| inviato il 14 Giugno 2022 ore 10:26
Scusa, User77830, ma forse non hai letto bene quanto ho scritto il 30 maggio: intendo usare il DUPLICATORE di diapositive, pensato per macchine a pellicola in formato Leica, per DIGITALIZZARLE fotografandole con macchina APS-C e non scannerizzandole come avevo fatto finora. A titolo informativo, ho comunque risolto il problema smontando il duplicatore, eliminando il soffietto cui veniva applicato il corpo macchina e montando direttamente su di esso l'obiettivo macro, che da solo, alla massima estensione del suo tubo, mi dà il rapporto (voluto dall'APS-C) di ingrandimento 1:1,5 (e non 1:1 o più come avveniva utilizzando il soffietto). La retro-illuminazione la ottengo con un vecchio flash collegato al corpo macchina con un adattatore tipo quello segnalato da Phsystem nel lontano 2015. Dai primi esperimenti il risultato mi sembra ottimo (e ripetibile). |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 16:18
Ok, processo sicuramente efficace e ripetibile. Per i miei risultati è migliore di un pur buon scanner che non sia professionale. Attenzione: la resa della lente ed il diaframma ottimale sono molto determinanti per arrivare al migliore risultato. Se puoi, fai delle prove. |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 17:38
Certamente farò delle prove distanziando più o meno il flash e variando quindi il diaframma (penso che f:8-11 sia ottimale). Quanto alla resa della lente (SMC MacroTakumar 50 mm. a vite, con piccolo - 1 cm. - tubo di prolunga e adattatore) non ho alcun dubbio: trattasi di un obiettivo eccellente, da me usato con grande soddisfazione in anni passati con la Pentax analogica (Spotmatic F). Il mio giudizio è confortato da Laerte (2015) che scrive sul forum Juza: "Pro: Nitidissimo già a TA; Una lama da f 8 a f 11; Solido; Molto resistente al flare grazie alle proprie caratteristiche fisiche; Leggero anche se molto solido; Contro: Non raggiunge una RR di 1:1 ma solo di 1:2 (Ma per me va benissimo - NdR) Opinione: Nonostante sia una lente di circa mezzo secolo fa garantisce risultati veramente magnifici. ..... Voto 9" |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 17:55
Io ho impiegato con grande successo il vecchio micro nikkor 55 f3.5 chiuso a f8 (più aperto a 1/1 cala visibilmente ai bordi) ed anche lui va oltre i 50 anni. Ora uso un eccellente Zuiko macro 80 f4 che è ottimizzato per il rapporto 1/1 ed ha la resa massima a f5.6 assolutamente omogenea su tutto il campo la grossa -enorme- differenza tra lavorare a f5.6 piuttosto che 8-11 è che (a parte la maggiore luminosità), non diventano visibili i corpuscoli di polvere che si depositano sul vetro opalino del portadia. Sembra banale ma... prima usavo un eccellente soffietto nikon, solo che questo ha il vetro opalino troppo vicino alla diapositiva e per effetto della profondità di campo, lo sporco del vetro era sempre presente anche sul duplicato, ora uso un vecchio (e più che eccellente) soffietto Olympus e questo ha il vetro ben staccato dalla dia, in più: lavorando più aperto, lo sporco non si vede più. |
| inviato il 15 Giugno 2022 ore 10:50
Beato te, il vetro opalino del mio portadiapositive dista solo 3 mm. dal telaietto della dia e risulta a fuoco anche a f4-5.6 (l'ho constatato lasciando un peletto sul vetro, sempre visibile anche variando il diaframma). Comunque grazie per aver segnalato il problema, che posso solo risolvere con una accurata pulizia! |
| inviato il 17 Giugno 2022 ore 19:26
“ La Duplicazione delle DIA è operazione molto seria e decisamente complessa. „ Si mi ricordo all'epoca quando inviavo per duplicarle le mie migliori diapositive, credo che esistesse una pellicola Kodak concepita apposta per la duplicazione, in tutti i casi non so come facevano (e non lo voglio sapere) ma venivano perfette era quasi impossibile di riconoscere l'originale dalla copia Comunque la scelta del metodo scansione o duplicatore di diapositice dipende dalla quantità, se ne hai molte da fare uno scanner Nikon d'occasione é moooolto più comodo piuttosto che duplicarle 1 ad 1 col duplicatore, svuluppare i raw, ecc... e alla fine lo puoi sempre rivendere quando hai finito, infine ti riviene praticamente gratis perché i prezzi dei buoni scanner film si mantengono e lo potrai rivendere allo stesso prezzo che l'hai comprato |
| inviato il 17 Giugno 2022 ore 19:34
Si chiamava slide duplicating con una sensibilità intorno ai 15 iso/asa molto difficile da usare perché per ogni bobina bisognava applicare un filtraggio ad hoc. Penso che duplicassero a contatto, emulsione contro emulsione. L'ho usata molto ma sempre con risultati al massimo sufficienti. Colpa del metodo, dell'attrezzatura, e anche della mano... EDIT: Per dirla tutta: i duplicati digitali che produco adesso al confronto sono 'spaziali' ed è un aspetto interessante da analizzare che mi ha stimolato con questa discussione. Penso che la scarsa qualità dei miei duplicati dipendesse almeno da due fattori fondamentali: La qualità della lente macro, -che per quanto buona non era al livello di quelle che uso attualmente- e poi... senza alcun dubbio l'accuratezza della messa a fuoco, perchè, allora, coi mirini ottici, in macro era praticamente impossibile accorgersi che c'erano dei microsfocati (che poi allora era il mio problema principale). Microsfocati causati, tra l'altro, dalla differenza di spessore dei telaietti dentro cui erano montate le dia su cui lavoravo e di cui era impossibile accorgersi. |
| inviato il 18 Giugno 2022 ore 6:40
Ricordo un aneddoto in proposito. Negli anni ottanta ci fu un laboratorio che vantava duplicazioni perfette, e in effetti andarono avanti un po' con grande soddisfazione dei clienti: I duplicati erano praticamente indistinguibili dagli originali. Poi si scoprí come facevano: facevano due duplicati, e uno lo montavano nel telaietto dell'originale, che buttavano... |
| inviato il 18 Giugno 2022 ore 6:40
Ricordo un aneddoto in proposito. Negli anni ottanta ci fu un laboratorio che vantava duplicazioni perfette, e in effetti andarono avanti un po' con grande soddisfazione dei clienti: I duplicati erano praticamente indistinguibili dagli originali. Poi si scoprí come facevano: facevano due duplicati, e uno lo montavano nel telaietto dell'originale, e buttavano la dia originale... |
| inviato il 18 Giugno 2022 ore 16:55
La pellicola si chiamava Kodak Ektachrome Slide Duplicating, e aveva una sensibilità di 25 Asa 15 Din, teorica, in realtà non sempre era tale, in ogni caso però non era un gran problema dal momento che la sensibilità effettiva veniva riportata in rosso alla fine del bugiardioi fornito con ogni singola pellicola. In effetti la sensibilità effettiva non variava poi di molto, al massimo 1/3 di stop in più o in meno, e quelle poche che ho adoperato io, due sicuramente - forse anche tre, erano 32 Asa. La più grande rottuta di scatole di questa pellicola però era costituita dal fatto che essa non era tarata per 5500° K ma per 3400° K, la qual cosa costringeva ad adoperare luci con quella temperatura colore. Inoltre poi la luce andava opportunamente "filtrata" (secondo le indicazioni riportate sul foglietto delle istruzioni di ogni singola pellicola) con i filtri Kodak Wratten in gelatina. Per l'illuminazione avevo adoperato un proiettore di diapositive che proiettata, attraverso un telaietto vuoto, la sua luce su un foglio di polistirolo bianco posto a 45° rispetto all'asse di proiezione del proiettore, a 45° dall'altra parte avevo posto uno schermo opalino di circa 20x30 cm al cui centro avevo ricavato un alloggiamento, che poi altro non era che una semplice cornicetta di cartone, al cui interno alloggiavo di volta in volta l'originale da duplicare. I risultati erano buoni, anche la nitidezza era buona grazie all'ottimo 100 macro Canon USM, il problema però era che il contrasto, seppur non eageratamente, aumentava, e le dominanti cromatica non erano mai perfettamente corrette... i duplicati insomma erano sempre un pochino più "freddi" degli originali. In definitiva una gran lavoro, anche una bella soddisfazione, ma i risultati non erano certo all'altezza degli originali. |
| inviato il 18 Giugno 2022 ore 18:28
“ Kodak Ektachrome Slide Duplicating „ Devo averne ancora 2 o 3 in frigorifero. |
| inviato il 26 Giugno 2022 ore 11:42
Anche perché, caro Paolo quella volta non si poteva modificare nulla, mentre oggi siamo nella post-fotografia e basta un click su LR o PS per fare quello che si vuole … |
| inviato il 26 Giugno 2022 ore 15:18
Beh Tony... sono gli svantaggi della pre-fotografia |
| inviato il 26 Giugno 2022 ore 15:25
Svantaggi che ben conosco: facevo anche io la copia delle DIA con quella pellicola, ai tempi … |
| inviato il 26 Giugno 2022 ore 16:40
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