| inviato il 17 Maggio 2017 ore 14:29
“ La mia canon l'ho comprata in Italia „ Comprata in italia da venditore italiano? Perchè in tal caso non interessa di dov'è il prodotto ed hai diritto a 2 anni di garanzia del venditore, come dice la legge, se tu vai dal produttore non puoi lamentarti del fatto che ti chiedano soldi per riparare l'oggetto dato che non è compito loro. Andava spedita o portata dove l'hai acquistata... |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 14:34
“ Bravi bravi soldatini... „ Esistono anche i bravi soldatini. E' un problema? Come altri hanno fatto notare tu non sei un cliente Canon. Sei il cliente di un negoziante che ti ha venduto un prodotto. Il contratto ce l'hai con lui e non con Canon. I pivelli e dilettanti, secondo me, sono quei venditori che fanno finta di non sapere e accettano di vendere a determinate condizioni sperando che il canale ufficiale continui a chiudere un occhio. Dovresti prendertela con lui se non riesce a garantirti il supporto che ti ha prospettato (o non ha fatto nulla per avvisarti del potenziale cambio di supporto). “ se posso smerdare chi lavora male allora lo faccio in tutti i modi che posso „ Bene, di chi ti ha venduto la macchina, che hai acquistato in Italia... non diciamo niente? Ha lavorato bene? Perchè devi pagare tu la riparazione... dovrebbe essere coperta da regolare garanzia se regolarmente scontrinata... Il venditore/negoziante che dice? |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 14:44
25 anni che compro canon e... MAI sorprese con garanzie, cashback, promo, import, europa, codice ean, galaxia, eglob, sticaxxi, ecc rcris, sono bravo io o la mia è solo fortuna ? dai, ti prego, dimmelo tu ! |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 14:44
DIMMELO TU !!! |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 14:52
Comunque canon ripara materiale extraeuropeo senza problemi. A pagamento. Non riconosce la garanzia. La garanzia europa e italiana sono indifferenti per canon. Poi se lo ritrovo posto il link del comunicato canon. Poi se io compro in negozio italiano, online o fisico, tipo galaxia, che sia materiale import export extraterrestre.. poco mi importa.. se canon non risponde lui deve rispondere di legge per 2 anni |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 14:54
“ Poi se io compro in negozio italiano, online o fisico, tipo galaxia, che sia materiale import export extraterrestre.. poco mi importa.. se canon non risponde lui deve rispondere di legge per 2 anni „ ma infatti, nonostante la rottura di scroto per tempi e modalità, non sussiste il problema !! |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 15:30
“ so che tu hai attrezzatura da 10k eprchè sei ricco „ Eh? e chi l'ha mai detta sta cosa? |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 15:34
no primodio, avevo capito avevo capito. ti ha fatto incaxxare il fatto del retroattivo !! che ti devo dire... sono dei cattivoni ! (ed io su quello ti avevo risposto facendoti intendere che avevano mandato per tempo comunicazione della cosa e quindi il tuo sbigottimento era un pò fuori luogo. che faccia incaxxare questo è un altro paio di maniche ma sai quante cose fanno incaxxare della politica di canon... sapessi) |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 16:01
“ cioè le aziende possono usufruire di leggi diverse, tassazioni diverse e quant'altro e io no..? perché scusate..? e tutto per intascarsi più soldi, non certo per abbassare i prezzi o fare della beneficenza ai propri dipendenti, che propri non sono.. io dico va bene farsi prendere per il culo, ma almeno sapere che un "piccolo" problema esiste mi sembra il minimo.. „ Ciao a tutti! Beh, diciamo che, pur non volendo fare il "politicante", però qualche ragione in questo ragionamento c'è. Le aziende costruttrici fanno tutto ciò che ritengono opportuno a tutelare i loro interessi, producendo, assemblando e distribuendo come pare a loro. Sfruttano, grazie a uffici legali agguerriti e ovviamente molto competenti ogni minimo cavillo che possa loro migliorare anche di qualche decimo di punto il loro conto economico. Fin qui niente di male, anche perchè esiste pur sempre la libera concorrenza e ciascun compratore è libero di comprare o meno, se non ritiene che un certo prodotto valga il prezzo di acquisto. Se ci pensate bene, alla fine per il costruttore - che ovviamente è obbligato a riconoscere una garanzia sul prodotto e che deve applicarla a chi effettua la riparazione in garanzia - non cambia nulla se Pinco Pallo compra una Panasonic GH5 in Italia con garanzia Fowa o la compra a Hong Kong o Tokio: sempre una fotocamera GH5 la Panasonic ha venduto e - nel caso di guasto in garanzia - sempre lo stesso pezzo di ricambio + mano d'opera deve fornire. Il Panorama che effettivamente cambia - e molto - è invece dal punto di vista del Distributore nazionale di turno. E' chiaro che per FOWA è ben diverso riparare in garanzia una GH5 veduta da lei, piuttosto che comprata a Hong Kong; e la diversità è data dal fatto che nel secondo caso ha perso la vendita di una fotocamera! Ma se il cliente finale ha comprato a Hong Kong non è perchè è un "criminale" che ha "osato" comprare una fotocamera fuori piazza, ma per colpa di un Distributore che ricarica un prezzo eccessivo e che - con una politica "protezionistica" - costringe gli acquirenti ad acquistare prodotti sovraprezzati, per difendere appunto un sovrapprezzo sul prodotto che non dovrebbe esistere. Siccome normalmente i Distributori nazionali sono potenti e i costruttori non hanno la minima voglia di farsi carico di problemi di mercato e di sbattersi un po', si appoggiano ai soliti noti Distributori di turno, tutelandoli nell'appoggiare queste "regole ricatto" e costringendo di fatto gli acquirenti come noi a subirli. L'accordo "mafioso" prevede astutamente a vantaggio del Distributore sia il controllo della Distribuzione, intesa come Vendita del prodotto, che il controllo della Manutenzione dei prodotti venduti. Infatti normalmente allo stesso azionariato fanno capo (anche se per confondere le acque, spesso con nomi diversi, ma sappiamo tutti bene che la "famiglia" è la stessa) sia il Distributore che il Manutentore. Questo è veramene un accordo capestro per noi clienti finali, perchè il Distributore difende un sovraguadagno di tipo protezionistico, usando il ricatto della Manutenzione. Mentre in un mercato veramente libero il suo margine dovrebbe essere legato alla bontà del prodotto venduto e alla validità della sua Rete distributiva e della sua logistica. Il risultato finale quindi è semplicemente il seguente: il Costruttore ha il suo vantaggio, il Distributore ha il suo vantaggio di tipo "mafioso" e protezionistico, mentre - guarda un po' - il cliente finale è quello che ci rimette, perchè è l'unico che di fatto non è tutelato e non ha vantaggi. Gli altri componenti della catena possono in pratica fare (nell'ambito della legge certo, ci mancherebbe!) quello che vogliono, stipulando tra loro accordi che giovano solo a loro stessi, mentre l'acquirente può solo subire le regole che l'associazione mafiosa Costruttore/Distributore ha deciso di imporre . Al contrario il meccanismo corretto dovrebbe prevedere che la Distribuzione del Prodotto e la Manutenzione facciano capo a meccanismi commerciali totalmente separati e svincolati tra loro e dovrebbe prevedere l'obbligo per il Costruttore di supportare qualsiasi Laboratorio di manutenzione che abbia soddisfatto positivamente i requisiti di certificazione qualitativa. Il Distributore nazionale allora si giocherebbe un margine equo legato al prodotto e alla propria capacità organizzativa, mentre il Manutentore si giocherebbe un margine legato alla propria qualità tecnica. E' chiaro che se il Costruttore accetta e permette - con regole scritte "ad hoc" in accordo-"inciucio" con il Distributore/Manutentore - che esistano una Distribuzione e una Manutenzione legate tra loro che si proteggono a vicenda con modalità mafiose, il cliente sarà sempre l'unica parte che ci rimetterà e che - checchè se ne dica - nessuno tutela mai davvero. Alla fine l'unico attore che potrebbe rompere questo meccanismo protezionistico è il Costruttore; infatti l'unico motivo per cui il Distributore ci può ricattare è che il Costruttore ha accettato di riconoscere la riparazione in garanzia solo a determinati laboratori che sono sempre controllati dal Distributore stesso. Se invece la Canon o Nikon di turno decidessero che qualsiasi Laboratorio che si certifichi con loro può stringere un accordo di Manutenzione con la Casa Costruttrice, indipendentemente dalla proveneinza dell'acquisto, non esisterebbero più margini "mafiosi" per Distributori furbi; e la Canon o la Nikon non ci rimetterebbero un centesimo. Sarà sicuramente a causa della mia veneranda età, ma non sopporto più i meccanismi mafiosi... Ciao e scusate la loggorea consueta. Ilmarsigliese |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 16:12
Alcune precisazioni: non è sufficiente che un prodotto sia destinato al mercato europeo per avere diritto a due anni di garanzia. Ad esempio, acquistando su amazon.de (assumendo che sia venduto da loro e non da commercianti del marketplace) si ha diritto ad un solo anno di garanzia. Visto che ho letto le affermazioni più curiose, credo sia opportuno riportare quanto ha comunicato canon: www.canon.it/about_us/about_canon/parallel_products_information/ In sostanza, sono state variate le condizioni di applicazione della garanzia - con effetto immediato - a partire dalla data del comunicato. Quindi - a fortiori - questo includeva tutti i prodotti già venduti a quella data, con garanzia ancora attiva. Ovviamente la cosa non ha valore retroattivo: non sono certo stati richiesti dei rimborsi per gli interventi in garanzia precedentemente eseguiti su prodotti di importazione parallela, e per i quali ora non viene più offerta la copertura. |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 16:33
più che un'analisi ragionata, è un delirio. il problema mafia è molto serio, utilizzare a sproposito questa parola è irritante. Il problema è semplice. Ogni Produttore ha una sua rete di vendita con la quale rifornisce i clienti. Lo fa a determinate condizioni (garanzia compresa). La pretesa di avere le stesse condizioni pur avendo acquistato il prodotto da una rete di vendita diversa mi sembra semplicemente sbagliato. |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 16:35
“ Fabrizio, credo che non ti sia chiaro il concetto che il mercato di importazione parallela può vendere a prezzi più bassi rispetto al mercato "ufficiale" non perché Canon produce oggetti in certe fabbriche a basso costo, ma perché nel mercato di importazione parallela riesci a non pagare delle tasse (cfr. IVA) che altrimenti sarebbero dovute. „ Alberto perdona ma non hai proprio capito il concetto da me espresso.. probabilmente mi sono espresso male. Per me è semplice; il produttore produce dove vuole (dove risparmia) andando oltre la nazionalità del marchio, io acquirente se voglio acquistare provando a risparmiare fuori.. mi vengono "imposti" dei vincoli. Questo è quello che ha scritto prima RCris.. che condivido pienamente.. “ La "globalizzazione asimmetrica" (tutta a favore del produttore) purtroppo è una realtà contro cui il cliente non può nulla. Quando può, fa bene a bypassarla! Ma purtroppo le aziende fanno di tutto per renderlo se non impossibile quanto meno molto complicato. „ Il succo è questo e dobbiamo farcene una ragione. Ma non dire che hanno ragione perchè secondo me non è democratico, poi ovviamente da consumatori accettiamo. |
| inviato il 17 Maggio 2017 ore 16:42
Andrea Primadei posso farti una domanda impertinente? Quando l'anno scorso hai portato in Canon la tua fotocamera import e te la sei vista riparata gratis come se fosse stata coperta da garanzia Canon Europe, quanto ti sei sentito figo e quante risate ti sei fatto alla faccia dei fessi che quella garanzia la pagano? La tua lamentela non ha né capo né coda, che c'entra la retroattività? sul sito Canon c'è mai stato scritto "ve la ripariamo gratis anche se import"? no, semplicemente Canon chiudeva un occhio e chi comprava import si trovava ad avere la botte piena e la moglie ubriaca, non c'era alcun contratto/regola nel rapporto tra te e Canon. Non è che avevi scelto Canon e non Nikon proprio per il rigore di Nital verso l'import? L'importazione parallela è sempre esistita - hobbyfoto, il fotoamatore e altri che non ricordo più - chi ne ha approfittato lo ha sempre fatto con la consapevolezza del rischio che correva, affidarsi a un grosso distributore dà più sicurezza per la garanzia del piccolo negoziante (come mi pare di capire sia capitato a te) ma anche quello fa parte del rischio: risparmio iniziale a fronte della spesa in caso di guasto coperto da garanzia entro i primi 24 mesi di vita. Due curiosità finali: sei un evasore fiscale o sei uno dei 5 milioni di nuovi abbonati alla RAI? |
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