mi avrebbero raccolto i netturbini lungo la strada |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:03
Eppure ne incontro gente, anche con cultura scientifico medica, che dicono come i nonni "io uso solo fibre naturali, quindi intimo di cotone e maglie intime di lana". Vaglielo a spiegare... |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:25
Ma la lana va benissimo anzi è quello che preferisco se sto fuori diverse ore ma non quella della naja (per chi l'ha fatta) che mi venivano i bubboni solo a guardarla !!! La merinos odierna adeguatamente miscelata con fibre sintetiche è la fine del mondo! |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:28
Ma infatti, vaglielo a spiegare che è importante come si lavorano le trame... Poi gli cito il goretex e provo a spiegare. Ma c'è il mito che ciò che è naturale non nasconde fregature e va bene da migliaia di anni... Eppure è gente che conosce le proprietà direzionali dei setti, gente che sa di chimica e biologia |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:35
@ Fontamax  probabilmente nemmeno ti riconoscevano tutto comperto di funghi e muschio. Bravo Fontamax, continuiamo a dirlo di lascia perdere il cotone, magari ci danno retta. Sei andato a correre alla mattina alle 5!!!!.  Io ha quell'ora faccio fatica a mettere un piede davanti all'altro senza incespicare. Sono più un nottanbulo. Le mie corsette sono dalle 18 in avanti. Parto leggero, in questi giorni ho ancora i pantaloncini corti, ma porto un antivento da mettere al ritorno e la pila a tracolla, quella cinesata decathlon, per non inciampare sui marciapedi dissestati della mia città e per non farmi asfaltare come un rospo in piena estate. Domenica tardo pomeriggio, sono andato a correre lungo il fiume perchè speravo di incrociare una mia amica. Pieno zeppo di gente che passeggiava anche senza mascherina. Vorrei aggiungere una doverosa precisazione. Non è che con i tessuti tecnici e la lana merinos non si suda. La produzione di sudure è uno stimolo naturale di auto regolazione della temperatura corporea, c'è chi suda di più e chi meno. Per non sudare bisogna essere morti, e dopo un pò, si trasuda anche li. La lana merinos, aiuta a regolare meglio la temperatura corporea e la traspirazione e si asciuga velocemente. Quindi dopo una attività fisica più o meno intesa, comunque dopo aver sviluppato calore e sudore, uno strato aggiuntivo mantiene caldo il corpo aiutando il primo strato tecnico ad asciugarsi molto velocemente. Se è da strizzare, l'unica soluzione è cambiarsi con qualche cosa di asciutto. Dosando bene gli strati di vestiti, cioè alleggerendosi man mano che ci si scalda, si evita di sudare copiosamente e quindi di doversi cambiare. Quando ci si ferma da umidi, in questa stagione, ci si veste subito ed in un attimo si è asciutti. Il cotone, per quanto molto confortevole, non si asciuga con la temperatura corporea. Il tessuto a contatto con il corpo rimane bagnato con la spiacevolissima sensazione e le conseguenze del caso. L'ho già scritto in qualche post precedente, in alcuni casi è necessario un antivento traspirante da poter mettere sopra al primo strato quando si è esposti a raffiche di vento anche durante i momenti di attività intensa perchè anche i colpi d'aria sono dannosi alla salute. Azz. mi sembra di essere mia mamma che mi dice come vestirmi prima di uscire di casa anche adesso che ho quasi 50 anni.  |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:39
Infatti, si sfrutta la "direzionalità" delle membrane che sono anisotrope a livello comportamentale: ad esempio consentono il passaggio dell'umidità dall'interno vs.l'esterno per lo smaltimento, senza accumulo e invece il viceversa no per isolare dalle intemperie. |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 11:18
Alle 5 del mattino ho ottime possibilità di incontrare qualche volpe, qualche cervo o qualche tasso che, detto tra noi, è molto più appagante di incrociare certi bipedi ;-) senza contare che esco in primis per scaricare lo stress e fare un pieno di serenità quindi meno casino c'è meglio è ;-) |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 11:36
@Alba74: si, solitamente non metto il cotone in escursione, ma ieri sera mi sono fregato, ho detto "Faccio due passi, giusto per sgranchirmi le gambe" e poi, passo dopo l'altro ho fatto più di un'oretta di su e giù a 5 km/h. Ieri sera qui, ore 19.30, nemmeno i bipedi c'erano: ho visto da lontano una coppia che correva, ma per capire chi fossero mi ci sarebbe voluto un 500.. |
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