| inviato il 23 Ottobre 2019 ore 9:19
Mi riferisco a quanto detto da Ironmanu. Ho usato e continuo ad usare Olympus E30 ed E5, la prima con la scocca in policarbonato e la seconda in magnesio. A parte la tropicalizzazione di quest'ultima (che mi interessa relativamente poco), ho notato che uso di preferenza la E30 perché più leggera. Penso che la scelta di Olympus per la nuova EM5 III sia proprio dovuta a questo (oltre al risparmio sui costi di produzione .) Circa le ali in ergal o composito: quest'ultimo viene scelto per la leggerezza e la robustezza. Concordo pienamente sui dubbi circa la durata. Rispetto all'ergal è sicuramente più resistente a fatica, inoltre le cricche che eventualmente si generano si diffondono più lentamente di quelle dell'ergal e quindi i manufatti sono più sicuri. Sono però presenti scollamenti e delaminazioni. Non mi risulta che manufatti in composito (fibra di carbonio) vengano fresati o lavorati di macchina, salvo che per la creazione di sedi per organi di collegamento e simili. Mi scuso per l'OT. |
| inviato il 23 Ottobre 2019 ore 14:38
L'acciaio era poco lavorabile, immagino, rispetto l'ottone, negli anni '70, penso, mentre ora con tagli laser e robot che fresano e torniscono sarebbe meglio trattabile. O forse per la questione della dilatazione termica. Non proprio Buenavida; l'ottone era preferito nella costruzione dei corpi macchina, quelli più prestigiosi chiaramente, proprio perché in caso d'urto si deformava e quindi assorbiva l'energia cinetica sviluppata dall'urto salvaguardando la delicata meccanica interna mentre al contrario, se cioè il corpo fosse stato realizzato in acciaio, esso non si sarebbe deformato e quindi avrebbe trasmesso pari pari le sollecitazioni all'interno ... andando a detrimento della delicata meccanica ivi contenutta. Al contrario l'acciaio veniva adoperato nella costruzione del dorso prorio perché esso, contenendo al suo interno il pressa-pellicola deputato, come dice il nome stesso, al mantenimento della planeità della pellicola, NON doveva deformarsi, in caso d'urto, proprio perché deformandosi poteva mandare fuori planeità il pressapellicola con le conseguenze che sono facilmente immaginabili. |
| inviato il 23 Ottobre 2019 ore 17:05
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| inviato il 25 Ottobre 2019 ore 11:02
Sugli obbiettivi si potrebbero usare i tecnopolimeri comunque. O fondi permettendo, brevettare dei nuovi polimeri atti ad avere determinate proprietà (come fa Covestro con il Makrolon UV, Noctua con il Sterrox, e via dicendo...). Alla fine metallo o polimeri se cade la macchina o l'obbiettivo da certe altezze, qualcosa dentro si danneggia sicuramente, perciò alla fine la questione metallo o plastica rimane solo tra fattore estetico e condizioni d'utilizzo più intense del normale. |
| inviato il 28 Ottobre 2019 ore 11:41
Che i nuovi "polimeri" ,in certi casi, abbiano proprietà meccaniche migliori del metallo ci credo assolutamente. Ribadisco comunque che continuo a preferire sia corpo macchina che ottiche costruite in metallo. |
| inviato il 30 Ottobre 2019 ore 1:43
I polimeri in media hanno delle proprietà meccaniche decisamente molto inferiori agli acciai e solo relativamente meno delle leghe leggere, ma ciò non significa che non possano essere usati per costruire con successo molte componenti delle ottiche, ogni componente delle ottiche viene studiato per rispondere a delle caratteristiche funzionali, in base allo sforzo, alla rigidezza, attriti, tolleranze costruttive e alla complessità di forma che il componente deve avere: di conseguenza si sceglie il materiale adatto allo scopo. Il principale motivo per il quale si usano i polimeri per fare le scocche e altri componenti di certe ottiche è la possibilità di costruire un pezzo dalle forme complesse, precise e finite per stampaggio ad iniezione con un risparmio notevole sul costo finale ( per un fabbricante il contenimento dei costi è un fattore importante e di competitività), se il materiale scelto all'atto della progettazione soddisfa i requisiti di resistenza meccanica, resilienza, buona resistenza agli urti, durata, attrito, poco assorbimento umidità, stabilità dimensionale nel tempo previsto per una durata accettabile all'ora si utilizza quello specifico polimero, (anche qui la scelta delle caratteristiche e dei tipi è molto vasta, direi una vera scienza di settore). Poi le ottiche, le più economiche, esempio il canon efs 55/250 is stm è fatto quasi completamente in polimero stampato per iniezione con pochi pezzi ma molto complessi non direttamente realizzabili in lega leggera, addirittura certe lenti sono incollate nelle sede del barilotto, la flangia dell'innesto ef è sempre in un polimero diverso da quello del barilotto, con proprietà meccaniche + alte e proprietà anti attrito, quando lo innestate nel bocchettone della vostra canon eos vi accorgete che è leggermente meno preciso e meno bello da vedere ma non segna ovviamente il metallo e non rilascia piccole particelle inox come negli altri in inox con attrito metallo/metallo che dopo molti anni si usurano. Nelle ottiche serie L canon, parlo di queste perchè le ho sott'occhio, ci sono si componenti in polimero stampato ma sono spesso solo gusci esterni mentre il corpo obiettivo e fatto in lega leggera pressofusa poi lavorata di macchina utensile cnc. I metalli, a differenza dei polimeri, hanno una vera struttura cristallina che nasce dal processo di fusione e solidificazione, possono subire trattamenti termici per migliorare le loro caratteristiche meccaniche, possono essere formati per stampaggio, per fusione e per pressofusione, per lavorazione meccanica, posso essere levigati, lucidati, rettificati di precisione nell'ordine dimensionale del micron, nelle ottiche bastano i 1/100 di mm, sono stabili dimensionalmente ma hanno comunque un coefficiente di dilatazione. Le leghe leggere sono belle a vedersi, sono facili da lavorare meccanicamente e si ottengono tolleranze costruttive precise, costa fabbricarle, hanno una resistenza meccanica media buona, sono rigide, non hanno un'alta resilienza, hanno una resistenza agli urti variabile a seconda del tipo lega e del trattamento termicamente, vietato fare cadere un'ottica su un pavimento rigido, potrebbe solo ammaccarsi ma anche deformarsi quel tanto da creare problemi di precisione ottica/meccanica e allineamento. Gli acciai hanno in genere un'alta resistenza meccanica e un ottima resilienza migliorabile con i trattamenti termici. Il bocchettone della fotocamera e l'innesto delle ottiche è in una lega di acciaio inox. Il corpo macchina delle fotocamere professionali è in lega di magnesio/allumino/silicio e altro, i barilotti in lega leggera da pressofusione e in lega leggera da costruzione e lavorazione meccanica, altri barilotti di ottiche + economiche o che devono essere leggeri, complessi e facili da costruire sono in polimeri speciali es. le ottiche sigma Art in parte sono fatte con un polimero speciale che imita la conduttività termica dei metalli abbinata a una stabilità dimensionale notevole (non ho mai capito esattamente che materiale è comunque brevettato). Infine di acciaio, ottone e bronzi nelle ottiche c'è ne veramente poco, tutto il resto è vetro ottico a bassa dispersione, flourite artificiale, colle, or, gommine, cip elettronici, cavi flat, contatti in rame dorato, motorini usm, nano usm, ecc. un elenco infinito. Paradossalmente se fate cadere il mio efs 55/250 is stm "plasticoso" potrebbe farsi molto meno male del vostro ef 70/200 L is II , i polimeri in certe situazioni di impiego sono fantastici ve lo ha descritto bene Daniele_86 spiegando molto bene le loro caratteristiche e la natura viscoelastica, Salt vi ha spiegato molto bene le caratteristiche delle fibre di carbonio, il kevlar, le fibre aramidiche ecc. Ultima cosa Canon per le scocche delle fotocamere eos economiche e leggere usa materiali composti in pratica si usa il policarbonato rinforzato con fibre e stampato insieme a placche di metallo inserite nei punti chiave: si ottiene leggerezza, economicità e resistenza, personalmente non amo troppo questa soluzione, preferisco le tradizionali leghe pressofuse . P.s. tutta questa pappardella serve a capire che la scienza dei materiali è una materia complessa in costante evoluzione. |
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