| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 12:30
Giordano La variazione di temperatura di +1,3 °C risultante dal mio studio è in linea con l'andamento rilevato anche a Milano e riportato da Meteoblu: www.meteoblue.com/it/tempo/historyclimate/change/milano_italia_3173435 Che è di +1,4. Il risultato è dovuto al seguente calcolo: Temperatura 2003 = 14.9-1,5(anomalia) = 13,4 Temperatura 2021 = 14,8 (trend) Quindi la variazione è data da: 14,8-13,4 = 1,4 Purtroppo nel loro grafico non comprendono il 2022 che sicuramente aumenterebbe il divario. Indiscutibilmente la tendenza della temperatura è ad aumentare con una certa rapidità. Se la tendenza verrà confermata dai dati rilevati nei prossimi anni la faccenda potrebbe essere irreversibile anche nel medio-lungo periodo. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 12:57
Ti potrebbero assumere ad ISPRA Qui c'è un rapporto sull'Italia 1961-2020. Qui un documento preliminare del 2022 con confronti con gli anni precedenti. Vedendo le serie storiche emerge una ciclicità che compare anche in alcuni grafici preparati da te. Questo significherebbe, speriamo, che nei prossimi anni la piovosità potrebbe aumentare |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 13:52
Probabilmente la faccenda è già irreversibile. È la consapevolezza che manca. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 14:15
"piovosità potrebbe aumentare" Da un lato speriamo che nell'ambito del prossimo ciclo le precipitazioni aumentino. Dall'altro lato speriamo che non si generino anomalie estreme che significherebbero disastrosi alluvioni seguiti da disastrose siccità. Il problema è proprio l'estremizzazione dei fenomeni. In questo momento in California nevica e fa freddo in modo estremamente anonalo. La California è a 36° Nord. Più a Sud di Palermo. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 14:38
Dicono che anche questi freddi anomali facciano parte del fenomeno del riscaldamento globale e lo spiegano con il fatto dello scioglimento dei ghiacci che modifica la salinità dell'acqua che poi a sua volta modifica le correnti oceaniche. Quindi in alcune zone fa più caldo e in altre fa più freddo a seconda di come si sono modificate appunto queste correnti. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 14:39
Con alternanza di eventi nelle stesse aree. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 14:52
Ok, ma aree interessate da correnti oceaniche (che erano quelle a cui mi riferivo io), da quello che ho letto il Mediterraneo dovrebbe fare eccezione, quindi mi sa che purtroppo da noi questa alternanza non ci sarà. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 15:07
Che lavorone. Complimenti!!! |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 19:20
Quello che mi stupisce di questi articoli è che si fa affidamento su dei modelli che non sono capaci di prevedere cosa succede a 2 giorni per fare considerazioni a mesi o addirittura al 2024. È tutto un susseguirsi di "se" "ma" "però" ecc. La probabilità del 50% è considerata quasi certezza e molto diversa dal 30% (primo articolo). Nel secondo un singolo autore ha raccolto affermazioni da tanti articoli pubblicati (che non significa rigorosi scientifici) per stilare una classifica di 16 punti su cui c'è consenso . come se il consenso significhi fatto scientifico. Mah! |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 19:27
“ Dicono che anche questi freddi anomali facciano parte del fenomeno del riscaldamento globale e lo spiegano con il fatto dello scioglimento dei ghiacci che modifica la salinità dell'acqua che poi a sua volta modifica le correnti oceaniche. Quindi in alcune zone fa più caldo e in altre fa più freddo a seconda di come si sono modificate appunto queste correnti. „ Anche impossibile sarebbe interessante avere tutti i dati di temperature, piovosità, eventi atmosferici comuni ed eccezionali degli ultimi 500 milioni di anni con misurazioni di step ogni secolo, per tante mene sarebbe estinzione immediata. Ovviamente il calcolo di Old non rientra nella lista mene. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 19:36
si, per fortuna il mio riguarda solo gli ultimi 30 anni. |
| inviato il 26 Febbraio 2023 ore 20:00
In merito al secondo articolo indicato, l'autore David Armstrong Mckay della review dei 200 articoli è un "ricercatore" che ha un h-index di 6 su Scopus.com. Mentre Luca Lombroso, sempre citato lì, ha h-index pari a 3. Per darvi una idea, h-index del noto metereologo Mercalli Luca è 9, Carlo Rubbia è 69, Giorgio Parisi è 99. Un medio ricercatore ha h-index tra 15 e 25. Un ottimo ricercatore ha h-index fino a 45. poi si va verso l'eccellenza. Conoscete qualche metereologo che abbia un indice più elevato di 10? (dico seriamente, perché non è assolutamente il mio campo e non ne conosco) |
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