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La fotografia nel 2000: uso (ed abuso) dei social e siti fotografici


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avatarsenior
inviato il 15 Gennaio 2020 ore 21:00

Purtroppo invece, proprio dal punto di vista del fruitore, l'iperaccessibilità é una cosa molto negativa. Facevo proprio l'esempio del cibo per vedere la questione dal punto di vista del fruitore.
La eccessiva disponibilità del bene di cui si fruisce, sottrae valore dal bene stesso.
Lettori di romanzi che leggono due libri a settimana salvo non ricordare dopo poco nemmeno più la trama di ciò che hanno letto (per non parlare di significati più profondi). Visori di foto su Instagram che sfogliano compulsivamente le immagini lasciando like a istinto e che non riflettono nemmeno su ciò che vedono e non ne traggono alcun messaggio. Ingurgitatori di cibo da fast food che mentre addentano un hamburger pensano se mangiare anche i nuggets di pollo e che dopo 1 ora non ricordano più cosa hanno ingerito perché intanto chattavano su 3 programmi diversi. Compratori compulsivi di televisori a schermo piatto che se si stacca per sbaglio la spina alla tv pensano che sia rotta e ne ordinano subito un'altra su Amazon senza nemmeno chiedersi se la propria sia riparabile e cosa ne sarà dei materiali di cui é fatta e di come impatteranno sull'ambiente.
Il meccanismo del'iperaccessibilità é perverso, perché fa pensare al fruitore di avere ampia scelta e ampie possibilità e che questo sia un bene.
Di fatto la prima vittima di ciò é proprio il fruitore, che alla fine non si riempie d'altro che di vuoto, annegando sempre più nel proprio miraggio di libertà.

user177356
avatar
inviato il 15 Gennaio 2020 ore 23:23

Una volta un amico tedesco mi disse una frase, che credo nel suo paese fosse piuttosto popolare: "Un programma televisivo non ti rende stupido o intelligente , ma solo più stupido o più intelligente".

Mutatis mutandis, vale per tutto ciò che il web ci rende accessibile.

La eccessiva disponibilità del bene di cui si fruisce, sottrae valore dal bene stesso.


Guarda, ho un background discretamente solido in economia, e questa affermazione meriterebbe una valutazione critica approfondita che va al di là degli interessi di questo forum. Dovendo essere molto sintetico, ciò è vero per alcune categorie di beni e del tutto falso per altre.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 1:15

Ma la fotografia non è un bene. Il suo valore intrinseco non è intaccato dalla quantità e qualità di foto scattate. Anzi, più persone scattano, maggiore sarà il numero di quelle disposte a studiare (come se avesse reale importanza) e ad applicarsi per ottenere foto dignitose.
Soltanto perché una scena è stata impressa, non significa che sia fotografia, è qualcosa di più simile al chiacchiericcio. Andrebbe coniato un termine, o magari c'è già e non lo conosco. Per spiegarmi: un bel capannonne industriale non è architettura, eppure è costruito. Però ci sono anche i """capannoni""" di Nervi...

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 2:27

L'esistenza dei social permette un'esperienza che, prima della loro diffusione, non era consentita che a pochi: pubblicare una propria foto. Ma pubblicare in senso letterale, cioè rendere pubblica senza alcuna fatica.
Ciò inevitabilmente sollecita moltissime persone a utilizzarli ( o ad abusarne ) per farsi spazio, sgomitando o meno, tra una folla anonima, illudendosi ( anche incolpevolmente ) di essere una voce che ha da dire la propria.
A questo punto, che importanza ha una cultura fotografica? A cosa serve cercare una propria via con fatica e disillusione? Ma lo dico senza acrimonia.
Ma dico anche: perché parlare di Fotografia in un ambito come quello dei social? Può essere tante altre cose: esibizionismo, narcisismo, bisogno insopprimibile di esserci e di comunicarlo, illusione sempre inseguita di originalità...e qaunto altro si può aggiungere. Se alcuni avessero due o tre idee plausibili e una decente conoscenza del linguaggio ( leggi lingua -italiana, nel nostro caso) avremmo uno stuolo di versificatori o di narratori che invaderebbe i social, ma: i 'fruitori' non avrebbero nè voglia nè pazienza di leggere...
è solo un esempio banale per dire che l'immediatezza dell'immagine ha trovato il suo vero perché proprio nei social. Il mercato a buon mercato dove tutti vanno e vengono a depositare quotidianamente il loro prodotto con una facilità inimmaginabile prima del 2000 ( vedi titolo del topic ) .

Se la Fotografia è pazienza, ricerca, passione, sconfitta, mistero...allora serve la genialità o il genio. Cosa che io, personalmente non ho e so di non avere.
Forse, sì, un po' di gusto me lo ritrovo...e quando il gusto è onesto, spesso ti suggerisce di lasciare per un po' la fotocamera e startene zitto a guardare il mondo con gli occhi e non necessariamente attraverso un obiettivo. Aggiungere il tuo vocio al vociare generale è frustrante, oltre che inutile.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 7:08

Consentire a chiunque di pubblicare le proprie foto, o commenti a quelle altrui, mi pare abbia lo stesso significato di consentire a tutti di esprimere il proprio punto di vista, chiamalo se vuoi opinione (seppur coi limiti del lecito giuridico), come quando qualcuno nei tempi, ad esempio, ha consentito il diritto di voto al sesso femminile.
Fare il contrario come potrebbe essere definito, secondo te?
Poi, per carità, i purismi sono bella cosa.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 7:26

Poi, per carità, i purismi sono bella cosa.


Mah, io non credo sia questione di purismi (che pure sicuramente ci sono).
Penso si possa osservare la cosa anche al netto di giudizi: non lo scopriamo qui e oggi che l'inflazione di qualsiasi cosa tende ad abbatterne il valore, anche laddove la qualità possa essere maggiore.
E questo nelle pere può essere un bene, nella letteratura magari meno.

Fai il (giusto) parallelo coi punti di vista: io credo sia effettivamente la stessa cosa. Oggi è normale che una velina si esprima su Instagram sulla questione palestinese. Ed è giusto.
Ma che poi questo porti contributi solo positivi da ogni punto di vista, non credo sia implicito.
E si potrebbe anche supporre che se mille veline parlano all'unisono, si perda magari un po' della voce di un Nobel.

Un certo tipo di diffusione e un certo modello di fruizione delle immagini presentano rgionevolmente dei pro e dei contro.
E, a livello individuale, c'è semplicemente (mi pare) chi considera prevalenti gli uni o gli altri.

PS: Do per implicito che certamente nessuno (almeno spero) auspica divieti di pubblicazione per qualcuno ;-)


avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 8:11

Il web, i social sono una cloaca a cielo aperto.. Chiunque può metterci qualcosa dentro che verrà subito potenzialmente visto da milioni o miliardi di altri individui. È il regno del caos e della complessità, ma da sempre le idee migliori nascono dal caos e i sistemi complessi sono anche i più robusti ed efficaci, danno origine ad una catena di eventi impossibile da svolgere in un sistema rigido e controllato dalle regole. Da questo blob emergono ogni tanto talenti puri, perché quelli esistono ed esisteranno sempre, il difficile è saperli individuare.

Resta comunque un sistema molto democratico ed accessibile a tutti, cosa non scontata in un mondo dove, una parte conservatrice e bigotta, vorrebbe ancora tenere l'accesso alla cultura e alla conoscenza riservato a pochi e selezionati, eletti per ceto sociale.

Una grande opportunità per tutti quindi, i rischi sono quelli già visti, in particolare che le buone idee e il talento vengano soffocate dalla pochezza della media generale, ma questo è un rischio che esisterebbe anche in altri sistemi con una base di accesso più ristretta.

Io a sessant'anni non ho più voglia di mettermi in gioco; ho seguito il consiglio di Pessoa:

"Siediti al sole. Abdica e sii re di te stesso"

Con un buon sigaro in mano guardo, visito, sfoglio, osservo questo meraviglioso mondo che avanza e che cambia vorticosamente, cercando semplicemente di tenere la mente aperta alle idee nuove, che ci sono sempre, consapevole che
non puoi fermare il vento con le mani...


avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 9:24

Intervento condivisibile in tutto Pisolomau.

Solo su un punto mi permetterei una considerazione in più ovvero:

Resta comunque un sistema molto democratico ed accessibile a tutti, cosa non scontata in un mondo dove, una parte conservatrice e bigotta, vorrebbe ancora tenere l'accesso alla cultura e alla conoscenza riservato a pochi e selezionati, eletti per ceto sociale.


Condivisibile totalmente anche questo, ma metterei una terza opzione, che mi sembra abbastanza in tema.
Cioè, sacrosanta la diffusione dell'accesso alla cultura, e più ampia possibile. E deprecabili le elite che la vorrebbero patrimonio di pochi.

Ma distinguerei tra "accesso alla cultura" e "produzione di cultura".
Cioè poter leggere un libro e scriverne io uno.
Assistere alla conferenza di un filosofo e tenere io una conferenza di filosofia.
Che sono cose molto diverse: non credo sia classista dire che non tutti hanno le stesse conoscenze o talenti.

La democrazie è tale, secondo me, solo se un minimo di rispetto della competenza si realizza.

E siccome credo poco (come te mi pare) nelle imposizioni dall'alto, sviluppare una discreta autocritica in era social è ancor più essenziale.
E non parlo per imprecisati "altri": da qualche parte l'ho già scritto, io non farei una mostra non perché non posso, non ne ho opprtunità o perché me lo vieta qualcuno.
Non la faccio semplicemente perché le mie foto non valgono una mostra, e non aiuterebbero la cultura altrui in alcun modo...

Fermo restando che è giusto possa invece vederne mille (di mostre) ;-)

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 10:01

Rimango spesso un po' stupito per il fatto che, quando si parla di social, quasi sempre ci si affanni a precisare e ad eccepire sui diritti, democrazia, censura, libero accesso, ecc.
Esprimere alcune considerazioni su un fenomeno di costume, cercando di comprenderne cause e sviluppi, non significa emettere giudizi morali o vagheggiare censure restrittive. Ma tant' è...
Giustamente è stato osservato che l' accesso a godere dei beni culturali e saperne produrre di autentici non sono proprio la stessa cosa: tra i fruitori ci può essere qualcuno che può aiutare a goderne, magari solo perché più competente.
La democrazia che c' entra?

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 10:09

Come qualcuno di voi ha fatto notare attraverso interventi che mi sento di condividere pienamente, i social sono un caos, ma nel caos si fanno comunque largo idee, progetti e talenti.

Dal punto di vista del creatore (= fotografo e autore di immagini), l'importante è cercare di non produrre per i social ma realizzare lavori significativi (che si ritengono tali prima di tutto per se stessi). E' la sfida più grande, altrimenti ci si ritrova sempre a rincorrere e ad essere frustrati.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 10:12

certo lamentarsi dei social scrivendolo su un social... mah...

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 10:26

I social non sono luogo di cultura. Non nascono con quella prerogativa almeno. Magari la nostra differenza d'età ce li fa vivere diversamente.
Soltanto perché ci sono delle foto, non sono esposizioni. Un social network per ciechi, che invece di avere testi e immagini ha file audio, non è un concerto.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 11:23

I social non sono luogo di cultura. Non nascono con quella prerogativa almeno. Magari la nostra differenza d'età ce li fa vivere diversamente.
Soltanto perché ci sono delle foto, non sono esposizioni.


Questo lo condivido. Tant'è che, come codice personale, nei social pubblico volentieri, esposizioni non ne farei.

Tuttavia, per quanto i social non siano luoghi di cultura per definizione, e hai ragione, non possiamo però sottovalutare che ogni fenomeno di rilievo influenza la cultura di una società, anche se non nasce per quello.

E i social questo impatto sicuramente ce l'hanno: cultura non è solo quella con la C maiuscola, e basti pensare alle bufale che leggiamo ogni giorno (su ambiente, cibo e quant'altro), che entrano, appunto, nella cultura di milioni di persone...

user177356
avatar
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 11:42

A mio avviso, l'unico problema dei social è l'anonimato. Chi espone le proprie opinioni dovrebbe essere obbligato ad esplicitare la propria identità. Io smetterei di esprimere le mie opinioni, ovviamente, come sto facendo sempre di più nella vita reale.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2020 ore 12:50

Nessuno pensa che i social abbiano i propri anticorpi?
Il web crea fake news ed il web le smaschera.

Le critiche vs i social sono tutte più o meno condivisibili, ma le conseguenze negative non sono compensate e/o superate dai vantaggi che portano?

I social ti mettano in contatto con una utenza potenzialmente universale, è un bene o un male?

Personalmente, mi sono appassionato alla fotografia grazie ad internet e alle risorse che mette a disposizione di chi vuole imparare.

La semplice esistenza di questo 3d, non dimostra forse la potenza di questo mezzo?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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