| inviato il 11 Ottobre 2022 ore 21:37
chi più chi meno... |
| inviato il 11 Ottobre 2022 ore 21:41
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| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 1:55
Bellissimi i coating antiriflesso rossi Quei 300mm f1.4 così piccoli sembrano fantascienza, ma forse c'è un motivo non capisco bene dal testo ma secondo me sono ottiche a fuoco fisso cioè che lavorano ad una distanza prefissata. Sul frontale c'è scritto M1/1 che interpreto come un rapporto di riproduzione? Quindi forse sono lenti macro a rapporto di riproduzione fisso per usi non prettamente fotografici? Io non sono un esperto ma magari l'assenza di messa a fuoco permette questo genere di ottiche che sembrano innaturalmente piccole per le aperture e le focali che hanno. |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 9:03
Sbaglio io o sono quasi tutte lenti che si potrebbero usare ancora oggi? Mi sembra che un adattatore basterebbe per montarle sulle nostre reflex ma anche sulle nostre Z. Ovviamente senza nessun automatismo, tutto manuale o ad occhio/esperienza. Casomai il problema è riuscire ad averle a disposizione. |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 9:23
Il diaframma viene dichiarato quello dell'obiettivo con messa a fuoco a infinito, Queste se non sbaglio sono quasi tutte Ultra-Micro. Progettate per operare a una specifica distanza, non credo che abbiano neanche una ghiera di messa a fuoco gran parte. La messa a fuoco a infinito è impossibile e di conseguenza anche i f/1."qualcosa" sono puramente teorici. Sono anche molto risolventi linee/mm ai massimi livelli. Ma per una spicifica lunghezza d'onda, mi pare nell'ultravioletto. Infatti su altre lunghezze d'onda risolvono meno (per natura della luce). Ma dato che sono progettate per una sola lunghezza d'onda, probabilmente, non c'era nessun interesse a correggere le aberrazioni cromatiche (ad esempio). Insomma, molti record e molti limiti di queste ottiche. |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 10:50
Ricordo che nelle ottiche industriali andavano considerati la copertura e la distanza di messa a fuoco, solitamente fissi, dove rendono secondo i dati di targa e che bastava variare di qualche millimetro e quelle risoluzioni diminuissero drasticamente. Insomma, se un obiettivo rende 1000 linee su un centimetro quadrato e a distanza di 10 millimetri dalla lente frontale, rimane interessante soltanto come particolarità. Ovviamente, anche se quei mille scendono a cento con utilizzi diversi, non è che siano da buttare... Edit... mi sono accorto che Bernalor ha già espresso gli stessi concetti... |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 13:03
Le notizie su questi rari obiettivi sono scarsissime: puo' darsi che siano a focale fissa, anche se vedo delle ghiere sui corpi che non so come interpretare; molto plausibile l'ottimizzazione estrema per una specifica lunghezza d'onda. Vorrei sottoporvi una mia riflessione, al di la' delle caratteristiche tecniche abbaglianti. Cio' che vediamo in queste antiche meraviglie e' quello che sapevano effettivamente fare le case produttrici con una progettazione senza il vincolo dei costi, cosa invece assai stringente nei modelli di produzione consumer; percio' ogni obiettivo che comperiamo e di cui ci vantiamo delle sue mirabolanti caratteristiche e' solo il mero frutto di tristissimi limiti commerciali. La Nikon, Canon, Pentax e gli altri saprebbero sviluppare MOLTO, MOLTO meglio, ma nessuno poi comprerebbe alcunche'. Immaginate lo stato d'animo dei progettisti di queste meraviglie ottiche quando dovevano mettersi forzatamente a calcolare le umilianti ottiche kit..... E' come se a Caravaggio avessero chiesto di dipingere le gondole di plastica per i turisti. |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 13:11
Questo è vero un po' per tutte le tecnologie quello che "si potrebbe fare", o quello che è tenuto in serbo come semplice prototipo è molto più avanti di quello che va sul mercato... |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 14:43
La questione della scarsità di informazioni sulle ottiche industriali, consta che spesso finiscono rottamate assieme alle macchine dove stanno incorporate. |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 17:22
Senza scomodare questi tesori inestimabili.... Uno degli obiettivi di punta della Nikon per la fascia pro nel 1964 era il 300-P f 4.5, a 5 lenti, sviluppato proprio per le olimpiadi di Tokio di quell'anno: quindi possiamo presumere che per il lustro dell'occasione il reparto marketing deve aver slacciato le corde del borsellino e dato via libera al reparto progettazione ... Immaginate ora di essere un fotografo accreditato, quindi in buona postazione, con una pellicola 64 asa, un nuovissimo 300-P f 4.5 manuale e dover riprendere uno che volteggia alle parallele indoor. Semplicemente, erano degli DEI. |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 17:29
Adesso ci vanno con la Z9 ma sempre con il 400 f4.5, autofocus. Per dire quanto fosse avanti nel 1964. |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 20:05
“ Cio' che vediamo in queste antiche meraviglie e' quello che sapevano effettivamente fare le case produttrici con una progettazione senza il vincolo dei costi, cosa invece assai stringente nei modelli di produzione consumer; percio' ogni obiettivo che comperiamo e di cui ci vantiamo delle sue mirabolanti caratteristiche e' solo il mero frutto di tristissimi limiti commerciali. La Nikon, Canon, Pentax e gli altri saprebbero sviluppare MOLTO, MOLTO meglio, ma nessuno poi comprerebbe alcunche'. „ Secondo me è più complessa la cosa. Le ottiche di consumo generano più guadagno mentre ottiche di nicchia no. Quindi soldi da investire nella ricerca per queste ottiche è limitata, per contro la costruzione è di altissimo livello. Queste ottiche sono state fatte proprio all'apice di Nikon, se non sbaglio all'epoca si poteva vantare di avere il corredo più completo, sicuramente con le ottiche più economiche ha finanziato queste. Come con i 300 f/2.8 o supertele in generale, Canon e Nikon gli finanziano con i 18-55 (un esempio) che vendono. Poi non lo diranno mai, ma secondo me funziona così |
| inviato il 12 Ottobre 2022 ore 20:27
Quelle sono ottiche "su richiesta"! Pagate in anticipo. In Germania una delle aziende che progettano e realizzano ottiche industriali, anche singolo esemplare, è la ISCO. |
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