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Spazialità, ariosità, tridimensionalità: me le fate vedere?


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avatarsenior
inviato il 31 Gennaio 2016 ore 23:17

La mia versione di spiegare la tridimensionalità.
Questa, in una figura piana, è il rapporto ed equilibrio che intercorre tra il posizionamento delle ombre, luci, prospettiva tale da ricondurre l'immagine alla versione 3D reale dell'immagine in 2D.
Quanto più il rapporto sarà simile ad un' immagine reale per come la percepiamo, allora l'immagine 2D ingannerà l'occhio simulando il 3D. Se il rapporto è mancante o errato, allora l'occhio non sarà ingannato e quindi niente tridimensionalità.
Un esempio è questo che propongo. E' solo un gioco di luci, ombre e prospettiva. Non ci sono colori o figure alle quali può essere ricondotto un rapporto di proporzioni. Solo cerchi e rettangoli. Quel che rende il tutto tridimensionale è il rapporto tra ombre, luci, profondità e prospettiva. Questo rapporto, inganna l'occhio riconducendo il tutto ad un'immagine tridimensionale. Perchè la nostra mente "riconosce" quel tipo di associazione avendola già nel proprio "database". Nell' inconscio. MrGreen



Per me questa, è la tridimensionalità di un'immagine in 2D. Poi tanti altri fattori in fotografia, concorrono ad accentuare la tridimensionalità di un'immagine, quali, stacco dei piani, nitidezza dell'immagine, PDC ed altro. Ma di base per me, restano la percezione delle luci, ombre, profondità e prospettiva combinate in un modo specifico.


user46920
avatar
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 1:02

OT:
Ooo, tu non puoi leggere i miei messaggi: sei stato interdetto !!! Cool
fine OT.

Anonimo:
la vera tridimensionalità... è data dal fatto che un occhio vede una cosa, l'altro occhio ne vede un'atra.

quindi quelli che hanno solo un occhio, come il Tenente Colombo, non possono capire che vivono in un realtà tridimensionale ?? Eeeek!!!

e come mai ho tre amici che hanno un occhio solo, ma hanno tutti e quattro la Patente di Guida o il Permesso di Condurre ??? (... compreso il Tenete Colombo ;-))

Invece di spararle grosse o troppo grosse, non è meglio prima ragionare con calma ed arrivare così alla fine di un discorso, magari che abbia anche un senso compiuto?

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 1:48

e come mai ho tre amici che hanno un occhio solo, ma hanno tutti e quattro la Patente di Guida o il Permesso di Condurre ???

Non dovrebbero, la loro capacità di valutare distanze e rapporti è compromessa, chi volesse provi a far toccare la punta di due penne con un solo occhio e poi riprovi con entrambi.
L'esperienza di realtà permette anche con un occhio solo di avere con buona approssimazione una percezione verosimile del mondo che ci circonda, ma mai precisa quanto la visione binoculare, che è insindacabilmente la causa della nostra visione tridimensionale.

Non capisco perchè le vostre diatribe debbano diventare scontro aperto in qualsiasi thread e su qualunque argomento, trovo veramente insensata questa continua guerriglia.

Tornando in topic la percezione di tridimensionalità di una foto bidimensionale credo vada attribuita a
- luci e ombre che simulano e danno percezione di spessore




-Disposizione e composizione tale da suggerire il punto di fuga (che nella nostra esperienza associamo alla profondità)




-sfocatura dello sfondo




O una combinazione di due o più dei sopracitati


Può un obiettivo di pari focale e apertura essere più "tridimensionale"? Non lo so, devo ancora farmi un'idea a riguardo.

user46920
avatar
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 3:07

Non dovrebbero, la loro capacità di valutare distanze e rapporti è compromessa...

Eeeek!!! .. non dovrebbero ??? Eeeek!!!

e perché mai ??? ... è vero che la capacità di valutare le distanze e anche il campo visivo, come l'acutezza visiva, diminuiscono, infatti se non l'hanno cambiata ci sono dei limiti di legge sulla cilindrata e/o potenza ... ed altri limiti, ma non capisco questa minchiatella che non dovrebbero ;-)


ma mai precisa quanto la visione binoculare, che è insindacabilmente la causa della nostra visione tridimensionale.

No, c'è anche la luce, lo sfocato, le linee convergenti, ecc ... tu sottovaluti il tuo cervello e le tue capacità ;-)

Può un obiettivo di pari focale e apertura essere più "tridimensionale"? Non lo so, devo ancora farmi un'idea a riguardo.

Certo che può, ed è tutto merito dei progettisti!

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 9:04

No, c'è anche la luce, lo sfocato, le linee convergenti, ecc ... tu sottovaluti il tuo cervello e le tue capacità

Quelle, esattamente come nelle foto, danno una "percezione" di tridimensionalità dovuta alle nostre esperienze di vita reale che ci fanno leggere questi elementi come profondità, ma non vanno scambiati con una vera visione tridimensionale. Le illusioni ottiche si basano spesso sul nostro senso di tridimensionalità dovuto a elementi come ombre e prospettive, che viene infatti ingannato, in quanto si basa solo sull'interpretazione tridimensionale di elementi bidimensionali, le stesse illusioni in 3d non funzionerebbero perché la visione stereoscopica li smaschererebbe immediatamente. Non confondiamo visione tridimensionale e percezione tridimensionale.
Chi vuole testare la differenza prenda due penne, chiuda un occhio e (a braccia piegate) provi a far toccare le punte, e poi riprovi con entrambi gli occhi. Si può fare anche con la punta delle dita.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 9:17

Caro L'occhiodelcigno, la condizione essenziale affinchè sia riprodotta una visione 3D, o meglio stereoscopica, è che un oggetto sia visualizzato contemporaneamente da due punti di vista differenti. Non a caso gli esseri umani hanno due occhiMrGreen?. Il principio della stereoscopia è applicato nella fotogrammetria ed anche nei telemetri. Le persone che vedono da un solo occhio hanno problemi nel valutare la profondità, o meglio la distanza che separa due o più oggetti che vedono frontalmente. In gran parte questo handicap è mitigato dall'attività celebrare, che ricostruisce la scena in 3D. Semplificando, l'occhio e il capo compiono spostamenti impercettibili, che forniscono visioni dello stesso oggetto da angolazioni e punti di vista differenti. Il cervello elabora queste informazioni e riesce, con buona approssimazione, a ricostruire la profondità di una scena. Se vuoi puoi fare un semplice esperimento, tieni chiuso un occhio e il più fissi possibile il secondo e la testa, allunga davanti a te e allarga le braccia con gli indici delle mani rivolti verso il centro. Ora cerca con un movimento rapido di far toccare le punta delle dita?. Molto probabilmente non ci riuscirai!!!! Semplicemente ti è mancata la visione stereoscopica !!!|!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 9:25

quindi quelli che hanno solo un occhio, come il Tenente Colombo, non possono capire che vivono in un realtà tridimensionale ??

Chi ha cecità monoculare NON può avere visione tridimensionale. é esattamente così. Ma questo non significa che non abbiano percezione tridimensionale della realtà (anche perchè questa è tutta un'altra questione).
La visione binoculare è anche detta visione stereoscopica o stereopsi o stereopsia.
Per la guida in auto la visione tridimensionale (binoculare) non è richiesta.
Anche io ho un amico con visione monoculare e può guidare tranquillamente l'automobile. www.patente24.it/i-monocoli-e-la-patente-di-guida/
Purtroppo invece non ha potuto conseguire la patente come pilota cui tanto ambiva poichè è richiesta la visione binoculare www.optivist.com/patenti.php
(a) Acutezza visiva da lontano. L'acutezza visiva da lontano, con o senza correzione, deve essere 7/10 o più in ogni occhio separatamente e l'acuità visiva binoculare deve essere di 10/10 o più [vedere JAR-FCL 3.220 (h) seguente] . Non devono essere applicati limiti all'acuità visiva non corretta.
Chi ha visione monoculare non solo non può vedere la realtà in 3D ma neanche la finzione, ovvero, gli occhialini colorati o polarizzati, utilizzati al cinema per vedere film in 3D sono del tutto inutili per avere una percezione 3D anche della finzione. Allo stesso modo, gli stereogrammi non possono essere visti da chi ha una visione monoculare. it.wikipedia.org/wiki/Cinema_tridimensionale
Questo non significa che chi ha visione monoculare non possa capire che vive in una realtà tridimensionale. Per questo la vista non è nemmeno necessaria. Anche chi non ha nè la vista nè l'udito, (nè l'ofatto), è comunque possibile capire di vivere in una realtà tridimensionale. www.legadelfilodoro.it/

Valutando solo l'aspetto visivo, la rappresentazione di tridimensionalità appare in ogni immagine che non sia (per es.) una pagina di scrittura. Infatti è sufficiente un campo prospettico per far si che chi vede con un solo occhio abbia la percezione di vivere in un mondo tridimensionale.
Dal punto di vista percettivo, il monocolo, percepisce la realtà molto più similmente (rispetto a chi a ha visione binoculare) alla realtà percepibile con una normale fotocamera.
La percezione della distanza nel monocolo è aiutata anche dalla messa a fuoco.
La determinazione della distanza è valutata pure sulle basi esperenziali.
A distanza un oggetto è percepito più piccolo ma non basta certo questo per poter dire di avere una visione tridimensionale.
it.wikipedia.org/wiki/Visione_binoculare
La visione tridimensionale (binoculare) serve per avere una determinazione precisa della distanza, impossibile attraverso un occhio solo.
è noto che tutti gli animali che necessitano della valutazione precisa delle distanze (felidi, rapaci, primati, ecc...) sono provvisti di visione stereoscopica. Anche il camaleonte che, che può girare gli occhi come vuole, nel momento della predazione converge gli occhi verso la preda per valutare meglio la distanza.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 9:53

www.nadir.it/ob-fot/SPECIALE_OBIETTIVI/speciale_ob-02.htm

Non è che questi parametri non esistano, è che non tutti li vedono e non a tutti questa cosa importa o interessa.
L'autore dell'articolo che ho linkato non è proprio l'ultimo arrivato. Leggete la parte che parla del contributo dello sfocato.

Il discorso si fa lungo e andrebbe affrontato con stampe di dimensioni accettabili e soprattutto con proiezioni (preferibilmente di diapositive). Allora forse i risultati sarebbero più evidenti. Sul web non lo saranno mai e queste discussioni difficilmente arriveranno a qualche conclusione.

Io dico solo una cosa: negli anni in cui si è creato il mito delle lenti Leica, c'erano i progettisti che nel progettare le ottiche, dosavano sapientemente alcuni parametri legati alle aberrazioni ottiche, contenendo la nitidezza in alcune zone della lente, per riuscire a tirare fuori immagini che assomigliassero alla visione dell'occhio umano (che non vede tutto nitido e tutto a fuoco). Una progressione dello sfocato naturale e gradevolissima.
Eppure le ottiche nitide quelli le sapevano fare altrochè!!! L'Apo-Telyt 180 è una lente che spacca il pelo. Ma quando facevano il 35 mm o il 50 stavano attenti a queste cose.
Perché lo facevano?

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 10:01

infatti Nadir saggiamente non parla di visione ma... ...di compensazione.
Fotografando una sfera questa diventerà un cerchio, ma il cervello riesce a compensare questi limiti grazie alla conoscenza dello stesso oggetto e grazie alle infinite ombre che danno l'idea della profondità

per riuscire a tirare fuori immagini che assomigliassero alla visione dell'occhio umano

frase esatta: l'occhio, non gli occhi.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 10:10

Non credo che si possa parlare di queste cose su una pagina web, postando fotine compresse e visualizzando a video.
Poi, se a questo si aggiunge anche il fatto che si fanno le pulci alle parole e la si mette sulla dialettica...

Come anticipato, non ne uscirete...

Il 50 Summilux II versione per Leica M, lente leggendaria, è ottimizzato al centro in maniera evidente e voluta, proprio per ottenere il tipo di resa che dicevo. Dubito che una manciata di appassionati del web e della tecnologia riesca a negare le valutazioni delle decine di migliaia di fotografi che nell'arco di cinquant'anni l'hanno usato e lo usano ancora oggi, a ragion veduta, proprio per queste caratteristiche.

Buona continuazione.



avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 10:15

non è una questione dialettica, si parla dell'occhio del fotografo e non degli occhi del fotografo non a caso.
La visione tridimensionale è preclusa a chi vede con un occhio solo, questo è un dato di fatto. La sua percezione della realtà tridimensionale è acquisita con altri modi di compensazione di cui è dotato l'umano, ma un soggetto monocolo non può avere visione tridimensionale propriamente detta.
Un film girato in 3D (non un cartone), necessita di DUE cineprese.


qui l'argomento della visione umana rapportata alla fotografia che ho provato ad aprire www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1594960

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 10:33

Il 50 Summilux II versione per Leica M, lente leggendaria, è ottimizzato al centro in maniera evidente e voluta, proprio per ottenere il tipo di resa che dicevo.

se è vero che la percezione centrale della retina (fovea) è superiore a quella della parte restante, per applicare l'analogia ad un obiettivo credo la questione si complichi. infatti quango guardiamo una fotografia l'occhio si muove, non sta fermo come un 50 Leitz.
ecco qui 2 es. di cosa fanno i nostri occhi gurdando un volto umano


quindi credo che la maggiore analogia la si ottenga con una risolvenza centrale pari a quella ai bordi.

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 10:47

Walter Mandler la pensava diversamente da te

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 11:08

tanto di cappello a chiunque la pensi diversamente da me.
il 25mm Carl Zeiss è (era) noto per la sua resa di contrasto e colori, la sua risolvenza eccellente in centro, scarsa in campo medio, pessima ai bordi.
nonostante questo molti lo amavano.
Fare un'ottica con una risolvenza elevata su tutta l'area è più difficile.
Poi se lo si fa di proposito a renderlo meno risolvente ai bordi, probabilmente riesce anche bene...

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 12:15

Ma perché facevano di proposito in modo che le aberrazioni agissero sull'immagine in una certa maniera? Qualcuno se lo è mai chiesto questo?
Perché usavano vetri con dentro le terre rare e Lantanio, quando altri costavano molto meno?

Per fare un'ottica che risolva su tutta l'area in maniera elevata, basta metterci dentro delle lenti asferiche.
Per farne una che abbia altri tipi di requisiti, questo non basta. Bisogna sapere dosare sapientemente moltissimi altri fattori ed ingredienti, comprese le aberrazioni e i cosiddetti "difetti".

A fare una teglia di farinata sono buoni tutti, anche il primo pizza d'asporto dietro l'angolo.
A farla buona, sono bravi in pochi. Perché in quel caso non basta miscelare acqua e farina e cuocerla: devi farla riposare nella maniera giusta, mettere la corretta dose di sale, scegliere l'olio e la farina, miscelare con l'olio solo al momento giusto, riuscire a cuocerla con la sfiammata iniziale in modo che si bruciacchi leggermente in superficie pur rimanendo quasi fluida all'interno, e il tutto senza che ti attacchi alla teglia.

Però, sono entrambe delle farinate di ceci.








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