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Confronto tra Helen Levitt e Vivian Maier







avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 17:24

Contrariamente alla Levitt non le interessa particolarmente rappresentare e documentare
**********
Qui la differenza tra il vero fotografo (Levitt in questo caso) e l'appassionato fotoamatore


più che un fotografo era un comunicatore. La fotografia non era il suo fine, era un suo mezzo.
***********
Anche qui, come sopra, si vede chi e' il "vero fotografo", cioe' in questo caso Toscani

Ci tengo a precisare che sono miei personali criteri di valutazione, basandomi sulle stesse motivazioni di @Mirko...ma usate al contrario...
Sono appunto personali opinioni/punti di vista, non penso la mia sia quella giusta o allo stesso modo sbagliata quella contraria



avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 17:31

Qui la differenza tra il vero fotografo (Levitt in questo caso) e l'appassionato fotoamatore


Anche qui, come sopra, si vede chi e' il "vero fotografo", cioe' in questo caso Toscani


Simone se non consideri l'estetica pura (o impura MrGreen) come criterio per includere un "vero" fotografo dovresti escludere una lista di Fotografi molto lunga.
L'estetica è fotografia, piaccia o meno, anche fine a se stessa, anzi soprattutto fine a se stessa perchè non è rivolta ad altro.
Semmai sono gli altri che usano la fotografia.. ;-)




avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 17:40

Sicuramente trovo superiore la levitt sulle foto a colori e la foto della signora nella cabina telefonica con i due figli la ho sempre amata

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 17:44

purtroppo sono poche le fotografie a colori della Levitt per motivi riportati nelle sua biografia.
(non sono note nemmeno molte quella della Maier a dire il vero ma non saprei se è dovuto ad un solo fatto di selezione).
Comunque anche a me piace quella foto. La vita reale offre sempre spunti che ispirano simpatia.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 21:42

Ora tu hai cambiato una variabile cambiando l'artista da confrontare alla Maier, ma non è il confronto è la diversità che conta. Quindi se non si riconosce la diversità poi diventa difficile andare più nel profondo.


scusa, credo che tu complichi molto l'esposizione dei concetti che vuoi dire e non sia comprensibile a tutti. Credo di aver capito che vuoi dire, semplificando, che non ha senso fare una comparazione di tipo COMPETITIVO quando ciò che è interessante è il fatto che sono diverse, cioè non sono comparabili.
E non lo sono perché una scatta per se stessa - io questo però non lo darei per scontato, nel senso che si può non pubblicare mai niente ma idealmente scrivere, fotografare, dipingere o persino scrivere appunti di un libro pensando che ciò che facciamo possa essere visto, letto, da altri - in modo quindi più ingenuo, spontaneo e rivelatore dell'intimo, mentre l'altra scatta già con l'intento e la consapevolezza che le sue foto saranno viste e quindi tramite di esse costruisce una sua immagine pubblica.
Corretto?

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 23:02

Simone se non consideri l'estetica pura (o impura MrGreen) come criterio per includere un "vero" fotografo dovresti escludere una lista di Fotografi molto lunga.
L'estetica è fotografia, piaccia o meno, anche fine a se stessa, anzi soprattutto fine a se stessa perchè non è rivolta ad altro.
Semmai sono gli altri che usano la fotografia.


l'estetica è un contenuto di sicuro, non solo un fattore accessorio, ma può stufare se è l'unico contenuto.
Ho guardato tutte le foto della Maier che ho trovato sul sito linkato in prima pagina: direi che c'è molto di più che estetica che comunque è palese e si vede bene anche dai provini in cui si conferma che sa inquadrare e ha un delicato femminile senso del bello ma soprattutto dell'empatia, senza quel compiacimento morboso e ostentato che hanno invece molti fotografi moderni che si dedicano alla street per fare APOLOGIA ed esaltazione di fenomeni di disadattamento violento, disfunzionale, degradante e rabbioso.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 8:33

Aggiungo infine che giusto ieri sera ho visto un documentario su Dorotea Lange, una via di mezzo tra le due.. MrGreen così aggiungiamo un'altro "padre" della fotografia di strada

mi piacerebbe Mirko che approfondissi questo punto, perchè che io sappia Dorotea Lange a differenza della Maier e della Levitt lavorava su commissione conseguentemente il suo lavoro è influenzato da scelte editoriali/commerciali dell'epoca.
Avevo scelto il confronto con la Levitt proprio per evitare il filtro dell'editoria dell'epoca che richiedeva un certo tipo di ricerca e di fotografia per essere pubblicata

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 9:45

@Mirko concordo sull'importanza dell'estetica, direi un aspetto inscindibile con la fotografia stessa. Poi ciascuno puo' mettere come e quando vuole dei "paletti"..per me, se parliamo di grandi autori, devono esserci anche il contenuto ed un ben preciso scopo. Mi viene in mente una foto di Ivo Saglietti, con cui vinse il world press photo.
Ma, tornando a Vivian Maier, a me pare l'antesignana della moderna street photography. Si torna quindi alla domanda: quanto su questa affermazione, ammesso sia vera, ha influito il fatto che il suo lavoro e' stato selezionato e reso pubblico nel nostro tempo.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 9:45

L'immagine più icononica di Dorotea Lange è questa





ed è diventata "virale" Sorriso all'epoca come una sorta di manifesto sui migranti.
Peraltro che io ricordi fu anche discussa (ma non divaghiamo.. MrGreen)
pochestorie.corriere.it/2016/10/02/madre-migrante-unicona-americana/

Dorotea Lange svolse un lavoro documentaristico incredibile ai tempi della grande depressione al punto che in effetti ebbe un incarico governativo al riguardo. Molti suoi lavori provengono da commissioni ed uno dei più interessanti che ho scoperto in quel documentario è stato quello relativo ai campi nei quali vennero rinchiusi i giapponesi-americani dopo l'attacco di Pearl Harbor. Nell'intervista lei dice che non era molto convinta di accettare perchè si accorse che la realtà non coincideva con quanto le linee governative volevano mostrare ed infatti il suo lavoro non venne mai pubblicato, se non molto tempo dopo, e l'incarico fu revocato. Una vicenda storicamente a me completamente ignota che apre a riflessioni sulle letture storiche da parte dei vincitori.
Come vedi lavorare su commissione non sempre vuol dire necessariamente essere completamente influenzato dal committente. Talvolta il binomio committente-fotografo può anche essere sulla stessa linea (come la Levitt) e talvolta anche su linee diverse quando vi sono committenti "illuminati".
Il mettersi al servizio di un committente contro la propria visione solitamente non porta mai a buoni risultati.

Ad ogni modo ho accostato la Lange ad una via di mezzo tra le due poichè la stessa era sicuramente una documentarista ma vi sono molte foto anche su temi diversi, e la sua cifra stilistica è un po più variegata rispetto alla Levitt.

Ma, tornando a Vivian Maier, a me pare l'antesignana della moderna street photography. Si torna quindi alla domanda: quanto su questa affermazione, ammesso sia vera, ha influito il fatto che il suo lavoro e' stato selezionato e reso pubblico nel nostro tempo


Non avendo a disposizione tutto il materiale non possiamo saperlo. In effetti le foto della Maier appiano già moderne ma questo non è necessariamente dovuto alla sola selezione (presupponendo quindi una esclusione delle foto di uno stile più datato). Può essere anche dovuto al fatto che, come anche altri, erano semplicemente interessati ad un tipo di fotografia diversa rispetto ai tempi, sicuramente meno impegnata.
Frank ha finito per incartarsi nella selezione per The Americans ed anche lui ruppe tutti gli schemi dell'epoca.
Io della Maier ripeto non mi interesso più di tanto della sua storia. In primo luogo perchè tutte le ipotesi sono possibili ma non verificabili e quindi ne trovo una importanza relativa. Mi limito ad apprezzare i suoi lavori.

A volte poi meno si sa su il "back-stage" di certi lavori meglio è.. si potrebbe rischiare di rimanere delusi.
Mi vengono in mente certe foto del WPP..

avatarjunior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 16:34

Molto bello il documentario su Dorothea Lange.
Per chi fosse interessato è possibile rivederlo su Raiplay cercando Art Night puntata 3

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 18:34

La Maier esiste attraverso l'idea che hanno tirato fuori curatori, che hanno operato delle scelte ben precise nella selezione e presentazione delle immagini. L'altra probabilmente ha avuto un ruolo anche nella parte successiva allo scatto, ormai fondamentale. Preferisco le foto della Maier, ma, come detto, il suo merito va ci divido con chi ha creato il suo personaggio

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 19:29

no scusa la Maier come la vedi tu forse esiste per come l'hanno descritta i giornalisti per farne un fenomeno. Non puoi inventarti una personalità e una visione fotografica solo con una selezione quando le immagini pubblicate sono così tante e guarda caso sono tutte coerenti. Basta guardare anche i provini per averne una conferma. Quale che sia poi il gusto e lo stile dello sviluppo delle stampe, le inquadrature sono sue, le pdc scelte sono sue. E si capisce molto bene chi è e che cosa esprime.

In effetti le foto della Maier appiano già moderne ma questo non è necessariamente dovuto alla sola selezione (presupponendo quindi una esclusione delle foto di uno stile più datato)


ma avete delle ragioni quando scrivete queste affermazioni o sono dei sentito dire? forse sono io che non capisco, non lo metto in dubbio.

Non vedo nulla di particolarmente confinato al moderno nel suo stile. E cosa sarebbe poi una foto in "stile più datato"?
Cioè, stabilito che non le ha sviluppate lei, esiste uno stile datato nell'inquadrare, nello scegliere l'esposizione, la pdc e il soggetto?

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 20:06

Intanto lo sviluppo, scelte con certi contrasti non sarebbero state fatte all'epoca.
Poi il modo di raccontare e accostare le foto, tendenzialmente l'attenzione su certi soggetti e un certo modo di raccontare é più recente in quegli anni l'attenzione era su un racconto diverso, negli anni in questione i temi predominanti erano il dinamismo della vita urbana, i simboli di progresso o i momenti di comunità e appartenenza
Può sicuramente essere che la Maier fosse in anticipo sui tempi altrimenti non ci sarebbero tutti quegli scatti, ma la selezione su decine di rullini é caduta su quelli scatti dichiaratamente dai curatori per piacere al pubblico attuale
Ero curioso quindi di un confronto con un'autrice che fosse come la Maier lontana dall'ambito editoriale commerciale, anche la levitt non era una fotografa professionista o comunque non faceva quello per vivere

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 20:47

Ma le stime sono di circa 150.000 negativi e un centinaio di rullini oltre a foto già stampate a migliaia. Che a noi sembrano bazzecole ma stiamo parlando di pellicole. Solo a spostarle sono cartoni e cartoni. Nel caso di Maier

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2025 ore 21:03

Non ha stampato praticamente nulla solo pochissimi scatti

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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