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Chernobyl e natura risorta


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avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 20:38

non credo che funzioni così.
intanto non bisogna immaginare l'area come un ambiente chiuso.
Un coleottero potrebbe avere una mutazione vantaggiosa che resta nella discendenza, tale mutazione è esportata fuori zona e potrebbe trovare più vantaggi in un'area completamente diversa da quella dove si è formata.
Ricordo ancora che tutte le mutazioni svantaggiose (la maggior parte) troveranno fine, ma quelle poche che potrebbero dare un vantaggio se possono essere trasmesse alla discendenza si perpetueranno.
è una cosa che è successa continuamente nell'evoluzione.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 22:39

Ooo, fondamentalmente tutte le mutazioni sono tendenzialmente svantaggiose o ininfluenti, altrimenti il tasso di mutazioni vincenti sarebbe ben più alto; alcune però presentano anche qualche elemento positivo, ma in situazioni ben precise, come per la talassemia, che può generare problemi anche gravi, ma che attecchisce come freno per la malaria dove la presenza di quest'ultima è tale da creare problemi ancora più gravi; è uno di quei casi in cui non vince chi fa più figli, ma quello a cui ne muoiono di meno. Trovo però difficile che una mutazione che viene favorita da un ambiente fortemente critico possa essere negativa in quell'ambiente e positiva in un altro, dunque trovo anche improbabile che sia sufficiente il singolo individuo migratore per trasportare stabilmente la mutazione al di fuori dell'ambiente che l'ha creata. Trovo tutto questo molto difficile proprio perché tutte le mutazioni "vincenti" che la scienza ha potuto osservare con i propri occhi sono nate come risposta a situazioni ambientali critiche e si sono stabilizzate geneticamente all'interno di quelle situazioni prima di un eventuale allargamento ad altri territori: vedi anche il caso di Biston betularia , la famosa falena che, da chiara che era, diede origine a popolazioni con le ali scure nell'ambiente "affumicato" della prima Rivoluzione Industriale inglese (dove peraltro vennero catturati i primi esemplari conosciuti con quella colorazione, quando ancora non c'erano popolazioni stabili, segno che la mutazione aveva avuto luogo proprio in quel contesto)

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 23:29

Daniele, le mutazioni ci sono in continuo, e non è necessario andare verso una cosa così evidente come il colore di una farfalla per dimostrarle.
Quella della farfalla poi non è nemmeno da considerarsi come una vera mutazione, semplicemente ha prevalso una forma melanica, forma che con tutta probabilità esisteva già latente in forma allotipica, e che ogni tanto appariva già prima, solo che con il nuovo ambiente inscurito ha prevalso anche fenotipicamente.
Le mutazioni possono essere anche solo positive, senza interpellare la talassemia che se è vantaggiosa per la malaria sappiamo bene quali problemi comporta.
Una mutazione può introdurre una nuova vertebra o eliminarla, introdurre un enzima digestivo utile, rendere la zampa maggiormente aderente per muoversi su una superficie, ecc..., ecc....
Da lì in poi la mutazione, se trasmissibile, può essere migliorata per una selezione della specie. Questo è darwinismo. Sono cose che avvengono in continuazione.

L'unica cosa di diverso è un ambiente particolarmente prolifico di mutazioni, quale può essere un ambiente radioattivo.

La differenza sarà che se in un ecosistema "normale" ci sono in un anno 10.000 mutazioni tra cui una sola utile e trasmessa, e le altre peggiorano il soggetto tanto da non portarlo alla riproduzione o da fare chiudere la sua discendenza in 3 o 4 generazioni, in un ecosistema radioattivo ci saranno 10.000.000.000 di mutazioni che porteranno quasi tutte alla fine delle discendenze, ma tra queste ce ne saranno 10 positive, ovvero di più che nel caso normale, ed esse non devono affatto essere indirizzate alla capacità di vivere meglio nella radioattività ma possono essere orientate a tutt'altro.

non esiste un sistena chiuso, un migratore può passare di lì ed essere sottoposto ad una maggiore possibilità di incorrere in mutazioni trasmissibili, e poi andarsene.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 8:33

la radioattività. Gli studiosi non hanno una spiegazione certa, ma l'ipotesi più probabile è che l'attesa di vita degli animali sia troppo breve per consentire lo sviluppo di cellule tumorali; in aggiunta, gli animali si riproducono molto più rapidamente di noi e dunque, in assenza della pressione antropica, ristabiliscono senza difficoltà l'equilibrio eventualmente intaccato da morti premature. Infine, non sono state rilevate mutazioni genetiche significative, tranne il piumaggio di un uccello e poco altro.

Queste frasi vogliono dire tutto e allo stesso vogliono dire poco. Una effettiva mutazione dovuta alla radioattività o comunque all'emissione di radiazioni elettromagnetiche la si può scoprire solo facendo approfondite analisi sul dna.
Vivendo nella zona radioattiva potrebbero avere sviluppato modifiche o alterazioni in grado di svilupparsi con maggiore enfasi sulla discendenza.

Chernobyl è uno dei tanti inferni sulla terra, solo che è stato creato dall'uomo.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 8:48

E' appena uscita una miniserie tv di 5 episodi sui canali Sky.

Qualcuno di voi l'ha vista e la ritiene una valida ricostruzione dei fatti, complessivamente?

user28347
avatar
inviato il 15 Giugno 2019 ore 8:57

io avevo visto il film 3 volte su la storia siamo noi

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 9:10

@Sergio Fermi,

ah si bravo... anche io... oggi me la riguardo (grazie).

Trovo intelligente, oltre ai documentari veri e propri, l'idea di usare delle mini serie tv per permettere a tutti di farsi una cultura su eventi/argomenti come questo. Io l'ho trovata ben fatta, assolutamente non romanzata (una catastrofe che è ben spiegata e molto ben recitata, nel rispetto delle vittime).

Poi, per molti di noi, Chernobyl ha fatto parte della nostra storia (infanzia-adolescenza). Io ero poco più che bambino, ma ricordo bene lo sgomento ed il clima di tensione che si respirava anche nel nostro Paese... con le famiglie sempre a guardare le previsioni meteo...


p.s. E comunque i lavori di messa in sicurezza della centrale credo siano terminati solo nel 2017...


avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 9:46

Matteo Platania
Poi, per molti di noi, Chernobyl ha fatto parte della nostra storia (infanzia-adolescenza). Io ero poco più che bambino, ma ricordo bene lo sgomento ed il clima di tensione che si respirava anche nel nostro Paese... con le famiglie sempre a guardare le previsioni meteo...


Si, anche io mi ricordo le notizie al tg1, avevo 6 anni e 1/2

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 19:26

Il problema delle radiazioni che agiscono sul sistema genetico di tutti gli esseri viventi non è un problema che può esser preso alla leggera: esseri viventi sono anche i batteri che potrebbero avere mutazioni che li rendano resistenti ai nostri antibiotici... un pericolo del genere non è circoscrivibile a quella zona, e ce ne sono altre, per esempio Fucushima o stoccaggi di residui radioattivi sparsi nel mondo...che andrebbero controllati, e che invece sono nascosti a tutti.
Ho solo fatto un esempio; l'influenza delle radiazioni sulle mutazioni genetiche degli esseri viventi non è lontanamente paragonabile a quello che avviene in natura: non ci sono in natura concentrazioni di sostanze altamente radioattive...solo l'uomo lo fa...purtroppo.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 19:30

Fukushima marzo 2011
tantissima acqua radioattiva è finita in mare.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 19:38

Una mutazione può introdurre una nuova vertebra o eliminarla

Magari fosse così facile; il collo lungo della giraffa possiede lo stesso numero di vertebre di quasi tutti i vertebrati terrestri. Ma il punto è un altro: tutte le mutazioni trasmissibili all'interno di una specie, fino ad arrivare alla speciazione vera e propria le troviamo in genere in popolazioni isolate per qualche motivo; può trattarsi di isolazione fisica, ma non è il caso di Chernobyl, spesso invece si tratta di isolazione riproduttiva (inizialmente non di tipo genetico), ovvero per qualche motivo una popolazione ha smesso di incrociarsi con altre popolazioni della stessa specie che pure possono sovrapporsi territorialmente. Vuol dire che in genere c'è una relazione tra la mutazione e qualche variazione fenotipica o comportamentale che tende a isolare i portatori di quella mutazione, forse a non renderli più appetibili sessualmente, altre volte è accaduto che una variazione nel colore di alcuni fiori abbia portato i mutanti ad essere impollinati di notte anziché di giorno, cosicché i fiori dei due colori non si incrociavano più, e via così. Inoltre fammi un esempio conosciuto di una mutazione che abbia rivelato "solo" caratteri positivi; le mutazioni che finiscono per entrare nel patrimonio genetico delle popolazioni nascono in genere come risposte a fattori di stress: dove quei fattori di stress non ci sono finiscono normalmente per venire cancellate.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 19:59

le vertebre del collo di alcuni dinosauri erano molte
lo stesso i sementi degli anellidi.
segmenti a numero variabile, degli "errori" di successo.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2019 ore 22:27

dobbiamo dedurre che le vertebre cervicali nei mammiferi sono 7 anche nelle giraffe che hanno il collo lungo, ma tale numero non può essere stato lo stesso in tutti i dinosauri, alcuni ne avevano di più.
nel collo dei dinosauri c'è un numero di vertebre variabile.
come è possibile quindi?
Nell'evoluzione della giraffa le vertebre cervicali si sono allungate.
Nell'evoluzione dei dinosauri le vertebre cervicali hanno cambiato di numero.

Se nella giraffa si può asserire una lenta e progressiva evoluzione, una cosa molto soft quindi (vedi okapi), è ben difficile spiegare senza una anomalia (una mutazione) trasmissibile, come il numero delle vertebre possa essere aumentato o diminuito nei dinosauri.
Lo stesso vale per il numero degli anelli dei differenti nematodi.
Non si tratta di un passaggio, per quanto esso possa essere complesso come la modifica da vescica natatoria a polmoni, ma si tratta ovviamente di anomalie, di mutazioni, come mutazioni sono quelle che portano ad un differente numero di dita.

non c'è il " ditismo " nel nostro codice genetico, ma c'è un numero predeterminato di dita. Se queste hanno numero anomalo si tratta di una mutazione.

E questa è tutta roba esterna, evidente,
ma di mutazioni ne avvengono sia negli organi interni, sia nei componenti enzimatici, piuttosto che immunitari, piuttosto che cellulari.

ti ho risposto?

avatarsenior
inviato il 16 Giugno 2019 ore 1:33

asserire che la giraffa si è evoluta mentre i sauri si sono mutati perché questo lo dice il nostro sistema di misurazione da umani che provano a giocare a fare dio non è certo dato assoluto.

se da quello che ho scritto questo hai dedotto... non posso certo cambiare la tua formazione.
dell'esempio che ho fatto tu hai preso gli spunti che ti piacciono.
cosa significa una è evoluta e l'altro è mutato scusa?
è ovvio che entrambi si sono evoluti.
l'evoluzione procede per modifiche graduali ma anche per mutazioni, questo è il sunto.
vai a l'origine della specie di Darwin, in particolare la parte sugli animali domestici, capitolo colombi.
si parla di modifiche che non sono affatto graduali ma improvvise, e certe mutazioni si ripresentano nella prole e vengono perpetuate dagli allevatori.

avatarsenior
inviato il 16 Giugno 2019 ore 1:56

Ooo : non capisco il nesso con il tema del 3D

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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