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Ah guardate, io penso di essere il principe delle uscite a vuoto sofferte. Essendo lontano da acquitrini e paludi ed essendo fissato con la luce dell'alba, alzarmi alle 4 e tornare a casa senza niente è all'ordine del giorno. Ho però fatto una statistica: ogni due uscite a vuoto me ne esce una fatta bene. E di norma quella uscita ripaga le altre due.
Ultima esperienza, fotografare i culbianchi che per fortuna sono anche nella montagna vicino casa (anche se ce ne sono solo 3 coppie quando a castelluccio di norcia ce ne saranno 300): 3 uscite a vuoto tra studio dei soggetti e delle loro abitudini, temporale improvviso con relativa corsa antifulmini e sifghe varie, ovviamente passate per la maggior parte dentro rovi e arbusti improbabili in posizioni da fisioterapia immediata. Poi finalmente alla 4 uscita l'ho beccato per bene alla distanza e posizione che volevo io.
Ora mi aspettano 3-4 giornate buttate (minimo) per il mio prossimo soggetto.
Questa estate mi sono dedicato a soggetti non palustri: i falchi. Anche perche' d'estate i laghi del Circeo sono piu' deserti del deserto dei tartari.... molte giornate passate in compagnia per fortuna, perche' i falchi cercano il cibo in un territorio molto ampio. Intere giornate magari con un solo passaggio lontano. Ma che natura splendida sui monti della Tolfa... che silenzi e che splendida e contemplativa solitudine. La contemplazione della bellezza naturale non stanca mai, e' come l'acqua di sorgente, niente disseta di piu'.
In effetti spesso si dimentica tutto in nome del fine...vivo questo hobby con relax, godendomi anche i silenzi delle " imbiancate " e ritorno comunque più sereno di quando ero partito. Sarà che sono circondato da persone che parlano tutto il giorno ( al lavoro anche in cuffia ), un pò di pace mi rimette al mondo
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