| inviato il 07 Gennaio 2012 ore 11:53
Teoricamente la perdita di luiminosità dovrebbe essere più limitata , il valore del diaframma massimo è determinato dal rapporto tra lunghezza focale e diametro della pupilla di uscita ( in genere la lente frontale), quindi se all'infinito il 150 mm è 2,8 di luminosità 150:2,8 = il diametro della pupilla di uscita è 53,5 mm . Durante la focheggiatura gli obiettivi macro spostano i gruppi di lenti e , di fatto , allungano la lunghezza focale , infatti per raggiungere il rapporto di 1:1 a 38 cm la lunghezza focale dello schema ottico deve essere 19 cm. Quindi se dividiamo la nuova lunghezza focale 190 mm : 53,5 mm = avremo un diaframma massimo di 3,55. A meno che lo scorrimento delle lenti lungo il barilotto non determini anche uno spostamento della posizione della pupilla di uscita e che quindi questa non si rimpiciolisca...quello lo possono sapere solo quelli della Sigma | 
| inviato il 07 Gennaio 2012 ore 11:57
Suvvia.. l'intervento di Cos mi pare più che chiaro.. “ Ragazzi, sono semplici concetti ottici. il tale sigma su nikon fa visualizzare l'apertura REALE che è data, per QUALSIASI obiettivo, dalla seguente formula: apertura reale= apertura impostata * (1+ RR) dove RR è il rapporto di riproduzione. ora, a infinito, RR tende a zero e quindi si ha che l'apertura reale è pari a quella impostata. per distanze in cui RR è piccolo, il valore reale è comunque trascurabilmente simile a quello impostato. MA nella macro se andata a RR 1:1 si ha che l'apertura REALE è uguale a quella impostata per 2. ovvero nel caso del tale sigma usato a TA si ha: apertura reale= 2.8 * (1+1) = 2,8 * 2 = 5,6 ora nikon visualizza l'apertura reale. canon quelal impostata. that's all.... „ | 
| inviato il 07 Gennaio 2012 ore 14:27
É corretto anche io con la D90 quando provai il 105 macro vr, piu mi avvicinavo alla distanza minima piu l'obbiettivo chiudeva il diaframma, tutto ok è l'af interno (obbiettivo che non si allunga) che questo spiacevole inconvegnente. Ciao | 
| inviato il 07 Gennaio 2012 ore 14:36
Cos è molto ferrato e non mi permetto di contraddirlo, mi accodo però a Maurizio dicendo che la formula di Cos potrebbe (se non è così, mi ritiro in buon ordine) basarsi sul raggiungimento del RR attraverso l'allungamento, come avveniva classicamente fino al pre af (ad esempio per arrivare all'1:1 nel micro nikkor 105 che di suo arrivava a 1:2 serviva il PN11 che è lungo esattamente 52,5 mm, la metà di 105); con l'avvento delle lenti flottanti i macro si sono trasformati in realtà in zoom per cui quello che non si ottiene con l'allungamento lo si raggiunge con l'accorciamento della focale (più è corta la focale, meno occorre allungamento per raggiungere lo stesso RR: in teoria per arrivare a 1:1 serve un allungamento pari alla focale) detto questo, non mi avventuro in nessuna formula ma può essere che con i nuovi obiettivi macro i ragionamenti siano un po' più complessi... PS ne approfitto per rettificare un'informazione sbagliata che avevo fornito: il micro nikkor 105 AF (quello precedente al VR; pur avendo lenti flottanti che accorciano leggermente la focale, si allunga comunque anche fisicamente) che all'infinito è 2,8 a 1:1 diventa f/5 (non 3,5 come mi sembrava di ricordare, ma nemmeno 5,6 come direbbe la formula...) | 
| inviato il 05 Agosto 2013 ore 10:57
appena acquistato il 150 2.8 e confermo la "variabilità" della TA | 
| inviato il 05 Agosto 2013 ore 11:24
Da anni leggo nei forum che le riprese con obiettivi macro alla minima distanza di MAF, quindi al RR 1:1, la luminosità effettiva può scendere anche di 2 stop, quindi un f/2.8 diventa un f/5.6 effettivo, ma non sapevo che alcuni modelli di reflex fossero anche in grado di segnalarlo. Di questa storia della perdita di luminosità ne ho trovato conferma anche sulla dispensa di Capobussi: www.reflex.it/shop/index.php/biblioteca/macrofoto-guida-digitale.html . Questo spiega perché Sigma dichiara ufficialmente che col suo Sigma 150/2.8 (le vecchia versione non OS che ho pure io) l'AF funziona solo col moltiplicatori 1.4x, ma non col 2x. Dal momento che possiedo entrambi i moltiplicatori Sigma vi confermo che è proprio così. Ora però che l'autore mi ha messo la curiosità, provo un attimo a montare il 150 sulla 7D e osservo quanto mi indica il display, poi vi dico. Non ho mai fatto caso a questo dettaglio, perché le macro le faccio sempre a f/11 e f/16, raramente a f/8, quindi sempre con flash. Giorgio B. | 
| inviato il 05 Agosto 2013 ore 11:25
Scusate, non ho letto tutte le pagine, quindi potrei aver scritto cose già dette. Giorgio B. | 
| inviato il 05 Agosto 2013 ore 11:30
Tritone, a distanza macro 2,8 e' raro usarlo! Io non mi farei comunque troppi problemi. L' ottica e' di gran pregio. | 
| inviato il 05 Agosto 2013 ore 14:30
“ Ora però che l'autore mi ha messo la curiosità, provo un attimo a montare il 150 sulla 7D e osservo quanto mi indica il display, poi vi dico. „ ti indica l'apertura impostata, e non quella "reale". [se imposti 2.8 alla minima distanza di MAF indicherà 2.8] su nikon, pare di ricordare, viene mostrata l'apertura reale. edit: togliete il pare di ricordare. non mi ero accorto di rispondere al topic dove veniva sollevato il "problema" | 
| inviato il 05 Agosto 2013 ore 14:43
Ti confermo Desfroos, indica sempre f/2.8. Personalmente non la trovo negativa questa caratteristica della Nikon che indica l'apertura effettiva, anche se in fondo, quello che conta, è che ne tenga conto l'sposimetro in fase di misurazione, sia in luce naturale, sia utilizzando flash esterni E-TTL (I-TTL per chi usa Nikon). Per chi utilizza flash manuali il problema non sussiste, anche se richiede molta più esperienza, per evitare di fare tre o quattro foto di prova per averne una giusta. Giorgio B. | 
| inviato il 05 Agosto 2013 ore 14:46
“ Ti confermo Desfroos, indica sempre f/2.8. „ a suo tempo avevo fatto la prova io per tutti [nelle pagine precedenti] ... non volevo farti "sbattere", per questo ho scritto..  |   
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