user102065 | inviato il 03 Dicembre 2016 ore 16:08
Lo so. |
| inviato il 03 Dicembre 2016 ore 17:37
RAmiel Prendi aereo da pisa e vieni a Comiso passi qua da me a Scicli e poi vai a Catania ... |
| inviato il 04 Dicembre 2016 ore 20:45
eheheh si potrebbe fare, chi sa. |
| inviato il 04 Dicembre 2016 ore 21:56
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user102065 | inviato il 05 Dicembre 2016 ore 3:49
Quesito per gli esperti: il profilo del monitor andrebbe ricreato periodicamente. Ma una volta riportato il monitor ai settaggi di fabbrica e profilato, non sarebbe sufficiente periodicamente resettarlo e reimpostare lo stesso profilo realizzato? Ovviamente a parità di condizioni di visione, collocazione del monitor, illuminazione dell'ambiente, ecc. |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 8:53
Anche i monitors, come tutto del resto, con l'utilizzo sono soggetti ad usura. Il nostro cervello in genere compensa e ci si accorge poco delle piccole variazioni occorse nel tempo, ma se a dialogare sono "macchine" ecco che l'interpretazione dei colori diventa più complessa. |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 9:33
Mi intrometto... ad oggi uso il monitor del mio portatile, un vecchio macbook pro. Per iniziare a vedere le cose da una migliore prospettiva (ho una macchina digitale solo da 2 mesi) pensavo al NEC PA272W con software spectraview e X-Rite i1Display Pro, qualcuno ha esperienza di questi prodotti? Grazie. PS. se reputate sia off-topic apro una discussione apposita. |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 9:40
Quoto Windorf, famola semplice (anche se semplice non è, ma niente eccesso di ... mentali) - prendi il tuo monitor e calibralo, genererai il "profilo" del monitor. In mancanza, vedi se esiste il profilo icc di quel monitor fornito dalla casa produttrice, meglio di niente. In subordine, calibra il monitor vi software con l'utility del tuo OS - assegna al tuo OS il profilo del monitor. NB: solo all'OS, non a Gimp o PS, non alle immagini - scatta in RAW. In sede di conversione assegna al tuo file AdobeRGB o sRGB. Se scatti in jpeg assegnerai direttamente AdobeRGB o sRGB nella tua fotocamera. - in PS usa il setting Prestampa Europa 3. Spazio di lavoro AdobeRGB o sRGB, nel tuo caso visto che il monitor ha poco gamut, sRGB. - quando apri il file in PS o Gimp, MANTIENI il suo spazio colore. Se proprio vuoi cambiarlo, devi CONVERTIRE e non "assegnare" uno spazio colore diverso all'immagine di partenza. - lavori sul file. Se esci solo sul Web, salva in jpeg sRGB e sei a posto. - quando devi stampare, procurati il profilo icc dello stampatore e usalo SOLO, dico solo, per le prove softproof di stampa. - manda allo stampatore il file jpg nello spazio colore sRGB o AdobeRGB in cui hai lavorato. Questo è il mio workflow, benvengano tutte le osservazioni/ correzioni volte a migliorarlo. |
user102065 | inviato il 05 Dicembre 2016 ore 9:56
Grazie a tutti voi per le risposte. Al momento però non ho trovato dati significativi circa lo scostamento tra i valori di fabbrica e i valori nel tempo. Cioè assumendo la variabile tempo come indipendente e unica. Quindi, che un monitor (dipende anche dalla qualità del monitor dal pannello all'elettronica) nel tempo sia soggetto alla senescenza propria della componentistica è condivisibile ma che tale decadimento sia così rapido da richiedere una profilazione settimanale mi sembra incomprensibile. In definitiva credo basterebbe fare una profilazione a partire dai valori di fabbrica e periodicamente resettare e riassegnare il profilo. Forse dopo qualche anno effettuare una nuova profilazione. Desidererei, infine, segnalare la buona qualità dei profili icc monitor di Tft. Soprattutto per quelle macchine che hanno una precisa configurazione, come ad esempio gli iMac. |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 10:12
Gr8wings, il tuo processo è valido per certi aspetti, ma fossi in te eliminerei AdobeRGB in toto dal tuo flusso di lavoro (a meno che tu non sia obbligato a scattare in JPEG). E eliminerei sRGB da qualsiasi foto che abbia la stampa come obiettivo finale. E ciò indipendentemente dal monitor (anche se uno a gamut ampliato aiuterebbe a vedere un po' di più ciò che verrà riprodotto in stampa). |
user102065 | inviato il 05 Dicembre 2016 ore 10:22
MicheleCT approfitto della conterraneità. Hai un colorimetro? |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 10:52
@MicheleCT se ho capito bene, per le immagini da mandare in stampa su carta dovrei usare sempre AdobeRGB ? grazie. |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 11:50
@EmilLask Sì, ne ho uno, ma attualmente si trova ad Aosta, e io sono a Roma. Sto traslocando pian piano. @Gr8wings No, Adobe RGB non andrebbe mai usato per nessun motivo, tranne nel caso in cui tu sia obbligato a non scattare in RAW (e quindi a scattare in JPEG in camera). Per la stampa su carta è più auspicabile un profilo ampio, tipo ProPhotoRGB o RaamielRGB. |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 12:16
vedete il profilo come una mappa e il monitor come un territorio. Se non avete la mappa vi muovete sul territorio alla cieca. Se avete la mappa ma è imprecisa idem. Se il territorio cambia e la mappa rimane la stessa, potreste avere dei problemi in alcuni punti del territorio. Quindi se fate la mappa del territorio nel 2016 e poi non la fate più potete solo sperare (cosa improbabile) che il territorio non cambi durante l'utilizzo, più o meno pesante, che ne farete. Una buona strategia, come con tutti gli strumenti, è stabilire l'intervallo di calibrazione e profilatura, in base all'utilizzo. |
| inviato il 05 Dicembre 2016 ore 15:01
“ Quesito per gli esperti: il profilo del monitor andrebbe ricreato periodicamente. Ma una volta riportato il monitor ai settaggi di fabbrica e profilato, non sarebbe sufficiente periodicamente resettarlo e reimpostare lo stesso profilo realizzato? Ovviamente a parità di condizioni di visione, collocazione del monitor, illuminazione dell'ambiente, ecc. „ Per inserire il monitor nella catena del colore servono tre fasi: 1-Calibrazione 2-Caratterizzazione 3-Profilazione Nei monitor più economici e con software di base, tutta la procedura è accorpata e viene fatta in blocco. Di solito la calibrazione è piuttosto semplice e la caratterizzazione rapida su dei set di patch limitati, per la creazione di profili matrix. Nel caso di monitor professionali si tende invece a distinguere la calibrazione dalla caratterizzazione e successiva profilazione. Questo perché sia il monitor che lo strumento di misurazione consentono una caratterizzazione molto più accurata, e quindi molto più lunga; si arriva anche a set di più di 3000 patch. Una caratterizzazione così accurata e poi sfruttata per la creazione di profili cLUT molto precisi. Siccome rifare tutto da zero significa perdere ore, periodicamente si procede alla ricalibrazione, negli stessi parametri usati per la prima caratterizzazione. Una volta riportata la periferica nello stato di calibrazione precedente il profilo torna ad essere una mappa accurata. Tutto questo però ha senso solo con monitor professionali e se si usano caratterizzazioni così estreme. Per un monitor economico profilato in matrix... tanto vale rifare sempre tutto. |
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