| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 18:13
Beh dai, mi piace che questa mia presentazione abbia generato un bel dibattito. |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 18:33
“ Uno sfondo che ha colori più freddi sembrerà più distante dal soggetto se questo ha colori caldi „ Azz. questa non la sapevo!... |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 18:34
“ Non ridurrei tutto alla regola dei terzi, poi ovviamente non è che le regole vadano seguite sempre bovinamente, ma ci sono cose oggettive „ Io resto dell'avviso che per infrangere le regole per prima cosa bisogna conoscerle, poi possiamo pensare come cambiarle. Mi viene in mente la famosa licenza poetica dove è la conoscenza della grammatica che permette al poeta di modificarla. |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 18:38
Ho un libro il cui titolo è pressappoco questo: conoscere le regole e come infrangerle |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 18:47
Beh, avere un'idea di cosa si sta facendo dovrebbe essere la base, altrimenti si sta fotografando un po' a caso (che magari, data la natura del mezzo, una volta ogni tanto potrebbe pure portare del tutto accidentalmente a qualcosa di interessante, ma è un altro discorso, e comunque credo che nessuno aspiri a questo). "A mio avviso, in fotografia, anche le poche regole compositive accettabili sono soltanto dei suggerimenti che il fotografo deve tenere come riferimento, libero di seguirli o di trascurarli. Anche le regole più collaudate possono avere eccezioni valide, a volte anzi infrangere le regole è il mezzo migliore per fare una bella foto. Sempre che il fotografo sia cosciente di quello che fa. La «sezione aurea» non è una panacea, anche se il suo uso assicura all'immagine proporzioni gradevoli. Anzi, col suo effetto di serenità e armonia può condurre a risultati fiacchi e noiosi. [...] L'orizzonte, o un'altra linea importante, non dovrebbe mai dividere un'immagine in due parti uguali, perché ne risulterebbe un effetto monotono. Ma se un fotografo con la sua foto volesse proprio rendere l'idea della monotonia? [...] Nel ritratto, quando il soggetto non guarda l'apparecchio fotografico, si dovrebbe lasciare maggior spazio nella parte dove si dirige lo sguardo che nell'altra dietro il capo della persona ritratta. Cosa non necessariamente vera, soprattutto se si vuol dare un senso di tensione. [...] In effetti non esistono regole di composizione, e meno che mai regole inviolabili. Ci sono soltanto dei principi; anche questi però vanno intesi solo come idee-guida, passibili di interpretazioni e revisioni. Se un fotografo sente fortemente la composizione, gli suggerisco di esprimersi liberamente nelle sue fotografie senza curarsi delle opinioni altrui." (Andreas Feininger, "La fotografia: principi di composizione") |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 18:59
“ Se un fotografo sente fortemente la composizione, gli suggerisco di esprimersi liberamente nelle sue fotografie senza curarsi delle opinioni altrui. „ concordo, ho cominciato a far foto, per me soddisfacenti, quando ho smesso di ascoltare pseudo saccenti |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 20:17
"...questa mia presentazione abbia generato un bel dibattito" è uno degli aspetti del Forum che più apprezzo per tutto quanto ne può scaturire , soprattutto quando , come ora e in genere capita , i toni rimangono pacati e discorsivi. |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 21:04
Il discorso, fondamentalmente, è sempre quello: chi ha qualcosa da dire ed ha un minimo di gusto estetico, si arrangia di conseguenza a modo suo. Chi fa affidamento alle regole, rimane convinto che la tecnica sia tutto. E le conseguenze poi si vedono... Però, se ancora non ne siete sicuri, facciamo una telefonatina a tutti gli autodidatti che in fotografia hanno lasciato qualcosa (compresi i defunti) e gli diciamo che su Juzaphoto la pensano diversamente |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 21:19
C'è chi ha dentro di sé il germe dell'arte e non ha bisogno di regole poiché ha il dono di vedere oltre, ho una figlia che ha studiato arte ma i geni non sono i miei, chi come me è nato senza camicia ha bisogno di capisaldi a cui fare riferimento, poi, con il tempo, magari qualcosa arriva. |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 21:46
Prima che arrivi Matteo o altri a dire che è una balla ( ), correggiamo il tiro dicendo semplicemente che c'è chi ha predisposizione mentale e attitudinale che rende più naturale il processo creativo, di qualunque forma espressiva si tratti. Ciò, ovviamente, non vuol dire assolutamente che chi si applica per imparare qualcosa "da zero" è destinato a fare solo cagate. Magari risulterà più formale e meno "viscerale"...ma chiaramente dipende sempre da cosa uno cerca. |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 21:55
Concordo, apprezzo molto composizione, contenuto e post di alcuni veramente capaci (di vedere) ma so già che la mia visione è limitata. Comunque sto allenando il cervello ad " apprezzare" ciò che fino ad ieri mi sembrava lontano ed "estremo" e tutto sommato sto abbassando un pò la mia originale "miopia" |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 22:26
Secondo me il bravo fotografo è quello che oltre ad una buona tecnica riesce a realizzare fotografie insolite ma gradevoli e che soprattutto incuriosiscono l'osservatore scegliendo punti di ripresa insoliti e lunghezze focali apparentemente sbagliate. Un tipico esempio sono i paesaggi di Franco Fontana realizzati quasi sempre con teleobiettivi quando la stragrande maggioranza dei fotografi cosiddetti normali userebbe un grandangolo. |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 22:43
Fontana giocava con il colore, lo cercava, lo trovava negli scorci di paesaggio che non avrebbe potuto isolare con un grandangolo, Il tele appiattiva la scena rendendo più evidenti le bande di colore. |
| inviato il 16 Dicembre 2025 ore 23:11
Le scelte non convenzionali possono rendere una fotografia interessante, però il tema della curiosità andrebbe un po' problematizzato. La curiosità non è una qualità intrinseca e universale dell'immagine: dipende moltissimo da quanto l'osservatore è disposto a mettersi in discussione, ad accettare uno sguardo diverso dal proprio e a sospendere le aspettative consolidate. Una fotografia può essere “insolita”, ma se chi guarda cerca solo conferme visive di ciò che già conosce, difficilmente si lascerà incuriosire. Anche il "gradevoli" meriterebbe un discorso a parte. Spesso viene usato come criterio estetico quasi automatico, superficiale, che porta a soffermarsi su una fotografia perché “bella” nel senso più immediato e rassicurante del termine. Ma molte immagini davvero significative non nascono per essere gradevoli: possono essere spiazzanti, scomode, ambigue, persino respingenti a un primo sguardo. Se riduciamo il giudizio alla gradevolezza rischiamo di perdere tutta quella fotografia che lavora su tensione, complessità e attrito, e che magari richiede tempo e disponibilità da parte dell'osservatore. |
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