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La cultura serve?







avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 21:30

ottima domanda che arriva in un momento particolare della mia vita.
leggo con attenzione ogni intervento e poi scriverò la mia!


prendo appunti qui:
interessante shambola; albertom; claudio cortesi;
anche altri commenti interessanti ma meno originali.

pensiero 1: la cultura serve. se ne accorge chi ha cultura. ce lo dice la cultura. il pensiero è autoreferenziale.

pensiero 2: la cultura non serve. d'altro canto l'intelligenza (cui la cultura è l'espressione), soddisfatti i bisogni primari, non serve oltre. quasi tutte le specie viventi ne fanno a meno eppure la natura h l'ha "inventata" milioni di anni fa ma non l'ha approfondita fino ad "adamo ed eva".
...
sviluppo pensiero 2. più convincente.
...
la cultura non serve ma, per alcuni, è un desiderio, un bisogno. è la chiave della felicità.
...
la felicità serve?
per rispondere bisognerebbe chiedersi a cosa serve l'uomo. se egli è espressione di un Dio, è facile demandarGli la responsabilità. se non lo è... bisogna chiedersi per rispondersi. per domandare serve curiosità. per rispondere serve cultura.
.
autoreferenziale.

quindi? la cultura alimenta se stessa.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 21:35

Dovessi ...fotografarmi, direi:

Istintivo, sempre autodidatta, intimista, non solo negli hobbyes ma come approccio mentale, aperto alle novita' e attento all' altrui percorso.

"Sono uno che ha iniziato a fotografare in maniera tendente al serio da poco pur maneggiando fotocamere da parecchio.
Sono passato al digitale e quindi alla postproduzione, che per me vanno di pari passo, da circa tre anni con passione e voglia di imparare.

Ho avuto la possibilita' di inserirmi in un gruppo oggi numerosissimo di fotografi con timidezza e ammirazione vista la qualita' di molte opere pubblicate.
Ho confrontato i miei scatti con quelli presenti nel forum e ho avuto, e avro' modo, lo spero, di migliorare ancora, e non parlo solo della tecnica o della post, ma di quella che e' la capacita' di vedere e di interpretare in maniera piu' matura cio' che mi circonda."


Quella sopra e' una frase tratta dal mio profilo.

Oggi la mia sensazione e' un po' diversa: confrontare i miei scatti con i bravi fotografi del forum mi e' servito e mi serve assolutamente tuttora, ma, in un primo momento la mia attenzione cadeva su nitidezza, colori, taglio, fotografie d'effetto.

Tutto questo, se da una parte mi ha sollevato dal livello terra terra di quando avevo acquistato una digitale e mi ero iscritto a Juza, d'altro canto mi ha ingabbiato, togliendomi una parte dell'istinto che, per tipologia di approccio mi e' sempre stato amico.

Insomma, cercavo le situazioni per riprodurre la foto che colpisce come quella di pinco, mi lasciavo portare piu' dal tecnicismo che dalla capacita' di usare l'occhio, e l' intuito.

E' pero' vero che questo comportamento mi ha obbligato ( mi sono obbligato da solo MrGreen) a capire (Riuscirci e' un altro paio di maniche) come fanno gli altri ad ottenere certi risultati estetici, come usano la postproduzione, il tutto a furia di tutorial in rete e di esperimenti, errori, escamotages vari ( sempre a proposito dell'approccio autodidatta MrGreen), che mi sono serviti per iniziare ad usare la postproduzione in maniera divertente magari personale ma di sicuro non schematica, di certo non come una secondaria e avulsa fase del processo fotografico.

Ora, anche per colpa di alcuni autori che non nominero' MrGreen e che non si limitano solo a fare gran belle foto, ma si sono messi pure a scrivere !MrGreen sento che c'e' bisogno da parte mia di un piccolo salto ulteriore, e a ragion veduta voglio che sia graduale. Sento che la conoscenza di fotografi famosi, di problematiche che siano ben altro che tecniche, di una metodologia di approccio piu' approfondita mi manca.

Ma non voglio fare indigestione, se quest' ultima cosa si puo' definire "cultura", voglio che sia un approccio sentito e graduale, guai se mi sentissi in un recinto con paletti attorno.

Rivendico, almeno per adesso, la liberta' di uscire con la macchina a caccia di spunti, per puro allenamento alla visione fotografica, di spaziare su piu' generi, ma mi basta sempre meno, non che l'abbia mai perseguita piu' di tanto, la foto di maniera; vorrei riuscire a crearmi un linguaggio definito, un approccio che mi permetta di usare quella straordinaria fotocopiatrice che e' la fotocamera, in maniera personale, riconoscibile, una sorta di visione, di stile (parolona) indipendente dal soggetto.
Magari tutto questo portera' a selezionare generi o soggetti.

Penso, almeno per il mio modo di vedere, che se la molla scatta da sola, un po' di informazioni culturali, anche a piccole dosi, possano aiutare a formare una propria personalita' piu' definita.
Se fosse cosi', ben venga un po' di studio, sempre senza mai prendersi troppo sul serio e mantenendo lo sguardo ampio, senza barriere ne dogmi.

Ho parlato troppo?MrGreen



avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 21:52

L'insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l'esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo

Ho rispolverato la Treccani... alla voce cultura .
Questo per concedere un si all'autore del topic, condizionato, poichè l'errore più grave è diventare saccenti ma non saggi. La cultura è un passaggio obbligato ma sempre sotteso, in ogni sua forma, ad accrescere la consapevolezza.
In fotografia, questo principio ritengo sia da porsi come pietra angolare.
Seguo con interesse. Un saluto.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 21:52

no!! occorre giustamente fare un distinguo tra il nozionismo e la cultura vera, il sapere sterile, fine a se stesso, e la cultura che ti fa crescere stimolando la tua voglia di conoscere, di curiosare, si scoprire, di approcciarsi con nuove realtà di maturare ecc ecc.

user46920
avatar
inviato il 02 Marzo 2015 ore 22:24

Cultura :[...] L'insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l'esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo...[...]

2[...] Complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche, delle manifestazioni spirituali e religiose, che caratterizzano la vita di una determinata società[...]

tratto da Treccani


non-cultura [...] ...Mancanza di cultura, di ogni stimolo conoscitivo. ? il mondo islamico, da due secoli, per la nostra poesia, per il romanzo e la letteratura di viaggio, è sfondo mitico e più spesso spazio visto con distacco di una non cultura che fa da contorno a monumenti antichi egizi, bizantini, cristiani, per noi importanti; la fotografia, l'incisione, la pittura replicano questo schema di racconto: (Arturo Carlo Quintavalle, Corriere della sera, 21 settembre 2004, p. 33, Terza pagina) ? In un mondo che è sempre più una Babele di linguaggi (più che di lingue), occorre trovare il filo di Arianna che consenta di uscire dal labirinto della stupidità e della non-cultura. Due «mostri» che per Maurizio Scaparro hanno le sembianze della televisione e le fattezze delle Veline. (Davide Scalzotto, Gazzettino, 30 aprile 2005, p. 15, Cultura & Spettacoli) ? I greci chiamavano il nostro Paese «Enotria» per attestarne la spiccata vocazione alla vitivinicoltura. L'Italia era un immenso serbatoio di vino, conosciuto e apprezzato. Per certi aspetti oggi non è cambiato molto: si produce molto e i nostri vini sono conosciuti e apprezzati dappertutto. Ciò nonostante, coloro che si avvicinano al vino con passione e metodo, non possono fare a meno di scontrarsi con una diffusa «non-cultura» del vino, che si traduce spesso nella presunzione infondata di conoscere e saper giudicare il buon vino. (Giuseppe De Marco, Gazzetta del Mezzogiorno, 19 aprile 2008, Gazzetta di Bari, p. 18).
Derivato dal s. f. cultura con l'aggiunta del prefisso non-.
Già attestato nella Repubblica del 20 luglio 1984, p. 20, Spettacoli (Tommaso Chiaretti), nella variante grafica non cultura.[...]

tratto da Treccani

[edit] Paolo, non avevo ancora visto il tuo passaggio ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 23:02

;-)

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 23:13

Vorrei risponderti con un deciso NO, caro Francesco, ma SOLO perché ho proposto un gruppo "cultura" sono, ahimè, costretto a darti il mio retorico SI!MrGreen
Ok, torno serio.
Credo si debba parlare di cultura visiva in generale, non solo fotografica. La scuola dell'obbligo (e non solo), come è stato rimarcato in altro topic, non fa molto in questa direzione. L'educazione artistica è, da sempre, tra le materie minori. Eppure viviamo nella civiltà dell'immagine.
Parlavo recentemente con una nota docente di scuola d'arte proprio di queste mancanze. Mi raccontava di studi che hanno appurato che il gusto popolare per l'arte si è fermato all'800. 8 persone su 10, potendo scegliere, vanno alla mostra di un impressionista piuttosto che a quella di Kandinsky. E Kandinsky non è un contemporaneo!
Il fatto è che l'arte moderna e contemporanea (e così per la fotografia) sono molto esigenti con lo spettatore. Per stare in campo fotografico, è difficile apprezzare il lavoro di Jeff Wall o di Crewdson uscendo dai semplici e famigerati "mi piace" o "non mi piace".
Direi che la cultura, per comprendere i percorsi artistici, non è opportuna, ma, oggi più che mai, necessaria. E questo non riguarda solo la contemporaneità ma, anche in fotografia, autori attivi molti decenni fa. Abbiamo gli strumenti critici e di conoscenza, a mio giudizio necessari, per visitare una mostra di Man Ray o di Minor White?
Credo che la cultura aiuti tutti noi anche quando prendiamo la reflex e cerchiamo di dare un senso a quello che andiamo a fare.
Si corre, è vero, il pericolo, anche inconsapevole, dell'imitazione, di essere talmente condizionati da confondere e perdere il nostro sentire autentico, ma tutta la storia dell'arte è costruita da tasselli che, tutti, danno senso all'insieme.
Chiunque abbia l'ambizione di aggiungere il suo microscopico tassello non lo può ignorare.




avatarjunior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 23:43

Chiunque abbia l'ambizione di aggiungere il suo microscopico tassello non può ignorare da dove veniamo.
.
"Da dove veniamo? chi siamo? dove andiamo?" di Paul Gauguin. In mostra a Basilea fino a giugno. Esce di rado da Boston. Vederlo vale la lettura di un trattato sulla composizione dell'immagine. E' OT o può essere considerata una risposta coerente con il topic? ;-)

avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2015 ore 8:51

SI!
Cultura è conoscenza, in tutti i campi del sapere, anche in fotografia.
Cultura non è / non è solo leggere un libro. E' sete di sapere, leggere, ricercare, informarsi, confrontarsi con gli altri e con le idee degli altri, del passato e del presente.
La somma di tutto ciò è quello che siamo, quello che ci farà esprimere delle idee e non altre!
Se non avreste mai letto un libro di fotografia, se non vi foste mai confrontati con altri fotografi, se mai avreste visto le fotografie dei grandi, oggi come sarebbero le vostre foto?
Secondo me peggiori.


avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2015 ore 11:54

Parlavo recentemente con una nota docente di scuola d'arte proprio di queste mancanze. Mi raccontava di studi che hanno appurato che il gusto popolare per l'arte si è fermato all'800. 8 persone su 10, potendo scegliere, vanno alla mostra di un impressionista piuttosto che a quella di Kandinsky. E Kandinsky non è un contemporaneo!

Vero! Il problema è che spesso la "cultura" visiva si è fatta solo con la semplice osservazione delle opere, come se queste racchiudessero l'intera cultura che le ha generate, anziché esserne unicamente il frutto.
La stessa cosa vale per il campo "parziale" della fotografia: vai a vedere un autore perché genericamente "ti piace" (le mostre non hanno il pulsantino, quindi il "mi piace" lo devi esprimere andandoci), poi ti compri il libro fotografico e il più delle volte ti fermi lì.
Poi, però, capita che ti rendi conto di non essere arrivato da nessuna parte, né come fotografo, né come osservatore di foto altrui (atteggiamenti assolutamente complementari; non credo che chi non sa valutare una foto possa farne a sua volta di decenti, a meno di non essere un genio, e anche in quel caso avrei qualche perplessità).
Allora cominci a seguire qualche altra strada, leggi qualche commento critico, qualche proposta di "analisi dell'immagine", gli articoli di Smargiassi...
A questo punto, qualcuno cercherà di capire perché ai tempi di Weston si fotografava secondo certi canoni, mentre oggi se ne sono affermati altri, così passi a cercare qualcosa di Storia della Fotografia... e inevitabilmente arrivi a cercare opere che trattino di Filosofia, e non necessariamente solo Filosofia della Fotografia.
Magari le cose non vanno per tutti in quest'ordine; io in questo momento sento il bisogno di andare a cercare testi di filosofia.
Poi credo che la cosa vada a cicli; ogni tanto rispunta qualcuna di queste esigenze che credevi di aver già soddisfatto

avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2015 ore 12:18

A vedere chi ha successo ai nostri tempi.. e per successo intendo "campare senza doversi preoccupare esagaratamente per il domani" direi proprio di no.
Se facessi una cernita di coloro che conosco potrei tranquillamente affermare che gli scansafatiche dalla tenera età, coloro che non hanno mai fatto nulla se non usare altri, coloro che hanno sempre e solo coltivato contattoi senza imparare mai nulla e coloro che hanno solo esclusivamente pensato a se stessi senza sapere neanche in che parte del mondo erano..
Ecco tutti loro hanno tranquillamente trovato la loro posizione .. e nella loro posizione (politica, amministrativa e co) , non sanno neanche il 10% di quello che serve loro per compiere il lavoro per il quale sono preposti:

Coloro che hanno studiato, che hanno fatto sacrifici, o sono fuori dall'Italia, o sono a 1500km dal loro luogo di nascita o sono a 20cm dal mezzo della strada se togli loro il sostgno di altri.

Cultura?
In ambito fotografico?

Scherziamo?
Conta più sapersi vendere che sapere quello che si fa.
Una volta che hai costruito la tua immagine, puoi iniziare a pensare a imparare quelle 4 cose che si da x scontato tu conosca..

Ecco... sarò esagerato, ma la cultura e la conoscenza sono una spada di damocle, più sai, più sei solo e sai di non sapere... aggiungo, di non sapere come andare avanti vedendo che tutto va al contrario ...

avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2015 ore 12:21

Viviamo in un paese in cui si sono sottratte risorse alla scuola, in cui i programmi, l'aggiornamento degli insegnanti, hanno sofferto di cio', e di conseguenza la cultura in senso lato. Il tutto condito da un contorno di stimoli futili e materialisti, con la tv fa la sua parte, la stessa tv che proponeva e oggi premia il grande Maestro Manzi come un eroe ma non riesce piu' a riproporre cultura, perche'...con la cultura non si mangia come pensano e dicono quelli che decidono per noi.

E la stessa sorte ha subito la musica, oggi vincono 3 Claudio Villa assieme, la musica che parla italiano negli spartiti ancor oggi, e' stata tolta dall'insegnamento, vince il giro di Do, piu' in la non riusciamo ad andare. L'educazione civica bandita dalle ore di lezione.

Viviamo in uno dei paesi a piu' alto tasso di analfabetismo, e nelle classifiche di merito, facciamo a gara con quelli cosiddetti in via di sviluppo.

Saro' pessimista? Si, non vedo luce in fondo al tunnel, tanti lumini che annegano nel buio di un senso civico ridotto alla frutta.

avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2015 ore 12:34

Conta più sapersi vendere che sapere quello che si fa.

Ulysseita, purtroppo, in termini di "successo" devo darti pienamente ragione, infatti, nonostante tutto quello che ho scritto più sopra sulla mia ricerca di cultura, vado in giro con un cavalletto di oltre 30 anni con tutti i rivetti saltati e sostituiti da fil di ferro (non sto scherzando!).
Purtroppo oggi conta solo l'apparenza, ovvero il sapersi vendere. Chi sa vendersi scopre talmente presto di avere questo "talento" che fin dall'asilo penserà alla cultura come ad una perdita di tempo e di denaro

avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2015 ore 12:45

E' vergognoso ma è vero !!!SorrySorrySorry

avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2015 ore 12:52

Ragazzi.... non sento mio il ruolo di "moderatore", ma avendo aperto la discussione, fatemelo fare un pochettino!
Poco poco, eh.... ;-)

E' normale che si prendano molte direzioni. Peraltro, parlando di "cultura".... beh, il territorio ampietto lo è! Sorriso
Aggiungo che, io per primo, ritengo che la stessa idea di cultura riporti a qualche cosa di fluido e dinamico. Che, come fa giustamente notare Daniele, la conoscenza delle arti visive dovrebbe andare a braccetto con quella della filosofia e così via.

Ma detto ciò, visto che siamo comunque in un ambito specifico, e che il quesito di fondo lo è a sua volta, ritengo sia più giusto focalizzare un pò la discussione, se questo è possibile ovviamente.

In sostanza, il senso della discussione non è sociologico (andava forse nel blog, in quel caso), non è riferito al ruolo e al significato della cultura, ma a quanto NOI riteniamo possa incidere utilmente (o essere ininfluente ovviamente) nel nostro rapporto con la fotogafia.

Ovvero: diamo per implicito che un umano più complessivamente "ricco", di questa ricchezza ne possa fare comunque qualcosina (non necessariamente in termini di successo e consenso), come principio generale, e proviamo a rapportare questo alla pratica della nostra passione. ;-)

Premesso naturalmente un grande grazie per TUTTI i contributi! ;-)

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