user58635 | inviato il 03 Febbraio 2016 ore 13:54
“ Vedi, tu credi che sia insistente perchè ho deciso di imporre a tutti i costi la "MIA" idea, per assurgere ad un ruolo di superiorità, per gratificazione. „ Io non credo nulla, sei stato tu stesso a definirti ripetitivo. “ E' necessario perchè ho a cuore la fotografia „ come tutti in questo forum. “ se vuoi posso farti i nomi di fotografi con cui ho discusso personalmente (anche) di queste tematiche „ Non voglio grazie. “ Toni tranquilli, che siamo in cerca di migliorarci tutti „ Sono tranquillissimo, però nei tuoi post si denota una spocchia e un'aria di superiorità che può dare fastidio agli altri utenti. Ti poni come se fossi il portatore assoluto della verità fotografica. Non è cosi. Scusami se non replicherò più in questo thread perchè qui si rischia di finire come nel thread di Benedusi (o come si chiamava poi). Pace. |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 14:24
“ " Sono ripetitivo" allora evita di esserlo:rileggiti il primo messaggio del topic. „ Hai partecipato anche alla prima discussione in merito?Non ricordo... Nel caso, mi dispiace dirlo (anzi, ripeterlo...) ma potrei essere stato volutamente provocatorio, nel ''primo messaggio del topic''. Sassolino già lanciato nelle 15 pagine scorse: se studiare la tecnica è considerato così fondamentale, così ''scontato'' per aspirare ad un risultato, perché non esiste lo stesso pensiero rispetto alla cultura fotografica?La sua storia, i suoi interpreti? Insomma, dire ''vorrei vedervi con soggetti in movimento usare gli automatismi'' è banale tanto quanto la mia domanda, permettimelo :) Mi autocito, tanto per ''non essere ripetitivo a mia volta'', dal topic precedente. “ Detto questo, mi chiedo: se è lapalissiano dire che la tecnica va, quantomeno in termini basilari, conosciuta; Se tutti considerano importante lo studiare il parametro esecutivo, la post produzione, la correzione colore, lo studio della sensibilità o della iperfocale, come mai è considerato quasi snob dedicare tempo allo studio della storia della. Fotografia? Perché così mi pare di leggere, ogni tanto. La mia è una provocazione solo in parte. Sono fermamente convinto che, in un contesto come questo dove si è sovraesposti al tecnicismo, uno splendido esercizio per la mente potrebbe essere quello di imporsi forti limiti che obblighino ad uscire dai binari che consideriamo fondamentali. Esempio? Instagram ;) oppure una polaroid, una tocca era, ecc. Qualcosa che ci obblighi a non aver controllo sulla post produzione (concettualmente parlando, chiaro che volendo si può farlo), sulla messa a fuoco, sulla esposizione. Che ci obblighi a spogliarci di quei dogmi che consideriamo assoluti e ci permetta, senza filtri e nel modo più genuino possibile, di mostrarci attraverso la fotocamera. „ |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 14:36
“ Non ho letto tutta la discussione perciò mi scuso se dovessi incappare in concetti già espressi. Mi è capitato di conoscere personalmente e frequentare workshop di grandi fotografi e tutti, dico TUTTI, spadroneggiavano la tecnica in modo raffinato, ma per loro era un fatto scontato e si spazientivano con quegli allievi che palesavano dei limiti in questo campo. Ma tutti, ripeto TUTTI, erano in grado di parlare con entusiasmo, per ore, di Stieglitz, di Weston, di Avedon etc. Sarà un caso? La provocazione di Fabrizio mi sembra chiara: siamo (quasi) tutti concordi sulla necessità di conoscere la tecnica del mezzo. Siamo, parimenti, (quasi) tutti concordi sul primato del pensiero, dell'idea, come fondamenti per realizzare immagini che abbiano senso e livello espressivo. Paradossalmente però l'affinamento del nostro pensiero, ottenuto attraverso lo studio, l'impegno, la cultura fotografica (e non) viene visto da molti, perfino, come nocumento ed inquinamento della nostra personalità espressiva. Non ricordo personalità di assoluto rilievo, in tutti i campi dell'arte (e della fotografia), "rovinati" dalla troppa conoscenza. Forse è un pericoloso morbo che colpisce solo gli juzzini? „ Questo invece un intervento di Jeronim, che mette ben a fuoco la cosa |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 14:44
Se può essere utile, questo scriveva Feininger nell'incipit di "La fotografia: principi di composizione" (capitolo 1, "Tecnica + arte = buona fotografia"): “ Ogni buona fotografia è il risultato di una sintesi ben riuscita di tecnica e arte. L'importanza della tecnica dovrebbe essere evidente a tutti, dal dilettante occasionale al professionista arrivato; con una tecnica scadente si ottengono fotografie non nitide, sbilanciate nei colori, troppo chiare o troppo scure; il che equivale a perdita di tempo, denaro e fatica. La padronanza della tecnica, dunque, è il primo requisito necessario per fare buone fotografie. Tutti noi, però, abbiamo avuto modo di osservare fotografie che ci hanno lasciati indifferenti malgrado fossero tecnicamente ineccepibili, e cioè nitide, esposte e sviluppate correttamente, soddisfacenti quanto a contrasto e a resa cromatica. Non sono riuscite a stimolare il nostro interesse perché il soggetto era banale, male interpretato, presentato senza risalto grafico. È evidente, quindi, che nemmeno una tecnica compiuta basta a garantire buone fotografie, se non è accompagnata dall'arte. D'altra parte un fotografo può essere dotato artisticamente, può essere sensibile alla bellezza, ai sentimenti, agli stati d'animo, ma se non possiede anche una buona tecnica il suo talento sarà sciupato, perché non sarà in grado di comunicare quello che sente per mezzo del linguaggio fotografico; la mancanza di tecnica impedirà sempre di esprimere se stesso in una forma fotografica efficace. „ |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 14:55
Gran bei libri quelli di Feininger, peccato che la maggior parte siano ora introvabili :) |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 15:52
Vero, sempre voluto leggere qualcosa di suo, ma non ho mai avuto modo di trovarli |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 15:55
Di principi di composizione gira un pdf in rete, certo se si decidessero a farne una ristampa... |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 17:47
Eh, appunto per quello dico ''introvabili'' :D |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 18:10
In inglese si trovano molto più facilmente e, se ci si accontenta di copie vissute, anche a poco. In italiano l'avevo preso in prestito in una biblioteca della mia città, poi con un po' di fortuna ho acquistato una copia dell'edizione originale, che comunque preferisco, in ottime condizioni e in totale spendendo qualcosa meno del prezzo a cui in media si trovano qui. Come un libro così possa non essere ristampato, oggi al limite anche solo in edizione elettronica, è per me un mistero. |
user14286 | inviato il 03 Febbraio 2016 ore 18:46
“ Hai partecipato anche alla prima discussione in merito?Non ricordo... Nel caso, mi dispiace dirlo (anzi, ripeterlo...) ma potrei essere stato volutamente provocatorio, nel ''primo messaggio del topic''. Cool „ allora hai un modo piuttosto contorto di esprimerti. “ se studiare la tecnica è considerato così fondamentale, così ''scontato'' per aspirare ad un risultato, perché non esiste lo stesso pensiero rispetto alla cultura fotografica?La sua storia, i suoi interpreti? „ ecco, bastava scrivere questo. |
| inviato il 03 Febbraio 2016 ore 19:01
Ho un modo contorto di esprimermi perché son carente di tecnica lessicale :D Qualcuno ha capito l'intento, però: a me basta. Sarebbe bastato scrivere quello, facendo passare in sordina però il tutto. Ci vuole un minimo di marketing anche nello scrivere i topic :P |
user14286 | inviato il 03 Febbraio 2016 ore 19:06
non è passato in sordina ma ci sono volute quindici pagine solo per capirsi... non cambia molto comunque. il tema divide (ma va?), e la conclusione ovvia è che lo studio della fotografia intesa come cultura è certamente importante, ma non indispensabile per fare fotografie significative (leggi: scoperta dell'acqua calda). |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 11:54
Se posso riproporre un pensiero già scritto in altre occasioni più volte, tornerei ad un paragone con la scrittura. Se è vero che per scrivere UN libro buono non è fondamentale la cultura (e la tecnica lo è in parte), è altrettanto vero che non ci sono scrittori di professione che in primis non siano grandi lettori. E se lo trasliamo alla fotografia, secondo me si può dire che UNA ( o anche solo una ogni tanto) foto buona è fattibile senza particolare background tecnico/culturale, ma farsi una carriera restando ignoranti è praticamente impossibile. (Questo solo considerando il rapporto 1:1 con la "propria arte", perchè non è infrequente che grandi fotografi siano anche grandi lettori e/o grandi appassionati di cinema o musica ecc ecc ecc e viceversa, ma qui il discorso si amplia ben oltre l'off topic) |
| inviato il 04 Febbraio 2016 ore 12:33
“ Oggettivamente, per quanto sia affezionato al buon Feininger, non è un libro da 50+ euro „ Concordo e dopo aver pagato la stessa cifra per " La fotografia" di Mulas che desideravo troppo, comunque visto il prezzo in copertina tutto sommato l'ho fatta meglio dell'acquirente originario, 50 euro oggi pesano meno di 75000 lire negli anni 70... |
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