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Tornando alla domanda di Matteo, riguardo Evidence, considero Sultan e Mandel non fotografi ne curatori ma, autori, così come non considero Duchamp uno scultore quando guardo the Fountain.
Solo un'ultimo intervento e poi chiudo qui con l'AI e torniamo in tema.
Questa frase si collega molto bene con quanto detto finora.
“ L'IA è uno strumento, un mezzo che non ha (almeno per il momento MrGreen) un'intenzione propria, non è autore. „
In Evidence, il significato nasce dall'interpretazione e dalla combinazione operata dal fotografo, che trasforma il senso delle immagini.
Analogamente, l'IA dipende dalle istruzioni, dai database e dalle scelte umane per produrre risultati, non può generare intenzione o significato autonomamente.
Entrambi pero' spostano sull'osservatore la RESPONSABILITA del significato attribuito all'immagine.
Trovo molto interessante ogni aspetto della creatività umana, uno dei caratteri propri e distintivi di Homo sapiens. Mi piace molto abusare delle cose, ovvero usarle per uno scopo diverso da quello per cui sono state pensate. Quindi, non posso altro che apprezzare queste forme di rimpastamento e stravolgimento della fotografia, in particolare quando mirate a veicolare un messaggio. Tuttavia, trovo gli abbinamenti “a contrasto” un po' troppo immediati. Divengono molto denunce, un po' da manifesto e perdono gli aspetti più “artistici” ed intimi della fotografia, che a me piace sempre apprezzare, insomma trovo certe immagini di forte impatto ma, comunque, fredde e distaccate.
Su Evidence (evito di scrivere "secondo me" ad ogni inizio frase, ma è ovvio che sia tutto un punto di vista personale): Il progetto mi sembra molto interessante, come sono interessanti tutti i progetti di cura/raccolta di qualcosa creato da altri, specie quando più o meno decontestualizzati (Kessels, The Anonymous Project, ecc), perché aggiungono un livello di complessità, oltre al fotografo e il fruitore. È un argomento che torna spesso: la fotografia va spiegata? Il fotografo dice qualcosa? O è il fruitore che deve avere una cultura adeguata per ca×? E se non ce l'ha ha il diritto di ca× "male"? Guardando queste foto, un "addetto ai lavori" sicuramente capirà di cosa si tratta, altri penseranno "chissà cosa cavolo è quell'attrezzo" mentre altri ancora saranno sicuri di aver capito tutto, sbagliando, probabilmente. C'è quindi un fotografo che sa, un curatore/raccoglietore e infine un fruitore che (probabilmente) non sa. (Mi ricordo quando ho cercato di decifrare "amico fragile" di DeAndré. Sicuramente lui sapeva cosa scriveva, ma non so quanti abbiano capito realmente il senso di ogni strofa, me compreso. E va bene così, perché ognuno può forse interpretarla in maniera personale e "rivedersi" in questa interpretazione, rendendo il tutto molto più intimo. In breve: senza ambiguità ci sarebbe poco di emozionante nell'arte.)
In un certo senso mi sembra l'inverso del progetto "The pleasure of ignorance" di Inga Erdmane in cui è stato chiesto a non-fotografi di fotografare quello che ritenevano importante. Ovvero un fotografo che "non sa", un curatore e un fruitore che forse "sa" (se si suppone che i fruitori siano fotografi)
Credo che già Walker Evans, verso la fine della propria carriera, avesse praticamente cessato di fotografare in prima persona e si fosse dedicato all'editing creando lavori consistenti nel raccogliere foto di altri.
Già questa, a ben vedere è una sorta di prefigurazione dell'approccio alla creazione mediante selezione di foto altrui: share.google/QmjH1XlFituhl23wg
Questa foto mi conduce anche al lavoro di quella fotografa italiana che ha raccolto le fototessera di uno studio fotografico di fototessera in Africa...ma, anziché raccogliere le fototessera lei ha raccolto la parte scartata, cioè l'esterno dei ritagli da cui veniva ricavata la foto del volto (non son bravo a ricordare o nomi, ho bispgno di un pocodi tempo per risalire all'autrice). È quello che fa parte della cosiddetta "postfotografia", una cosa che, forse, ha acquistato sempre più senso nel mondo attuale dove viviamo sommersi dal mare magnum di immagini pubblicate su internet.
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