| inviato il 30 Giugno 2021 ore 17:33
guarda a un certo punto ho capito che la fotografia non è tanto simile alla caccia o alla pesca, arriva la preda e spari col fucile o la tenti con l'esca. Se lavori uscendo di casa con un'idea il colpo di fortuna conta fino a un certo punto, conta di più cosa stai cercando di dire. Il che vale anche per la fotografia naturalistica |
| inviato il 30 Giugno 2021 ore 21:00
Everglades anni 80 - in barca . Falchi Pescatori sul nido. sul più bello si blocca tutto...impossibile fermarsi o ritornare ultimo giorno di permanenza in Florida. |
| inviato il 30 Giugno 2021 ore 21:09
Avevo incontrato nella tarda primavera di qualche anno fa Fiorello strafatto a via Cola di Rienzo che camminava molleggiando con la bocca aperta e lo sguardo perplesso... Fotocamera a casa a riposarsi |
| inviato il 30 Giugno 2021 ore 21:10
Si, volevo fare una foto a mia figlia mentre baciava il pancione della mamma mentre era in attesa del secondo figlio... Me lo rinfaccia ancora la mia compagna |
| inviato il 30 Giugno 2021 ore 21:38
Si, in particolare: - nelle foto di vacanza ho fatto più foto al posto che visitavo che ai momenti con i miei familiari e amici. Dopo anni riguardando quelle foto ti rendi conto che è molto più emozionante rivedere l'immagine in cui sei con i tuoi genitori, la ragazza, gli amici, piuttosto che una foto perfetta ad un tramonto. - La foto al mio pastore tedesco quando era cucciolo ed aveva un'orecchio basso e l'altro alto. Mi ripromisi di fargli la foto il giorno dopo, ma erano già tutte e due dritte. |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 11:14
“ l'unico rimpianto è le cose non fatte o le parole non dette a mia moglie quando era ancora in vita. „ Michele: probabilmente quel che non le hai detto lo sapeva... |
| inviato il 14 Luglio 2021 ore 22:42
Ogni volta che fotografo. Per questo non ho mai smesso di fotografare e di cercare di migliorarmi. |
| inviato il 15 Luglio 2021 ore 10:56
@Hardy L'ho sempre vissuta talmente male quella strada per il traffico che mai ci avrei pensato di fare una foto |
| inviato il 15 Luglio 2021 ore 12:00
@DamMen Te ne racconto una. Novembre del 1983: nell'azienda dove lavoravo, a Treviso, si decide di iniziare con l'informatizzazione. Uno dei fornitori del nuovo sistema propone una visita ad un loro centro di eleborazione dati da poco installato presso una azienda di Ravenna. Il mio capo ufficio con altri colleghi parte di buon mattino a bordo della Fiat Ritmo di rappresentanza. Due ore dopo il direttore generale, piuttosto anziano, mi chiama dicendomi: "sa, avrei piacere di andarci anch'io, ma non me la sento di guidare: mi ci porterebbe lei?" Ok! Partiamo a bordo di una splendida Panda 45 di servizio. Lungo la strada gli autoarticolati sull'altra corsia, vedendomi arrivare con l'utilitaria, non si facevano scrupoli a sorpassarsi allegramente, costringendomi a viaggiare con due ruote sul ciglio stradale. Arrivati a destinazione, ritrovo il mio capo ufficio e gli faccio: "ma ha visto quanti TIR su questa strada?" Risposta ironica: " TIR? Quali TIR?" Nel tardo pomeriggio, ormai è quasi buio, rientriamo. Io parto per primo (andavo più piano ). Giunti in sede, aspettiamo gli altri, che però tardano ad arrivare. Dopo due ore arriva una telefonata: fermatisi in coda per un cantiere stradale, sono stati tamponati da un autocarro carico di tondini di acciaio che non si era accorto di loro e, per fortuna, trascinati e scaraventati giù per la scarpata laterale. Risultato: auto distrutta, tanto spavento ma, per fortuna, nessun ferito grave. Il giorno dopo il capo ufficio mi ha raccontato che la sera, a casa, quando si è spogliato, si è ritrovato pieno di tagli provocati dai frantumi dei vetri dell'auto finiti dappertutto, fin dentro le scarpe e giù per il collo. |
| inviato il 15 Luglio 2021 ore 12:22
Hardy...che te lo dico a fare. Io la facevo in scooterone il sabato/domenia per andare al mare dove si formava la classica terza corsia centrale delle moto. Non ti dico quane volte un santo ha guardato giù e quante volte ho visto meno fortunati sul ciglio della strada con la moto distrutta |
| inviato il 15 Luglio 2021 ore 12:45
Avevo circa 12 o 13 anni quando i miei genitori mi regalarono una macchina fotografica, una Bencini Koroll. Trascorrevo l estate nei dintorni di Amatrice e ne approfittai per scattare foto ad amici, parenti e durante le escursioni in montagna. Ero ignorante e non mi accorsi che il mondo contadino si stava rapidamente trasformando fino a quasi scomparire. Era tra il 1960 e il 1965. Fino alla prima guerra mondiale nulla era cambiato dal medioevo. Ed ancora negli anni 50 e forse fino alla metà degli anni '60 le tracce erano ancora ben visibili. Non ho fotografato la gente, il lavoro, le case. Ci sarebbe voluto un fotografo...io non lo ero. |
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