RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Chiarimenti su stampa Fine Art


  1. Forum
  2. »
  3. Fotocamere, Accessori e Fotoritocco
  4. » Chiarimenti su stampa Fine Art





avatarjunior
inviato il 26 Agosto 2021 ore 23:43

Sto parlando di stampa inkjet.

avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2021 ore 23:47

Sto parlando di stampa inkjet.


Appunto.... la peggiore qualità allo stato dell'arte.

avatarjunior
inviato il 26 Agosto 2021 ore 23:49

Ah, ok.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2021 ore 0:01

@Thumb - Prova almeno una volta a stampare con processo a sviluppo chimico: è la classica "carta" (anzi poliestere) che si usava una volta con la pellicola. La testina di esposizione non ha inchiostro, ma è costituita da una terna di diodi laser RGB.....

Te la cavi con poco, per 6 - 7 € fai una stampa da 30x45. Usa carta Fuji Silk Professional... vedrai la differenza con la Inkjet a "soli" 254 ppi (non DPI in questo caso).

avatarsupporter
inviato il 07 Novembre 2021 ore 22:03

AmigaMan
...Andando più nel concreto, sarei interessato a stampe fine art di dimensioni tipo le seguenti (chiedo scusa per la mia ignoranza in materia, non so se vi sono notazioni specifiche per indicare tali dimensioni, tipo le più note e comuni A4, A3, etc.):

a. 95 cm x 55 cm
b. 60 cm x 40 cm
c. 45 cm x 35 cm...

...Inoltre, quanto si spenderebbe per stampare in modalità fine art in tali dimensioni, approssimativamente?...


Ho notato solo oggi questa tua richiesta di qualche mese fa, forse hai già risolto, comunque ti aggiorno con i prezzi ad oggi di Saal:

a. 95 cm x 55 cm = 70,39
b. 60 cm x 40 cm = 24,19
c. 45 cm x 35 cm = 20,89

più spese di spedizione 6,99

Totale 122,46 €

Puoi detrarre un codice sconto di 30€ per acquisti da 95€

Quindi 122,46 - 30 = 92,46€





avatarjunior
inviato il 07 Novembre 2021 ore 23:25

No, non avevo risolto.
Grazie molte Lookdido!

avatarsupporter
inviato il 07 Novembre 2021 ore 23:50

Di nulla, è un forum... condividiamo ;-)

avatarjunior
inviato il 07 Novembre 2021 ore 23:59

Certo :-)
È questo lo spirito giusto.

avatarjunior
inviato il 08 Novembre 2021 ore 0:01

La stampa inkjet è la migliore.
Inoltre per fine art si intende l'intero processo non solo il tipo di stampa. Per intero processo si parla di post produzione su monitor calibrato, esportazione del file con profilo colore corretto usato dalla stampante, ovviamente stampante calibrata con il profilo colore giusto

avatarsupporter
inviato il 08 Novembre 2021 ore 0:08

@Mrnikohyde
Nessuno afferma il contrario, in un altro topic, con AmigaMan si è parlato di Saal e quello che hai descritto è il percorso tipo.

Siamo allineati.

avatarsupporter
inviato il 08 Novembre 2021 ore 7:49

@AmigaMan
...Per definire una stampa Fine Art, vi è un vincolo sui DPI della stampa, tipo minimo 300 DPI?

È necessario un minimo di megapixel (45Mpx?) per ottenere una stampa Fine Art da un file?...



Riporto un articolo di un utente juza, Sardosono, pubblicato su un altro sito (Italian Foveon Community) in cui parla della giusta distanza di visione e tratta anche della max definizione fruibile di megapixel (con considerazione finale a sorpresa)

LA DISTANZA DI GIUSTA-VISIONE

Si sente spesso disquisire (ed anche discutere accanitamente) su quale sia la risoluzione necessaria per ottenere il meglio ad una certa dimensione di stampa. Leggendo queste discussioni ci si rende conto che tutti i partecipanti, quale che sia l'opinione che sostengono, danno per scontato lo stesso presupposto, ovvero che una risoluzione maggiore sia sempre meglio di una inferiore. Ebbene, non è così, e di conseguenza quelle discussioni sono sempre erronee, anche quando per vie traverse (per non dire, per caso) giungono a conclusioni corrette.

Il fatto è che negli ultimi decenni si è perso completamente il concetto di "Distanza di Giusta-Visione" (che abbrevieremo in seguito con l'acronimo DGV), il quale è rimasto ormai solo un ricordo nella mente di ben pochi, di norma non più giovanissimi. L'oblio in cui è caduto è in un certo qual modo sconcertante, perché in realtà non solo la DGV è l'unico elemento che conta per stabilire l'idoneità di una data risoluzione per un certo scopo, ma è anche un concetto semplice e, come vedremo più avanti, molto preciso e di facile impiego, che non lascia spazio per le opinioni.

Ritengo che ciò sia dovuto al fatto che quando tale principio era conosciuto, usato e condiviso, ossia ai tempi della pellicola, il concetto di risoluzione digitale ancora non era entrato a far parte delle preoccupazioni del fotografo, ma si parlava invece di densità di informazione (spesso erroneamente chiamata "definizione"). Quando si è passati al digitale non ci si è resi conto che "risoluzione" e "densità di informazione" sono la stessa cosa.

Tutti sappiamo che se osserviamo un monitor o una TV a pochi centimetri di distanza riusciamo a distinguere i singoli pixel (i fotodiodi), fino al punto di poterli contare uno per uno, se non abbiamo niente di meglio da fare; ma sappiamo anche che a quella distanza perdiamo completamente il senso dell'immagine in quanto tale, siamo cioè troppo vicini. Anche in una stampa, se l'osserviamo con una buona lente d'ingrandimento o addirittura con un microscopio, riusciamo non solo a distinguere i singoli punti di pigmento, ma addirittura i pori della carta stessa. Ma con quell'ingrandimento non saremo in grado neanche di capire se nell'immagine ci troviamo di fronte ad un ritratto, un paesaggio o un fax di disdetta di un qualche servizio telematico (sembra che ormai i fax si usino solo per questo). Se però osserviamo quella stessa stampa o quel monitor a cento metri di distanza non riusciremo ugualmente a veder nulla, perché l'intera immagine ci apparirà come un singolo punto, forse.

E' quindi ovvio (talmente ovvio che non varrebbe la pena dirlo, ma lo dico lo stesso) che "la virtù sta nel mezzo", dobbiamo cioè osservare l'immagine né da troppo lontano, né da troppo vicino. A questo punto domandiamoci: ma c'è una distanza che possa dirsi ottimale per la visione? Ebbene sì, esiste, e non è fonte di opinione ma dipende unicamente da come sono fatti e funzionano i nostri organi sensoriali, ossia la catena che dall'occhio che acquisisce l'informazione si conclude nel cervello che in qualche modo dà corpo alla nostra percezione. Tale distanza è quella minore che però consenta ancora di apprezzare l'intera immagine nel suo insieme, e prende appunto il nome di "Distanza di Giusta-Visione".

Sì, va bene, ma cerchiamo di essere pratici: a quanto corrisponde?

Essa corrisponde alla distanza tale che la dimensione maggiore dell'immagine ci appaia all'incirca secondo un angolo di visuale di 15 gradi, il che, con un semplice calcolo trigonometrico, corrisponde sempre all'incirca al doppio della dimensione maggiore dell'immagine da osservare. Semplice, chiaro e facile da mettere in pratica.

Se scendiamo sotto questa distanza, anche di poco, allora molto rapidamente iniziamo a perdere la capacità di apprezzare l'immagine nella sua interezza ed il nostro cervello dovrà cominciare ad osservarla per parti per poi ricomporla tutta insieme. Se invece aumentiamo tale distanza, allora l'apprezzamento dell'insieme rimane invariato, ma man mano che ci allontaniamo peggiorerà molto rapidamente la nostra capacità di apprezzare i dettagli, fino a quando non riusciremo più a distinguere nulla.

Tutto qui, né più né meno.

Ora, una volta che si prende atto di questa peculiarità del nostro sistema sensoriale dovrebbe essere facile rendersi conto che:
la risoluzione utile per qualsiasi stampa di qualsivoglia dimensione è quella giusto sufficiente affinché non si distinguano i singoli pixel alla distanza di giusta-visione, e di conseguenza impiegare una risoluzione maggiore di questa è del tutto inutile sotto ogni punto di vista.
In altre parole, la struttura fisica dell'immagine deve essere sufficientemente piccola da non poter essere distinguibile alla DGV, ma renderla ancora più piccola di così non migliora la qualità della visione ed è pertanto del tutto inutile.

Lo so, adesso nasce spontanea la seguente domanda: e come si calcola questa risoluzione? La risposta è semplice e ve la darò a breve (e risparmiandovi anche i pur semplici calcoli di trigonometria elementare), ma prima voglio sfatare un mito, quello dei 300 punti per pollice. Questa risoluzione si è imposta perché è talmente esuberante che l'occhio umano non riesce a distinguere i singoli pixel neppure a distanza ravvicinata, neanche con l'ausilio di una lente di ingrandimento e persino con una stampante di mediocre qualità (ossia, anche con una ciofeca di stampante vedremo chiaramente le sbavature, ma non i singoli punti). In questo modo si taglia la testa al toro per una gran parte dei problemi di qualità di stampa e per questo è stata universalmente adottata da tutti i produttori, sapendo bene che il cliente è capacissimo di osservare con la lente di ingrandimento. Ma ovviamente, se si osserva dalla DGV questa risoluzione esagerata non serve praticamente a nulla, perché il nostro sistema sensoriale non sarà mai in grado di apprezzarla.

Ma c'è un'ultima considerazione fondamentale da fare: la risoluzione dipenda sempre e comunque ANCHE dalla densità di informazione. E noi sappiamo bene che la densità di informazione di un mosaico è (nella migliore delle ipotesi) un terzo di quella reale, mentre nella pellicola come nel Foveon è integrale, ossia il 100%. Di conseguenza, per ottenere alla DGV lo stesso risultato in termini di micro-dettaglio, col Foveon basterà una risoluzione minore di quella necessaria col mosaico (o viceversa). Provare per credere.

Ed infine, concludiamo con dei numeretti pratici e concreti per calcolare la risoluzione necessaria per qualsiasi stampa, che si ottengono da questa semplice formuletta approssimata, che vale per una immagine ad informazione integrale:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = K / DGV (espressa in millimetri) (Foveon o scansione di qualità da pellicola)
dove K è una costante pari a 90000 (novantamila).
Nota bene. Questa strana commistione tra diverse unità di misura è una semplice coincidenza, dovuta alla semplificazione per approssimazione, a seguito della quale la costante finale di conversione risulta casualmente molto vicina alla costante di conversione tra millimetri e pollici, ed il loro rapporto è di conseguenza (ripeto: casualmente) molto vicino ad uno.

Se l'immagine non è ad informazione integrale, ma proviene da un mosaico, allora la risoluzione necessaria è maggiore, risultando essere circa il 70% in più nel caso più favorevole di assenza di filtro anti-aliasing, ossia:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = 1.7 x K / DGV (espressa in millimetri) (immagine da sensore a mosaico senza AA)
Se invece il sensore a mosaico è provvisto di filtro AA, allora invece di 1.7 occorre moltiplicare direttamente per 2.

Ed ora preparatevi ad una sorpresa finale. Poiché le due formulette sono dei rapporti costanti, ne consegue che la risoluzione necessaria è anch'essa costante, cioè NON cambia al variare delle dimensioni di stampa!!! :wow: Potete quindi calcolare voi stessi che con una immagine Foveon 1800x1200 pixel (per un totale di 2.16 Mpx) sono già sufficienti per QUALUNQUE dimensione di stampa, mentre per una immagine da mosaico ne bastano comunque solo 3000x2000 (per un totale di 6 Mpx) senza filtro AA e 3600x2400 (per un totale di 8.64 Mpx) se il mosaico è ancora dotato di questo oggigiorno ormai inutile filtro.

Non ditemi che questa conclusione non vi lasci sorpresi?!... (a meno che non lo sappiate già, non facciamo i furbi! O:-) )
Però, vi sarà molto probabilmente già capitato di leggere di chi sostiene che 8/9 Mpx sono già sufficienti per qualunque stampa di qualità, ma in genere si tratta di professionisti che non perdono tempo a spiegare il perché (ammesso che lo sappiano, dato che a loro interessa solo il lato pratico della cosa). Ebbene, adesso sappiamo anche da dove provenga questo "numero magico" e capiamo anche perché altri parlano invece di soli 6 Mpx ed infine perché col Foveon già la SD10 coi suoi neanche 4 Mpx si rivela essere già più che sovrabbondante per qualsiasi dimensione di stampa

Antonello


avatarjunior
inviato il 18 Luglio 2023 ore 7:43


avatarjunior
inviato il 18 Luglio 2023 ore 7:44

Buongiorno, per quanto riguarda la stampa Fine Art allego video intervista ad Emanuele Cassina di Cassina Fine Art, si parla anche di Fine Art e di fotografia in generale

avatarsenior
inviato il 18 Luglio 2023 ore 8:20

La "verità" è che la parolina magica "Fine Art" ha bruciato il cervello di tanti fotografi, o pseudo fotografi, che credono che stampando dai laboratori che offrono questo servizio, le loro foto diventino per magia opere d'arte.

Fine Art, sta per belle arti, ed è un termine che è stato utilizzato per definire le stampe effettuate su carte di belle arti come quelle ad acquerello con macchine Plotter ( perchè fino a poco tempo fa erano quelle a minor budget ).
Poi è stato esteso a tutta una vasta gamma di carte speciali come le metalliche, baritate, texturizzate, satinate e così via.

Per quanto riguarda la risoluzione, dipende dal driver della macchina di stampa, se non si arriva al valore in ppi, dpi sul software, in relazione alle dimensioni di stampa ( quindi una precisa dimensione pixel x pixel del file immagine ) l'immagine verrà ricampionata dal driver stesso.

Ora, ritornando al termine Fine Art, ci sono tante mostre di grandi fotografi stampate bene su carte normali da laboratorio, o ancora con gigantografie con macchine commerciali.
Non è un termine a definire se una foto è un opera d'arte.
Perchè se la foto è una merda, la stampa su carta Fine Art varrà come la carta igienica.

avatarsenior
inviato il 18 Luglio 2023 ore 9:50

MrGreenMrGreenMrGreen

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 243000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.






Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me