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Sono un vegano


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user109536
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inviato il 29 Settembre 2020 ore 14:18

Ma io fotografo come mi piace e mi diverto.

user155906
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inviato il 29 Settembre 2020 ore 14:26

una grossa domana mi sorge, sopra a molte altre ovviamente: perchè la scelta del termine "vegano" hce altri non è che la contrazione della parola "vegetariano" ? cosa centra con il concetto di fotografia che proponi?
penso che si adeterebbe di più la definizione di "fotografia boomer"

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 14:29

Ma io fotografo come mi piace e mi diverto.

Il venerdì almeno non riprendere mucche, maiali e conigli, riprendi fagioli, radicchio e melanzane.MrGreen
Che fiera dell'aria fritta.Cool

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 14:52

Mi spiace per te.

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 14:54

Questo invece lo trovo più interessante e da qui nasce la foto d'impatto.

e
Io proverei a fare un ragionamento su questo punto e non sulla cagat.a della foto vegana, come possiamo porci rispetto a questo modo di consumare immagini?
La risposta non è io sui social non pubblico perchè anche alle mostre la gente cammina e passa.
Siamo bomabardati da immagini, da pubblicità, da video, cosa è di interesse per il pubblico attuale e che estetica funziona?
che messaggi sono attuali e quale è il modo giusto di veicolarli?

In tal senso forse ci vorrebbe una sorta di "fotografia lenta" (o slow photography), in cui non ci si fa prendere dalle ennemila immagini.
Certo se sei un giudice, riferendomi al tuo discorso, hai la necessità di scorrere velocemente le foto e, allargando il discorso, si possono anche fare foto istintive (che non vuol dire fatte senza senso). Tuttavia è possibile che una foto non possa essere interessante pur non avendo un elemento che balza subito all'occhio?
In un certo senso è come se prendessimo due film, uno con una storia narrativa ben fatta, ma senza effetti speciali ed un altro film con effetti speciali bellissimi, ma con una trama narrativa che non sta in piedi e magari ha anche delle incogruenze.

user177356
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inviato il 29 Settembre 2020 ore 15:15

perchè la scelta del termine "vegano" hce altri non è che la contrazione della parola "vegetariano"


Questa la so! Ho studiato!!! MrGreen

Generalmente, con "vegetariano" si intende chi non si nutre di animali che è stato necessario uccidere per trasformarli in cibo: accetta quindi latticini e uova (tant'è vero che talvolta si definiscono "lacto-ovo-vegetariani").

Con "vegano" si intende invece chi si nutre esclusivamente di cibo di origine vegetale. La motivazione etica addotta per il rifiuto delle uova è ovviamente lo sfruttamento delle galline e le condizioni degli allevamenti; per il latte valgono le stesse considerazioni (oltre al fatto che per produrlo le vacche debbano figliare in continuazione, e i vitelli non possono che essere destinati alla produzione di carne), mentre per i formaggi si aggiunge la questione del caglio, che richiede anch'esso l'uccisione di un animale.

Poi ci sono i "piscitariani" (oltre a latte e uova consumano pesci e molluschi, adducendo la loro maggiore distanza evolutiva dall'uomo come giustificazione), i "flexitariani" (tendenzialmente vegetariani ma con sporadico consumo di carne e pesce), e così via.

Insomma, i vegani hanno un approccio molto più radicale dei vegetariani. Sono anche più aggressivi nei confronti degli onnivori.

Tra l'altro, più che di fotografia "vegana" parlerei di fotografia "biologica" ( organic in inglese). Sempre ammettendo di accettare l'approccio, sul quale invece nutro le stesse riserve di MatteoGroppi.

user155906
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inviato il 29 Settembre 2020 ore 15:43

conosco bene le varie diete realb, t ringrazio per la spiegazione comunque.
la domanda però è un'altra: visto che vegano è una contrazione della parola vegetariano...cosa dovrebbe avere a che fare il veganesimo con questo tipo di fotografia?

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 15:46

cosa dovrebbe avere a che fare il veganesimo con questo tipo di fotografia?


Nulla. Ha usato un termine in voga per darsi un tono. Un termine che si collega, a torto o a ragione, a qualcosa di più naturale, essenziale, eticamente superiore... marketing in poche parole.

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 15:49

io l'ho interpretato in questo modo: il vegano rinuncia volontariamente alla carne e ad alimenti di origine animale per una scelta Etica, lui vorrebbe far passare la stessa cosa in questo suo manifesto, rinuncio a creare l'effetto wow e alla post spinta per una scelta etica

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 15:58

L'unica etica nella post produzione è l'essere chiari su cosa si è fatto alla foto. In poche parole basta essere onesti e non cercare di spacciare una mantide congelata sul set casalingo come una cattura nella foresta del Borneo o il formichiere africano impagliato e aggiunto alla foto del formicaio in Uganda sotto l'aurora australe come "single shot". ;-)

Il resto sono chiacchere.

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 16:27

Il punto è che etico in fotografia dovrebbe essere il messaggio che essa trasmette e non il modo. Se ad esempio una foto incentiva al razzismo o alla violenza non è "etica"...che poi sia elaborata in post o meno non credo conti più di tanto.
Anche io trovo il termine vegano del tutto fuori posto e un tentativo di fare divenire etico e moralmente corretto un modo di presentare le foto visivamente piuttosto che da un punto di vista del messaggio o del sentimento che suscitano.
Personalmente non ritengo etiche da un punto di vista del messaggio che trasmettono, le foto in cui il modello/modella vengono ritratti con una sigaretta ,perché questo può essere un incentivo al tabagismo; questo per fare un esempio.

user177356
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inviato il 29 Settembre 2020 ore 16:47

Io continuo ad appartenere alla scuola secondo la quale ciò che conta, e che giudico, è il risultato finale e non il processo con il quale si è ottenuto.

Sono nato negli anni '60 e ho iniziato a fotografare negli anni '80, ma non sono mai stato schiavo della mitologia dello scatto . Lo scatto è solo una delle fasi attraverso le quali si costruisce una fotografia. Preferisco "costruire" al "fare" ( make a photo , dicono gli anglosassoni, in contrapposizione a take a photo ) perché per me si tratta di un processo articolato, che parte dalla progettazione e arriva al ritocco ( ritocco , sì, non solo postproduzione).

Mi sento liberissimo di eliminare oggetti che sono rimasti impressi sul sensore ma che non rientrano nella mia visione di quella scena, per quanto reali siano. Mi sento libero di intervenire su qualsiasi elemento della foto e qualsiasi parametro del software che utilizzo, e spesso ne utilizzo diversi in successione per la stessa foto.

Al tempo stesso, sono assolutamente disinteressato al giudizio degli altri, e infatti non ho mai pubblicato una mia foto sul web o altrove, almeno non negli ultimi quindici anni (avevo un account flickr che ho rimosso nel 2005 dopo che mi fu chiesto l'uso di una mia foto scattata a Bangkok per una rivista di viaggi). Quindi dell'effetto wow e dei like non potrebbe fregarmene di meno.

Insomma, sono lontano anni luce sia dall'autore del thread sia da quelli ai quali si contrappone.

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 18:05

Io continuo ad appartenere alla scuola secondo la quale ciò che conta, e che giudico, è il risultato finale e non il processo con il quale si è ottenuto.

dipende anche dai generi.
nella fotografia documentaristica certa postproduzione corrisponde alla falsificazione, lì dove conta riportare e non interpretare.
Ma questo è anche legato a cosa si vuole documentare,
per es. se vuoi riportare vissuti di valenza antropologica, poco importa se il cielo sarà leggermente inscurito, ma se nell'originale in cui c'erano 4 bambini su una bici tu ci aggiungi posticciamente il quinto, la tua foto perde ogni valore documentaristico, e se la spacci come fotografia documentaria hai spacciato un falso.

user177356
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inviato il 29 Settembre 2020 ore 18:22

La questione è che io non credo affatto alla funzione documentaria della fotografia, anche quando sia specificatamente diretta a quel fine.

Tu parli di aggiungere il quinto bambino in postproduzione, io posso ribatterti parlando della madre che rincorre la bici, tagliata fuori dall'inquadratura al momento dello scatto.

Nel 1986 il Guardian, tutt'oggi uno capisaldi del giornalismo mondiale, fece questa pubblicità, forse la migliore di sempre per un giornale:

vimeo.com/408366017

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2020 ore 18:35

la fotografia documentaria esiste.
e meno male che esiste, altrimenti non avremmo informazioni importanti, per es., degli indiani d'America.
Inoltre la fotografia si usa anche per riprendere il posto dove è stato commesso un delitto.
Quindi non mi sembra giusto sminuire la fotografia a livello di tavolozza digitale, della serie " che spennello di bello oggi...? "
la fotografia è anche altro, non solo ma anche altro.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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