| inviato il 30 Aprile 2023 ore 20:29
A ,ok,grazie |
| inviato il 30 Aprile 2023 ore 20:35
Ho fatto alcuni tentativi di fotografare con la fotocamera digitale come facevo con quella analogica, inserendo la pellicola in bianco e nero. La differenza è che devo trovare foto in bianco e nero e mi concentro su forme, strutture, linee ecc. e non sui colori.
Se imposto la fotocamera in b&n e rimango in modalità RAW, vedo già la foto in b&n nel mirino o in retrospettiva. Quando poi trasferisco le foto sul computer con Lightroom Classic, però, LRC purtroppo scambia l'immagine di anteprima con una a colori.
Tuttavia, posso già impostare un preset durante l'importazione e lì seleziono il mio preset b&n. In questo modo non vedo mai l'immagine a colori. Ma posso comunque filtrare le parti a colori e, ad esempio, rendere semplicemente il cielo più scuro senza dover lavorare con le maschere.
E se scatto una foto in viaggio perché sono affascinato dai colori, posso sempre convertirla in una foto a colori sul computer.
Ho provato anche JPEG+RAW, ma poi ho buttato via i JPEG. Non vedo alcun vantaggio. Il RAW da solo è meglio. Ho anche una preimpostazione che mi piace di più di qualsiasi simulazione di pellicola.
Ad esempio:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4519590 |
user204233 | inviato il 30 Aprile 2023 ore 20:38
È vero che nei paesi dell'est Europa la scelta del bianco e nero resta ancora predominante rispetto all'opzione colore?
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| inviato il 30 Aprile 2023 ore 23:06
Con Fuji, puoi scattare solo in raw. Premendo il tasto Q, lo importi in jpeg con la simulazione pellicola che vuoi, binconero, velvia etc. Occupi meno spazio... |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 0:02
Sul buon bianco e nero si è detto e scritto tanto. In parte è una scelta soggettiva, ma in parte no. Mi spiego meglio. Ricordiamoci che una foto dove ci sono parti nere senza dettaglio e parti bianche senza dettaglio sono bruciate.
Ad oggi anche con il digitale ci sono due grosse limitazioni. La prima è che sulle alte luci i sensori digitali, di solito superati i due stop di sovraesposizione vanno in clipping e si raggiunge il bianco senza dettaglio; la seconda limitazione per chi stampa è che quando sulle bassi luci, al monitor vediamo un leggerissimo dettaglio, stampando si perde completamente. Oggi si esagera, con un bianco e nero, troppo contrastato, con presenza di neri senza dettaglio e bianco senza dettaglio.
Il nero o il bianco per me vanno bene solo come sfondo per immagini low key o high key, per il resto, lo vedo un errore.
Ad oggi, utilizzo ancora il sistema zonale di Ansel Adams, e per i miei gusti un buon bianco e nero deve contenere gradazioni che vanno dalla zona tre alla zona sette.
Il bianco e nero, può andare a gusto personale, ma secondo me ci sono dei concetti e delle regole da seguire. Come ovviamente sono essenziali saper utilizzare e conoscere i filtri colorati (rosso, arancione, giallo, verde e blu).
Una simulazione pellicola, non fa che decidere al posto nostro una curva di contrasto predefinita. Che può piacere o meno. Io onestamente preferisco partire da un bianco e nero più neutro e applicare i filtri colorati. Se il jpeg mi sta bene mi fermo qui. Se invece il risultato non mi soddisfa, allora vado di raw e lavoro l'immagine. |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 6:09
Mi sembra un approccio molto equilibrato, oltre che pragmatico. |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 6:25
"..In linea di principio l'unico vantaggio che la pellicola conserva ancora nei confronti del digitale è la gamma infinita di sfumature: di grigio per il Bianco e Nero, e cromatiche per il colore."
Questo accade se uno in digitale è incompetente a fare del fotoritocco, oppure se non lo fa.
Ma se invece uno sa lavorare bene in fotoritocco, è l'inverso, sull'immagine finita, il digitale presenta maggiori tonalità di grigio e cromatiche.
Ed accade questo, semplicemente, perché in digitale mascheri e bruci meglio (= in modo più preciso come posizione, dimensione ed intensità, ed in modo reversibile, mentre a pellicola è oltretutto irreversibile) e controlli estremamente meglio (=come sopra) i toni di grigio, il colore, la nitidezza, etc, tutto , dell'immagine finita.
Io lo dico avendo stampato 38 anni a pellicola in formato minimo 30 x 40 cm, fotomontaggi inclusi, e 14 anni in digitale, sempre formato minimo 30 x 40 cm.
Ad esperienza mia, con fotoritocco fatto a regola d'arte, un formato APS-C/Dx digitale con l'ottica del Kit, se scattato bene, fornisce una immagine in A2, 40 x 60 cm, un pochino migliore in B&N e molto migliore a colori, di un'Hasselblad 6X6 con gli Zeiss. |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 6:34
"Bianco e nero..meglio partire da simulazione pellicola o colore?"
No.
Per fare un B&N della miglior qualità possibile, parti da un RAW e fai tutto da te, perché controlli meglio tutto, mentre invece se parti già da una simulazione, hai già del lavoro fatto da altri e non hai più sotto controllo tutta la situazione.
Se non fai del fotoritocco fatto bene, tecnicamente, non puoi fare fotografie fatte bene, né a colori, né in B&N, perché è semplicemente impossibile, oggi la realtà tecnica è questa.
Detta in altre parole, le fotocamere oggi non ce la fanno a raggiungere, e nemmeno da lontano, la qualità d'immagine che si ottiene con fotoritocco esterno.
Poi, ovviamente, uno fa quello che meglio crede e/o riesce a fare. |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 7:09
Finalmente una bella discussione tranquilla e competente  |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 7:40
" Oggi si esagera, con un bianco e nero, troppo contrastato, con presenza di neri senza dettaglio e bianco senza dettaglio."
Non è vero per tutti, quello vale per gli incompetenti, che sono comunque la grandissima maggioranza di chi fa o osserva fotografie, ed i novellini, quelli che la competenza non ce l'hanno ancora.
E lo fanno così perché fare un B&N molto contrastato è facilissimo, mentre farlo con grande estensione tonale è molto più complesso, in particolare se stampato.
Solo la stampa fatta bene(= nitida dove necessario, a grande estensione tonale, e con gioco di toni luminosi che fornisce effetto tridimensionale, realismo) e di grande formato mette alla prova fotografo e grafico/stampatore, sia a pellicola che in digitale.
Io di stampe fatte bene, a standard mio, ne vedo pochissime, veramente pochissime, e quelle fatte in digitale superano, qualitativamente, quelle fatte con la pellicola.
La maggior lacuna che io vedo nelle fotografie, è la mancanza di plasticità, di continuità tonale, mancanza dell'effetto 3D, la grandissima maggioranza sono "piatte", e lo sono per mancanza di competenza tecnica, il miccio contrasta la foto e così l'ammazza.
Parlare di qualità d'immagine senza fornire degli esempi, è parlare di aria fritta, dunque sarebbe bene postare delle immagini a campione di quello che si dice.
La mia accezione di un "buon" B&N sono foto tipo queste mie, che io reputo modulate bene, c'è tutto, il bianco, il nero ed una scala di grigi molto ampia, che forniscono una immagine molto plastica, effetto 3D, il realismo: quelle sono stampe A3 convertite in Jpeg per postarla qui, e.......le stampe sono migliori dei Jpeg!
CLICCARE SULL'IMMAGINE PER VEDERLA GRANDE!
Oppure questa
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O questa
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| inviato il 01 Maggio 2023 ore 8:13
Parole sante,per la stampa ormai va fatta fare dal bravo stampatore,é un mestiere a se e che pochi di voi sanno fare.belle tutte con scale di grigio quelle sopra.anch io penso che quelle contrastate ci stan bene poche volte e spesso in controluce viene bene da sola |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 8:23
Io con Fuji applico un'impostazione personalizzata in modo da vedere in bianco e nero già nella macchina prima di scattare.
Mi serve per "ragionare" in bianco e nero.
Per capire quali particolari risalteranno, quali saranno appiattiti, le luci....
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| inviato il 01 Maggio 2023 ore 8:32
Fino agli anni '90 le possibilità che ci offre il digitale nemmeno ce le sognavamo! 
Per ottenere degli ingrandimenti in BN o a colori di qualità bisognava andare sul medio formato.
Oggi abbiamo l'enorme vantaggio di:
- generare un negativo digitale, con tutte le informazioni possibili della nostra scena, colori compresi,
- poterlo convertire come ci pare e piace, in BN, a colori, simulando un mare di pellicole del passato, ecc.
- poter ottenere ingrandimenti enormi anche da una APSC, un tempo con una 6x6 non si arrivava a questi livelli,
- poter stampare o, più semplicemente, visualizzare a computer le nostre immagini
Detto tutto questo mi domando perchè mai dobbiamo castrarci da soli con la prima e fondamentale nosta azione:
- la generazione di quel RAW (o negativo digitale) da cui possiamo fare qualsiasi cosa!
Può sembrare banale questa osservazione ma non lo è affatto, se noi partiamo da un BN:
- ci precludiamo un mare di possibilità di regolazioni (ad es. sui singoli colori)
- mai e poi mai si potrà tornare indetro con un RGB.
- siamo costretti a impostare sulla fotocamera regolazioni (es. filtri) che possiamo fare comodamente a tavolino con il PC
- perdiamo tempo nelle regolazioni proprio quando questo può essere prezioso per "cogliere l'attimo"
C'è solo una controindicazione, o meglio, una condizione: quella di imparare ad usare un software convertitore RAW, ma onestamente a me non sembra una cosa impossibile, poi basta imparare ad usare pochi cursori, d'altra parte se siamo in grado di impostare la fotocamera a maggior ragione lo saremo per usare un software su PC.
“ Io con Fuji applico un'impostazione personalizzata in modo da vedere in bianco e nero già nella macchina prima di scattare.
Mi serve per "ragionare" in bianco e nero.
Per capire quali particolari risalteranno, quali saranno appiattiti, le luci.... „
ecco, quello può essere molto utile, perchè secondo me non è affatto facile immaginare in BN quello che vediamo a colori |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 9:07
e poi mica tutte le foto stan bene in bn,giusto?non ho ancora capito quando ci sta bene devo sempre provare col raw |
| inviato il 01 Maggio 2023 ore 9:13
tutte molto ben eseguite Alessandro,complimenti.
La prima è quella che preferisco, veramente lodevole la delicatezza che sei riuscito a dare all'immagine. |
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