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Passione per il rullino


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avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 10:49

Angor, le discussioni finiscono in vacca perchè c'è gente come te che vede il complotto anche dove non c'è.
Io ho spiegato perchè mi piace la fotografia a pellicola, sottolineando diverse volte la soggettività del mio parere...se tu ci vedi altro, il problema non è mio. Cool

Nel mio corredo convivono corpi analogici e corredo Sony FE (non proprio da 2 lire).
Ho iniziato a fotografare in digitale (in modo "serio) nel 2013. Sono quindi in Sony da più di 6 anni, prima SLT, ora mirrorless. Non faccio guerre di religione, perchè col digitale, in alcune situazioni, posso fare cose che con l'analogico non potrei fare, se non in modo molto più complicato e con risultati meno buoni.

Ho 35 anni, pertanto non posso dire di essere un utilizzatore storico dell'analogico, se non con le compatte di quando ero un giovanotto, periodo in cui sicuramente non sviluppavo/stampavo in casa. MrGreen

Non butto m... su nulla, esprimo un mio parere che posso anche dettagliare, ma probabilmente annoierei chi legge.
Se poi per te quello scrivo è una barzelletta, allora fatti una risata! ;-)

Quando scatto in digitale, io mi fido dell'interpretazione di un SW creato da chissà chi. Punto e scatto, al massimo apro o chiudo il diaframma. Poi metto su PC e uso un altro SW, creato da un altro "chissà chi", per ottenere qualcosa che sia piacevole alla vista.
Se ho una stampante in casa, diventa necessaria una finissima calibrazione di monitor e stampante. Se invece mando tutto in stampa tramite un servizio di terzi, posso solo dare raccomandazioni e sperare che il laboratorio le segua.

Quando scatto in analogico non posso fare diversamente che pre-visualizzare quello che voglio ottenere, usando una pellicola adatta allo scopo, esponendola sulla base del mio intento e sviluppandola di conseguenza.
La stampa che segue è un ulteriore "affinamento" del processo, metto finalmente su carta (dopo svariate prove) quello che ho fotografato, cercando di avvicinarmi quanto più possibile alla pre-visualizzazione di prima.
E' un processo, questo, che personalmente mi porta a uno studio estremamente più accurato della scena.
Sarà un limite mio (continuo a sottolineare la soggettività del mio discorso), ma questo tipo di controllo, con il digitale, non ce l'ho.

A conferma del fatto, quando esco con un corpo digitale mi trovo a scattare anche 50 fotografie in un'ora (c'è chi ne fa 10 volte tanto)...con la pellicola, se va bene, nello stesso tempo ne faccio 5. E non per un discorso di costi...per un discorso di approccio differente. Va da sé che l'attenzione riposta in ogni singolo scatto sia diversa...

E' poi vero quanto scritto da Francesco Merenda: usare una pellicola non assicura il totale controllo. Dipende come la usi...
E' altrettanto vero che avere lo stesso tipo di controllo sul digitale è possibile, ma con spese, difficoltà e variabili enormemente maggiori. ;-)

Non da ultimo, l'analogico mi diverte e il risultato mi soddisfa. Il digitale mi sta terribilmente annoiando prima, dopo e durante lo scatto...posso dirlo?

avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 11:06

E' poi vero quanto scritto da Francesco Merenda: usare una pellicola non assicura il totale controllo. Dipende come la usi...
E' altrettanto vero che avere lo stesso tipo di controllo sul digitale è possibile, ma con spese, difficoltà e variabili enormemente maggiori.


In realtà io credo sia fondamentalmente questione di abitudini.
Nel senso che, parlo per me, il modo di lavorare non è che sia cambiato granché. Ci sono i vantaggi connessi al fatto di poter "vedere" oltre che previsualizzare, ma credo stia a noi non sederci su questa cosa e fare in modo che sia un plus e non l'opposto.
Ammetto che è facile caderci (nella trappola di affidarsi troppo al mezzo perdendo il controllo), ma ripeto, giò con l'analogico il problema era lo stesso, seppure in scala più ridotta.

Azzardo di più: uno strumento tipo il sistema zonale di Adams, come principi perlomeno, mi vien da dire che può quasi essere più utile oggi che ieri (se si parla di pellicola in rullo: parlando di lastra ovviemnte no).

A mio parere, la cura a ogni male sarebbe la stessa da sempre: ovvero quel mix di passione e ricerca che ti fa sperimentare e aumentare conoscenza a 360 gradi (di tipo tecnico così come legata alla cultura dell'immagine), che è poi il viatico per quella famosa consapevolezza che fa la differenza.

E resto convinto che sia sempre l'umano a far si che ciò accada più o meno.
Anche se una tecnologia molto avanzata rischia indubbiamente di produrre un effetto soporifero sugli stimoli ;-)

avatarjunior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 11:08

Infatti il senso è proprio il piacere di scattare a pellicola, sviluppare e stampare, magari su carta baritata con passatina all'essicatrice a tamburo; a me che piace la natura prendere una bella diapo e proiettarla (anche le proiezioni con il digitale non sono la stessa cosa). Il senso di consapevolezza invece è bagagliaio personale, non c'era spesso con la pellicola e non c'è spesso con il digitale. Ho avuto la fortuna di innamorarmi della fotografia a fine anni 80 ed averla seguita in tutto il suo percorso di cambiamento tecnologico e sociale e più passa il tempo più mi rendo conto di non essere cambiata io nonostante il progresso. Se mi dicessero di tornare indietro 30 anni e di usare le diapo o il bn non avrei nessun problema, sono fasi che conosco, che tutt'ora uso poco per comodità ma che non mi limiterebbero pur essendo consapevole che i generi sport e natura hanno guadagnato tantissimo con le tecnologie.

avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 11:32

Quando scatto in digitale, io mi fido dell'interpretazione di un SW creato da chissà chi. Punto e scatto, al massimo apro o chiudo il diaframma. Poi metto su PC e uso un altro SW, creato da un altro "chissà chi", per ottenere qualcosa che sia piacevole alla vista.


che tu non sappia usare le tecniche digitali e, quindi, andando sostanzialmente a casaccio ti sembra di non aver alcun controllo, ci sta...ma dal tuo primo post, non era poi così evidente che stessi riferendoti alla tua esperienza personale.

E' altrettanto vero che avere lo stesso tipo di controllo sul digitale è possibile, ma con spese, difficoltà e variabili enormemente maggiori. ;-)


Se parli ancora per la tua esperienza, va be, se ne sei convinto è una cosa tua personale...se vuoi invece fare un discorso più generale, nulla è più sbagliato di quello che hai scritto: il controllo, in digitale, è TOTALE in qualsiasi passaggio che vada dal segnale in uscita del convertitore analogico-digitale fino alla stampa su carta (o qualsiasi altro supporto) ed è gestibile con spese, difficoltà e variabili infinitamente inferiori a quelle necessarie per la pellicola.


avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 11:33

Non so ragazzi, come dicevo, io "nasco" in digitale. Quando usavo la pellicola ero troppo piccolo per apprezzarla e usarla come oggi.
Se fosse un discorso di abitudine, avrei lo stesso approccio utilizzando entrambi i sistemi, dato che spesso li alterno anche nel corso della stessa giornata.
Rimango più convinto che un certo tipo di studio della scena e della parte tecnica sia necessario con la pellicola e solo facoltativo con il digitale.

Tra scatto digitale e successiva PP, impiego mediamente 10 minuti...tra scatto e stampa analogica, il processo mi richiede anche ore. Basterebbe questo per sottolineare la differenza dei due mondi.
Ci tengo a sottolineare per l'ennesima volta che NON sto parlando di qualità finale, di linee/mm, di gamme tonali...io parlo della MIA esperienza d'uso.

Per tanti motivi, sui quali potremmo parlare per mesi, personalmente effettuo lavori molto più "studiati", precisi e conseguentemente soddisfacenti con un sistema, piuttosto che con l'altro.
Non faccio naturalmente mostre, ma mi piace appendere in casa i miei modesti lavori, digitali o analogici che siano.
Una mia stampa analogica appesa in casa attira solitamente molta più attenzione da parte degli ospiti di una stampa da file digitale...questo è un fatto. Sui motivi...boh! Cool

avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 12:02

Non so ragazzi, come dicevo, io "nasco" in digitale. Quando usavo la pellicola ero troppo piccolo per apprezzarla e usarla come oggi.


Rimango più convinto che un certo tipo di studio della scena e della parte tecnica sia necessario con la pellicola e solo facoltativo con il digitale.


Io credo che buona parte della questione sia tutta qui.
Non avendo vissuto una certa fase come quotidianità, come "normalità", credo sia normale interpretarla e viverla (succesivamente) in modo un più epico di quanto non fosse.

La questione non è tanto "l'analogico", ma il tipo di apparecchio piuttosto.
Ti posso garantire che, perlomeno parlando di apparecchi reflex prodotti dagli anni '80 (forse anche un po' prima), non occorreva alcuna consapevolezza o studio maggiore rispetto a oggi.
Anzi, forse è vero il contrario, essendo il manuale di un tempo più scarno e le funzioni disponibili più ridotte.

Non bisogna fare un errore: quello di considerare come norma il fotoamatore evoluto di un tempo e paragonarlo a chiunque fotografi oggi.
Anche ieri, chi fotografava con un certo coinvolgimento, stampandosi magari il proprio materiale, leggendo e sperimentando, era una nettissima minoranza.

Come altri hanno detto, che a livello soggettivo tu possa avere stimoli diversi che portano a esiti diversi è una cosa.
Far diventare l'analogico (in quanto analogico) come il tempio della fotografia consapevole è tutt'altra.

avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 12:14

Francesco, infatti non è mia intenzione farne tempio.
Non so più come scriverlo che parlo del mio approccio. Che tanti, molto più anagraficamente maturi di me, condividono. Quindi non è solo piacere della nuova scoperta (ormai sono 5 anni che sviluppo e stampo in casa, non è nemmeno tanto più nuova).

Nessuna magia nell'uso dell'attrezzatura, il punto non è quello...se vogliamo, buona parte del mio gear digitale è più “prestigioso” di buona parte di quello analogico.

Se io sia una capra in PP digitale non lo so Angor...può pure essere, lo faccio per divertirmi e non per lavoro.
Il punto è che non mi interessa, perché trovo il processo molto più noioso e schematico di quello analogico...

In termini oggettivi continuo però a dire che la catena scatto, sviluppo (o PP, nel caso del digitale) e stampa, se fatta INTERAMENTE in casa e con propria strumentazione, sia più accessibile e fondamentalmente semplice in un caso piuttosto che nell'altro.

avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 12:21

Francesco, infatti non è mia intenzione farne tempio.


Gibus... non mi riferivo a te, con la faccenda del tempio. Ci tengo a dirlo Sorriso
Era un discorso generale. Riferito a una tendenza (come peraltro ci sono molte tendenze di segno opposto e non più sagge).
E te lo dico comunque da chi di analogico (stampato in proprio) ne ha fatto parecchio, e con passione grande ;-)

avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 13:04

Concordo con te...
che poi quelli che descrivi tu sono gli stessi che sviluppano alla "evvivailprete" e scansionano il negativo con lo scannerino da 70 euro di amazon...senza rendersi conto che prendono il peggio dei due mondi.

avatarsenior
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 13:18

senza rendersi conto che prendono il peggio dei due mondi


... E questo è da scolpire sulla pietra ;-)

user90373
avatar
inviato il 24 Ottobre 2019 ore 22:42

Vado di rullino perchè mi restituisce quelle sensazioni fisiche e permette quei risultati visivi che ritengo in sintonia con la mia attuale concezione della fotografia. Che poi, sensazioni, risultati e concezione siano o meno condivisi e condivisibili è altra faccenda.

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2019 ore 11:18

Angor
Del resto, c'è chi preferisce ascoltare vecchi dischi con grammofoni meccanici, pieni di fruscii e disturbi,

Standing ovation!
E te lo dice uno che ha iniziato ad acquistare LP nel 1971, e che ne ha ancora scaffali pieni.

user70065
avatar
inviato il 25 Ottobre 2019 ore 11:42

Sono scelte di vita...ho comperato un nuovo giradischi un anno fa un rega rp1,per ascoltare i miei vinili,con fruscio rumori etc,è un pò come il rumore sulla pellicolaMrGreennon comprerei un analogica oggi come oggi,anche perchè la mia gloriosa Olympus om2n fa ancora il suo dovere,al momento come ferma carte...alla fine della fiera...ognuno è libero di fare quel che vuole per la propria soddisfazione personale.

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2019 ore 11:52

Condivido l'intervento di Stefano: parlando di scelte personali, non ha molto senso cercare oggettività (e anche per questo bisognerebbe essere cauti nell'attribuire "primati" indiscutibili a qualcosa, senza considerarne il fine ultimo).

E mi piace l'esempio del giradischi: in fotografia non tornerei all'analogico stabilmente per varie ragioni (non l'ho mai abbandonato del tutto, ma praticamente...), ma sul fronte musica considero il giradischi come il cuore del mio impianto da ogni punto di vista. E se devo investire, tendenzialmente lo faccio lì.

Parentesi: associare il giradischi esclusivamente a disturbi et similia va fatto con cautela Sorriso
Suggerisco a chiunque di ascoltare un set-up di livello prima di trarre conclusioni ;-)

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2019 ore 14:23

Parentesi: associare il giradischi esclusivamente a disturbi et similia va fatto con cautela Sorriso


giradischi, se di buona qualità di disturbi ne senti pochi (relativamente), ma grammofono ti assicuro che quello che ne esce è tutto fuorchè "perfetto" MrGreen

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