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Etica del colore e altre ammenità


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user15476
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inviato il 23 Dicembre 2016 ore 15:38

Probabile che si confondano "regole" con "tabù"; quest'ultimo è un fenomeno artificiale che generalmente ha a che fare con la morale o l'etica. In questo caso cambiare i colori è più un infrangere questa morale piuttosto che violare le regole.

Le regole invece sono essenziali per qualsiasi linguaggio.

Sviluppare una diapositiva in C41 era una buona regola anche se infrangeva un tabù.

user90373
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inviato il 23 Dicembre 2016 ore 15:48

Tutta questa “arte” questa “libertà di espressione” questa “assenza di gabbie e/o regole” questa “mancanza di parametri” alla fin fine nasconde la paura di “perdere”, in questo mondo virtuale siamo tutti vincitori. In certi sport vince chi lancia più lontano, chi corre più veloce, chi salta più in alto o più in lungo, chi solleva più peso, e ci sono unità di misura per stabilire chi è il vincitore, qua invece, come in politica, nessun perdente, tutti fenomeni. Il bello è che tutta questa “libertà obbligatoria”non fa altro che creare nuove gabbie, basti pensare alle categorie fotografiche, street, ritratto ambientato o meno, paesaggio, natura, animali con le ali e senza, macro di fiori piante e insetti e così via e ognuna di queste ha delle regole, magari non scritte, ma sottese, cosicchè potranno esser modificate dall'artista di turno, così come i fenomeni della politica creano nuovi partiti quando in quello originario non vincono più. Del resto nel mondo attuale dietro ad una predicata unità si cela la precisa volontà di dividere.

@ Opisso? Quel Opisso?

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 16:03

la foto in questione della barca però la PP non mi convince... molto meglio il resto della galleria...

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 16:13

@ Ettore Perazzetta? Quell' Ettore Perazzetta? MrGreen;-)

user90373
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inviato il 23 Dicembre 2016 ore 16:17

@ Opisso

@ Ettore Perazzetta? Quell' Ettore Perazzetta?


Off Topic. Credo di si! E questo spiegherebbe alcune cose.

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 16:24

Comunque tornando in topic

Perndiamo "IL" riferimento per il fotogiornalismo:
www.worldpressphoto.org/activities/photo-contest/entry-rules
Da cui fra le altre cose si legge che:

11. Adjustments of color or conversion to grayscale that do not alter content are permitted, with two exceptions:

(i) Changes in color may not result in significant changes in hue, to such an extent that the processed colors diverge from the original colors.
(ii) Changes in density, contrast, color and/or saturation levels that alter content by obscuring or eliminating backgrounds, and/or objects or people in the background of the picture, are not permitted. [See the guidance on what counts as manipulation for details on what is, or is not, acceptable] .

E se vogliamo proporre un caso pratico:


All'Observer, l'editor Rick Thames ha scritto ai lettori che una fotografia scattata da un fotografo del giornale, Patrick Schneider, che era apparsa sulla copertina del giornale nella sezione "Notizie locali e dello Stato" era "in violazione delle norme di accuratezza" perchè "impropriamente alterata".

Thames ha spiegato che l'immagine raffigurava la silhouette di un pompiere di Charlotte su una scala, stagliato contro la luce del sole del mattino. Nella foto originale, invece, il cielo era grigio-marrone.

Trattato con il software di fotoritocco, il cielo è diventato rosso scuro e il sole ha assunto un alone più distinto. Ma la normativa del giornale, per quanto riguarda le fotografia, stabilisce: "Nessun colore può essere alterato nell'immagine fotografata".

Thames ha concluso: "A causa di questa violazione nella nostra politica sulle fotografie, Schneider non lavora più per l'Observer. Ci scusiamo per questo passo falso. La vostra fiducia è importante per noi. Faremo tutto quello che possiamo fare per garantire l'integrità di tutte le nostre foto in futuro".



avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 16:26

Off Topic. Credo di si! E questo spiegherebbe alcune cose.

Cioè che il mondo (fotografico) è piccolo? MrGreen

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 16:41

Lloyd quale sarebbe lo scatto "originale " ? Il Jpeg interpolato da ingegneri giapponesi e modificato dall'utilizzatore in millanta maniere diverse ?
Per esempio se mettessi accanto una delle mie foto finite a quella del display sarebbero come me e X (x= tua attrice preferita) dal momento che mai ho voluto nemmeno sapere come si modificano i parametri del Jpeg.
Però io non faccio foto per la polizia scientifica

user90373
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inviato il 23 Dicembre 2016 ore 16:44

@ Opisso
Cioè che il mondo (fotografico) è piccolo?


E che i nodi da sciogliere son sempre gli stessi, e si ingarbugliano sempre più. Uno ne sciogli e tre di nuovi prendono forma, prima indistinta quasi amichevole poi, quando arrivano al pettine ........ !

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 18:31

attenzione però, la questione è leggermente più sottile di quanto non abbia scorto in alcuni interventi.
Si è fatta una sorta di divisione tra reperto e licenza artistica, assimilandoli alla cronaca o al fantasy. ma non se ne esce dalla questione in questo modo.Confuso

se guardate questa immagine, essa stessa dichiara che si tratta di "fantasy"
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1542872
ma il problema che pone l'autore del topic è diverso.
è la possibilità di alterare un solo elemento all'interno dell'immagine nella inconsapevolezza totale dell'osservatore .
è questo il dato da sottolineare. L'immagine non dichiara il suo taroccamento, a differenza dell'immagine che ho linkato, indipendentemente dal suo titolo palese.

Quindi il problema etico che inquieta l'autore, non è risolto dalla dicotomia tra licenza artistica e cronaca realistica.
Si domanda se l'alterazione (peraltro neanche grafica, poichè si tratta di alterare il colore), possa in qualche modo costituire un problema etico, a causa del fatto che l'immagine sarà percepita come non sofisticata.
Nè peraltro, l'autore intende sofisticarla per motivi artistici ma direi solo per motivi estetici, senza modificarla graficamente, senza modificarla totalmente, ma modificandolo nel colore solo in una sua parte.

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 23:20

Ma questo è chiaro. Se l'alterazione è percepita non c'è nessun problema etico...
Per tutto il resto ho già risposto negli interventi precedenti.
Riassumendo: l'osservatore non coglie l'elemento modificato ma oggigiorno non può cascare dal pero: si aspetta già che può non essere in grado di coglierlo.
Nel fotogiornalismo il problema è etico. Tanto è vero che se l'alterazione viene scoperta ti "cacciano"/radiano.

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 23:36

Come no, ti cacciano/radiano...non per nulla siamo al millesimo posto per libertà di stampa.

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2016 ore 8:44

Paolo, non confondere la libertà di stampa con il concetto del "niente regole"; le nazioni più avanti di noi sulla libertà sono anche quelle che hanno elaborato regole più severe (e che poi fanno rispettare) per non farla scadere nell'inganno.
Il problema ripreso da Ooo è esattamente il nocciolo della questione e, per mettere insieme le due cose, mi/ti pongo la domanda:
la libertà di stampa comporta anche quella di ingannare l'osservatore, o comporta quantomeno anche il dovere di dargli ciò che lui richiede da quel contesto per poterlo leggere nella maniera più oggettiva "possibile"?
Una libertà non può mai ledere un diritto.
Ci sono contesti in cui nessuno più si stupisce delle elaborazioni ingannevoli, anzi, tutti le apprezzano: vedi lo still life dove persino una cosa banale come il riflesso di una finestra viene regolarmente "taroccato" da decenni già a monte dello scatto; ma in questo genere fotografico, spesso la gente ricerca proprio questo tipo di maestria da parte del fotografo. In altri contesti, però, il medesimo osservatore si aspetta comportamenti diversi: è la sua libertà contro quella del fotografo. L'unico modo per rispettare la libertà di tutti non è non elaborare certe immagini, ma chiarire quello che stiamo facendo; se la singola immagine già lo fa in modo evidente (come nell'esempio postato da Ooo) non ci sono problemi, altrimenti entrano necessariamente in gioco quelle regole e quelle "caselle" (leggi: contesti adeguati di presentazione) che servono a riportare l'espressività del fotografo all'interno di un "linguaggio", ossia di un sistema di trasmissione del messaggio ugualmente comprensibile dall'autore come dall'osservatore.
I "generi fotografici" sono fondamentalmente aspetti di questo "linguaggio fotografico", che non sono da applicare pedissequamente, ma da utilizzare cum grano salis come qualunque altra regola linguistica.
Per tornare alla domanda iniziale del 3d, se il contesto di presentazione ammette modifiche, magari anche più pesanti, e l'osservatore è cosciente di questo, il problema etico non sussiste più.

user90373
avatar
inviato il 24 Dicembre 2016 ore 9:04

Riassumendo: l'etica dell'estetica. ;-)

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2016 ore 9:13

Da quando esiste la fotografia (160 anni circa?) esistono tutti i tipi di fotografia, da quella documentaristica a quella artistica, sperimentale, avanguardistica, astratta...
Forse si mette questi problemi etici un regista cinematografico che filma una storia di finzione o di fantascienza o surreale?

Il mezzo non è il fine. La fotografia come il cinema o la letteratura o qualsiasi arte può essere usata in ogni modo possibile e immaginabile.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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