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Vorrei imparare le regole compositive


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avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2016 ore 20:38

e rischiare di non farti capire da nessuno?


Considerata l'alternativa alla quale mi riferivo, direi che tale rischio sarebbe comunque di gran lunga preferibile! Sorriso

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 9:53

Certo Ironluke, il messaggio, il contenuto è la cosa fondamentale, tuttavia credo che si stia confondendo il contenuto con "le regole".


Riporto il tutto a quest'esempio linguistico.
"la luna è come un scrivania telefonica!"
Bene non vuol dire nulla, tipo battiato nei suoi testi...
Ma tuttosommato è codificato, io riconosco i suoni, li metto insieme, e poi il mio cervello dice..."ok questo è matto e non ha niente da dire!"
La stessa frase potrei dirla in inglese, francese, cinese, swahili ecc...
Potrei dire:
"Il nostro satellite pallido ricorda uno scrittoio con il quale si può anche parlare con altre persone a distanza!"
e così via....
frase inutile, paragonata ad una foto inutile, grammaticalmente corretta ma DEL TUTTO VUOTA NEI CONTENUTI.


Ma se io dicessi....
"luna un telefonica la è scrivania come"
Non ho applicato nessuna regola grammaticale e la foto/frase risulta assolutamente incomprensibile, non più solo priva di senso ma del tutto incomprensibile.
Lo stesso discorso vale per una frase a senso compiuto.
"vado a prendere il latte!" potrebbe diventare "latte a il vado prendere!".
Non vuol dire niente, certo io poi nel mio cervello la ricostruisco...ma di fatto risulta incomprensibile.

Infine chiaro, ognuno fa come meglio vuole.
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 10:04

Molto bello il video di cusufai

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 12:12

Certo Ironluke, il messaggio, il contenuto è la cosa fondamentale, tuttavia credo che si stia confondendo il contenuto con "le regole".


Nel messaggio che hai prima citato dicevo semplicemente che secondo me al limite è meglio ignorare le "regole" piuttosto che diventarne schiavi, e facevo un esempio lampante di quest'ultima condizione. Faccio notare che a chi ha aperto la discussione ho consigliato uno specifico testo sulla composizione, proprio perché il suo autore è molto chiaro anche nel mettere in guardia dal rispetto di presunte "regole" che in effetti non esistono, scongiurando così auspicabilmente per il lettore il rischio di cui sopra.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 12:17

Le regole sono solo strumenti del linguaggio fotografico. Così come un poeta per esprimere un concetto ha bisogno delle parole e di conoscere bene la grammatica (per eventualmente ridiscuterla) un fotografo ha la necessità di conoscere e molto bene le regole di composizione. Poi (quando le sa usare) può decidere se farne a meno.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 15:09

tuttavia credo che si stia confondendo il contenuto con "le regole".

Esatto. O forse nel caso delle frasi le regole grammaticali con il linguaggio.

Comunque se la frase "luna un telefonica la è scrivania come" è senza senso ed è inutilizzabile in un romanzo ottocentesco potrebbe essere facilmente inserita "efficacemente" in un romanzo in cui uno dei suoi protagonisti è mentalmente disturbato.
O ritornando in ambito fotografico la regola (????) dei terzi dice che un soggetto posizionato in quel punto è più piacevole. A parte che non è sempre vero ma se comunque io non volessi renderlo "piacevole"? Si tratta affatto di una terribile trasgressione a una regola o semplicemente di una sensazione/messaggio che voglio comunicare in un certo modo con un linguaggio fotografico condiviso? L'importante appunto è sapere cosa sto facendo e che messaggio passerà all'osservatore.

Ma facciamo finta che sia come dite voi.
Vi chiedo quali sono dunque queste regole della composizione a cui devo umilmente sottostare che richiedono anni e anni di studio e applicazione?
Regola dei terzi, orizzonte dritto? E poi? Ancora qualcosina ma non molto che si impari in più di mezza giornata. O no?
E quali sono poi i maestri di riferimento che applicano pedissequamente queste regole?
Bresson? Meyerowitz? Eggleston? William Klein? Robert Capa? Robert Frank? Winogrand? Friedlander? Shore? La Meier? Leiter? Di quelli che mi piacciono non me ne viene in mente nemmeno uno.
Forse Bresson un po' la regola dei terzi e comunque spesso a posteriori (nel senso che quando ha giusto mezzo secondo per scattare secondo voi si va a calcolare in diretta la bisettrice della sezione aurea?). E poi se un po' la applica e un po' no che razza di regola sarebbe?

Mi direte: si ma sono maestri loro possono permettersi di infrangerle...
Certo ma quindi i miei modelli di riferimento dovrebbero essere i bravi fotoamatori che applicano delle regole (o meglio cliché) per avere più like su fb o i "grandi" che stimo e che non le hanno mai applicate?


Boh poi magari potrà anche funzionare, e ripeto qualche paletto all'inizio può anche aiutare il cavallo distratto, ma non mi sembra il sistema più furbo per accrescere la propria cultura fotografica...



avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 15:44

Opisso, sono in parte d'accordo con te, ma parliamoci chiaro, tu hai la capacità di mettere o no, l'orizzonte dritto/storto o come vuoi tu, perchè hai già interiorizzato la "regoletta" dei terzi.

Dai tuoi discorsi si capisce che parli di cose che conosci, e siamo d'accordo, che seguire le regole ciecamente potrebbe portare a volte a foto vuote, ma NON conoscerle affatto no, per me è sbagliato.
Non è cultura, non è studio, non è consapevolezza.
E' anarchia dell'immagine, sregolata.

Non mi sembra di aver scritto da nessuna parte che le regole vanno seguite pedissequamente, assolutamente no.
Ho detto e ripeto perchè ne sono straconvinto che le regole prima si conoscono e poi, volendo si infrangono.

Vi chiedo quali sono dunque queste regole della composizione a cui devo umilmente sottostare che richiedono anni e anni di studio e applicazione?
Regola dei terzi, orizzonte dritto? E poi? Ancora qualcosina ma non molto che si impari in più di mezza giornata. O no?

La "regoletta" didattica si impara anche in meno di mezz'ora, ma poi è metterla efficacemente e correttamente in pratica, con altri fattori che determinano la foto voluta.
Quello è il difficile.

E quali sono poi i maestri di riferimento che applicano pedissequamente queste regole?

Bhè queli che piacciono a me si, non sempre, non da muli, ma le seguono.
Adams, per citare il solito mostro sacro, ma poi Rowell, Wiggett, e altri meno "sacri" ma comunque molto validi.


Forse Bresson un po' la regola dei terzi e comunque spesso a posteriori (nel senso che quando ha giusto mezzo secondo per scattare secondo voi si va a calcolare in diretta la bisettrice della sezione aurea?)


Esattamente diciamo la stessa cosa, quando le regolette tanto odiate sono state metabolizzate, quinid imparate e conosciute a precedentemente, diventano naturali e diventano parte integrante del processo comunicativo di un fotografo.
Le conosci sono tue alleate?
Deciderai in una frazione di secondo poi sse usarle per quello che vuoi comunicare oppure no.
Non le conosci?
sei necessariamente limitato. (il "sei" non è riferito a te e ne a nessuno è ipotetico)

Poi ripeto, per l'ennesima volta, ognuo fa come vuole.
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 15:56

Pensi davvero che hcb scattava a × se aveva solo mezzo secondo?
Prima di tutto quasi tutte le sue foto sono "costruite" nel senso che prima trovava il pdr studiando la composizione e poi aspettava il momento giusto che si palesava magari in mezzo secondo (ma la foto era già fatta dentro alla sua testa).
Secondo un po' come guidare, le prime volte devi pensare, schiaccio la frizione, ingrano la prima....; poi è automatico come è istintivo utilizzare e regole compositive in fotografia per uno bravo. Basta un attimo, questione di approccio

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 16:01

francamente senza regole da dover rispettare,non esisterebbe niente,altro che fotografia.
su alcuni commenti sono francamente basito,boh.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 16:19

allora.. in genre di regole se nè usano diverse...

www.azphotography.it/wordpress/?p=1559



avatarjunior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 16:52

La composizione viene studiata dagli psicologi cognitivi per capire come funziona il cervello. Ci sono esempi sull'arte, sulla musica e anche sul semplice disegno dell'uomo qualunque.
Le regole della composizione funzionano perché il cervello ne ha bisogno, non ne può fare a meno, sia nella fase di conoscenza (attraverso i sensi) sia nella fase di espressione-comunicazione.
Il fotografo, o l'artista se preferite, sa che deve applicarle ma padroneggiandole. Qunidi niente schemi copiati dal libro di Freeman,quello serve solo per capire di cosa si parla, spiega i fondamentali, come nello sport, poi non basta mettersi le scarpette per battere i record.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 17:05

Vale per tutto non solo la composizione. Se adotti le regole comunichi più facilmente. Se esci di poco dalla regole naturali (che cambiano con i tempi e con i luoghi) comunichi meno direttamente e costringi chi guarda a far lavorare diversamente il cervello. Questo è bene. Se esageri Eeeek!!! il tuo lavoro sarà sicuramente originale, ma c'è il rischio che piaccia solo a te, non lo capisca nessuno o quanto meno non chi frequenti o che vive nel tuo tempo. Quindi se volete essere completamente liberi, fatelo ma rischiate di essere apprezzati postumi. Se piace... MrGreen liberi di farlo!

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 17:15

Bhè queli che piacciono a me si, non sempre, non da muli, ma le seguono.
Adams, per citare il solito mostro sacro, [...]


E citiamolo, il buon vecchio Ansel:

"If everyone possesses some measure of this intangible quality called creativity, photography is unprecedented as an outlet for its expression. Yet at times it seems that the very freedom and accessibility of photography are self-defeating. Thoughtful application is often submerged by avaricious automation of equipment and procedure. The challenge to the photographer is to command the medium, to use whatever current equipment and technology furthers his creative objectives, without sacrificing the ability to make his own decisions. The impression prevails that the equipment and the following of 'rules' assure achievement. Edward Weston's definitive statement, 'composition is the strongest way of seeing,' should clarify the meaning of visualization and put aside the notion that any rules are more than artifice."

avatarjunior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 17:39

All'inizio la composizione era matematica (vedi Pitagora et al.) poi è divenuta dibattivo culturale, oggi è scienza, non c'è più niente da discutere se non in ambito scientifico.

Ciò di cui parlavano autori prima degli anni cinquanta erano idee opinioni, pur rispettabilissime. Oggi si parla di metodo scientifico. Il cervello è una macchina, risponde a delle regole. La mente ancora non si sa in quale parte del cervello sta, ma là sta.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2016 ore 18:57

Iron sembra che le regole di composizione non ti vadano a genio però ritieni corretto fare una citazione senza dirne la fonte e farla parlarlare al posto tuo. La vedo una forzatura del linguaggio espressivo molto più forte che seguire una regola compositiva ;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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