| inviato il 11 Luglio 2025 ore 21:27
Ma non si parlava di chi o cosa ispira a fare foto, infatti. |
| inviato il 12 Luglio 2025 ore 14:38
L'articolo con le statistiche offre uno spunto di riflessione a tutti, "inconsapevoli" compresi. E sono riflessioni trasversali sull'uso regolare che facciamo della fotografia. Non c'entra nulla il luogo, il livello o lo stile. Per queste cose siamo tutti sulla stessa barca. |
| inviato il 12 Luglio 2025 ore 19:41
Quindi la tua conclusione è: la massa inconsapevole continuerà a produrre rumore visivo, basta fregarsene e il problema non esiste? |
| inviato il 12 Luglio 2025 ore 19:42
A me pare più se una cosa la possono fare tutti allora non fa fico farla. Il fatto é che farla bene non significa fare la fotina correttamente esposta |
| inviato il 12 Luglio 2025 ore 19:44
Eh. Ma temo che la tua concezione di buona foto e quella del Guarasci non combacino |
| inviato il 13 Luglio 2025 ore 13:59
de gustibus... |
| inviato il 13 Luglio 2025 ore 15:43
Guarasci, a me sembra che il "tomahawk" venga impugnato da chi si sente attaccato quando poco poco si accenna a certi discorsi. Sembra una cosa tipo "lasciate che gli asini restino asini, andate a parlare di queste cose nei salottini intellettuali". Paradossalmente queste improbabili divisioni di cui ogni tanto si farfuglia sul forum sembrano venire proprio da chi teme il giudizio |
| inviato il 13 Luglio 2025 ore 15:45
Ma in tutto questo...Dokker si è defilato? |
| inviato il 13 Luglio 2025 ore 20:03
C'è da chiedersi se analfabetismo ed esplosione della fotografia siano collegati, si comunica x immagini non sapendo più comunicare a parole? |
| inviato il 13 Luglio 2025 ore 20:10
In questo Giant mi sembra di leggere il corrispettivo maschile della fotografa recentemente postata sulla discussione club della fotografia |
| inviato il 13 Luglio 2025 ore 20:19
Sì, infatti ho pensato lo stesso. La differenza sostanziale è che la tipa era provocatoria, l'ucraino sembra più orientato verso l'accettazione del corpo nelle varie situazioni quotidiane. Cioè il malessere che si riscontra nelle foto di lui sembra più dovuto alle circostanze che a se stesso. Comunque fa sempre soffermare vedere queste proposte che stridono con la retorica del bello. Perché chiaramente un obeso o un'obesa tendiamo socialmente a percepirli come anomalie antiestetiche. |
| inviato il 13 Luglio 2025 ore 20:36
“ C'è da chiedersi se analfabetismo ed esplosione della fotografia siano collegati, si comunica x immagini non sapendo più comunicare a parole? „ Io credo che sia peggio di questo: non è che la proliferazione delle immagini ha sostituito la comunicazione verbale. Cioè, da un punto di vista più generale certamente i social hanno contribuito fortemente al distanziamento relazionale. Ci sentiamo più a nostro agio isolati dietro uno schermo che in presenza di qualcuno, ecc. Però, riguardo alla fotografia, penso che invece le immagini abbiano fatto venire a galla il fatto che non ci sia più bisogno di comunicare nulla...le immagini, nella loro massima influenza, sono usate a scopi pubblicitari o per lanciare trend modaioli. Il risvolto è che in tutto questo delirio inarrestabile nessuno vuole sentirsi escluso quindi ci si butta dentro senza pensarci. La condivisione a tutti i costi è un po' un modo per dire al mondo "Hey, ci sono anche io". |
| inviato il 14 Luglio 2025 ore 11:44
“ Perché chiaramente un obeso o un'obesa tendiamo socialmente a percepirli come anomalie antiestetiche. „ Vero, lui è bravo a mischiare questa sensazione di "fragilità" a autoironia. Ma apprezzo il lavoro con le foto del pranzo dall'alto prima dello sgombero dovuto alla guerra in ucraina (Dinners During the War) e anche gli autoscatti della serie Roots con tutti i simbolismi e le tradizione della sua patria. Anche se la serie più forte resta Giant dove gioca con il suo aspetto |
| inviato il 14 Luglio 2025 ore 12:42
Non so, Matteo , propone foto che posseggono due piani di riflessione: il primo, personale, autoironico, giocando, forse, anche con l'autoaccettazione, in cui l'ironia , appunto, libera la sua sensibilità; la seconda, di carattere sociale che anche col gioco tende a sdoganare il problema e l'aspetto. Il discorso, però, è che non puoi sdoganare, sia sul piano personale che sociale, la "patologia" obesità, i rischi personali e neanche i costi sociali. Non so che cosa pensare, sinceramente. Certo, se giocare col proprio aspetto ne aumenta l'accettazione da parte degli altri, è cosa importante e auspicabile. Il rischio è di proporre una specie di sorridente e mortificante caricatura di sé stessi, oltre a semplificare e banalizzare i rischi della patologia. Ecco perché sono un po' perplesso e non saprei darne un giudizio. Per certi versi e , magari solo per alcuni aspetti, mi sembrerebbe come giocare con le immagini di anoressiche; ne avrei timore. Nel complesso e per ora quelle foto non mi piacciono. |
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