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“ Secondo la formulazone originaria, l'inflazione sarebbe intervenuta intorno a 10-35 secondi dall'inizio dell'evoluzione dell'universo, indicato come Big Bang, e ne avrebbe aumentato il raggio di un fattore enorme „
“ L'espansione inflazionistica può essere introdotta nei modelli attraverso una costante cosmologica non nulla che, a differenza del modello tradizionale del Big Bang, avrebbe allontanato due oggetti ad un ritmo sempre più rapido fino a superare la barriera della velocità della luce.[9] Ciò permette di ipotizzare che tutto l'universo possa essersi sviluppato da una regione causalmente connessa, cioè così piccola che la luce ha potuto attraversarla interamente, determinandone l'equilibrio termico, nel brevissimo tempo intercorso fra la sua "nascita" e l'inizio della fase inflazionaria „
Gira o rigira, si contempla sempre un "centro iniziale" dell'espansione dell'Universo.
Io la vedo così Daniele... Un inizio un esplosione o espansione.. chiamala come vuoi.. una contrazione finale e si ricomincia... all'infinito e forse per un infinitá di universi contemporaneamente... questo non potremo mai saperlo.. a meno che il nostro Titolare, visto che ci teniamo, non ci faccia l' immenso regalo di un tour alla fine del viaggio per illustrarci il suo capolavoro.. e dopo via in un nuovo inizio a porsi le stesse domande... all'infinito...
Non mi pare che l'Universo si stia espandendo... "per opera dello Spirito Santo". Cioè, magari è opera sua, ma utilizzando a quanto pare le Leggi della Fisica; quindi, se dobbiamo continuare a prendere per buona la Teoria del Big Bang (se rileggi il mio ultimo intervento) l'Universo si espande in accordo col concetto di entropia. Ma un'espansione, che sia dovuta ad un'esplosione o che sia un'inflazione (visualizzabile grosso modo come la lievitazione dell'impasto per fare il pane) ha necessariamente un centro da cui è iniziata, diversamente non la potremmo nemmeno percepire. Se dunque l'Universo si sta espandendo in ossequio al concetto di entropia, allora un centro lo deve necessariamente avere, così come ce l'ha l'impasto del pane (il volume iniziale) o l'esplosione di una bomba (il cratere che provoca).
Detto in altri termini: se l'Universo fosse stato fin dall'inizio contenuto in uno "spazio obbligato" non espandibile, la sua dimensione sarebbe rimasta stabile e l'entropia avrebbe eventualmente agito semplicemente rimescolandone le componenti fino a rendere l'insieme omogeneo (es. palline rosse da una parte e blu dall'altra che poi si mescolano, bada bene, senza direzioni preferenziali, ma "casuali"); in quel caso sarebbe oggettivamente difficile definire un centro da cui sia partito il rimescolamento (ma rimarrebbe pur sempre un centro geometrico dello "spazio obbligato"). Considerando però che tutte le osservazioni ci dicono che l'universo si sta espandendo (quindi con direzioni "non casuali"), allora dobbiamo considerare che da qualche parte esiste un centro da cui l'entropia dell'Universo stesso ha iniziato a manifestarsi.
Considerando però che tutte le osservazioni ci dicono che l'universo si sta espandendo (quindi con direzioni "non casuali"), allora dobbiamo considerare che da qualche parte esiste un centro da cui l'entropia dell'Universo stesso ha iniziato a manifestarsi.
E allora devi considerare uno "spazio obbligato" (chiuso) tale fin dal Big Bang; poi che forma abbia tale spazio, dubito sia rilevante. In tal caso l'entropia agirebbe solo rimescolando la materia, non facendo ingrandire l'Universo.
Premetto che non sono un fisico quindi mi scuso per le imprecisioni che inevitabilmente dirò. Comunque le attuali teorie più accreditate in fisica ritengono che lo spazio si stia espandendo (lo dicono gli studi sulla luce proveniente dai corpi celesti lontani, che presentano il fenomeno dello red shift, e la presenza della radiazione cosmica di fondo, che è praticamente uguale da tutte le direzioni di provenienza), e che in passato lo spazio fosse più piccolo. Lo spazio è una struttura materiale, tanto è vero che "vibra" se percosso (lo vediamo attraverso lo studio delle onde gravitazionali). Lo spazio esiste e contiene tutto quanto, ma attenzione che anche quando è apparentemente vuoto (cioè privo di materia ed energia) non è il "nulla": per il principio di indeterminazione di Heisenberg è comunque popolato da particelle virtuali che appaiono e scompaiono (provato dall'effetto Casimir). Lo spazio è qualcosa che è descritto da un linguaggio che pochi conoscono (io nemmeno, seguo la fisica a livello divulgativo, non ho voglia e tempo di approfondire la matematica), ed è controintuitivo. Lo spazio si compone di quattro dimensioni in cui la quarta è il tempo (cosa non percepita dai sensi umani, ma spiegata dalla matematica nella teoria della relatività), ed è deformata dalla massa dei corpi (cosa provata da innumerevoli esperimenti, a partire dall'evidenza della deflessione della luce per opera di grandi masse).
Lo spazio era minuscolo, tanto più si va indietro nel tempo. Secondo le teorie fisiche attuali, non si sà come fosse "l'istante zero" perchè non ne conosciamo la fisica e la matematica: si parla di "singolarità" per ipotizzare che tutto fosse in uno spazio a zero, ma ha poco senso. Le ipotesi sono più specifiche a partire da una piccolissima frazione di secondo successivo al momento zero, in cui è possibile che una fluttuazione quantistica abbia innescato l'inflazione dello spazio, che in una quantita di tempo piccolissima è aumentato di decine di ordini di grandezza. L'espansione dello spazio poi è proseguita molto più lentamente, e - pare - da qualche miliardo di anni è tornata ad accelerare (ma non ai ritmi dell'inflazione originaria). Lo spazio dell'universo visibile dalla terra ha un raggio di circa 46 miliardi di anni luce: oggi possiamo teoricamente arrivare a vedere la prima luce emessa dalle particelle (si stima attraverso il red shift) circa 13,8 miliardi di anni fa, che ha però viaggiato in uno spazio che nel frattempo si è espanso. Questo non significa che oltre i 46 miliardi di anni luce dalla terra non c'è nulla: molto probabilmente un osservatore a 46 miliardi di anni luce da noi vedrebbe altri 46 miliardi di anni luce in tutte le direzioni attorno a lui, perchè lo spazio (reale, ma non osservabile) è molto, molto più grande. Secondo le attuali ipotesi, l'universo potrebbe essere di molti ordini di grandezza superiore a quello visibile, ammesso e non concesso che sia infinito (o che ci siano infiniti universi).
Tornando al discorso sul "centro dell'universo": se prima dell'inflazione lo spazio era concentrato in un punto (privo di dimensioni fisiche) o in un area piccolissima e poi esso si è espanso, si può dire che non esiste un centro dello spazio o anche che ogni spazio attuale è il centro dell'universo. L'universo non è il risultato di una esplosione di qualcosa all'interno di uno spazio, ma è il risultato dell'espansione dello spazio, che però è concettualmente difficile da capire e da spiegare. Ci sono dei video su Youtube di marco Casolino (professore di fisica e ricercatore dell'INFN) che aiutano a capirlo.
“ Premetto che non sono un fisico quindi mi scuso per le imprecisioni che inevitabilmente dirò. Comunque le attuali teorie più accreditate in fisica ritengono che lo spazio si stia espandendo (lo dicono gli studi sulla luce proveniente dai corpi celesti lontani, che presentano il fenomeno dello red shift, e la presenza della radiazione cosmica di fondo, che è praticamente uguale da tutte le direzioni di provenienza), e che in passato lo spazio fosse più piccolo. „
Visto che di ipotesi ne son state fatte tante, alcune logiche e altre meno ma nessuna con prove definitive e inconfutabili ne butto li una che avrà il podio più alto per mancanza di logica:
E se esistessero diverse velocità della luce in base alla tipologia di sorgente e non una sola?
Quale campionatura certa abbiamo per dire che ne esista una sola anche in ambienti ignoti?
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