| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 7:46
Giuliano, comunque la domanda è: “ Nel topic del Sigma 135 f1.8 è uscita fuori questa discussione. E' più facile mettere a fuoco in manuale con un grandangolo, oppure con un tele? Approfondiamo la questione „ vedi te... |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 8:07
“ State dicendo le stesse cose, eppure vi scontrate GianCarlo ha semplicemente ampliato la risposta. Quando io scatto in MF con un tele e guardo sullo schermetto il risultato, mi pare quasi sempre fuori fuoco. Quando lo faccio con un wide, mi sembra quasi sempre OK. Poi, torno a casa per guardarle sullo schermo del PC e... Quelle che sembravano a fuoco, in larga misura sono cannate, e quelle che pensavo fossero cannate sono in realtà a posto. Questo è l'ampliamento alla risposta, che come premessa ha quella rimarcata da (più o meno) tutti. „ Più o meno....... Aggiungo altre due cose importanti, a mio vedere conta tantissimo: - la luminosità massima dell'ottica, a prescindere dalla focale, un tempo gli f1,4 servivano soprattutto per focheggiare con maggior precisione, con il mio 20mm/4 fatico un po' a vedere il punto di fuoco, avessi un Sigma ART 20mm/1,4 la musica sarebbe diversa. - se i soggetti sono o meno in movimento anche questi due fattori, soprattutto il secondo, vanno a favore dei grandangolari. Oggi vediamo foto di uccelli e animali bellissime, un tempo portare a casa scatti simili era molto più difficile, principalmente per la difficoltà di focheggiare a mano con i lunghi tele, gli AF hanno ovviato a questo problema. Nel contempo le foto di paesaggio ed architettura erano belle come quelle di oggi. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 8:24
Gian Carlo, perdonami, ma ritengo che sarebbe stato più opportuno chiedere: "trovate più facile la maf col tele o col grandangolo?". Nella fotografia non esistono solo regole ma ognuno ha la propria esperienza e i propri gusti. C'è chi fa della propria esperienza una regola, chi basa la propria esperienza sulle regole e chi invece prova a chiedersi e verificare se oltre le regole c'è dell'altro. Esempi: in molti, tra cui Juza, ritengono il grandangolo più indicato al paesaggio, la mia esperienza a Firenze mi ha fatto preferire il 135 al 14. Una volta ho usato il 14 con cavalletto, live view e ingrandimento 10x per verificare la maf e la pdc e provato a muovere la ghiera focheggiando su punti a breve distanza tra loro: anche se erano tutti nella pdf assistere al cambiamento di nitidezza tra quei punti (compresi sempre nella pdf anche costeggiando su piani diversi) mi ha fatto innervosire e lasciato una sensazione di fallibilità quando riecheggiano col grandangolo. Ecco la mia esperienza, non la regola |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 8:44
Infatti il punto di messa a fuoco è sempre solo un punto e più ingrandisci e più te ne accorgi. La fotografia è anche o soprattutto gusto ma esistono al suo interno anche delle regole matematiche che nulla hanno a che fare con l'esperienza.1+1=2 .... Chiaro che la luminosità dell'ottica aiuta ( una volta gli 1,4 li facevano anche per questo). ma mettere a fuoco un punto con un 20mm. rimane sempre e comunque più difficile che non con un 200mm. Questo vale per le reflex. Col telemetro invece il discorso cambia. da 21 a 135 la precisione di messa a fuoco è la stessa.Usare un 28mm. o un 135mm. non fa differenza. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 12:02
“ Infatti il punto di messa a fuoco è sempre solo un punto e più ingrandisci e più te ne accorgi „ e io continuo a condividere quello che dici! Basti pensare che quando vuoi focheggiare con una ML ingrandisci il punto di fuoco, quindi in qualche modo simuli un tele. Nel tele il punto di fuoco è già ingrandito. Poi, sulla percentuale di sbaglio....beh..dipende dalla tolleranza di errore che si desidera. Se proietto una dia sullo schermo di 2x2 metri....allora si vede, se guardo l'immagine nello smartphone, no. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 12:26
Vi dico quello che mi è successo e che , per quanto mi riguarda, taglia la testa al toro di questa discussione : Perù trekking Huayhuash, la sera faccio foto via lattea e dimentico il manual focus inserito sul Sigma 8/16. Risultato 40 stupende foto CANNATE fuori fuoco che NON riuscivo a vedere nel mirino. Bestemmie !! Metto il link facebook dove potete rendervi conto. Con altre focali non sarebbe stato possibile. www.facebook.com/iacopinipaoloboss/media_set?set=a.10209360456200923.1 |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 13:28
La profondità di campo a parità di ingrandimento del soggetto è la stessa indipendentemente dalla focale (escludendo casi di iperfocale), assunta questa regola alla quale qualcuno non crederà (è come la leggenda della focale e della prospettiva), il tele ha uno sfocato più ingrandito a parità di profondità di campo, il chè rende più visibile l'errore di messa a fuoco, sia in fase di scatto che in fase di osservazione di una foto, un grandangolo, con l'area sfocata molto meno ingrandita sarà più soggetta ad errori e quindi è indubbiamente più difficile azzeccare l'esatto piano di messa a fuoco. In sostanza durante la fase di scatto un grandangolo è più difficile da focheggiare manualmente di quanto non sia un tele, ma all'analisi delle foto emergono più facilmente gli errori di messa a fuoco su un tele che su un grandangolo perchè la zona fuori fuoco prossima al piano focale necessita di un forte ingrandimento per essere riconosciuta come fuori fuoco. Solo perchè qualcuno crede di aver messo a fuoco correttamente con un grandangolo perchè gli sembra tutto a fuoco non significa che abbia indovinato senza margini d'errore il reale piano di fuoco che è uno ed uno solo. Perfino su scatti fatti in iperfocale si può ottimizzare la nitidezza individuando il reale piano di fuoco invece che andare a spanne. Dipende tutto dall'ingrandimento di osservazione, che poi è quello che determina il circolo di confusione e di conseguenza pure il risultato di certe formulette sulla profondità di campo che si trovano in certe app o su certi siti, sono tutte basate su un circolo di confusione stabilito per convenzione ai tempi della pellicola, o per ingrandimenti umani comunque, che non tengono in considerazione che poi si possa ingrandire un'immagine fino a 50 megapixel o più. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 13:39
Un plauso a Ilgattonero che ha spiegato bene il concetto. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 13:47
Vorrei ricordare che la profondità di campo è governata da daframma e distanza. La focale, che spesso viene invocata come terzo parametro dalla pdc, è un'espressione della distanza dal soggetto. L'espressione, focale, può essere quindi sostituita dall'espressione distanza. Dunque i parametri restano 2. (rif. fondamenti di fotografia- r.zemekis - zanichelli editore p.192) franco santi |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 13:51
Non avevo letto l'intervento di "Gattonero" . quindi la mia precisazione va considerata nulla. Grazie |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 14:35
Credo che Ilgattonero abbia messo abbastanza d'accordo tutti. Anche se lui considera la situazione solo "a parità di dimensioni del soggetto a fuoco" quindi di ampiezza della pdc. Secondo me con un tele è un po' come sparare ad un bersaglio piccolo ma con una carabina di precisione, con un grandangolare invece è come sparare ad un bersaglio molto più grande ma con un fucile poco preciso.... o una pistola (le dimensioni del bersaglio non è altro che la nostra pdc). In entrambi i casi si può colpire il bersaglio o meno..... Probabilmente ciascuno di noi ha sviluppato le proprie malizie o "trucchi del mestiere" in una situazione o nell'altra, in relazione alle proprie preferenze. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 15:18
“ La focale, che spesso viene invocata come terzo parametro dalla pdc, è un'espressione della distanza dal soggetto. „ Perfetto, hai fatto bene a dirlo così, perchè onestamente come l'avevo scritto io era a rischio di caccia alle streghe e mi aspettavo qualcuno che tentasse di smentire la cosa. “ Secondo me con un tele è un po' come sparare ad un bersaglio piccolo ma con una carabina di precisione, con un grandangolare invece è come sparare ad un bersaglio molto più grande ma con un fucile poco preciso „ Bello l'esempio dei bersagli, se però consideri due bersagli di differente dimensione devi anche considerare che il centro dei due bersagli debba avere la stessa dimensione. E cioè che il piano di fuoco sia sempre e comunque uno solo indipendentemente dalla profondità di campo, quindi con un tele colpisci un bersaglio piccolo in modo molto preciso al centro mentre con un grandangolo puoi colpire quasi al centro un bersaglio molto più grande, qualcuno potrà dirti che in relazione alla dimensione del bersaglio il colpo è sufficientemente centrale, e così apparirebbe se mi allontanassi a sufficienza per far sembrare il bersaglio più piccolo, ma questo non toglierebbe nulla al fatto che in realtà il centro è stato mancato per mancanza di precisione. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 15:26
Con il tele. Con il grandangolo spesso sei su infinito e stop. |
| inviato il 23 Febbraio 2017 ore 15:42
Vedo che ciascuno degli intervenuti cerca di rimanere ancorato sulle proprie posizioni, a volte adducendo affermazioni eufimisticamente "discutibili". Tipo quella di Giuliano, il quale afferma che "l a precisione di messa a fuoco e la profondità di campo sono due cose diverse..." Ma come si fa a sostenere una tesi del genere... ? A parte il fatto che non esiste un solo punto di messa a fuoco, bensì un piano ortogonale rispetto alla direzione di ripresa... ma ciò che conta è che con una ampia profondità di campo, TUTTI I PIANI COMPRESI tra la gamma delle distanze che delimitano la p.d.c., possono essere considerati a fuoco. L'occhio non distinguerebbe differenze significative in un ipotetico errore di messa a fuoco di un obiettivo da 20mm ad f 8.0 a settato 2 mt, di un soggetto che in realtà ne dista 3 dal piano focale. Non c'entra la precisione... c'entra il fatto che cmq lo vedrei correttamente focheggiato. E nella fotografia, questo è ciò che conta... altrimenti tutti i discorsi sulla teoria dell'iperfocale perderebbero di significato. Ben diverso è il discorso, spostandoci verso focali più lunghe... sarà pur vero che è più facile vedere quando il soggetto è perfettamente a fuoco...ma è anche vero che con un teleobiettivo il minimo errore di una frazione di grado, di posizionamento della ghiera di m.a.f. rispetto al piano ottimale, porta inevitabilmente ad una foto sfuocata. Santa pazienza... (in realtà la tigre del mio avatar si sta incazzando.... ) è così' difficile capire che basta il minimo errore dettato da molteplici fattori, (spostamento del soggetto, spostamento del fotografo , ametropie più o meno consistenti (per chi non fosse addentro alla materia.. le ametropie sono difetti della vista...che non migliorano di certo con l'avanzare dell'età)... , per produrre una foto inevitabilemente sfocata... ? L'ho già scritto in precedenza.: un 135 mm focheggiato a 2,5 mt... ad f 2,8 ha una profondità di campo di appena 6 cm... ( 2,5 cm davanti e 3,5 dietro). Con gli obiettivi attuali, che hanno un'escursione limitatissima della ghiera di messa a fuoco, ditemi voi come c... si fà ad avere un'alta percentuale di scatti a fuoco..? Tutti fenomeni...? Io non lo sono... eppure ho fotografato per anni con fotocamere manual focus, comprese Hasselblad, Mamiya RZ... , insomma "macchinette" da dilettanti...  Ma se ancora oggi prendo in mano la mia Canon T90... ( che non ho voluto "regalare") , mi riesce tuttora facile mettere a fuoco... manualmente. Con le attuali reflex digitali... anche con l'ausilio del led di conferma, sbagliare è molto più facile. Con buona pace dei sostenitori di diverse "convinzioni" |
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