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La sigla di 90° minuto, rubrica sportiva della Rai, trasmise per anni l'immagine di un tifoso che si mangiava le unghie durante la partita. Era un assessore comunale di non ricordo quale Comune che si ritenne danneggiato e fece causa alla Rai. La perse! Grazie per avermi chiarito le idee....
Mario io non invoglio nessuno e ho scritto se andiamo per "logica'". Questi rischi che scrivi esistono ma al momento con tutte le immagini che vengono pubblicate ( ne sono tante) non c'è traccia di gente che abbia risarcito qualcuno e non mi risulta che qualche editore abbia ritirato le copie della rivista per colpa di un lettore che abbia inviato la foto senza liberatoria. Diverse mie immagini sono state prese in prestito da collettivi e pubblicate con il nome dell'autore (io) e non ho mai riscontrato quello che tu scrivi. Negli scatti rubati difficilmente il soggetto viene colto come un ritratto riconoscibile per cui è dura poter chiedere un risarcimento. Le immagini che ti ho postato ne sono un' esempio. Quei soggetti potrebbero essere chiunque e probabilmente potrebbero anche riconoscersi associando tutta una serie di cose che per un giudice non basta e lo manderebbe a cagare insieme all'avvocato. Mario ciò che dici è vero ma sono casi estremi che al momento ripeto non si sono mai verificati se si usa il buonsenso.
“ Le immagini che ti ho postato ne sono un' esempi „
Davvero non capisci la differenza fra le immagini che hai postato e un ritratto? Davvero non sai cosa si intende con "riconoscibile" Da te non me lo sarei mai aspettato!
La questione della pubblicazione delle fotografie senza liberatoria finisce sempre con la contrapposizione di due opposti modi di pensare. Tutti ammettono che il rischio c'è, ma da una parte ci sono i sostenitori della prudenza sempre e comunque, dall'altra i sostenitori del rischio irrisorio. Io, anche per deformazione professionale, appartengo al primo "partito"; per dirlo come parlava mia nonna "a basta na volta". Ma siccome il parere di mia nonna non credo sia sufficiente per convincere i più ottimisti, metto il link di un convegno sul tema.
www.instagram.com/p/BmKw0ljFRMF/?utm_source=ig_share_sheet&igshid=o5bb Questo è un ritratto (in senso di soggetto riconoscibile) e se noti la persona non sembra arrabbiata oltre che consapevole dello scatto. È un ritratto rubato e l'utilizzo della foto è in rete ed è stata pubblicata in più occasioni. ln rete le immagini arrivano ovunque sui giornali è tutto diverso dovresti saperlo, la visibilità è minima se parliamo di riviste mirate per un certo tipo di lettori. Quindi seguiamo una logica: in rete visibile a tutti nessun problema mentre pubblicata da una rivista (senza percepire compenso) il tipo potrebbe venirne a conoscenza e farmi causa e potrebbe bloccare la pubblicazione dal commercio (quindi dovrebbe fare in fretta altrimenti esce il nuovo numero). Sai che bel danno. Peccato che per gli editori non è così visto che pubblicano regolarmente le immagini inviate dai propri lettori. Mario dici cose veritiere ma vai dritto a casi estremi che potrebbero accadere ma che non sono mai successe fino ad ora. Le mie immagini girano dal 2002/03 e le uniche rogne che ho avuto risalgono anni '80/90 per vignette di satira anche se oggi le cose son cambiate fortunamente.
Vincenzo, quello che il Signor Mario cerca di far capire è che il problema non sono i mille felici della foto o i diecimila che tanto non lo sapranno mai, ma quel solo unico piantagrane che approfitta dell'occasione per spillarti quattrini. Il fatto è che siccome la legge è dalla sua parte c'è più di una probabilità che ci riesca.
Il Sig. Mario non dice cose errate, è la legge poco chiara con i troppi sé e ma che ti farebbe prendere la fotocamera è buttarla. Se fossi un professionista allora starei molto attento ma come amatore mi attengo al rispetto delle persone. Il video da te postato è molto interessante e devo dirti che sono rimasto impressionato in alcuni punti dove veramente ti rendi conto come lo stato non perda occasione per spillare soldi a chiunque. Anche l'avvocato del video in alcuni punti non era chiara e non poteva esserlo per i troppi controsensi che la legge impone. Noi ci facciamo problemi per la liberatoria del soggetto ripreso ma come spiega nel video non basta perché devi stare attento a tante altre cose che stanno intorno del tipo i monumenti, i palazzi negozi città che non siano riconoscibili altrimenti in caso di pubblicazione potresti aver problemi di risarcimento danni se l'immagine non è finalizzata per alcuni scopi (generalmente per uso commerciale o se per sfiga la foto diventa famosa).In conclusione se sei un'amatore tieniti le foto sul computer o nel cassetto e non sei a rischio, altrimenti stai molto attento perché anche se il soggetto non è riconoscibile potrà esserci un palazzo, un logo di un negozio o un monumento o qualsiasi altra cosa che senza autorizzazione non potresti pubblicare. Detto questo sappiate che anche quando fate un paesaggio senza autorizzazione non potete pubblicare...è legge.
Sono molto semplici, per il diritto d'autore e per il diritto di paesaggio l'autorizzazione serve solo se si pubblica per fini di lucro, per il diritto alla privacy ci sono la L633/41 e l'art. 10 del codice civile. Se si seguono queste linee maestre è tutto molto chiaro.
Salve, gente. Ribadisco il concetto. Io volevo semplicemente analizzare se sia necessaria una liberatoria quando noi fotoamatori pubblichiamo le nostre foto su gallerie on line, come su juza e simili, o su qualche rivista che ci concede di "vederci pubblicati come autori" e quelle foto sono state scattate nell'ambito di una manifestazione pubblica, come sagre o feste.
Queste è una foto contenuta in una delle mie gallerie su juza. E' presente anche su Flickr e su Facebook. L'ho stampata in formato 30x45 e incorniciata e un paio di copie le ho regalate a degli amici che (bontà loro) penso la tengano ancora in bella mostra nelle loro case. L'ho scattata circa vent'anni fa, in analogico, al Carnevale di Mamoiada. Io ho sfidato il figurante, "l'issohadore" a prendermi con il laccio e nel contempo ho cercato di riprenderlo mentre lanciava il suo lazo, la "soha", ma nella foto sono ben visibili e ben riconoscibili parecchie persone. Se qualcuna di loro, capitando in casa dei miei amici, o andando su Facebook, o su Flickr, o avvertiti di andarci per vedersi, si riconoscesse, credete che avrebbe diritto a pretendere di essere risarcito perché non ho chiesto alcuna liberatoria? Io credo di no. E nemmeno credo che potrebbero pretendere che io renda irriconoscibili i loro volti pixellandoli. Io stavo riprendendo fotograficamente, per mio mero interesse di amatore interessato alla manifestazione dal punto di vista fotografico, il Carnevale di Mamoiada, che rimane soggetto principale della foto.
Quest'altra foto l'ho scattata l'anno scorso alla Sartiglia di Oristano. Intendevo riprendere il momento in cui il "Componidori", il capo della corsa, fosse riuscito ad infilzare la stella con il bastone, "Su Stoccu". (Ci sono riuscito e ne vado fiero ancora, perché nonostante fossi relegato in una postazione un po' infelice, riuscii nel mio intento, al contrario di altri, anche professionisti, che immancabilmente cercavano di impallarmi e guardavano con commiserazione la mia Pentax K5 II di modesto pensionato, con il 16-85 WR, mentre loro maneggiavano certe Nikon/Canon con relative ottiche che non mi sarebbe bastata la pensione dei prossimi dieci anni.) Ma il punto è che ho mandato, su richiesta dell'organizzazione, copie in formato utile per trarne stampe fino al formato A3 di quella e di altre foto (veniva richiesto come "tributo" per la concessione del "passi") al sito della Sartiglia di Oristano. Non so se siano state giudicate degne di stampa o di pubblicazione, ma comunque saranno state visionate da molte persone e coloro che nella foto sono riconoscibili credete che possano pretendere qualcosa perché non ho chiesto loro la liberatoria? Io credo proprio di no. Non solo. Ma una copia formato A4 l'ho mandata, come omaggio, al "Componidori", di mia iniziativa. Qualora l'avesse incorniciata e facesse bella mostra nella sua casa (spero) credete che eventuali visitatori, riconoscendosi, potrebbero pretendere da me qualche indennizzo o il pixellamento dei loro volti per non aver chiesto loro alcuna liberatoria? Anche in questo caso, io credo proprio di no. Il soggetto principale della foto è bello chiaro. Loro sono solo pubblico che assiste alla manifestazione. Questo credo sia l'argomento della discussione. Il problema, forse (ma anche senza), sorge solo se io faccio foto di street e le mie foto vengono pubblicate e di conseguenza persone in esse raffigurate, riconoscendosi, ritenessero di essere state offese perché riprese in atteggiamenti o espressioni che non rendono loro merito. In quel caso penso proprio che noi fotografi, amatori o no, dovremmo andarci cauti nel pubblicare quelle foto. Punto. Un saluto a tutti
Augusto, a me sembra evidente che foto come queste non necessitino di alcuna liberatoria. Per come la penso io puoi tranquillamente continuare a fotografare ( e pubblicare ) . La discussione è stata interessante, civile e ha messo in campo pareri discordanti. Alla fine la cosa migliore è che ognuno segua il suo istinto.
“ Non lasciarti ingannare, gioco sui soggetti e le inquadrature. Le mie immagini può farle chiunque. Si pensa troppo all'attrezzatura e si smanetta troppo prima dello scatto. In strada conta tutt'altro che la tecnica quella è un optional e il professionista e l'amatore sono sullo stesso livello. Sicuramente chi deve vendere workshop la pensa in modo diverso „
Certo che immagini come le tue può farle chiunque...però se sa guardare... osservare...aspettare il momento buono e... poi scattare. Come faceva magistralmente il buon H.C. Bresson, maestro ancora oggi delle immagini di strada. Forse qualcuno obietterebbe che lui aveva la Leica. Risponderei che c'entra poco quando si ha anche la testa, ossia l'idea di quello che si vuole fotografare e per questo si è portati a "pensare prima" la foto per poi realizzarla. Per citare un altro maestro...bisogna possedere... dopo averlo adeguatamente imparato ed esercitato.. "l'occhio del fotografo", come insegnava Andreas Feininger.
Mario,Augusto ha postato le foto così avrai un'idea più precisa di cosa volesse intendere. Il tuo mettere in guardia non è sbagliato ma porti esempi estremi dove spesso il problema non sussiste. Giri la frittata come ti pare ma i soggetti che ho postato non cambiano molto da quelli che vedi nelle foto di Augusto. Più che "ritratto' si parla di riconoscersi in uno scatto e se non ti presenti a lavoro e vai a vedere i cavalli la cosa non mi riguarda. Se il capo ti sbatte fuori non è affar mio e non mi sento responsabile. Guarda la seconda foto il tipo con il giubbotto verde e supponiamo che voglia essere risarcito perché a causa della foto ha perso il lavoro. Sei sicuro che non possa essere proprio io a girare la frittata come mi pare e far partire una controdenuncia? ...le informazioni che riporti ripeto sono veritiere ma per far causa non è così semplice altrimenti non lavorerei più, passerei il tempo a guardare foto alla ricerca di qualcuno con i miei tratti somatici per poi chiedere risarcimento al fotografo. Le leggi ci sono ma difficilmente o quasi mai vengono applicate per questo tipo di fotografia ma riguardano tutt'altro.
“ Augusto, a me sembra evidente che foto come queste non necessitino di alcuna liberatoria. „
Esatto, su questo non c'è e non ci deve essere alcun dubbio. È anche un caso tipico perfettamente illustrato nella pagina al link indicato prima dal Signor Mario.
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