| inviato il 20 Settembre 2024 ore 8:43
La certificazione "tecnologica" può avere la sua valenza quando si parla del valore d'acquisto di certe opere: se un museo acquista un dipinto della fine del '400, è ragionevolmente certo che si conserverà piuttosto bene ancora per molto tempo (è l'età stessa del dipinto a garantirlo), ma se si tratta di acquistare, per la stessa cifra, una fotografia stampata oggi, chi garantisce la sua durata anche solo fino al 2050? Semmai è da vedere su cosa si basano le dichiarazioni di fabbricanti tipo Epson, appunto. Quando furono inventati, i colori acrilici vennero sbandierati come "eterni", ma siccome i pittori rimanevano diffidenti, per ingolosirli, i colori acrilici vennero commercializzati con pigmenti altrettanto nuovi e che fornivano tinte e sfumature "moderne". Il risultato fu che, dopo solamente alcuni decenni, la maggior parte delle prime opere realizzate ad acrilico si stavano già degradando e necessitavano di un restauro; tuttavia, mentre il legante (la resina acrilica) era ancora perfetto, erano i pigmenti ad essere andati "a remengo". Ironia della sorte (eufemismo ) a creare enormi grattacapi ai restauratori fu proprio la natura del legante che non era compatibile con le normali procedure e materiali per il restauro. Certo che, se Leonardo avesse utilizzato tecniche e materiali certificati "Fine Art" per la "Battaglia di Anghiari"... |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 8:44
"Cosa significa “ Fine Art ”" Belle Arti, ed in fotografia è riferita alla qualità di stampa. Ma è tutta aria fritta, non c'è uno standard qualitativo certificato e riconosciuto a livello internazionale che definisca i parametri qualitativi di una stampa "Fine Art": è solo una bufala, o acchiappa citrulli che dir si voglia. E i citrulli ce li acchiappano, basta vedere quanto è inflazionato in fotografia il termine "Fine Art", una mente prodigiosa fa addirittura anche un corso di "esposizione Fine Art". |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 8:52
Come sottolineato da Alessandro, a tutt'oggi “ non c'è uno standard qualitativo certificato e riconosciuto a livello internazionale „ e fondamentalmente non c'è per il fatto che dovrebbe "garantire" soprattutto la durata nel tempo, ma secoli di esperienza in tutti i campi dell'arte (e della chimica) ci dicono che solo il tempo può fornire questa garanzia; quindi sarà "grasso che cola" se quegli standard potranno essere definiti fra 50 anni. |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 9:20
Come avete già detto, il termine "fine art" significa "belle arti " e pertanto dovrebbe riferirsi solo al contenuto artistico dell'opera, non ai materiali o processi per produrla, questi, più correttamente dovrebbero essere semmai definiti "archival", quando garantiscono criteri di conservazione e resistenza (andate a vedere www.wilhelm-research.com/ ). Per me una foto può essere fine art (se è davvero un'opera d'arte) anche se stampata su carta igienica (non avrà caratteristiche archival purtroppo) mentre una normalissima foto stampata su carta ricavata dell'albero sotto cui pregava San Francesco, ultraresistentissima, senza acidi, lavata con acqua santa, e stampata con pigmenti ricavati dalle polveri spaziali che gravitano nell'orbita più esterna del sistema solare e con altri pigmenti ricavati dalle reliquie dei santi, il tutto certificato dal presidente Epson in persona che ha apposto la sua firma col sangue, resterà sempre e solo una foto con qualità archival ma non sarà una foto fine-art. |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 9:26
significa che chi ci crede lo paga di più di una senza scritto "fine art". Di solito se nel portfolio di un "fine art" non c'è almeno una pozza d'acqua con l'nd1000, arriva la polizia del fine art e bagna le stampe con l'oransoda. |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 9:38
Condivido quanto detto dal sig. Paolo Mcmlx e dal sig. Alessandro Pollastrini |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 10:23
“ Come avete già detto, il termine "fine art" significa "belle arti " e pertanto dovrebbe riferirsi solo al contenuto artistico dell'opera „ Tradotto letteralmente sì, ma in ambito fotografico o lavori grafici in genere è comunemente inteso come la mera qualità e durabilità del supporto fisico. che sia la Digighaphie di Epson o altro poco cambia |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 11:36
“ ... è comunemente inteso come la mera qualità e durabilità del supporto fisico. „ E' inteso male, e pompato così dal marketing; ripeto, il termine per definire tali aspetti esiste già ed è "archival". |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 11:40
“ significa che chi ci crede lo paga di più di una senza scritto "fine art". „ un po' come la Leica ... |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 11:48
“ E' inteso male, e pompato così dal marketing; ripeto, il termine per definire tali aspetti esiste già ed è "archival". „ male o bene, è di fatto così, ormai è una consuetudine universalmente accettata ed è considerata un sinonimo di archival. che poi ci sia tanta fuffa e fuffaguru è altrettanto vero. |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 11:53
a me fa impazzire (dal ridere) chi scrive "wedding pictures fine art" |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 13:18
Si ma volete mettere una qualsiasi "cesso picture" e un "cesso picture fine art" |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 16:59
“ Si ma volete mettere una qualsiasi "cesso picture" e un "cesso picture fine art" „ E vuoi mettere la soddisfazione di averci speso pure un sacco di soldi? |
| inviato il 20 Settembre 2024 ore 17:13
www.slowprint.it/ Michele alias Moulin (su Juza, ma se ne andò) alias Spinoza sembra sparito. Una volta il laboratorio era a Conegliano. |
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