| inviato il 02 Giugno 2017 ore 20:32
Il suo stesso scopritore nell'introduzione del libro distribuito dal gruppo editoriale espresso in questi giorni, evidenzia che non va sopravvalutata. A me piace tantissimo anche per ragioni familiari legate ai luoghi ed epoca rappresentati nelle sue foto. |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 1:30
Vivian Mayer ha fatto delle foto con una cura alla composizione ed una capacità comunicativa stupefacenti considerata l'epoca e la cultura della persona. Non capisco come si possa definire le sue foto senza lode ne ×a. Io la trovo una ottima fotografa, non a livello di Salgado ma di sicuro qualche spanna sopra la maggior parte dei partecipanti a questo topic, me incluso. |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 3:00
Ma non ho capito una cosa: le foto le hanno sviluppate postume? |
user46920 | inviato il 03 Giugno 2017 ore 4:30
si, nemmeno lei le ha mai viste |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 7:47
Quindi la selezione e lo sviluppo non sono sua scelta. Poi molte le ho trovate davvero belle. Sarebbe anche interessante capire come sono le altre non sviluppate. Mi spiego, Vivian è presentata come una persona un poco disturbata quasi compulsiva, sarebbe bello capire come scattava. Ma chi sviluppa le foto ha solo scopo di guadagnarci e punta a creare il mito |
user46920 | inviato il 03 Giugno 2017 ore 7:49
non che gli altri facciano diversamente ... ma tant'è! |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 7:59
Quindi non ha potuto nemmeno migliorarsi imparando dai suoi errori. Le sue foto sono frutto del puro istinto |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 8:17
Si, ma a quanto pare quelle note sono una piccola parte della sua produzione, o meglio dei rullini trovati da questo ragazzo che si è aggiudicato i rullini a un asta. |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 8:35
il successo della Mayer è imputabile ad una serie di fattori. Il primo: la donna era talentuosa, il secondo: ha sviluppato un genere che ha sempre, ma ora di più, tirato tantissimo, la street. Terzo:per com'è vissuta e come si son svolte le cose, entra nell'immaginario del possibile di tutti gli appassionati, una cenerentola della fotografia. Quarto, ha raccontato storie di vita Americana. L'America ha il vanto meritatissimo non di aver scoperto la fotografia, ma di dare importanza alla fotografia forse come in nessun'altra parte del globo..Li non ci sono chiese ogni 10 km con un Tintoretto, Tiepolo, Giotto ecc ,ecc, ed hano fame di arte e cultura e quindi danno un valore alto alla fotografia. Pensate solo che ad un anno dalla commercializzazione del Dagherrotipo, a Brodway c'erano 150 studi di fotografia, lo stesso numero di studi che c'erano in tutta europa.... Si capisce che l'operazione commerciale che spinge sotto è forte, i soldi iniziano a girare, ma penso che la Mayer meriti comunque un suo posticino nell'olimpo. ciao rob |
user46920 | inviato il 03 Giugno 2017 ore 8:54
“ ma penso che la Mayer meriti comunque un suo posticino nell'olimpo. „ anch'io ps: .. lo penso! |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 14:20
Non è questione di Rollei, ragazzi. C'è l'entusiasmo ed una disarmente serenità che qualcuno attribuisce all'ingenuità. Non ha fatto capolavori, ma cose buone e vere non contaminate da teorie e tecnicismi. Amava andare in giro con una macchina fotografica a fotografare quello che capitava. Non c'è cosa migliore e serena. |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 22:22
Sono pienamente d'accordo con Enzo. |
user26730 | inviato il 03 Giugno 2017 ore 23:37
Finalmente parole equilibrate e prive di esaltazione! La Maier era un'appassionata e attenta osservatrice della vita che la circondava. Ha amato fotografere quello che vedeva e aveva una notevole capacità di composizione. Ma da qui ad essere definita "un mostro sacro che ha prodotto innumerevoli capolavori" ci corre di mezzo un oceano!! Va anche detto che gli anni in cui ha fotografato la strada (50/60/70) erano anni in cui in America c'era solo l'imbarazzo della scelta sulle situazioni interessanti da fotografare. Gli stessi anni che hanno fotografato veri mostri sacri come Mary Allen Mark e Joel Meyerowiz con risultati nettamente più importanti. La Maier era un autodidatta e sostanzialmente non era una fotografa nel senso che non ha mai creduto nella sua fotografia e non ha per questo nemmeno avuto la possibilità di crescere e di migliorarsi. Gli altri che ho citato invece hanno vissuto di fotografia, sviluppando le loro foto, studiando le loro foto e la tecnica e percorrendo percorsi artistici che li hanno portati a crescere, a migliorare e a diventare grandi. La Maier non ha avuto la possibilità di crescere perché ha sempre vissuto la fotografia come una sua passione intima, quasi segreta. Sotto questa ottica le va dato atto che ha prodotto, a sua insaputa, cose interessanti e valide che però sono lontane dal concetto di capolavoro come lei era lontana dal poter essere definita mostro sacro. Max |
| inviato il 03 Giugno 2017 ore 23:45
Le foto della Maier , sono probabilmente la Maier. Dovresti andare oltre la superficie. Dovresti contestualizzare ciò che stai guardando. La storia della Maier è inscindibile dalle sue foto. |
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