| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:44
@Ale z libero di usare RGB anche se non Utilizzi grandi attrezzi profilati. La mia idea è che sia tutto più semplice con sRGB per ottenere buoni risultati senza ammattirsi. Poi ognuno si regola come crede. Ho semplicemente indicato la strada più semplice ed efficace per lavori non prof secondo la mia esperienza personale supportata anche dai tecnici di digitalpix da cui mi servo e che ho sentito per ottenere risultati buoni dai file che mando loro a stampare |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:49
“ @Ale z libero di usare RGB anche se non Utilizzi grandi attrezzi profilati. La mia idea è che sia tutto più semplice con sRGB per ottenere buoni risultati senza ammattirsi. Poi ognuno si regola come crede. Ho semplicemente indicato la strada più semplice ed efficace per lavori non prof secondo la mia esperienza personale „ Sempre senza polemica... Non capisco in questo caso in cosa consista "ammattirsi" e in cosa la strada che tu indichi sia "più semplice" e soprattutto "più efficace". Dico questo alla luce degli ultimi interventi che mi pare non mostrino chissà quale difficoltà insuperabile... |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 12:45
Semplice: quando parti da uno spettro ampio ma poi per la stampa devi restringerlo, c'è il rischio che i programmi taglino a caso i colori, dando risultati cromatici indesiderati (e ciò richiede un ulteriore aggiustamento manuale che ti risparmi se già in partenza parti da uno spettro meno ampio). Questo dando per scontato che nella stampa non avrai mai l'intera gamma che c'è in RGB e ammesso che abbia un monitor sufficiente a farti vedere correttamente l'intera gamma |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 12:48
gfirmani i programmi non tagliano a caso i colori, se hai l'accortezza di convertire a fine post produzione...e sei tu che decidi come eseguirla (colorimetrico relativo o percettivo). "ammesso che abbia un monitor sufficiente a farti vedere correttamente l'intera gamma" il fatto che tu non possa vederli non significa che il software non possa usarli per evitare posterizzazione. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 13:07
Ha ragione Ale Z., I apologize. Bosognerebbe usare ProPhoto, non AdobeRGB. “ Il PhotoPro, con le fotocamere digitali, non ha senso, perché il sensore non supera l'AdobeRgb, „ Torno a dire la stessa cosa di prima: se hai due curve, una che spinge un pixel fuori gamut e l'altra che lo farebbe rientrare nel gamut allo stesso colore (sia questo sRGB che AdobeRGB), se stai lavorando in ProPhoto il pixel torna al colore precedente se usi gli altri spazi, no, perche' clippa quando esci e parti da un punto diverso quando devi ritornare. Spero che la figura ve lo chiarisca una volta per tutte.
 Se lavori in ProPhoto il colore torna dov'era, altrimenti segue il clipping + curva 2. Non e' che il processore suda e bisogna risparmiarlo, usiamo tutto quello che possiamo e solo alla fine del processo usciamo nello spazio colore che ci interessa: una sola proiezione con clipping invece di 1000. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 14:43
“ quando parti da uno spettro ampio ma poi per la stampa devi restringerlo, c'è il rischio che i programmi taglino a caso i colori, dando risultati cromatici indesiderati „ Anche questo è un timore non fondato nei fatti. Basta fare una semplice conversione prima di andare in stampa. E poi ripeto: un conto è l'editing, dove dobbiamo sfruttare l'ampiezza massima di uno spazio colore per evitare vari problemi. Un conto è l'output (ad esempio verso la stampante), dove adeguiamo lo spazio colore al dispositivo di output (monitor, stampante,...) *** Sono due momenti distinti *** |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 15:53
Prima o poi alla stampa ci dovrai arrivare |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 19:00
"..editate .." ....non sai nemmeno scrivere in italiano e ti poni anche quei non problemi lì'? Mahhh.... |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 19:12
È un lemma presente nei dizionari da decenni: www.treccani.it/vocabolario/editare/ Se invece se ne fa una questione di stile, con questo metro probabilmente il 99.9% dei messaggi sul forum dovrebbero essere riscritti. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 19:19
“ "..editate .." ....non sai nemmeno scrivere in italiano e ti poni anche quei non problemi lì'? Mahhh.... „ anche meno eh |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 11:29
@Leopizzo: Sono il primo a sostenere che bisogna lavorare nello spazio colore più ampio possibile, per non perdere mai informazioni, è l'impostazione di base per avere un lavoro professionale. Infatti Photoshop (Adobe in generale) converte sempre tutto in CieLab (non sono certo che lo facciano anche tutti gli altri software), poi, alla fine dell'elaborazione, riconverte nello spazio selezionato dall'utente. Quello che intendo con quella frase di prima è che, nel caso delle fotocamere digitali, il valore catturato è sicuramente sempre dentro lo spazio colore AdobeRGB, inoltre il nostro amico ha messo delle schermate di Camera Raw (sempre Adobe), quindi il caso che hai citato accade, ma non fa danni, perché siamo sicuri che il software stava lavorando in CieLab. In precedenza, invece, si parlava di lavorare in Srgb e basta (a meno che non stia ricordando male), quindi, per la massima sicurezza, si ritorna al concetto di base di lavorare col massimo gamut possibile. La questione del gamut coperto dalle fotocamere digitali è sparsa, ci sono dei siti (come Imaging resource) che mettono online le proprie misurazioni, ci sono state anche riviste, come Tutti Fotografi (che non seguo da qualche anno, all'epoca c'erano dei test carini di fotocamere ed ottiche) che lo facevano, bisogna fare un po' di ricerca e valutare l'affidabilità della fonte. In generale, quando le fotocamere riusciranno ad eccedere, anche di poco, l'AdobeRGB, troveremo nel menu l'opportunità di lavorare in spazi colore più ampi. Qui sotto il test della D3X: www.imaging-resource.com/cameras/nikon-d3x-review/imatest/ |
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