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Non conoscendo questo tizio ho fatto una rapida ricerca e sono andato a vedere i lavori sulle spiagge: le fotografie che fa sono al 90 %,se non tutte,di gente che si sta facendo volontariamente fotografare,quindi il problema non si pone. Tra l'altro non è nemmeno più street ma una sottospecie di reportage,cosa diversa. Cosa poi facciano i suoi emuli non ne ho idea
Detto questo che poi ci sia gente che faccia street di pessimo gusto(anche sfruttando i fragili) non ci piove,così come ci sono quelli che ammazzano gli insetti per fotografarli o i fotografi di paesaggi che lasciano il pattume dove si appostano. Ogni genere ha il suo lato oscuro
Se ci si trova in un luogo pubblico, non dovrebbero esserci particolari limitazioni alla ripresa video o fotografica, poiché la legge generalmente lo consente. Tuttavia, è importante considerare non solo l'aspetto legale, ma anche quello etico e relazionale.
Personalmente, non trovo molto valore in una fotografia in cui i soggetti sono completamente ignari di essere ripresi, poiché manca l'interazione tra fotografo e soggetto, che spesso arricchisce l'immagine di autenticità e significato. In molti casi, stabilire un contatto visivo o un breve dialogo può trasformare uno scatto comune in una storia unica e intensa.
Detto ciò, comprendo che alcuni possano sentirsi a disagio o “derubati” della propria privacy. Tuttavia, credo che questa percezione debba essere rivalutata alla luce della realtà odierna: viviamo nel 2025, immersi in un contesto sociale e tecnologico in cui la nostra immagine è continuamente catturata e condivisa. Tra social network, telecamere di sorveglianza e strumenti come Google Analytics, la nostra presenza pubblica è costantemente monitorata.
La vera sfida per un fotografo di street photography non è solo rispettare la legge, ma anche saper gestire eventuali reazioni negative. Un buon approccio è mostrarsi aperti e disponibili al dialogo, spiegando il valore artistico o documentaristico dello scatto. In molti casi, un sorriso e un atteggiamento rispettoso possono smorzare la tensione e trasformare un possibile conflitto in una conversazione interessante.
In conclusione, credo che la street photography non debba mai perdere di vista l'umanità del soggetto. Fotografare senza invadere e mantenere un atteggiamento empatico può fare la differenza tra un'immagine anonima e uno scatto che racconta una storia autentica.
“ Personalmente, non trovo molto valore in una fotografia in cui i soggetti sono completamente ignari di essere ripresi, poiché manca l'interazione tra fotografo e soggetto, che spesso arricchisce l'immagine di autenticità e significato. In molti casi, stabilire un contatto visivo o un breve dialogo può trasformare uno scatto comune in una storia unica e intensa. „
Non sarebbe più street ma un'altra cosa, altrettanto valida ma un'altra cosa.
E dopo entri qua e vedi nelle gallerie gente che fotografa signorine mentre si gustano un gelato o mentre stanno sedute su una scalinata con la gonna svolazzante ,ho visto spesso foto del genere e mi vergogno per loro ,depravazione ad altissimi livelli altro che street
Ma perchè è così difficile accettare che uno non voglia essere fotografato?
“ (...) aziona molto poco i neuroni. Vanno in crisi se pensano di essere fotografate (...) „
“ Certo che la gente ormai è intrattabile e facilmente irritabile . Un motivo in più per fotografare solo ciò che merita, non una massa di frustrati (...) „
Io non ho problemi a farmi fotografare, ma perchè non si può accettare che altri non lo vogliano? Automaticamente sono loro gli 'sbagliati'? La mia libertà equivale alla tua. Quella del passante a quella del fotografo. O no? Per cosa poi?
Ho detto questo? Semplicemente che c'è gente che va in bestia per niente. È un diritto non essere infastiditi, ma c'è modo e modo di reagire. Basta chiedere di cancellare la foto e penso che chiunque lo faccia. Minacciare o andare oltre è da bestie. In genere il fotografo lo capisce con un'occhiata se è preferibile lasciar perdere. Mai avuti problemi a fare street, ma per street non intendo fare foto di nascosto e tanto meno a gente che non vuole farsi fotografare. Cerco di capire se è il caso oppure
Non lo conosceva, grazie per averlo citato, ma non mi pare assolutamente male, fa un lavoro molto interessante con una notevole chiave sociologica. Direi ottimo. Concordo con Stylo, anche per me non è street
Io ho rischiato il linciaggio perché fotografavo una piazza desolata con palazzi di periferia. Quando mi hanno accerchiato per sapere perché stessi fotografando ho spiegato loro che trovavo la scena bellissima e molto poetica e che loro, probabilmente perché ci vivevano, non se ne rendevano conto. Mi hanno preso per matto ma è finita bene.
Allora, mi sono dotato di biglietti da visita con su scritto "fotografo di strada" insieme a parole come "artista" e un titolo altisonante e recapito con e-mail, in caso di ritrovarmi in questioni simili. Se esibisci un seppur piccolo titolo, ti qualifichi e magari vieni considerato diversamente.
In tutti i casi, consiglio il sorriso e spiegazioni chiare, qualora qualcuno rimanesse contrariato. Spesso è proprio il mezzo "fotocamera" a destare subito sospetto.
Siamo diventati una società molto contraddittoria su moltissimi aspetti. Negli anni passati ma “passati” essere fotografato era quasi un privilegio la gente si aggiustava e si metteva in posa quando vedeva una camera. Ora il tuo cellulare lo hanno cani e porci, la tua cartella clinica pure, metti la tua famiglia ed i cavoli tuoi, dove vai cosa fai con chi sei, minori compresi sui social come se non ci fosse un domani. Ma la street è demonizzata, praticandola ho moltissimi aneddoti che possono essere usati sia a favore che contro questa pratica. Perché continuare? Perché ho molti scatti che non avrei dovuto fare secondo una certa morale che hanno fatto fare più di qualche lacrima per l'emozione.
@RobBot perché un tempo chi fotografava e chi veniva fotografato sapeva che al limite la foto veniva sviluppata e vista da il fotografo e un piccolo cerchio di persone mentre ora la gente sa che se viene ripresa dopo 3 secondi c'è il rischio altissimo che si trovi in qualche social network a sua insaputa ,oramai si posta qualsiasi cagata e di conseguenza a tanti sta sulle balle la cosa
Il vero fotografo di strada, vive la strada, non ne ha paura, non si nasconde. Più sei sicuro, ma sempre col sorriso, meno desti sospetti. Io sono timido, per questo , il genere non fa per me. Fu interessante sapere come si comportava Salvatore Matarazzo, uno che flasha persone a mezzo metro di distanza riprendendole in espressioni brutte e grottesche, anche in spiaggia. Ha una gran faccia tosta, ma è molto sicuro, tranquillo e rilassato.
Per quanto riguarda le polemiche sono aria fritta: nel 2025 dove tutti abbiamo un telefonino e fotografiamo tutto, in un mondo dominato ( si, esatto, dominato) dai social, questo non puo' essere considerato un problema. Preoccuparsi nel mondo occidentale strapieno di telecamere di sicurezza, di qualche fotografo street, è assolutamente ridicolo.
A me non dà fastidio essere fotografato (ma capisco che altrui non lo gradiscano e non vogliano). Ci sono state due occasioni in cui sono stato fotografato e mi piacerebbe avere quelle foto. La prima risale alla fine degli anni '70 o più probabilmente ai primissimi anni '80: ero seduto in una via del mio paese in Umbria in compagnia di un paio di amichetti, scherzando mi ero messo in testa una piccola seggiola per bambini e un turista che passava con la famiglia chiese di fotografarci (o forse me la misi per scherzo quando lui ci chiese di fotografrci), io quindi tolsi la sedia perché non mi sembrava opportuno per la foto ma lui, che evidentemente trovava la scena caratteristica, mi fece cenno di rimetterla e quindi scattò quella foto. Ricordo ancora benissimo la scena. Chissà se quel fotografo, che all'epoca poteva avere 30 - 40 anni è ancora in vita,?chissà, magari frequenta questo sito e si ricorda di quella foto èe me la può mostrare; ci penso spesso. La seconda è relativamente più recente (2003), stavo fotografando a Massa Marittima con la mia Hasselblad e treppiede e una ragazza, credo straniera, mi fotografò, me ne accorsi e lei mi chiese con lo sguardo se poteva, ovviamente accettai; anche quella foto mi piacerebbe avere, anche se non tanto quanto la prima che ho descritto.
“ E dopo entri qua e vedi nelle gallerie gente che fotografa signorine mentre si gustano un gelato o mentre stanno sedute su una scalinata con la gonna svolazzante ,ho visto spesso foto del genere e mi vergogno per loro ,depravazione ad altissimi livelli altro che street „
e quando fai presente il viscidume l'autore ti blocca...personcine proprio a modo
Riporto dal sito laleggepertutti.it: "Una cosa è certa e questa è chiara anche ai novelli fotografi: lo scatto con l'immagine altrui non può essere pubblicato, né su internet, né sui social, né su qualsiasi altro supporto (fisico o digitale). Lo stesso dicasi per la condivisione del file in una chat. Un comportamento del genere integrerebbe il reato di violazione della privacy che diverrebbe ancora più grave se il soggetto fotografato dovesse essere minorenne."...
..."Viceversa, quando il fotografo ha come preciso scopo quello di immortalare il volto di un “perfetto sconosciuto”, il suo comportamento costituisce illecito. A dirlo è la Cassazione in una importantissima sentenza che gli artisti di strada dovrebbero conoscere a memoria: si tratta della sentenza n. 9446 del 2018. In base ad essa, chi fotografa un'altra persona, senza che ciò sia giustificato da una delle ragioni che la legge sul diritto d'autore elenca (v. sopra), commette il reato di molestie.
L'articolo 660 del Codice penale punisce chiunque, per petulanza o altro biasimevole motivo, importuna un'altra persona in un luogo pubblico. In questo caso, secondo la Suprema Corte, basta anche una semplice condotta – in quanto non giustificata da valido motivo – per rientrare nel reato in questione. È quindi da ritenersi biasimevole il comportamento di chi fotografa un'altra persona senza alcuna motivazione riconosciuta dalla normativa. È sufficiente quindi un solo scatto per integrare il reato."
Personalmente considero una giustificazione capziosa il fatto che siamo tutti soggetti a riprese delle telecamere di sicurezza, che sono normate da precisi regolamenti e hanno una finalità relativa al bene comune e/o la tutela della proprietà pubblica e privata. Riterrei che ben pochi si vorrebbero lamentare se venissero casualmente ripresi in un ambito pubblico, qualora non risultino il soggetto preminente della fotografia o la stessa abbia finalità di sicurezza. Ma una foto fatta a uno specifico e riconoscibile soggetto da un fotografo amatoriale, seppure in ambito pubblico, deve avere il suo consenso, lo dice la legge e anche il buon senso. L'immagine di un individuo è un dato personale ed è tutelato dalle leggi sulla privacy.