| inviato il 19 Settembre 2025 ore 11:03
in realtà, l'induzione del piano di cottura e della ricarica wireless sono esattamente la stessa cosa. Cambia solo che in un caso c'è una corrente che scalda, per effetto joule, la pentola e nell'altro una corrente che, transitando in un avvolgimento invece che in una pentola, alimenta un circuito elettrico. Dal lato dell'assorbimento e del consumo del circuito attivo, nulla cambia se dall'altra parte l'energia viene convertita in calore o accumulata in una batteria. L'unica vera ragione per cui non si può usare un cellulare per scaldare una tazza con l'induzione, è che il cellulare è solo il ricevitore dell'energia del sistema. Si potrebbe invece usare la piastra di ricarica (es. quella del cruscotto di molte auto moderne), a patto come dicevo di "imbrogliarla" e farle credere che un cellulare sia stato appoggiato. In questo modo, viene attivata l'induzione e dal lato del caricatore nulla cambia se i suoi 30W vengono usati per caricare una batteria o per scaldare una tazza. |
| inviato il 19 Settembre 2025 ore 11:05
Appunto principio fisico uguale ma applicazione differente, mi sembrava di averlo scritto. In realtà dal punto di vista del modello circuitale sono abbastanza differenti Sono le correnti parassite indotte nel materiale ferromagnetico a produrre calore, non un resistore sul secondario. Se vogliamo andare nello specifico, mentre nel caso della ricarica cellulare le correnti parassite, che pur ci sono, dovrebbero essere minimizzate quanto più è possibile, nella caso della piastra cottura sono le responsabili dell'assorbimento di energia sul primario. Quindi scopi diametralmente opposti. Spero di esser stato chiaro "Si potrebbe invece usare la piastra di ricarica (es. quella del cruscotto di molte auto moderne), a patto come dicevo di "imbrogliarla" e farle credere che un cellulare sia stato appoggiato. In questo modo, viene attivata l'induzione e dal lato del caricatore nulla cambia se i suoi 30W vengono usati per caricare una batteria o per scaldare una tazza." Angor prova a farlo, vedrai che non scaldi un piffero Sai perchè? perchè le piastre ad induzione hanno dei convertitori ad alta frequenza ( tra i 10 ed i 100 KHz, ma per alcune apllicazioni si arriva anche al Mhz sempre per applicazioni di riscaldamento ad induzione) che fanno si che la resistenza equivalente del ferro diventi tra 6 e 10 volte quella alla frequenza di 50 Hz di rete e quindi arrivare a produrre una dissipazione tale da generare calore sufficiente per riscaldare. Il caricabatterie del telefono funziona con tecniche di conversione completamente differenti perchè e più propriamente un vero trasformatore, non un riscaldatore, ed un trasformatore meno scalda meglio è |
| inviato il 19 Settembre 2025 ore 11:36
Quello che scrivi è vero, ma non è il punto che intendevo io....secondo me stiamo dicendo più o meno la stessa cosa, semplicemente avendo in testa aspetti diversi della questione. |
| inviato il 19 Settembre 2025 ore 18:57
“ L'unica vera ragione per cui non si può usare un cellulare per scaldare una tazza con l'induzione, è che il cellulare è solo il ricevitore dell'energia del sistema. „ A dire il vero ci sono alcuni smartphone che hanno il "reverse wireless charging", in pratica possono caricare un altro smartphone appoggiandoli uno contro l'altro, quindi può sia ricevere che emettere energia "wireless", però con una potenza così ridotta che non sarebbe utile a scaldare. |
| inviato il 21 Settembre 2025 ore 23:16
non lo sapevo...si tratta di vedere quanto è...se fosse sui 20-30W qualcosa ci scaldi (è la potenza di un saldatore) |
| inviato il 22 Settembre 2025 ore 9:31
Non è il mio campo ma credo che ci sia differenza tra temperatura (saldatore) e quantità di calore. La punta di una sigaretta è 800 gradi mentre una vasca da bagno a 40 gradi ha molta quantità di calore |
| inviato il 22 Settembre 2025 ore 18:56
20-30 ampereora di batteria per tenere tiepido( 45-50 gradi) una tazza del te per una mezzoretta,il tempo di berlo ,considerando che la tazza si trova gia' a quella temperatura non mi sembra di chiedere troppo con le tecnologie attuali. magari non si riesce a farci entrare tutto quello che serve in dimensioni contenute, ma mi ricordo che il primo ipad che ho avuto non aveva la telecamera,e non sono passati milioni di anni. forse e' una funzione poco richiesta e le aziende non investono per implementarla. comunque,lo scaldatazza usb che vendono in amazzonia mod kitty ,corgi o cookie consumano solo 5 watt.... |
| inviato il 22 Settembre 2025 ore 19:23
Ma vi rendete conto che state confrontando numeri a casaccio? il carica batteria da 30w non e' che scalda per 30w!! (E DIREI PER FORTUNA!!) Il calore prodotto e' solo una piccola parte non piu' del 10%, della potenza di carica del carica batterie! Oltretutto il calore dissipato si disperde in modo disomogeneo su superici che hanno ne' la forma ne' i matriali giusti per massimizzare e concentrare il calore dissipato dove servirebbe. Il risultato e' che non si ha la potenza giusta per scaldare scruttando il solo calore dissipato (E DIREI ANCORA UNA VOLTA PER FORTUNA!) Percio' i 5w dello scalda tazza non sono affatto pochi, perche' la potenza persa da un caricabatteria non supera mai il watt, diciamo che 0,5 w e' un valore ragionevole (considerando anche la potenza persa nella batteria stessa). |
| inviato il 23 Settembre 2025 ore 14:36
secondo me, invece, sei tu che non hai ben chiaro cosa sia la potenza, come si trasmette e come si trasforma. Intanto, non si sta parlando di usare il calore che produce il caricabatteria, per fortuna, ma l'energia che esso fornisce...che sono due cose ben distinte. Se un alimentatore fornisce 30W, 30W restano e quanto calore questi producano dipende SOLO dall'utenza che ci applichi. Se ci metti un carico puramente resistivo, vanno tutti in calore e la temperatura che raggiunge la resistenza dipende dalla dissipazione che gli è collegata: possono essere i 400° della punta di un saldatore, i 1700° del filamento di una lampadina alogena oppure 20° scarsi se collegata ad un dissipatore con ventola. Se ci attacchi un motorino collegato ad una pompetta dell'acqua, l'energia andrà 10% in calore e il resto in lavoro meccanico, pompando ad esempio 30 g di acqua ad 1m di altezza per ogni secondo. |
| inviato il 23 Settembre 2025 ore 14:56
"secondo me, invece, sei tu che non hai ben chiaro cosa sia la potenza, come si trasmette e come si trasforma." Certo, direi assolutamente. Dopo questa vi lascio ai vostri conti |
| inviato il 23 Settembre 2025 ore 15:32
Tranquilli, nessuno smartphone può generare una potenza di più di 800w in microonde direzionali per friggere istantaneamente il cervello, significherebbe dover sviluppare, considerando una batteria di 4,7V (mediamente) una potenza di più di 170Ah, manco la batteria di un Q7... Tralasciata questa parentesi, esistono scaldatazze USB, essendo tutt'oggi gli smartphone dotati di porta OTG, possono alimentare questi dispositivi, a patto che non siano particolarmente onerosi in termini di dispendio energetico, per non rischiare di fare danni. Si potrebbe pensare ad uno di questi dispositivi, magari con un adattatore USB>usb-c |
| inviato il 23 Settembre 2025 ore 17:08
credo che l'autore volesse usare direttamente l'emissione elettromagnetica del telefono o del caricabatteria wireless quella del friggere il cervello era una boiata volutamente esagerata che avevo scritto pensando che la domanda fosse ironica o poco più. Ho visto, giusto per curiosità, un caricatore wireless a 50W. Avevo un riscaldatore da accendisigari che assorbiva poco meno di 100W e riusciva a scaldare 200cc di acqua da 20 a 80° in circa 10 minuti. |
| inviato il 23 Settembre 2025 ore 22:06
Io avevo modificato una caffetteria Bialetti. COn una candeletta per diesel avvitata nella caldaia. Faceva il caffè in meno di venti secondi. Tanto che ho dovuto fare un circuito elettronico per controllare la temperatura e fare un caffè decente |
| inviato il 23 Settembre 2025 ore 22:52
Meno male che non c'è una possibilità che sia tuo ospite |
| inviato il 24 Settembre 2025 ore 0:15
Proverò a telefonare con il forno a microonde. |
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