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bene, spero che adesso si affievolisca tutto sto clamore
il vero mistero per me non é la fede, ma come abbia avuto tanto affetto e stima dagli atei piu che dai credenti ferventi, poi le chiese sono rimaste vuote e quei pochi solo vecchi, quindi il miracolo non c'e stato pur chiamandosi Francesco
“ il vero mistero per me non é la fede, ma come abbia avuto tanto affetto e stima dagli atei piu che dai credenti ferventi, poi le chiese sono rimaste vuote e quei pochi solo vecchi, quindi il miracolo non c'e stato pur chiamandosi Francesco „
Se conosci il pontificato di Papa Francesco e ci pensi su, non è un gran mistero che gli atei un po' lo ammirino (io, che sono ateo, compreso), poiché è l'unico Papa che ha dimostrato una qualche coerenza con il messaggio di carità e di povertà di Gesù. Mentre è probabile i credenti cattolici abbiano trovato un po' eccessiva l'esortazione di donare (carità) anche il necessario, oltre al superfluo. Ha pontificato come un Gesuita che si è dato il nome di Francesco (San), in effetti.
BenG perdona ma parlare di uno sconosciuto e impossibile, al massino si fanno buoni auspici, aria fritta alla fine, più interessante discutere di chi ha governato la chiesa per 12 anni
“ è l'unico Papa che ha dimostrato una qualche coerenza con il messaggio di carità e di povertà di Gesù „
non mi sembra che la chiesa sia poi cosi diversa da prima di Francesco, poi se guardiamo bene, la sua opera di povertà e dovuta piu ai risparmi perche le casse del vaticano sono in pesante deficit, insomma piu che la parola di cristo pote il bilancio
“ non mi sembra che la chiesa sia poi cosi diversa da prima di Francesco „
Condivido, la chiesa sempre quella è. Più che a opere di povertà mi riferivo al messaggio cristiano di carità, relativo alla povertà, che ha spesso inteso promuovere Papa Francesco. Questo è un concetto più volte da lui ribadito: www.avvenire.it/papa/pagine/angelus-8-novembre-2015 Che abbia sortito un qualche effetto, però, a me non sembrerebbe.
“ (v. 44); – dice Gesù – lei ha dato più di tutti. A motivo della sua estrema povertà, avrebbe potuto offrire una sola moneta per il tempio e tenere l'altra per sé. Ma lei non vuole fare a metà con Dio: si priva di tutto. Nella sua povertà ha compreso che, avendo Dio, ha tutto; si sente amata totalmente da Lui e a sua volta Lo ama totalmente. Che bell'esempio quella vecchietta! „
le parabole cattoliche sono sempre un gran spasso
“ Nella sua povertà ha compreso che, avendo Dio, ha tutto „
poi se ci soffermiamo su questa, decisamente mi sento piu vicino a ebrei e mussulmani compresi gli induisti. non é un caso se Dio e morto nelle societa secolarizzate, come puoi pensare che qualcuno abbocchi ancora a questa retorica vuota, con la ricchezza sterco del diavolo di medioevale memoria, per fortuna poi é arrivato Lutero che ci ha liberati
Gesù, con l'esempio della donna citata, vuole suggerirci che la fede è un rischio. Nel senso che, se vuoi entrare in relazione con qualcuno ( o Qualcuno ) devi decidere di comprometterti ( metaforicamente: non puoi continuare a usare cintura, bretelle, salvagente, ecc. per essere sempre 'al sicuro'...se sei sulla riva e non decidi di entrare in acqua, ci puoi rimanere tutta la vita; l'esperienza del bagno la fai soltanto se entri in acqua ( e non se solo pensi di entrarci). L'esempio del denaro viene proposto perché si tratta di una realtà molto 'sensibile' per chiunque: se si tratta di denaro, allora la questione è seria, dicevano i Romani ( quelli antichi ). Si sarebbe potuto trattare anche di altro: il denaro non è al centro del discordo di Cristo; al suo centro c'è il rischio che la donna corre: si butta con tutto ciò che è e che ha.
Infatti quando la Chiesa ha messo il denaro al posto di Dio, ha rischiato di perdere se stessa. Sterco del diavolo?? Il denaro è neutro: dipende da come e perché lo si usa. Può arrivare a prendere il posto di Dio per un'infinità di persone. La libertà dal denaro non è becero pauperismo...ma qui il discorso si allungherebbe troppo...
c'e questa mitologia di una chiesa ricca che ha contribuito alla crisi della fede, ma non é spogliandosi dagli averi che riempirà le chiese, tanto meno con i giovani
il problema non é il patrimonio, la crisi della fede arriva nella trasformazione del messaggio da padre a madre, la chiesa dl concilio II é madre, nel senso che é accogliente tollerante pacifista, sicuramente etico ma cosi il messaggio diventa debole, c'e un problema di accoglienza perche la maggior parte di chi arriva e di una fede fortemente contrapposta e forte, e questo i fedeli faticano ad accettarlo, per un ateo il problema non si pone ovviamente
ma il punto cruciale é la tolleranza verso le altre fedi, in questo modo il tuo messaggio perde forza, diventa debole, se affermi che siamo tutti fratelli dello stesso Dio, e che pure gli atei vanno in paradiso, si pone il problema del perche credere in un cattolicesimo che non fa distinzioni, se siamo tutti uguali allora tanto vale restare con una fede interiore, oppure migrare verso l'islam, perche lui ad un ragazzo non dice che é uguale a tutti gli altri, no lui é il soldato di un Dio che penserà solo a lui, solo per lui c'e il paradiso e per gli altri solo l'inferno, in poche parole lo fa sentire un prescelto e non uno qualsiasi
Vedi, quella che chiami debolezza è forse l'identità più profonda della fede cristiana. Chi crede, crede che su una croce è morto Dio. Più debole e disarmante di così!.... In realtà il vero cristianesimo è scandaloso, perché il Dio di Gesù Cristo vince il male perdendo. Ma niente sta in piedi se: 1) non si crede che Gesù è Dio. 2) Non si crede nella sua risurrezione ( che è offerta a tutti ).
Che poi i suoi seguaci lo fraintendano, lo tradiscano, lo misconoscano, è un fatto. Ma, leggendo i vangeli, si capisce che tutto questo era previsto e che tutto, però, va verso una salvezza ( non a buon mercato, perché è stata raggiunta con il sangue stesso di Dio ).
Perdona il mio tono, che non vuole assolutamente essere nè didattico, nè assoluto. Dico solo ciò in cui credo...
“ Chi crede, crede che su una croce è morto Dio. Più debole e disarmante di così!.... „
veramente secondo la letteratura sci-fi cattolica, sulla croce non è morto dio, ma il cosiddetto "figlio di dio"
entrambe le entità sono astrazioni, quindi creazioni umane (il cui valore di sacro è attribuito dall'uomo, e perciò non è sacro, ma arbitrario e ovviamente non assoluto).
“ veramente secondo la letteratura sci-fi cattolica, sulla croce non è morto dio, ma il cosiddetto "figlio di dio" „
proprio il Concilio di Nicea ha stabilito la divinità del Figlio. Chi non crede non crede, d'accordo; ma non possiamo falsificare il dato: quando il Credo niceno-costantinopolitano dice " Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero" afferma che il Figlio è Dio quanto il Padre. Possiamo non crederci. Il contenuto della fede dei Cristiani ( di ogni confessione ) è comunque tri-unitario: il Padre è Dio, il Figlio pure e lo Spirito dell'uno e dell'altro, anche. Successivamente, Calcedonia ha stabilito le due nature ( umana e divina ) del Figlio: unite senza confusione; distinte senza separazione.
Ripeto: davanti a queste affermazioni si decide di accoglierle o respingerle. Questo va bene. Ma deve essere chiaro ciò nei confronti del quale si prende posizione.
paolo stai dicendo che un consesso di uomini ha stabilito 1700 anni fa che un essere umano (probabilmente un predicatore esseno che aveva visioni grazie alla segale cornuta) aveva natura divina. renditi conto della fallacia logica della cosa.
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