Riporto un passaggio dell'intervista a Lev Vaidman postata da Rocco:
“ La meccanica quantistica ci assicura che ci sono un certo numero di esiti per un esperimento, ma non ci assicura del fatto che io sia sufficientemente forte o sufficientemente convinto di dare atto a qualcosa, pur se nell'esperimento i diversi esiti sono previsti. Se non sono sicuro di poter dividere il mio mondo in due strade distinte, probabilmente io non darò seguito all'esistenza di entrambe queste strade. „
Insomma, nonostante Vaidman ostenti una "profonda sicurezza" nell'affermare l'esistenza del multiverso quantistico, si para il culo per non dover ammettere che questa sicurezza in realtà non c'è (quale sarebbe la "soglia" oltre la quale scatta il meccanismo? Un modello matematico serio dovrebbe dircelo: viene realizzato proprio per quello!?!).
Dal tono dell'intervista, pare che Vaidman sia più interessato al fatto che questa teoria ammetta "conseguenze filosofiche" (sono parole sue) e spieghi perché questo mondo "appare non deterministico agli osservatori umani" (sempre parole sue).
Mi gioco la testa che Vaidman è un Credente, magari persino appartenente a qualche filone dell'ortodossia più intransigente