| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 9:09
“ ho sempre seguito alla lettera quello che dice Matteo Bertetto perché lui a mio modesto parere è un vero maestro della fotografia (ha brevettato tecniche sue e spiega tutto sui corsi e video)… per non parlare del fatto che ha fondato un'accademia fotografica… „ E anche questa è fatta… Gli spazi colore definiscono il limite del rappresentabile, quando fai un'edit quello che non ci sta viene gettato, sparisce, kaputt, perso. Non lo recuperi più. Quindi se dopo un livello curve, un colore va fuori gamut, viene sostituito col più vicino che sta in gamut (più o meno, ma vedila così per semplicità). Se metti un nuovo livello curve sopra quello precedente e, guarda caso, il colore di prima tornerebbe in gamut, tu te lo sei perso e andrà da un'altra parte. Quando hai delle transizioni tonali molto morbide al limite del gamut (leggi albe, tramonti, ore blu, etc…) possono esserci molti di questi colori che vanno fuori gamut e, vedi il caso!, il colore più vicino può essere sempre lo stesso. Avrai una bella banda di colore uniforme che farà il tuo cielo a scale. Quindi NO, NON DEVI LAVORARE IN sRGB, e men che meno in un editor di immagini in modalità 8 bit. Si fa tutto a 16 bit con lo spazio di colore più grande possibile (anche se il tuo monitor non te lo può mostrare) e solo alla fine si passa, se necessario, a sRGB. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 9:19
Per lavori non professionali e con tutti gli snelli della catena perfettamente profilati, la cosa migliore nei risultati è scattare in sRGB e procedere sempre in sRGB. A livello professionale invece, e con tutte le macchine di prestazioni elevate e profilate bene, si possono ottenere cose migliori partendo da RGB. Ma per noi comuni mortali sRGB dà risultati più controllati e soddisfacenti (nel senso che se non si hanno i mezzi con RGB si fanno più danni, a partire da colori non corrispondenti) |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 9:40
Scusa se mi permetto ma credo che tu debba cambiare radicalmente approccio e non pendere dalle labbra di sedicenti maestri che si aggirano sui social.Nulla contro Bertetto ne' nessun altro questo ci tengo a specificarlo. Ma non serve alcun brevetto di alcuna tecnica mirabolante per definire qualcuno un maestro. Serve ben altro e l'aspetto puramente tecnico non e' neanche quello piu' importante. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 9:46
Ma noi, dai, non puoi dire una cosa del genere. Quando perdi un'informazione non la recuperi piu'. Lavora sempre nel gamut piu' ampio possibile e poi riduci solo alla fine, solo cosi' riuscirai ad avere i passaggi tonali piu' morbidi e a limitare la posterizzazione. I danni si fanno quando si pretende di salvare in AdobeRGB e visualizzare in un browser o stampare con un lab che ti chiede espressamente l'sRGB. Se converti in sRGB prima di uscire (cosa che PS, LR&C. fanno), non avrai mai alcun problema. Quella differenza che vedrai nelle tonalita' sara' dovuta al fatto che alcuni colori non possono essere contenuti nel gamut di uscita, per cui vengono approssimati col colore piu' vicino. Prova e vedrai che laituazione peggiora se tu rifai gli stessi passi lavorando in partenza in sRGB. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 10:14
“ Per lavori non professionali e con tutti gli snelli della catena perfettamente profilati, la cosa migliore nei risultati è scattare in sRGB e procedere sempre in sRGB. A livello professionale invece, e con tutte le macchine di prestazioni elevate e profilate bene, si possono ottenere cose migliori partendo da RGB. Ma per noi comuni mortali sRGB dà risultati più controllati e soddisfacenti (nel senso che se non si hanno i mezzi con RGB si fanno più danni, a partire da colori non corrispondenti) „ Davvero, senza alcuna polemica. Non capisco perché dare queste informazioni imprecise e inesatte. E soprattutto non capisco perché instillare una sorta di timore verso cose molto semplici che non sono affatto riservate a chi usa attrezzature professionali, ma valgono per tutti. Siamo tutti "comuni mortali". Se certe cose non ci sono chiare, ci si informa, si chiede. Non ci si chiude nel guscio. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 10:32
la cosa bella è che lavorare in prophotoRGB anche con uno schermo da due soldi, purché calibrato, non costa niente... è solo una voce da modificare in una qualche impostazione a seconda del programma che si usa, non c'è davvero motivo come scrive Leopizzo di eliminare informazioni che il nostro sudato hardware ha comunque catturato (in raw almeno) |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 10:36
“ ho sempre seguito alla lettera quello che dice Matteo Bertetto perché lui a mio modesto parere è un vero maestro della fotografia „ Dai, ma seriamente?? Cosa tocca leggere a inizio feste... |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 10:39
Per Ale Z o chi ne sa di più. Migliorare è sempre un buon motivo per cambiare. Edito con acr dei nef non compressi da 16 bit di circa 50mp con profilo srgb, il massimo senza perdita che la fotocamera consente. Vorrei provare ad impostare il prophoto nello spazio lavoro ma ci sono talmemte tamte variabili che ho paura di fare qualche casino. Attualmente sono messo così:

 ATTENZIONE!!! Parla come dovessi spiegarlo ad un bambino |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:15
Ha ragione Leopizzo quando consiglia di lavorare a 16 bit con lo spazio colore più ampio disponibile. Ma il cuore della faccenda sono proprio quei "16 bit", se lavori a 8 bit, invece conviene utilizzare in lavorazione lo spazio colore con cui uscirai non quello più ampio possibile. Il perché è intuitivo: lo spazio colore AdobeRGB è ad esempio molto più ampio nei verdi del sRGB, ma se i bit per il canale dei verdi sono in entrambi i casi 8, quando convertirai da AdobeRGB di lavoro a sRGB di salvataggio ti ritroverai senza corrispondenza tra i 256 toni di verde presenti nello spazio AdobeRGB e quelli disponibili in sRGB e andrai in banding (è per questo che viene aggiunta l'opzione dithering a 8 bit/canale, per minimizzare l'effetto). Avessi invece lavorato in uno spazio sRGB il programma avrebbe convertito i verdi dell'immagine RAW (ad esempio a 14 bit) nei verdi più vicini disponibili nello spazio sRGB, utilizzando al meglio i 256 toni disponibili. Se lavori a 16 bit sarà lo stesso, il sistema convertirà i 65.536 toni di verde disponibili nei più prossimi 256 dello spazio colore di uscita (supponendo un file a 8 bit) sia esso sRGB, DCI-P3, eccetera. Poi uno si può chiedere perché mai lavorare a 8 bit quando lo si può fare a 16, ma questo è un altro discorso. (una possibile ragione è che l'hardware non ce la fa a sostenere 16 bit per canale su immagini da 60 Mpx e oltre, ad esempio) |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:18
L'approccio corretto al lavoro (di qualità) è quello che Ale Z ha scritto nel suo primo reply, tecnicamente parlando. Il PhotoPro, con le fotocamere digitali, non ha senso, perché il sensore non supera l'AdobeRgb, quindi, nella seconda finestra postata da Gianni Fazer, in alto a sx, Spazi di Lavoro, la prima riga (RGB) va cambiata in AdobeRgb. Non usando Camera Raw non saprei come cambiano le altre opzioni, quindi aspetto l'integrazione alla mia risposta da parte di qualcun altro. Se parlassimo di scansioni pellicola, allora dovremmo scegliere di lavorare nello spazio colore più ampio supportato dal software, perché essa ne copre anche uno più grande del PhotoPro. |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:19
Ecco, mi hai anticipato |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:21
Ok grazie della dritta esaustiva, la prima volta che ci becchiamo ricambio con 2 dritte sull'avifauna |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:23
“ Ok grazie della dritta esaustiva, la prima volta che ci becchiamo ricambio con 2 dritte sull'avifauna „ D'accordo. Non la pratico ma so già che sarei abbastanza scarso... |
| inviato il 24 Dicembre 2025 ore 11:40
"perché il sensore non supera l'AdobeRgb" questa informazione da dove l'avresti ricavata? (chiedo seriamente) |
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