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Inquinamento e auto elettriche... ma i riscaldamenti?


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user175007
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inviato il 06 Maggio 2019 ore 11:41

signori il pianeta ne puo sopportare anche 200 miliardi di uomini, basta che non consumino combustibile fossili e vivano con piatto di riso MrGreen

ma resta solo una sciocca utopia solo pensarlo

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 12:16

Se veramente qualcuno ancora crede che si possa vivere (anche in modo non dignitoso) in 100 miliardi sulla terra... allora io già vivo (almeno con la mente) su un'altro pianeta! MrGreen

Del resto il 3d ha sparato via... siamo partiti dall'ottimizzare il riscaldamento domestico mi pare e siamo arrivati molto più lontano MrGreen
Beh ci sta... ma un problema alla volta! ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 13:51

dubito che sarebbe possibile dare un lavoro, dignitoso o schiavista che sia, a 8 miliardi di persone con una mentalità diversa da quella capitalistica
dubito del contrario.
è sufficiente farsi un giro e vedere nel mondo quante strade rotte e quanti edifici scalcinati ci sono.
Ho scoperto che la disoccupazione non esiste ma è un'invenzione dei vari stati per non pagare.

signori il pianeta ne puo sopportare anche 200 miliardi di uomini, basta che non consumino combustibile fossili e vivano con piatto di riso
La nostra idea di benessere è malata. Meglio mangiare meno e sano ed essere circondati di verde in una città poco inquinata. è questo il benessere.

Se veramente qualcuno ancora crede che si possa vivere (anche in modo non dignitoso) in 100 miliardi sulla terra... allora io già vivo (almeno con la mente) su un'altro pianeta!
io ci credo ma come ho detto auspico ai 5miliardi.

in effetti tutto questo sembra OT ma sono cose interconnesse.
Solo cambiando una mentalità diffusa ci sono le premesse per migliorare.

una cosa pratica.
Avete il frigo verticale? non gettate le bottiglie di plastica. Quando il frigo è semivuoto riempitelo di bottiglie di plastica vuote e chiuse, quando fate la spesa togliete solo le bottiglie necessarie a fare spazio. Il vostro frigo consumerà meno.

user175007
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inviato il 06 Maggio 2019 ore 14:46

credo sia un concetto che avevo già ribadito quindi la farò corta

non partiamo dal presupposto dei gretini MrGreen (seguaci di Greta) che inquinare meno sia conveniente e facile, è esattamente il contrario, il capitalismo a poche regole ma molto efficaci e si reggono da più di 200 anni

dove c'è un business ci si butta come squali, se ad oggi gli investitori privati dell'energia non si buttano vuol dire che non rende, lo fa il capitale pubblico con finanziamenti per dare l'esempio ma con poca convinzione com3 il nostro, ma soprattutto lo fanno le società ricche che possono permetterselo perche l'ecologico costa caro, infatti se lo possono permettere solo in pochi come gli scandinavi, non è che i Polacchi o Greci siano stupidi, e che non hanno i soldi per farlo e questo vale per la maggior parte dei paesi nel mondo

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 15:00

lo fanno le società ricche che possono permetterselo perche l'ecologico costa caro

lo fa chi ha il concetto di amortizzazione nel tempo.
se si crea una società errante e fugace chi si mette a fare investimenti che danno resa dopo anni e anni? Non lo metto il solare se sono in affitto e penso di cambiare città tra 5 anni...

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 18:22

Credo che la visione di Flarelux sia la più realistica, tanto più che, paradossalmente, con tecnologie sofisticate inquinare di meno costa di più proprio per il fatto che le nostre attuali tecnologie - tutte, comprese le varie startup ecologiste - si basano su consumi e inquinamenti all'origine (cioè già prima che il "prodotto" tecnologico raggiunga l'utilizzatore finale) non sostenibili. Per avere tecnologie che non consumano e non inquinano durante la fase di produzione dovremmo tornare al neolitico; per averne che consumino e inquinino la metà di quelle attuali dovremmo tornare a prima della rivoluzione industriale: come potremmo sfamare anche solo 5 miliardi di persone utilizzando tecnologie preindustriali senza dover abbattere tutte le foreste del globo per far posto a coltivazioni che rendono 10-20 volte di meno di quelle attuali?
è sufficiente farsi un giro e vedere nel mondo quante strade rotte e quanti edifici scalcinati ci sono.
Ho scoperto che la disoccupazione non esiste ma è un'invenzione dei vari stati per non pagare.

E' un'invenzione per non pagare o per non far vedere che non sono in grado di pagare? Tra le due cose c'è una bella differenza, la stessa che corre tra la Finlandia e l'Italia. Uno Stato che voglia (e riesca) a rimanere al passo con l'economia industriale non può semplicemente permettersi le strade rotte, quindi paga anche storcendo il naso, magari paga poco come la Cina, o tanto come la Finlandia, ma paga e cerca di sistemare nel più breve tempo possibile i danni subiti nei periodi di magra; viceversa, uno stato con infrastrutture dissestate e grandi opere incompiute o inutilizzate (perché non può permettersi il personale per farle funzionare) è uno Stato che nel migliore dei casi finge di potersi permettere quello che non può avere. Certo in quest'ultimo tipo di Stato stride l'enorme differenza tra chi è ancora ricco e la maggior parte della popolazione, ma basta studiarsi un po' di storia antica per rendersi conto che questo è proprio il classico segnale di un'economia già crollata: chi è ricco cercherà di arricchirsi ancora di più nell'illusione che in questo modo potrà far fronte ad un futuro di miseria, ma anche sottraendo tutte le ricchezze a questi signori non si arriverebbe a risollevare le sorti del Paese, anche perché i veri ricchi, quelli che sono riusciti a rimanere al passo con l'economia mondiale, se ne sono già andati da un pezzo, magari in Cina, o in Finlandia, o in Olanda; sarà un caso che abbiamo perso la principale industria italiana, la FIAT, e che stiamo perdendo uno dopo l'altro la maggior parte dei marchi del Made in Italy?
Tutto il resto è solo utopia

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 18:39

E' un'invenzione per non pagare o per non far vedere che non sono in grado di pagare?

c'è una terza ipotesi che è la + realistica: non sanno come si fa a pagare, o meglio lo sanno benissimo ma il Ponte Morandi insegna come le mazzette superino una gestione sana.
Adesso quanto tempo è che siamo in balia delle onde? 20, 30, 40 anni?

una gestione migliore del territorio rende accessibile città come Matera che non ha nemmeno una ferrovia. Aumenta il turismo.
Per anni hanno mangiato i semi al posto di seminarli. niente investimenti, niente buon senso.

avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 18:44

MrGreenRagazzi vi lascio per mezza giornata ed il 3D schizza via MrGreenMrGreenMrGreen

Comunque tutti parliamo di ridurre l'inquinamento ma le abitudini che abbiamo facilmente sposato sono dure da mollare per quanto sono comode

Mia nonna mi raccontava che 60-70 anni fa i rifiuti non esistevano.
Com'è che adesso ne siamo sepolti?

Eppure i negozi che vendono prodotti sfusi sono rarissimi


user175007
avatar
inviato il 06 Maggio 2019 ore 20:33

Io cerco di essere realista per quanto riguarda il futuro, l'inquinamen non diminuirà ma aumenterà

la popolazione sta aumentando, due terzi della popolazione mondiale vive in povertà e il loro unico obiettivo non è preservare l'ecologia del pianeta, ma raggiungere un grado di b3nessere come l'occidente, questo implica inevitabilmente maggior consumo di territorio e risorse naturali con conseguente maggiore inquinamento

l'occidente dal canto suo non è migliore, il grado di benessere già c'è l'ha, ma inquinare di meno significa minori consumi con conseguente diminuzione del pil, infatti l'occidente continua imperterrito a consumare e inquinare, malgrado i protocolli di Kyoto e Gretini dai facili slogan

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 21:02

Mia nonna mi raccontava che 60-70 anni fa i rifiuti non esistevano.
Com'è che adesso ne siamo sepolti?

Perché c'era una diversa concezione della parola rifiuto: prendi pala e piccone e vai a scavare sotto la montagnetta di San Siro e poi vedi cosa intendeva MrGreen
Certamente, per esempio non c'erano i supermercati, tanto per dirne una: praticamente niente imballaggi che vanno buttati...

Comunque tutti parliamo di ridurre l'inquinamento ma le abitudini che abbiamo facilmente sposato sono dure da mollare per quanto sono comode

Per questo ci vorrebbe una politica che indirizza al cambiamento delle abitudini, facendo anche comprendere il perché bisogna farlo; purtroppo non sarà con questa classe politica (anche se chiamarla così è troppo), chissà se faremo in tempo per la prossima? Triste

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 21:41

Flarelux, ti piace vincere facile. MrGreen
per domani, pronosticare un aumento della popolazione e dell'inquinamento ha la stessa ovvietà di sostenere che lasciando una mela dalla propria mano essa cadrà al suolo al posto di volare per la troposfera. Cool

come ho detto nel mio primo post, ciascuno di noi ha in testa diverse proiezioni, dalla contingenza immediata al prossimo millennio e oltre, dai fenomeni dietro casa sua a quelli globali.

diverso è quindi pronosticare non per l'indomani ma per il 2050 o il 2100.

Si denota che a livello mondiale, nonostante 1,4miliardi di cinesi, e nonostante sia stato abolito nel 2016 l'obbligo di non figliare oltre uno, il trend ancora al rialzo nel mondo decelera.


Il benessere e la maggior cultura (quando sono acquisiti, non quando sono approdati) sono due tra i tantissimi fattori che determinano il decremento delle nascite.
Dobbiamo aspettarci quindi un raffreddamento degli occhi a mandorla e un crescente incremento africano.
A questo dovrebbe seguire un'"intenzione spontanea" al mantenimanto numerico senza incrementi.
Poi la parabola potrebbe, o gli esperti dicono dovrebbe, invertirsi.

user175007
avatar
inviato il 06 Maggio 2019 ore 22:25

non è vincere facile ma una constatazione, l'aumento della popolazione non è dovuto solo ai cinesi e africani, c'è l'India e tutto il sud est asiatico, il medio oriente e il nord Africa, il Sud America

ma ancor di più conta per l'aggravarsi dell'inquinamento del pianeta il grado di benessere che questi vogliono raggiungere

quel grafico non vale una sega, con una battuta all'inizio facevo notare che il problema non è il numero della popolazione, se non si consumano combustibili fossili e si sfamano con un piatto di riso il pianeta di uomini può sostenere anche 10 volte la popolazione attuale

il grafico per avere una valenza deve essere rapportato al grado di consumismo e benessere raggiunto, maggiore sarà, maggiore sarà l'inquinamento

avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 22:26

Perché il benessere e la maggior cultura porterebbero ad un decremento della natalità?

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 22:45

il benessere approdato aumenta la natalità. Un esempio sono i figli del boom economico in Italia, moltissi degli anni '60.
Il benessere raggiunto dalla prima generazione fa fare molti figli.
Il benessere poi si scontra con il fatto che toltisi dalla povertà i figli non si possono più allevare sotto un tavolo come nelle famiglie povere, ma si acquisisce una maggiore stima per l'infante (che in certi casi degenera addirittura nell'idolatria).
A mio figlio scarpette firmate . e via dicendo.
In poco tempo la seconda generazione si rende conto che la prole non può più essere allevata con i costi di un coniglio in gabbia. I figli costano. Di conseguenza si preferisce allevare con dignità uno o due figli piuttosto che averne 7 con le toppe al culo.

La cultura agisce anch'essa. Dalla conoscenza dei metodi contraccettivi che per gli ignoranti in pratica non esistono, al maggior apprezzamento per cose che vanno al di fuori di quanto riesce a produrre per sè stessa la mera natura.
Certo che in poche righe non è facile fare le declinazioni causa/effetto ma spero d'avere instillato l'idea.


La direzione verso i minor consumi fa parte del benessere stesso. Basta confrontare un frigorifero o un televisore, un'automobile o una caldaia di 50 anni fa con quelli moderni.

avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2019 ore 9:34

Rimane il problema che ad un maggior grado di benessere, ammesso che sia raggiungibile dall'intera popolazione mondiale, corrispondono comunque tecnologie fortemente inquinanti "all'origine" (pensiamo anche solo a quelle per le comunicazioni: telefonini, computer ecc.)
E non è così vero che la direzione verso i minori consumi faccia parte del benessere stesso; utilizziamo frigoriferi in classe energetica molto superiore a quelli degli anni '60, ma li cambiamo con una frequenza molto più elevata perché la loro durata non è minimamente paragonabile; non saprei quale delle due condizioni produca più inquinamento: mia madre utilizza ancora il vecchio frigorifero FIAT degli anni '60 come secondo apparecchio da tenere in cantina, ma la sua bolletta elettrica non è così diversa da quella di altre famiglie vicine che pure hanno un secondo frigorifero in cantina (in Emilia è una prassi piuttosto diffusa), ma più moderno; in compenso utilizza ancora la sua prima cucina componibile di fine anni '70, ma non ricorda nemmeno il numero di frigoriferi da incasso, piani cottura ecc. cambiati nel frattempo solo per il fatto di non essere più riparabili (un classico della moda "moderna" delle cucine componibili). Non sono così sicuro che l'industria attuale accetterebbe di buon grado un ritorno alla mentalità precedente a quella per cui "un'automobile deve durare solo finché la gente non abbia guadagnato i soldi per comprarne una nuova" (credo fosse di Henry Ford)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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