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Differenze sviluppo digitale/pellicola


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avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 11:07

Alessandro Pollastrini direi che ha scritto quello che mi proponevo di fare io, soprattutto le conclusioni.MrGreen
D'altra parte abbiamo vissuto esperienze molto simili.

Con la pellicola, già in fase di sviluppo del negativo, si poteva fare abbastanza ma era tutto complicato e coinvolgeva l'intero rullo o rullino, o era tutto a colori o tutto in BN, tutto in batch insomma (come diciamo oggi), si poteva lavorare sul negativo singolo solo in fase di stampa......

Soprattutto la fatica..... nottate intere.....

Va però detto che era e resta, almeno per me, ancora oggi un qualcosa di affascinante di misterioso, da apprendisti stregoniMrGreen
Questo plus il digitale purtroppo non lo ha.
Fa bene quindi chi vuole divertirsi con l'analogico.
Io ho già dato....MrGreen


avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 11:24

@ Claudio

A volte mi domando se le libertà che abbiamo oggi tolgano attenzione alla parte compositiva e ne mettano troppa sull'elaborazione creativa e originale. (...) Stiamo semplicemente attraversando un'altra era di pittorialismo?


E' indubbio che l'immagine digitale offra possibilità di intervento più ampie, più precise e sicuramente molto più semplici da eseguire.
Oggi i "limiti" (e le caratteristiche) del mezzo fotografico possono essere facilmente superati dall'intervento digitale e questo mi pare stia rivelando una tendenza molto diffusa a trasformare l'immagine fotografica in qualcosa di grafico, quindi in un certo senso "pittorialista".

E' un bene o un male? Poco importa. Registriamo un cambiamento rispetto al passato.


Non riesco a togliermi il dubbio che questa non sia più una rappresentazione di ciò che ho visto, dell'oggetto in sè,

La cosa che a mio parere "snatura" la fotografia e rende inutile il suo utilizzo avviene quando l'intervento digitale si spinge fino ad un punto che rompe il riferimento diretto tra fotografia e oggetto rappresentato, poiché la specificità della fotografia sta proprio in questo. E' ciò che la rende unica rispetto ad altre tecniche.

Ma anche questa "criticità", per me fondamentale, vedo che non è più tanto sentita.

user14408
avatar
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 11:58

Per me è solo un piacere diverso, sviluppo le mie DIA 120 nei pomeriggi in cui : " ok, non ci sono per nessuno" mi rilasso, metto la mia musica preferita e... parte tutto il rituale.
prendere le cose, assicurarsi che tutto sia pulito, grmbiule e guanti che mi fa sentire come se stessi per fare un intervento :-)
aprire le bottiglie della chimica con la stessa attenziuone e piacere manco fosse un millesimato raro :-) miscelare osservando cilindretti graduati che fa tanto "scienza", "impostare " temperature e controllare il termometro o il sous vide che lavora.
caricare nel frattempo la tank o la lab box, lanciare la app lab timer e via ...attendendo la magia che si ripete ogni volta. apri la tank e strotoli quella cosa messa immediatamewnte in controluce per capire se "quella" foto in particolare ( perchè ce ne è sempre una) è risultata giusta, riporre tutto ad asciugare e già preparare visore, guanti cotone, lentino, forbici e pergamino... e riparte un altra magia.

avatarjunior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 12:07

@Maceric, a parte il finale (in cui il visore è sostituito dall'ingranditore) è lo stesso film che vivo anch'io tutte le volte ;-)

user14408
avatar
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 12:42

@ Giulia


la vera differenza penso sia...



... la MUSICA ! SorrisoSorrisoSorriso
questione generazionale immagino

avatarjunior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 13:32

Anch'io vengo da un'esperienza analogica abbastanza lunga (avevo anche una camera oscura fissa) e ritengo che chi mi ha preceduta ha ben espresso le differenze, due cose vorrei però precisare: con i negativi e di più con le diapositive contava molto di più il prima, la corretta esposizione e se volevo fare delle elaborazioni in fase di sviluppo dovevo decidere tutto prima, in fase di ripresa.
La seconda è che con il digitale tu puoi permetterti di scattare centinaia di foto allo stesso soggetto scegliendo quelle migliori senza problemi e spese, prima eri vincolato ad un rullino è quello era fino a che lo cambiavo (sensibilità? Colore? Bw?) oggi puoi cambiare tutto quando vuoi.
Inoltre una volta fatti gli sviluppi se avevi sbagliato buttavi tutto il lavoro, oggi puoi sempre tornare indietro e rifare l'elaborazione.

avatarjunior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 14:25

@Maceric, è vero, sono di una generazione diversa. Ed infatti ho iniziato con il digitale ed i miei primi 10 anni di fotografia, in cui ho imparato l'ABC in ripresa e sui software, sono stati esclusivamente digitali.
Poi, circa 4 anni fa ho scoperto la pellicola e me ne sono innamorata. Inizialmente ho usato i minilab ed i servizi di sviluppo online che per poco mi stavano facendo scappare la voglia di fotografare. Poi ho conosciuto una persona qui sul forum, che mi ha insegnato tutto quello che so di sviluppo e stampa. Per due anni ho usato la sua camera oscura, poi, con il suo aiuto e supporto, ho messo sù la mia ed ora per il BW cammino con le mie gambe. Per il colore devo rivolgermi ancora a lui, ma è comunque un piacere vedere che faccio progressi.

@Prosa61
Tutto vero. Lo penso ma non volevo scriverlo, ma in effetti è così. Centinaia e centinaia di scatti da cui pescare nel mucchio. Non è così per tutti ovviamente, ma la filosofia di scattare alla meno peggio "tanto poi lo recupero al PC" è molto molto diffusa. E quindi si presta meno attenzione in ripresa.
Riguardo il limite del rullino con le stesse caratteristiche, io ho risolto girando con due corpi macchina caricati con pellicole diverse, per il formato 135 oppure con 2-3 magazzini per il medio formato ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 14:28

Soprattutto la fatica..... nottate intere.....


Quello era il prezzo, specialmente quando dovevi anche allestirla (e poi disfarla), visto che non disponevi di locale ad uso esclusivo.
Se oggi é abbastanza facile, per chi conosce il programmi di post-produzione sa come intrvenire, allora era da "preventivare" l'intera elaborazione prima delle varie fasi dell'intera manipolazione dell'immagine -dalla ripresa alla stampa finale- certamente anche con più fatica fisica oltre che intelletuale ma forse anche con più soddisfazione.
E' stato giustamente detto che ciò coinvolgeva l'intero rullino di pellicola per ovvie ragioni in fase di sviluppo dello stesso. C'era unicamente la possibilità, con spreco di pellicola, di usare con una bobinatrice piccoli spezzoni limitatti a poche pose.
Non parliamo poi se l'attrezzatura era quel minmo possibile e se dovevi inventarti alternative alla dotazione professionale del laboratorio attrezzato.

avatarjunior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 15:34

Verissimo. Io non ho una camera oscura professionale, ma almeno è permanente e non devo smontare tutte le volte. Ho una dotazione di minima e molte cose le ho fatte da me, artigianalmente, come ad esempio il marginatore, un provinatore per 120 e 135 e tutte le maschere in cartoncino per mascherature e bruciature. C'è anche più gusto...

user226515
avatar
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 16:10

Io, nella seconda metà degli anni '80 facevo da -assistente- ad un prozio, fotografo professionista per un quotidiano napoletano, gli caricavo le pellicole durante gli incontri di calcio del Napoli all'allora San Paolo. Solitamente portava i rulli in redazione ed erano altri a fare il processo di sviluppo e stampa, ma capitava pure che se ne occupasse di persona, ed io non mancavo mai nella CO.
Anche se i risultati possono essere simili, è il processo che è diverso, ed è quello che mi affascina sin da allora, sviluppare la pellicola, poi proiettarla sul piano dell'ingranditore ed infine vedere l'immagine che appare lentamente nella vasca è -magia- infilare una CF, od una SD, in un lettore e vedere le immagini sullo schermo no.
Mia figlia, 13 anni, che non ha interesse alcuno nella fotografia, quando sono in CO lascia qualsiasi attività per venire a vedere quello che faccio.
La fotografia analogica non è solo l'immagine stampata, ma pure tutto quello che intercorre tra il click ed il risultato stampato, io lo chiamo -la gravidanza-, per il digitale no, concepimento e parto sono quasi simultanei.

user14408
avatar
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 22:02

Che musica ascoltate, se ascoltate, durante sviluppo e/o stampa?

avatarjunior
inviato il 02 Gennaio 2022 ore 23:13

John Coltrane, Bill Evans, Dizzie Gillespie, Diana Kral, Mile Davis, John Patitucci, Chick Corea, Nora Johnes... Cose così...

user14408
avatar
inviato il 03 Gennaio 2022 ore 8:31

Naaaa... prova ad andare in giro per la stanza scalza shackerando la tank con questa
m.youtube.com/watch?v=Fcq88kNNIBM



Facciamo il gioco del contrario tu giovaneascolti e nomini mostri sacri del passato ( e tutti in ambito specifico) io...MrGreen


avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2022 ore 8:33

.

avatarjunior
inviato il 03 Gennaio 2022 ore 8:45

Naaaa... prova ad andare in giro per la stanza scalza shackerando la tank con questa
m.youtube.com/watch?v=Fcq88kNNIBM


Facciamo il gioco del contrario tu giovaneascolti e nomini mostri sacri del passato ( e tutti in ambito specifico) io...MrGreen


Magari potessi girare scalza saltellando! MrGreen
Purtroppo la camera oscura è nello scantinato condominiale. C'è un corridoio comune con le porte delle singole cantine. La mia è 2x3 metri, di cui buona parte occupati da bancone, lavello e scaffalature ed ha pure il pavimento in cemento grezzo...
Riguardo i generi, essendo musicista a mia volta, ed essendo il Jazz il mio genere favorito, ascolto quello. Ma non solo mostri del passato, anche gente viva e vegeta come Roy Hargrove, ad esempio, che ho anche avuto il piacere di conoscere di persona al Blue note, a Milano, qualche anno fa ;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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