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Wild o No?







avatarjunior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 9:33

L'immagine della camionetta piena di compattine/superzoom con umani al seguito, pur essendo parte di una realtà non è di sicuro l'unico modo di accedere a quelle foto e di osservare la fauna d'Africa. Mi sembra uno stereotipo.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 9:39

Ma assolutamente non metto in discussione che ci siano altre vie! Trovo il ragionamento di Steff molto in linea con il mio pensiero.
E, luve, certo che ho indicato uno stereotipo...Perché quello stereotipo è l'equivalente africano dei nostri capanni nelle oasi...

avatarjunior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 10:03

L'Africa e la sua fauna è talmente fuori dai nostri schemi che non è pensabile portarla come esempio, poi non è necessario prendere una camionetta comune, puoi anche starci da solo o in alcuni posti noleggiarti una macchina ed in altri in trekking. Il fatto che tu scatti da un automezzo serve a tutelare la tua esistenza non è un'esigenza fotografica :D. Detto questo, bisognerebbe ricordarsi che esistono le università, piani di studio e ricerca per praticamente qualsiasi cosa ed i docenti così come gli stupendi dottorandi o in corso di testi sono più che contenti di collaborare. Spesso loro utilizzano metodi che per noi sono crudeli (come la cattura)...Vi faccio un piccolo esempio. Nel caso della martora stiamo progettando un piano di studi che prevede anche la biometrica durante l'anno (più che altro le preferenze alimentari in relazione al peso), il ricercatore che lavora con me ha detto - nessun problema! la catturiamo e gli si mette un radiocollare cosi possiamo ricatturarla quando serve - ...Eeeek!!!...questa la mia faccia...Ora avendo il famigerato capanno ho pensato bene di contattare un'azienda che produce e progetta automazione ed è saltato fuori che con le celle di carico è possibile costruire dispositivi per la misurazione del peso remota che può essere integrata anche in posatoi per avifauna, non sto a dirvi come funziona il tutto, ma con 600€ rivoluzioni l'invasività della ricerca...Io come fotografo naturalista metto a disposizione il capanno, l'esemplare, il monitoraggio e le mie immagini visto che loro non si curano di questo aspetto (ma le apprezzano quando poi devono fare gli articoli o le presentazione, e come). Senza contare che l'occasione si presenta perché ho creato in prima persona la situazione favorevole a questo ed altri piani di studio...In altre parole, se tu fotografi per arricchire il tuo album panini sulla fauna NON sei un fotografo naturalista ma un fotografo. Ora, siate sinceri, la vita è fatta di priorità fare il fotografo naturalista richiede dedizione totale, toglie tempo alla famiglia, alla carriera, agli amici, allo stadio etc etc uccidendo tutte le altre passioni. Se non siete disposti ad essere fotografi naturalisti non è un dramma ci sono altri 1000 modi di fotografare e vivere la natura, comprese le oasi e tante altre cose, se amate fotografare la natura fatelo in ogni condizione vi è possibile. Lasciate stare le americanate WILD LIFE PH e compagnia bella, fatelo per voi e fatelo per l'ambiente senza cercare l'emulazione che poi alla fine non essendo fotografi naturalisti vi porta nell'illecito.

avatarjunior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 10:16

Natural Foto mi trovi completamente concorde. E complimenti per aver evitato un momento stressante come la cattura.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 10:32

Natural foto credo che tu stia riportando un po' di ordine nel post. E ti ringrazio tanto per le esperienze che riporti e per le info utilissime...
Ovviamente concordo sul fatto che ben vengano tutti i modi per fotografare fauna, purchè non ledano il benessere dell'animale.
Però proprio perché sono ben conscio della difficoltà di fotografare fauna con un certo approccio, trovo poco corretto il discorso dell'autore del post che atribuisce lo stesso valore agli scatti fatti ad aniumali, indipendentemente da come sono stati eseguiti.
Sono alcuni mesi che cerco di fotografare cervi nella mia zona...Nessuno stratagemma...Solo lo studio dei loro movimenti, seguendo le piste, tracciandole con il gps, spostando una videotrappola per capire quanti esemplari ci sono in una zona...
2 foto buone in 4 mesi...Un fusone e un piccolo branco di femmine...
Poi mi arriva un amico che quest'autunno è stato a Londra, ha passato una giornata al Richmond Park e ha foto di cervi maschio in tutte e salse...Addirittura en ha una con un possente maschio adulto che guarda in camera con un corvo posato sulle corna...Bellissime..Scattate con 6d e 70-200...
L'immagine è più bella...Il suo valore intrinseco? Mah.. Rispondetemi voi..


avatarsupporter
inviato il 02 Marzo 2017 ore 11:22

Non vedo in questo 3d un intento di chiarire il sognificato del termine inglese "wild" che va di moda in questo forum, visto il livello delle foto di uccelli pubblicate. Mi ricordano gli uccelli impagliati che 50 anni fa venivano fotografati e pubblicati su libri e riviste: quasi nessun fotografo allora correva dietro a soggetti vivi....
Oggi si fotografano uccelli vivi ma come se fossero impagliati, cioe' posati. Oppure si fotografano rapaci anche in volo ma attirati con cibo. Per me sono sempre foto farlocche, finte, perche' il soggetto li' e' stato attirato artificialmente. Capisco che tanti cominciano a fotografare uccelli senza nessuno che li inizi a questa attivita' cosi' difficile in Italia. Bisogna essere pazienti e apettare nel posto giusto nella stagione giusta. E bisogna muoversi e inquadrare senza spaventare i soggetti.Sorriso
Chiaro che e' piu' facile in un capanno fisso a un carnaio. Ma quelle foto personalmente non mi interessano e non mi piacciono. Ma chi vuol farle, le faccia pure, consapevole che altre centinaia di scatti uguali sono effettuati nello stesso posto da decine di altri fotografi. Per me sono collezioni di figurine, non fotografie naturalistiche, anche se ci metti il logo "tizio o caio, fotografo naturalista".

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 11:28

ma ve la siete presa per le foto che ho messo della Val Roseg? MrGreen

avatarjunior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 11:49

Claudio, foto meravigliose le tue e alcune specie che hanno richiesto senz'altro molta ricerca.
Una frase mi ha colpito
Capisco che tanti cominciano a fotografare uccelli senza nessuno che li inizi a questa attivita' cosi' difficile in Italia
.

Proviamo a chiedere ad un fotografo x dove ha scattato la foto al pettirosso nella quale si vedono sullo sfondo cartelli di comune, via e numero civico...ti risponderà una cosa del tipo: pianura veneta, appennino bolognese, italia, emisfero boreale etc etc. Difficile pensare ad una iniziazione così.

avatarsupporter
inviato il 02 Marzo 2017 ore 12:45

In realta' la passione va coltivata come i fiori o la frutta. Per ottenere risultati ci vuole conoscenza, non basta la volonta'. Chiaro, posso comperare 10.000 euro di attrezzatura e infilarmi in un capanno del wwf o della lipu. Altra cosa e' andare sull'appennino e fotografare i rapaci dove cacciano e si alimentano.
Non e' una semplice questione di mode o di parole....
Fotografare in natura senza influenzare i soggetti ripresi e' autentica fotografia naturalistica. Un carnaio, no.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 14:52

Non vedo in questo 3d un intento di chiarire il sognificato del termine inglese "wild" che va di moda in questo forum, visto il livello delle foto di uccelli pubblicate. Mi ricordano gli uccelli impagliati che 50 anni fa venivano fotografati e pubblicati su libri e riviste


Ah Ah bravo Claudio condivido pienamente MrGreenMrGreenDovrebbero fare una festa ,quella degli impagliatori MrGreenMrGreen

Maddai se piacciono a loro ....



Alla fine come ho risposto all'inizio e' la soddisfazione personale che e' diversa da persona e persona .A lungo andare pero' sono sicuro che le maggiori soddisfazioni le possa avere chi fotografa in ambienti liberi e non condizionati da carnai e mangiatoie. Fotografare diventa piu' difficile ma le soddisfazioni saranno maggiori .Cosi' pure la passione durera' piu' a lungo ;-)

user27894
avatar
inviato il 02 Marzo 2017 ore 16:32

io ho conosciuto un vero fotografo Wild (con la W maiuscola)... Ogni volta che faceva un'uscita fotografica lasciava un ricordo organico sul territorio, come a volerlo marcare.. Questa per me è fotografia Wild!!!MrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 16:34

Condivido le visoni di molti di voi. Secondo me la fotografia naturalistica deve avere dietro uno studio di base. I termini wild o questi anglicismi sinceramente li ripudio e cerco di utilizzarli il meno possibile. Sento in parte che è anche un modo per definirsi superiori, essendo un termine molto abusato da certi personaggi. La fotografia deve tendere a rispecchiare la bellezza di ciò che ci circonda, ed allo stesso modo rispecchiare le dinamiche naturali di un ecosistema, o le abitudini di una specie. Il termine wild può essere usato in tutte le occasioni nelle quali un animale sia stato ripreso in libertà, che sia una foto fatta al carnaio o una fatta nelle praterie dell'Africa orientale o ancora nel nostro Appennino. Ciò che cambia è la concezione della foto e della modalità di ripresa. Porto un esempio eclatante. Sono stato l'anno scorso in Romania, paese dove ho famiglia e dove è nato mio padre. Ho vagato per giorni interi sui Carpazi alla ricerca degli orsi, anche se l'obbiettivo era quello di fare una caccia vagante (soprattutto per conoscere i luoghi) e non d'appostamento, che sapevo non funzionasse bene nel caso degli ursidi. Ad ogni modo tracce e notizie di avvistamenti ce ne sono stati, ma niente orso fino alla fine del viaggio. L'ultimo giorno ci hanno consigliato di andare insieme ad un forestale che sapeva dove trovarne. Con mio grande orrore scopro che il posto, non lontano da un parco nazionale, era riserva di caccia e i luoghi dove voleva appostarsi erano adibiti alla caccia grossa, con tanto di sacchi di mais per attirare gli animali. Oltre al fatto che non avrei mai usato un capanno utilizzato per uccidere gli orsi per fare loro una foto, mi sembra anche abominevole il fatto che si attirino gli animali col cibo. In questo caso si sfocia nell'arroganza, piegare le altre specie ai nostri voleri adottando stratagemmi come le esche ed intaccando pertanto gli equilibri naturali del bosco. Stessa cosa vale per le savane africane del Masai Mara, per altri capanni in Spagna, Croazia, Romania e Finlandia dove magari si tirano foto da rivista, ma che per me hanno valore naturalistico zero. Altro punto, parlando della stessa specie di prima; foto di orsi ne ho viste migliaia su questo forum, copia e incolla di una stessa versione, degli stessi luoghi, dove si è certi di poter stare a 20 metri da un orso così com'è certo che sorgerà il sole. Sinceramente una foto così potrà anche attirare più gente, ma per me ha più valore una fatta all'orso nell'alto Appennino che la stessa rimestata dal sacco più e più volte. Poi ovvio che sono pareri personali, come dice Stefano si perde la voglia quando l'originalità e la sfida scompaiono.;-)

user27894
avatar
inviato il 02 Marzo 2017 ore 16:42

Scherzi a parte come già detto da qualcuno,ognuno di noi trova soddisfazione personale in maniera differente.
Mi piacerebbe sinceramente sapere le condizioni di scatto solo per poter effettivamente capire quanto è quale tipo di lavoro c'è dietro ogni singola immagine....
Troppi piccoli personaggi purtroppo fingono di fare soggetti rari in natura per essere poi smascherati dopo aver ottenuto acclamazioni di popolo.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2017 ore 18:01

Mi ritrovo molto negli interventi di Alex Amariei...
Poi chiaramente bisogna dar un peso alle cose...
Una cosa è dare da mangiare 4 palle di grasso al mese in inverno a una cincia...Un'altra è fare dei carnai stabili per i rapaci e usare i richiami...Così si che si utilizza una metodologia invasiva e irrispettosa...

user27894
avatar
inviato il 02 Marzo 2017 ore 18:36

Una cosa è dare da mangiare 4 palle di grasso al mese in inverno a una cincia...Un'altra è fare dei carnai stabili per i rapaci e usare i richiami...Così si che si utilizza una metodologia invasiva e irrispettosa...

Premetto che quest'anno ho fatto un carnaio per una poiana che era già presente in maniera stabile in un territorio.
premetto anche che le porto un'aletta di pollo alla settimana,(badate...non è che portare del cibo in un bosco al mattino tutte le settimane alle sette del mattino prima di andare a lavorare sia privo di fatica)detto questo faccio fatica a credere che una razione così esigua di cibo possa alterare un qualsiasi tipo di ecosistema.....se dovessimo ragionare così allora anche le mangiatoie tanto consigliate da enti come la Lipu dovrebbero essere dannose....
infatti nutrendo i passeri in inverno si fa si,che tutti quei soggetti che avrebbero dovuto morire perché anziani e non più in grado di trovare cibo in inverno non muoiono più ....di conseguenza rapaci come lo sparviere avrebbero più prede a disposizione aumentando di numero.
quello che voglio dire e che l'uomo ha sempre pensato di essere in grado di gestire una natura di cui haime capisce davvero poco....
Angus io non pretendo di avere ragione,questo è solo il mio pensiero ma se credi che un'aletta di pollo alla settimana possa creare danno vorrei capire il perché in modo da potermi correggere se occorre
un saluto lucaSorriso

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