| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 17:28
Sarebbe ridicolo anche solo pensare di "bandire" quella selva inestricabile che è il pensiero umano, con i suoi continui ed innumerevoli impulsi. Comunque la Falchi rimane una figa devastante. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 17:57
Comunque la Falchi rimane una figa devastante. È anche intelligente , il politically sta' implodendo su se stesso nei paesi latini ancora sopravvive nella cultura anglosassone si è arrivati al punto che un bianco non può scrivere testi sui pellerossa o di altra etnia solo gli interessati possono farlo è una catastrofe. Mai fatto nulla di quanto dice la Falchi in tutto c'è una misura anche nel voler imporre il proprio pensiero ad altri. Ho anche il suo numero di telefono. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:00
Il politically correct ha fatto più danni che altro. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:08
“ Il politically correct ha fatto più danni che altro. „ Attenzione a non confonderlo con l'abuso di politically correct. Diciamo che è stato utilizzato, almeno qui in Italia come un tappeto sotto cui nascondere la polvere delle mancanze sociali, non possiamo dire handicappato ma diversamente abile (e anche su questa locuzione c'è che ha da dire) ma poi siamo pieni di barriere architettoniche; dobbiamo stare attenti, giustamente, a come ci si rivolge a una donna ma poi c'è disparità di genere sul lavoro, la violenza sessuale è ormai una cosa quasi quotidiana, il femminicidio è in aumento...; non possiamo dire × ma poi gli omosessuali sono spesso discriminati sul lavoro, aggrediti per strada, discriminati negli affitti di casa... Se il politically correct non fosse assurdamente esasperato e se non fosse un tappeto inutile forse sarebbe davvero una cosa giusta. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:17
Il danno peggiore, infatti, è che ha portato ad un abuso che non si riesce nemmeno più a prendere seriamente. Come se evitare di usare espressamente certi termini servisse a modificare in qualche modo la struttura del comportamento sociale o individuale o anche solo la percezione delle cose. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:22
“ Come se evitare di usare espressamente certi termini servisse a modificare in qualche modo la struttura del comportamento sociale o individuale. „ Se ti dessi del coglion3 dalla mattina alla sera e se qualcun altro mi seguisse nel chiamarti coglion3 e poi venisse fuori la vulgata: "ma lascialo stare che e' coglion3" vuoi vedere che alla fine ti rode il culo se venissi categorizzato come tale? Se ti venissero preclusi diritti o opportunita'? Ecco, estendi il concetto a categorie. La storia del woke e' la pugnetta dietro cui si nascondono quelli che vogliono mantenere lo statu quo. Come anticipato: l'ultima fase del bullismo e' il vittimismo. Ah non si puo' dire questo, ah non si puo fare quest'altro, ma dove stiamo andando, piove governo ladro, non ci sono le mezze stagioni, etc. Grazie al piffero che il troppo stroppia. Quindi: quel che per me non e' giusto, lo dimostro troppo e lo distruggo. Bella strategia. "C'e' troppa democrazia, non si decide mai, datemi i pieni poteri" un esempio fra tanti. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:26
“ Come se evitare di usare espressamente certi termini servisse a modificare in qualche modo la struttura del comportamento sociale o individuale o anche solo la percezione delle cose. „ Eppure, citando nuovamente Moretti: " ...le parole sono importanti... " |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:33
E tu pensi che la percezione di un gay, trans, "di colore", "diversamente abile", ecc. ecc. cambi nelle persone se gli si vieta di nominare persone/categorie in un certo modo? Certo, chiamare/nominare le cose in un certo modo può creare dei mostri e situazioni spiacevoli, gente che arriva a suicidarsi ecc. Ma quando si arriva anche a voler modificare una lingua o andare a reinterpretare negativamente pure le favole per i bambini perché celano delle discriminazioni, la cosa è sfuggita evidentemente di mano. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:36
“ E tu pensi che la percezione di un gay, trans, "di colore", "diversamente abile", ecc. ecc. cambi nelle persone se gli si vieta di nominare persone/categorie in un certo modo? „ penso di averlo dimostrato ampiamente con l'esempio del coglion3. E non voglio scomodare esempi del '900 (o altri molto piu' recenti) in cui si e' arrivati alla completa disumanizzazione degli "avversari" al fine di perpetrare nefandezze inconcepibili fino ad allora. “ Certo, chiamare/nominare le cose in un certo modo può creare dei mostri e situazioni spiacevoli, gente che arriva a suicidarsi ecc. „ Esatto. Esempio applicativo: Invece di esatto , avrei potuto scrivere: "vedi che ci sei arrivato anche tu?" Come detto da Enrico, citando, le parole sono importanti. Senza scomodare Moretti, lo diceva qualcuno nel Vangelo |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:41
Certamente! Le parole sono la base di tutto è il linguaggio che sviluppa l'intelligenza ed essa è strettamente correlata all'uso del linguaggio ma è anche vero che almeno in Italia questa "moderazione" del linguaggio è stata utilizzata per nascondere l'emarginazione e non per ridurla o, magari, eliminarla. E lo dico da persona che davvero crede nel politcally correct |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:42
“ penso di averlo dimostrato ampiamente con l'esempio del coglion3. „ No, tu hai parlato di come la "vittima" può sentirsi se appellata in determinati modi. Io sto dicendo che non è vietando l'uso di termini e linguaggi che si può andare a modificare una percezione ben radicata, individuale o collettiva che sia. La sensibilità e l'intelligenza per non offendere il prossimo la devi maturare da te, non arriva certo con l'imposizione linguistica. Senza contare che ognuno ha soglie di percezione e valutazione diversa di cosa sia offensivo. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:43
Mario, quante volte t'hanno dato della zecca? Non si contano. Facciamo l'ipotesi che tu sia in un corteo. Tu e quelli come te siete delle zecche. Non esseri umani, non avversari di opinione. Delle zecche. E quindi ti schiaccio. Punto. Stessa cosa si puo' dire dall'altra parte. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:47
“ No, tu hai parlato di come la "vittima" può sentirsi se appellata in determinati modi. „ No, io ho scritto che ti vengono preclusi i tuoi diritti e delle possibilita'. Chi esercita bullismo, chi fa del mobbing, etc. - prendiamo il caso del lavoro - utilizza proprio queste tecniche elementari basate sul linguaggio. Se sono responsabile di un ufficio / reparto, alla prima offesa, ti fai un giro fuori dall'azienda per 3 giorni non pagato. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:47
Poi però si deve anche evitare di scadere nel ridicolo; "diversamente abile" non si può sentire, a me suona anche peggio di handicappato, o portatore di handicap, o disabile. Ricordo una volta mi scrissero una mail in azienda una coppia (marito e moglie) di clienti non udenti. Esordirono così: " scusi se le scriviamo, non possiamo telefonare perché siamo due sordi " P. S.: io sono anosmico dalla nascita, ossia sono privo dell'olfatto, ma mi offendo se qualcuno mi definisce così, preferisco diversamente sniffante. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 18:49
Beh, come molti ciechi preferiscono essere chiamati così piuttosto che non vedenti :) |
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